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L'Abbazia di Sant'Angelo in Formis
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I monumenti di Caserta:
L'Abbazia di Sant'Angelo in Formis
testo di Lorenzo Di Donato
foto di Emilio Di Donato
Particolare del Giudizio Universale
Gli affreschi dell’Abbazia di Sant’Angelo in Formis
forniscono al visitatore il meglio conservato esemplare di
Bibbia illustrata dell’XI secolo. L’edificio é in un luogo che
da 2500 anni è sacro, perché sull’area dell’antico
tempio - dedicato al culto della dea Diana- fu eretto
il nuovo - dedicato all’Arcangelo Michele - conservando sostanzialmente
lo stesso perimetro e lo stesso pavimento. Ancora oggi l’Abbazia è sede
della Parrocchia del paese sotto il titolo di san Michele Arcangelo.
Una visita al piccolo Cimitero dei garibaldini, poco distante
dall’Abbazia, potrà rendere omaggio a chi ha dato la vita per un ideale.
Non fate una visita affrettata ma lasciate che la sacralità del luogo vi
riempia l’animo.
La storia
La Basilica benedettina di Sant’Angelo in Formis sorge ai piedi del
monte Tifata. La chiesa primitiva fu fondata dai Longobardi
nella seconda metà del VI secolo, nel luogo dove
sorgeva il Tempio a Diana Tifatina, e da quel popolo di
guerrieri fu dedicata all’Arcangelo Michele, il santo-guerriero. La
chiesa era in stato di abbandono quando fu donata, quindi tolta e infine
(nel 1072) riassegnata ai monaci di Montecassino, che dovevano
costruirvi anche un monastero. Era allora abate di Montecassino
Desiderio, che riedificò ed ampliò la chiesa, dotandola degli
affreschi di scuola bizantino-campana che ne decorano
l'interno e che costituiscono uno tra i più importanti e meglio
conservati cicli pittorici dell'epoca nel sud Italia. Dal 1417
si susseguirono abati commendatari che risiedevano altrove ed erano
intenti solo a intascare le rendite dei beni della Basilica. Nel 1779 fu
dichiarata di patronato regio; nel 1866 passò al demanio e solo nel 1868
gli affreschi, liberati dalla mano di bianco che li ricoprivano,
ritornarono alla luce. Successivi interventi di manutenzione e restauro -l’ultimo è stato effettuato dopo il terremoto del 1980- consentono al
visitatore di goderli oggi, pur con le lacune di parte delle superficie
affrescate.
La visita
L'ampia piazza affaccia su uno splendido panorama
Lasciata l’auto nel parcheggio posto in una stradina laterale ma con
comode indicazioni per trovarlo, ci si avvia per la visita alla Basilica
che è nella parte alta del paese. Per accedere all’area della
Basilica
bisogna attraversare il cosiddetto Arco di Diana, che quasi la nasconde, certamente la protegge. Esso ha nella volta un frammento di affresco e,
in alto, una lapide in ricordo dello scontro tra garibaldini e
borbonici nella battaglia del 1860, che avvenne all’incrocio delle
strade per Triflisco e per Capua.
Subito sulla destra dell’Arco è il poderoso campanile a
bifore, il cui alto basamento è costituito da materiale
dell’antico Tempio di Diana.
Il campanile precede la Basilica, che è rivolta su un’ampia
piazza abbellita da due file di cipressi. La piazza è, nella
parte rivolta a mezzogiorno, balcone scenografico sull’ampia
pianura campana ed invita al silenzio ed al raccoglimento
mentre l’occhio si riposa sulle cupole delle chiese di Capua, sulla
valle del Volturno, sui lontani monti Aurunci e, infine, su una sottile
lama di mare, lì, in fondo, sulla sinistra, se il tempo è sereno e
l’aria è pulita.
La Basilica
Ora si è pronti per abbracciare le eleganti linee della
facciata della Basilica con un lungo sguardo d’insieme: è
preceduta da un portico a cinque navate, con quella centrale molto più
alta delle altre, con archi dallo stile arabo. Gli affreschi
dell’arcangelo Michele, della Madonna regina e degli episodi delle vite
degli eremiti Antonio e Paolo occupano le lunette delle navate.
Il portale d'ingresso
Il portale d’ingresso alla Basilica è nell’arcata
mediana ed ha nell’architrave un’iscrizione che ricorda l’abate
Desiderio e, nelle due lunette sovrapposte, i già menzionati affreschi
di san Michele e della Madonna.
L'interno della
Basilica di Sant'Angelo in Formis
Varcato questo portale, si è avvolti da un silenzio irreale pervaso
da un forte misticismo ispirato dalla visione delle
straordinarie pitture all’interno della Basilica, che sono
uno dei più completi cicli narrativi del tempo (XI secolo),
lettura visiva di brani del Vecchio (nelle navate laterali) e del Nuovo
Testamento (nella navata centrale) per quanti, ed erano i più, non
avevano allora altro modo di accedere alle Sacre scritture, non sapendo
leggere.
Rappresentazione dell'evangelista Luca - affresco dell'abside -
particolare
Nell’abside centrale è rappresentato, con chiara iconografia
bizantina, Cristo benedicente tra i simboli dei quattro evangelisti e,
nel registro inferiore, Desiderio che offre la nuova Basilica, san
Benedetto e gli arcangeli Raffaele, Gabriele e Michele.
Nella controfacciata è affrescato il Giudizio Universale
che -con i Santi, i Beati, gli Angeli e la rappresentazione delle pene
infernali- ci dà una visione completa di un Medioevo mistico e
fantastico. Quando si riesce a staccare gli occhi dagli
affreschi, l’architettura della Basilica appare nella sua armonica
completezza, con le caratteristiche comuni alle basiliche desideriane.
Particolari di affreschi della navata centrale
Le tre navate sono divise da 14 colonne di materiale
di spoglio, molto facilmente provenienti dal tempio di Diana,
dai bei capitelli corinzi e terminano con absidi semicircolari.
Il pavimento è in buona parte quello dell’antico
tempio di Diana. Si possono notare anche altri elementi romani,
reimpiegati dopo una lavorazione che li hanno resi atti alle nuove
funzioni: le acquasantiere e il fonte battesimale. Essi attestano ancora
una volta il forte legame col passato, caratteristica
comune a tutto il romanico campano.
Orario di visite
- Giorni feriali: ore 9.00-17.00
- Giorni festivi: ore 9.00-12.30 15.00-18.00
Come raggiungerla
- Dall'autostrada A1: uscire a S. Maria C.V.;
dirigersi poi a S.Angelo in Formis (km.2)
- Dalla variante Anas Maddaloni-Capua: uscire a
S.Maria C.V.; dirigersi poi a S.Angelo in Formis (km2)
- Dalla Nazionale Appia: prendere la direzione s.
Maria C.V. per uscire a S.Angelo in Formis (km.3)
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Curiosità
La storia del campanile
Il campanile
Il campanile che possiamo oggi ammirare si trova sul lato destro
della Abbazia e staccato da essa. Ma se osserviamo l'affresco
dell’abside della navata centrale, vediamo raffigurato
l’abate Desiderio che offre a Gesù benedicente il modello della
Abbazia,
che ha il campanile sulla sinistra
della facciata.
L'abate Desiderio offre l'Abbazia a Gesù. Abbiamo
evidenziato con un cerchio la posizione del campanile.
Ciò vuol dire che il campanile attuale non è quello
originario.
Il Cimitero dei Garibaldini
L'ingresso del cimitero garibaldino di Sant'Angelo
in Formis
Seguendo la strada che porta a Santa Maria Capua Vetere per circa 1
km e deviando poi a sinistra per 300 metri si arriva al piccolo Cimitero
dei Garibaldini. È chiuso da un muro alto circa 2 metri ed ha piccole
aiuole, purtroppo non ben tenute, con cipresseti, oleandri e gerani.
Le mura esterne del cimitero
Le
ceneri del manipolo di prodi che caddero combattendo per l’Unità
d’Italia durante la battaglia del Volturno -tra cui il capitano
Salvatore Monti, il tenente Rossi e Riccardo Botti da Fiorenzuola- sono
custodite in un piccolo mausoleo e varie lapidi ne ricordano le virtù e
ne perpetuano la memoria.
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