Le bellezze di Caserta
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L'Abbazia di Sant'Angelo in Formis
La Reggia di Carditello
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Alla scoperta di Caserta:
Le Edicole Votive di Caserta (parte 9)
testo e foto di Lorenzo Di Donato
schede tecniche di Sara Di Donato
Le edicole nei Casali di Caserta
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I Casali di Caserta
Oggi i borghi di Caserta sono dette ‘frazioni’, orribile ed anonima denominazione, ma una volta erano denominate Ville e, prima ancora, Casali e facevano una numerosa (sono almeno venti) corona all’antica Caserta, situata lì sul monte, e ancora oggi fanno preziosa e tenera compagnia alla città che Carlo III volle accanto alla sua Reggia. Oggi, poste sia a valle che in collina e lungo le pendici dei colli Tifatini, custodiscono ancora, gelosamente, la loro storia ricca di nomi, luoghi, eventi che non disdegnano di confondersi a volte, con garbata civetteria, con le leggende. I loro nomi e le loro chiese sono scritte nella Bolla di Senne, metropolita di Capua, con la quale al Vescovo casertano Rainulfo viene concessa e confermata la giurisdizione sulla diocesi di Caserta, che così viene anche delimitata; essi conservano perciò la storia dell’antica città e di essa costituiscono un centro storico sparso tra pianura e collina, lontano dal traffico caotico e rumoroso, e svelano i propri tesori solo a chi li cerca con amore e impegno.
Questi antichi borghi hanno ripagato la mia ricerca delle edicole votive svelandomi anche quelle che avevano custodito da lungo tempo, che a volte ha lasciato il proprio segno, che si è sommato a quelli dovuti all’incuria e all’abbandono. Per comodità di trattazione o di esposizione, ho suddiviso i numerosi Casali di Caserta -come è difficile chiamarli ‘frazioni’!- in gruppi formati da quelli che mi sono sembrati avere delle particolarità in comune.
I Casali di Caserta intorno alla Reggia
Don Carlo De Maria, parroco di san Leucio, nel 1881 intenta causa alla Curia Vescovile di Caserta onde ristabilire i “limiti di sua spirituale giurisdizione” così come li avevano stabiliti i Borboni prima che “l’idra della rivoluzione” del 1860 li avesse detronizzati. La giurisdizione si estendeva a tutto quanto era sulla circonferenza del Palazzo reale e il buon De Maria aggiunge, forzando la geometria ai suoi desideri:” Per circonferenza s’intende una linea chiusa la quale chiude uno spazio rotondo…e questa linea ha due ombre l’interna, cioè, e l’esterna.” così inglobando nella giurisdizione della Reale parrocchia di san Leucio sia quanto si appoggiava ai muri che delimitavano il parco della Reggia sia quanto era nello spazio da essi racchiusi.
Non faccio mio il ri-sentimento borbonico del De Maria, meno che mai la sua definizione di ‘circonferenza’, ma la curiosità della cosa mi fa definire il primo gruppo di Casali, quelli che sono in parte delimitati dai muri del Parco della Reggia: Aldifreda, Ercole, Puccianiello, Sala, Briano, San Leucio e Vaccheria. Di questi indicherò le edicole votive che ho visitato.
Le edicole votive in Aldifreda
Lì, al termine di Via Giannone, delimitata dalle mura del Parco Reale e il primo tratto di Via Tescione, c’è quel gruppo di case che fu il Casale di Aldifreda che -con la costruzione dei rioni Tescione e Vanvitelli e del Parco Gabriella negli anni sessanta dello scorso secolo e conseguenti condomini che hanno saldato i rioni tra di loro e col Parco Gabriella- è così inglobato nel tessuto urbano di Caserta che certamente non viene più visto come una ‘frazione’ di Caserta.
Il Casale si sviluppa alla fine del 1700 –allora aveva poco più di cento abitanti- sia per la tessitura del cotone che per la lavorazione dei latticini. Le vecchie case sono tutte raggruppate intorno alla chiesa parrocchiale dedicata a san Pietro Apostolo, della quale recenti scavi sotto al pavimento stanno mettendo in luce pavimentazione e parti degli affreschi della chiesa precedente.
L’unica edicola presente oggi nel Casale è posta all’angolo tra via Camusso e via san Pietro: era dedicata a san Pietro, come si evince dall’immagine del santo, circondato da angeli, dipinta sulla parete dell’edicola. Una statuetta di san Pio da Pietrelcina in primo piano (foto 37), dietro al vetro di protezione, e che in parte nasconde l’immagine di san Pietro, ci fa capire che colui che cura l’edicola ha grande fede nelle virtù taumaturgiche del Santo cappuccino.
Incontreremo anche in seguito edicole votive dedicate a Padre Pio da Pietrelcina, che con la sua vita di sofferenza e di fede è stato di esempio e conforto al popolo cattolico, che l’ha seguito sia in vita che durante i processi di beatificazione. Perciò il santo Padre Pio non poteva rimanere fuori dalla pietà e dalla cultura popolare, di cui le edicole votive sono espressioni tangibili.
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foto 37: Via San Pietro, Aldifreda di Caserta Edicola con intradosso a botte. Una coppia di lesene inquadra l’archetto contenente la nicchia in cui è raffigurato San Pietro, scalzato dalla statuina industriale e senza pregio di Padre Pio, segno della massificazione anche in ambito religioso.
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