Sergio Del Prete

I Pasta Madre

Franco Zaccaro

L'innocente di e con Roberto Solofria

L'infermo di Stefano Angelucci Marino

La nave dei folli

Foto di Scena di Pinocchio

Uragani

  

Officina teatro: programma 2008/09

S. Leucio (CE) – dal 18 Ottobre 2008

Articolo e foto di Pia Di Donato

Sabato 18 ottobre, San Leucio. Presentazione, prima dello spettacolo inaugurale, della 2° stagione della Cooperativa Mutamenti: ben 22 (anzi 23, con una nuova data annunciata "ad horas") spettacoli di cui ben 8 di produzione "propria" ovvero del singolo o della coppia Pagano-Solofria. Il resto degli spettacoli è affidato a compagnie già affermate come quella del "Teatro Potlach" o locali ma di buon livello come Il Colibrì di Antonio Iavazzo o Teatro Karawan. E ancora: serate musicali ma sempre d'autore come quella annunciata per il 1° novembre - la novità di cui parlavamo- della performance dei Kazum o il concerto della coppia Vitrone-Maltempo, serate evento come quella del 1° compleanno, il 1° dicembre, o alla Giornata della Memoria, 27 Gennaio, e la serie di spettacoli dedicati alle "culture migranti", e... tanto altro ancora.
Il tutto con il budget minimo, nessun "santo in paradiso" ma tanta voglia di sperimentare, provare, confrontarsi e aprirsi a nuove esperienze.
Inevitabilmente il discorso cade sulla realtà culturale e teatrale della provincia, e della città di Caserta in particolar,e e considerazioni, tra l'ironico e l'amaro, vengono spontanee... ma con un sorriso e un gesto i "padroni di casa" liquidano l'argomento: è tempo di iniziare e il pubblico comincia a scalpitare per entrare nella accogliente saletta
In bocca al lupo e... sorprendeteci sempre!
Programma
18 e19 Ottobre
, Mutamenti presenta “Peppino mani dell'angelo” (repertorio), scritto e diretto da Michele Pagano (nostro artcolo)
25 e 26 Ottobre, Volodiprova (Rm) presenta”Frankenstein” scritto e diretto da Lucilla Mininno (nostro artcolo)
1 Novembre, performance del trio casertano Kazum con l’intervento del vj e poeta Angelo Rossi.
Uno spettacolo ipnotico, fatto di musica, suoni, immagini e parole. Psychotic Party sound and video performance il nome dell’evento che impegnerà i Kazum ed ArgLab: il vj Angelo Rossi ha costruito la performance mixando dal vivo rari documenti video risalenti alle diverse fasi della produzione di genere del ‘900.
14, 15, 16, 30 Novembre, Mutamenti presenta “Verole e Maddamme” scritto da Michele Pagano, diretto da M.Pagano e R.Solofria (nostro artcolo)
22 e 23 Novembre, Teatro Rigodon (Ri) presenta “O Bu!... Osteria del canale”, scritto e diretto da Alessandro Cavoli
29 Novembre, Onorevole Teatro Casertano (Ce) presenta “Infanzia di un socialista”, scritto e diretto da Tony Laudadio
1 Dicembre, Buon Compleanno Officina, ingresso gratuito
Una serata di recitazione, poesia, lettura, incontro. Sarà il modo in cui festeggeremo il primo anno di vita della nostra creatura. La cooperativa Mutamenti è lieta di invitarvi al primo compleanno di Officina Teatro, un evento per festeggiare con tutti coloro, artisti e non, che sostengono e credono nella realizzazione del nostro ambizioso progetto: la nascita di un nuovo spazio dove si produce, si crea, si ricerca, si sperimenta, si fa Teatro. L’evento avrà inizio alle 21.00 di lunedì 1 dicembre, e chiuderà i battenti alle 02.00 della notte. Cinque ore per celebrare le speranze di una ‘bimba’ che promette di crescere sempre più velocemente e sempre meglio. Sarà questo anche il moneto per fare un bilancio e ricordare quanto di buono è stato fatto in tutti questi mesi. In soli 365 giorni e con tanta passione, infatti, il palco di Officina Teatro è stato calcato da nomi di livello nazionale come Stefano Angelucci Marino, Tony Laudadio, Michele Monetta, Teatro Potlach, Aldo Rapè, Giovanni Meola, Enrico Ottaviano. Ed enorme è stato pure lo sforzo per organizzare mostre, incontri, dibattiti, happening, nel tentativo di aprire alla città un’officina delle arti nella quale esprimere e fruire cultura. Un solo anno di vita, ma tanta voglia di continuare a stupire ed essere riferimento per i tanti che credono nella rinascita del messaggio artistico quale progresso per la mente e la coscienza umana.
6 e 7 Dicembre, Areté Ensamble (Ba) presenta “Ritornello”, scritto e diretto da Annika Strøhm
Clitemnestra ama il suo marito-padrone ed in nome della fedeltà si fa quasi invisibile.
Quando Agamennone finalmente ritorna dalla guerra con un amante, lei lo uccide.
Lui però non muore..
Il personaggio si trova davanti alla corte a dover spiegare le motivazioni del suo atto in un tribunale dei nostri giorni, di conseguenza ho scelto una forma aperta tra me ed il pubblico, senza quarta parete. Il lavoro è e sarà sempre uno studio.
Non si può proprio uccidere un morto” Clitemnestra
Annika Strøhm ha iniziato i suoi studi alla scuola del Nordic Black Theater di Oslo.
Nel 2002 si diploma alla Nordic Theatre Academy del Dott. Prof. Jurij Alschitz e con lui ha lavorato in diversi spettacoli. Tra gli altri ha studiato/lavorato con A. Milenin, J.P. Denizon, G. Borgia, Grete Sneltvedt, C. Moustache. Nel 2007 fonda ARETE’ ENSEMBLE con Saba Salvemini ed un ensemble di artisti internazionali.
13 e 14 Dicembre, Vitrone - Maltempo (Ce) presenta “Ancora quadri alle pareti” canzoni d’autore
20 e 21, 25, 26, 27 e 28 Dicembre, dal 2 al 4 e 6 Gennaio, Mutamenti presenta “Pinocchio da Collodi”, diretto da M.Pagano e R.Solofria (nostro artcolo)
10 Gennaio ore 21.00, 11 Gennaio ore 19.00, I Cavalieri dell'Arte Scenica (NA) presenta "Citofonare Gigì", scritto e diretto da Sergio Del Prete. Con: Marco Coppola, Luigi Migliaccio, Sergio Del Prete, Valerio Esposito, Tommaso Capuano. Assistente alla regia: Francesco Allegretto
Una commedia divertente che racconta la strana vicenda di un giornalista "particolarmente eccentrico" alle prese con suo fratello Mario, sacerdote, che non vede da 10 anni, il quale gli svelerà un segreto importante...è la messa in scena del bigottismo di alcune persone che a volte non si rendono conto di come la vita può metterli di fronte a situazioni in cui non bisogna far altro che ammettere i propri errori e affrontare la realtà. Una storia di personaggi stravaganti e insoliti, con colpi di scena e un finale che cambierà le carte in tavola…per gli spettatori.
17 e 18 Gennaio, Teatro Di Legno (Na) presenta “La nave dei folli”, scritto e diretto da Luigi Imperato e Silvana Pirone, con Annamaria Palomba, Silvana Pirone, Salvatore Veneruso, Domenico Santo
Note di regia
La nave dei folli accoglie corpi-relitti, storie di oltraggi, di umanità ripudiata. Anime sopravvissute a se stesse, personaggi senza più nome in un ambiente senza più nome: brandelli di esistenze appartenute forse ad alcuni ma ormai rifiutate, come si rifiutano oggetti vecchi in cui non ci si riconosce più e che denunciano una parte di sé. Quella parte che è comodo non mostrare e soprattutto non guardare.
I nostri folli aspirano ad aggirarsi nelle nostre menti e sotto la nostra pelle, godono a metterci di fronte ad un dubbio, uno specchio distorto che ci fa domande e che non sa dare risposte. Loro stessi vivono nel continuo dubbio della realtà che li esula a volte esitanti nel credere a se stessi: si sorprendono a fingere, a recitare ruoli o a sentirsene doppi involontari. Sono soli eppure uniti dalla comune solitudine, si tengono per mano, si abbracciano in un amplesso di male comune, ma si fanno anche la guerra, si odiano, si amano e sperano. Sono uomini.
C’è poi una lingua a cui appartengono ed un livello comico di cui è intrisa la loro lingua che fa tutt’uno con la deformazione dei loro corpi. Il comico non vuole essere una soluzione ma un limen oltre il quale non sarebbe possibile andare e che invece si varcherà consci dell’abisso.
La nostra attenzione non è concentrata sulla follia come stato psichico, ma sulla ritualizzazione scenica dell’esilio che si trasforma lentamente nel rito del ricordo e della disperazione.
25 Gennaio, Teatro Del Sangro (Ch) presenta “L'Infermo”, dal romanzo "Trionfo della morte" di Gabriele D'Annunzio. Adattamento e regia di Stefano Angelucci Marino
In scena troviamo Giorgio Aurispa seduto su un elegante divano d’epoca, siamo nel 1894. Giorgio Aurispa è un intellettuale capace di sottilissime analisi, ma debole e irresoluto nei frangenti più decisivi, segnato da una intrinseca, originaria incapacità a vivere. Un leggero accento e una certa cadenza ne tradiscono le origini abruzzesi. Giorgio Aurispa, superuomo in perenne crisi, interessante anticipatore di un'altra figura chiave del romanzo italiano di fine secolo, l'Inetto (basti pensare all'omonimo libro di Italo Svevo); e la sua è una crisi fatale, di fatto una crisi d’identità,senza via d'uscita.
Tutto quello che doveva accadere è già accaduto. Giorgio racconta- rivive la sua storia per gli spettatori, ed è un racconto malato, ossessivo, per frammenti. In questa narrazione tutta giocata tra realismo e visionarietà, si arriva ad assistere sul palcoscenico alla materializzazione di ambienti,sogni,persone,suoni,voci e oggetti che rimandano a parte dei contenuti del vissuto e dell’immaginario di Giorgio. L’elegante divano, grande e particolarmente curato, si rivelerà essere il ricettacolo di tutto il rimosso della vita e dell’anima del protagonista.
Un attento ed originale disegno drammaturgico riportato in un complesso lavoro di scrittura scenica. Sotto il segno di un’apparente linearità narrativa, si strutturano una serie infinita di piani diversi. Le geometrie di un rapporto famigliare malato delineano un universo di difficoltà, di cadute, di impossibilità, di limitazioni. La nitidezza espressiva di tutto il progetto e la forte intensità dell’interpretazione rendono appieno la fitta dinamica delle relazioni.
Ossessioni tragiche, oscure neurosi, selvagge nefandezze e fantasie oniriche, bagni di sangue e cupidigie irriducibili, voglie di vendette e languori splenetici attraversano la produzione letteraria e teatrale dannunziana mettendole i coturni, innalzandola cioè verso aure sublimi o sprofondandola in notturni deliri: d’Annunzio pretende infatti un teatro,una rappresentazione inverosimile, innaturale, mitica,per sfuggire ai condizionamenti della scena quotidiana. Mito, dunque, in quanto condensazione / spostamento del reale, il che implica un’ulteriore manifestazione del travestimento.
La tensione allo scacco storico ed esistenziale, di questo si vuole raccontare, di questa particolare tensione vogliamo provare a rendere testimonianza con questo spettacolo. La tensione allo scacco è il punto di fondo delle opere narrative e teatrali di Gabriele d’Annunzio, proprio in contrasto con il progetto di rivincita e di conquista che appartiene al superuomo.
27, 30 e 31 Gennaio, 1 e dal 6 all’8 Febbraio, Mutamenti presenta “Campomadre (Arbeit Macht Frei)”, scritto e diretto da Michele Pagano

Giornata della memoria: 27 Febbraio

Mutamenti e Arci Caserta in collaborazione con associazione Macchina da Presa, associazione Melagrana Onlus, Libreria Mondadori Caserta celebreranno la Giornata della Memoria con l’iniziativa ‘Arbeit macht frei - Polvere di Auschwitz 1940/1945’. L’iniziativa si inserisce in un quadro di appuntamenti che si terranno su tutto il territorio nazionale ed è volta a non dimenticare l’eccidio nazista nei confronti di una popolazione inerme e a riflettere sulla realtà presente e sugli strascichi che ci troviamo a vivere ancora nel 2009 essendo prigionieri di stereotipi e paure collettive.
Programma
ore 18.30
• Presentazione del libro di Liliana D'Angelo "Il profumo delle viole"
• Mostra fotografica a cura dell'associazione Melagrana Onlus "Viaggio nella memoria"
• Proiezione del cortometraggio di Luigi Carchia "Quante stelle"
• Incontro/dibattito
Interverranno: Liliana D'Angelo (Scrittrice), Giulio Finotti (corrispondente de Il Mattino), Gianni Cerchia (professore associato di Storia Contemporanea - Università del Molise), Sabino Tomei (associazione Macchina da Presa), Roberto Malinconico (associazione Melagrana Onlus)
ore 21.00
• Prima nazionale dello spettacolo di Michele Pagano - Produzione Mutamenti Campo Madre - Arbeit Macht Frei
ore 22.30: • Proiezione del film-documentario "Estraneo a casa mia" di Sahara Dirbas, introdotto da Rino Cipriano. A cura dell'associazione Macchina da Presa

 

14 e 15 Febbraio, Prima Quinta (Ba) presenta “Mutu”, scritto da Aldo Rapè e Nicola Vero, diretto da Lauro Versari
Saro e Salvuccio, u parrinu e u mafiusu. Una storia di due fratelli. Due vocazioni a confronto. Due uomini sotto lo sguardo dello stesso Dio. Insieme dopo tanti anni. Muti, tutti muti per anni, muti per fame e per necessità, ma un giorno la coscienza e il sangue cominciano ad urlare… mentre i Santini, sorridendo, stanno a guardare…
Due vite diverse che adesso si scontrano all'interno di una gabbia metafora di un focolare domestico regolato da sentimenti e tradizioni centenarie. Sentimenti incomprensibili a chi è estraneo a quella realtà subita, invece, da chi è costretto ad accettare i compromessi necessari per badare alla propria sussistenza. Un mondo fatto di violenze e soprusi che nessuno racconta perché, come si dice in gergo, "non fa notizia"; un mondo assente anche dall'agenda delle politiche sociali. Una realtà indefinita scaturita da un matrimonio violento ispirato al Dio cristiano e a quella "Chiesa Devota" i cui ministri si lasciano liberamente baciare le mani dai boss mafiosi.
Dopo i consensi di pubblico e critica ottenuti con "W la mafia" Aldo Rapè, questa volta sulla scena con Nicola Vero, a muso duro e senza sconti per nessuno, racconta un mondo i cui drammi interiori e familiari non sono mai esternati o pubblicizzati con un testo e una messa in scena, curata dal regista Lauro Versari, volutamente pensati per luoghi diversi dai tradizionali spazi teatrali. Sarà proprio la disposizione del pubblico a delimitare lo spazio scenico nel tentativo di ricostruire le mura domestiche all’interno delle quali si svolge l'azione. Un racconto di una realtà che volutamente si contorna di quella simbologia religiosa e che si addormenta pregando il Cristo morto sulla croce. Un mondo per il quale la parola Mafia appare un'ingerenza eccessiva e fuori luogo per essere raccontata.
22 Febbraio, Teatro Potlach (RI) presenta “Uragani”, diretto da Pino Di Buduo, con Daniela Regnoli. Al pianoforte: Aldo Pietramala E Luca Bernar (nostro artcolo)
Un viaggio musicale nella Germania anni '30 attraverso ballate e canzoni scritte da B.Brecht e musicate da K. Weill che ci trasportano nell'Europa del secolo scorso nel periodo a cavallo delle due guerre. Storie di donne che ricordano i loro sedici anni, quando ancora bambine erano pronte ad innamorarsi del primo malfattore, donne senza una adolescenza, cresciute troppo in fretta sotto le bombe della seconda guerra.
Una prostituta ricorda con tenerezza e nostalgia l'amore per il suo protettore, sei lunghi mesi passati insieme in quel bordello non si scordano facilmente perchè il loro era un vero amore, mentre Jenny, sguattera in una bettola di una piccola città di porto, sogna con rabbia il suo riscatto, ed il suo sfrenato desiderio di vendetta non si placa fino a che non sarà fatta giustizia. Ma anche il lungo elenco delle malefatte del bandito Mackie Messer, protagonista dell'Opera da tre soldi, ed i buoni propositi di Barbara, giovane figlia di B.Brecht, ragazza decisa e determinata, sa cosa pretendere dalla vita e dagli uomini o crede di saperlo, perché poi quando l'amore arriva, arriva. Desideri, passioni, ricordi e destini di donne ma anche debolezze di uomini, storie anonime di persone comuni come noi, piccole tempeste quotidiane, a volte uragani. E gli uragani sono scritti nei libri di storia quando a subirli sono le vite dei grandi. Uomini di pensiero e filosofi, ma anche re, regine, imperatori e condottieri, il vecchio saggio Salomone, Cleopatra, Giulio Cesare, lo stesso B.Brecht, credevano di avere il mondo nelle loro mani, che ne è stato di loro?
28 Febbraio, 1 e dal 6 all’8 Marzo, Mutamenti presenta “L'innocente”, liberamente tratto da "Il Processo" di Franz Kafka, scritto e diretto da Roberto Solofria. Con Ilaria Delli Paoli, Rosario Lerro, Francesco Magliocca, Antimo Navarra, Roberto Solofria. Aiutoregia Rosario Lerro  (nostro artcolo)
Uno spettacolo ispirato alla spietata analisi kafkiana della società. L’ultimo lavoro di Roberto Solofria racconta di una società malata, deviata, omologata. Una società che ha come punti di riferimento sedicenti politici e vallette; persone che seguono servilmente modelli distorti dettati dalla televisione. Quanti appartenenti alla comunità sono consapevoli di tutto ciò che gli accade intorno? Quanti preferiscono non sapere, non vedere, o meglio ancora far finta di niente?
Ecco allora ‘L’Innocente’, schiacciato, deviato, sottomesso da qualcuno più potente, più forte, qualcuno che ha sicuramente più mezzi per vincere. L’innocente è in carcere da sette anni. Attraverso un flash-back ritorna al giorno dell’arresto, a quando accusato ingiustamente incontra il cittadino che l’ha indicato come colpevole, il giudice, il poliziotto che l’ha arrestato e il vero colpevole. Tutti con ampie argomentazioni lo convincono che la cosa migliore è restare in carcere, senza ribellarsi. Perché è così che vuole la società, è così che vogliono le persone che lo circondano.
14 e 15 Marzo, Mutamenti presenta “Muà (Tra le donne di Annibale)”, liberamente tratto dalle opere di Annibale Ruccello, diretto da M.Pagano e R.Solofria (nostro artcolo)
21 e 22 Marzo, Teatringestazione (Na) presenta “Happy Birthday Alfredo”, liberamente ispirata a "Dialoghi con Leucò" di C. Pavese. Progetto di spettacolo sulle morti bianche, regia Gesualdi / Trono, creazione e drammaturgia GiovanniTrono Anna Gesualdi Loredana Mesiti. Con Alessia Mete, Ilaria Montalto, Michela Vietri, Francesco Moraca (nostro artcolo)
"questa è la beffa e il tradimento. Prima ti tolgono ogni forza e poi si sdegnano se sarai meno di un uomo. Se vuoi vivere smetti di vivere."
Si è voluto provare a riflettere con Pavese, sulla condizione dell’uomo che lavora, su come nel lavoro possa essere racchiusa la strada della sua elevazione e della sua sottomissione, del suo “indiarsi” e del suo “imbestiarsi”: Fatica e parole, sono quanto gli uomini custodiscono di più alto, ciò che di noi resta, in un mondo che passa. Un coro di corpi e voci che raccontano l'uomo che “fatica”, la bellezza della sua fragilità e la fragilità della sua bellezza, il coraggio dei suoi orrori e la ferocia del suo coraggio, l'estasi dei suoi slanci, e l’interrarsi delle sue ambizioni. Attraverso l'impossibile racconto della storia di Alfredo,operaio saldatore che nel giorno del suo venticinquesimo compleanno muore cadendo da un impalcatura, abbiamo portato in scena tutto ciò che della sua lotta "non può essere raccontato come una storia".
Portiamo in scena quello che non si può raccontare della vita di un uomo comune, non il racconto inteso come una cronologica successione di eventi, ma un tentativo di dar forma alla sua storia verticale, ovvero ciò che viviamo nella nostra intimità e che determina il nostro destino. Con Alfredo abbiamo cercato di raccontare la ricchezza di chi ogni giorno torna a casa con le mani sporche di lavoro, l’amore i sogni e i desideri più comuni per cui tutti i giorni si “tira avanti”. Alfredo è l’eroe del focolare, il paladino della quotidianità. Alfredo è il nostro vicino, colui che ignoriamo aprendo il portone o controllando la cassetta della posta, Alfredo è il nome, tutto ciò che resta di un uomo che muore prima del tempo, assassinato dalla fatica di vivere.
Alfredo muore sul lavoro, lasciando a tutti noi una domanda: “credi che si muoia così, senza saperlo?”
dal 3 al 5 Aprile, Mutamenti presenta “Muà (Tra le donne di Annibale)”, liberamente tratto dalle opere di Annibale Ruccello, diretto da M.Pagano e R.Solofria
Giovedì 9 e Venerdì 10 Aprile 2009 ore 21.00, Ilteatrodellaluce (NA) presenta "Ferdinando Love Affair" (da Annibale Ruccello)
con Genny Falconetti, Pasquale Minopoli, Gabriella Striani, Franco Zaccaro. Costumi: Ida Falconetti per Sartorie Vesuviane, Musiche: Mario Colella. Coll.tecn: Sergio Carleo. Coll.art: Silvia Catino. Regia Franco Zaccaro
Officina Teatro ospita fuori stagione lo spettacolo di Franco Zaccaro, mostrandosi come uno spazio culturale sempre più aperto a essere ricettore di linguaggi nuovi e di ricerca. E’ uno spettacolo che ha un inizio comico e travolgente, il finale è una risata, liberatoria e coinvolgente. Si tratta di due atti che attraversano le umane emozioni fra splendori e miserie. Ferdinando di Annibale Ruccello è una parentesi d’amore che tutti dovrebbero regalarsi.
Venerdì 17 Aprile 2009, ore 21.00 i Pasta Madre presentano lo spettacolo "Canzoni da tavola" (fuori programma)
Informazioni preliminari
La pasta madre nasce da un lento e costante lavorio. È il lavoro del tempo e delle mani che mettono insieme forma e sostanza. Diventa materia viva che rallegra l'animo, ma va seguita con devozione, per non perderla.
Poiché da il pane, il nostro cibo quotidiano. Si nutre di materia nuova con cui si mescola. Cambia forma e consistenza arrivando ad un equilibrio ogni volta diverso ed ogni volta migliore. Va tenuta in vita e alimentata perché è cosa viva, sconta il tempo. Muta le sue forme e ti ripaga coi suoi frutti che sono pane oppure canzoni.
Ricetta delle “Canzoni da tavola”, per due o più persone.
Ingredienti
- Un tavolo di legno, quattro sedie, una bottiglia di vino e un buon formaggio stagionato.
- Impasto sonoro ottenuto da Carmine, Lorenzo, Salvatore e Luca rinfrescato per 3 giorni o più.
- Una generosa dose di strumenti acustici quali viola,violino, chitarra, bouzuki, contrabasso, flauto, fisarmonica e percussioni varie.
- Delle buone storie da raccontar cantando.
Preparazione
La preparazione classica di Pasta Madre comincia da un impasto spontaneo ottenuto con la lievitazione innescata da strumenti e suoni, lasciati acidificare spontaneamente in un tempo più o meno lungo di riposo dallo stress presente nelle persone, nell'acqua e nell'ambiente. Per accelerare la fermentazione si possono aggiungere all'impasto ulteriori ingredienti come serate dal vivo e concorsi in giro per l'Italia, oltre che di emozioni e curiose storie.
Questo metodo dà origine ad uno sviluppo caotico di varie specie di canzoni, anche patogene, che vengono spontaneamente selezionate con l'aumentare dell'emotività dell'impasto e la diminuzione del contenuto di strumenti elettrici. Attraverso opportune lavorazioni, ovvero successivi rimpasti con altre prove e registrazioni in dosi adeguate alle caratteristiche della pasta, l'impasto spontaneo può divenire una pasta madre, ovvero il lievito naturale della nostra musica.
La pasta madre ha musicisti selezionati ed equilibrio stabile tra strumenti e canzoni. Una volta ottenuta, la pasta madre viene tenuta in vita e riprodotta per mezzo di successivi rinfreschi, ovvero impasti periodici con determinate quantità di passione e divertimento. I musicisti che la compongono infatti devono essere costantemente nutriti e posti in condizione di esprimersi. La maniera più semplice per tenere in vita la pasta madre è di usarla per fare il pane, separandone una piccola parte prima di aggiungerci il sale.
I Pasta Madre sono: Carmine Patricelli - voce,chitarra, Salvatore Prezioso - fisarmonica, strumenti a pizzico, percussioni, Lorenzo Sorbo - archi, flauto, percussioni, Luca Varavallo - contrabbasso
Sabato 18 aprile 2009 ore 21.00, Domenica 19 aprile 2009 ore 19.00 (fuori programma)
I Cavalieri Dell’arte Scenica in "Cambiate Canale!" di Sergio Del Prete. Diretto e interpretato da Sergio Del Prete, Assistente alla regia Francesco Allegretto
Protagonista di "Cambiate Canale!" è uno strano barbone che per “colpa” della sua bottiglia di vino si ritrova in un teatro, ma precisamente sul palcoscenico di un teatro, scambiando gli spettatori per attori pronti ad esibirsi. Spettatori che assisteranno ad uno spettacolo improvvisato dal vagabondo, poiché gli attori del teatro sono in sciopero. Il surreale barbone darà vita ad un dialogo con il pubblico in sala mettendo in scena la sua visione di una realtà contemporanea troppo televisiva, interpretando diversi personaggi che ha visto in televisione come il Mago della felicità o l’intervistato sadomaso che non vuol farsi riconoscere da casa, e personaggi che sono il risultato di una televisione che condiziona decisamente i modi di vivere, come il bambino ipnotizzato o la vecchia maestra che spinge i propri alunni a guardare per ore la televisione. Personaggi con una comicità esasperata, onirici, ma anche misteriosi e malinconici.
Un testo passionale, estremizzato ed ironico, come il protagonista che attraverso l’ironia e la sua passione per la vita, i sogni e l’immaginazione, va alla ricerca di una riflessione della società moderna sempre più manipolata dalla televisione, non riuscendo a stabilire il vero limite tra il reale e l’irreale.
dal 24 al 26 Aprile,  ore 21.00, Officinaeventi presenta “Gli esclusi”, rassegna spettacoli partecipanti al premio Scenario ETI
Mutamenti e ArciCaserta
Una rassegna che nasce per accogliere i progetti selezionati ma non vincitori del Premio Scenario ETI 2009. Gli Esclusi si occupa della non - formalizzazione della ricerca. Uno stimolo rivolto a chi cerca un linguaggio e non a chi è convinto di averlo trovato.
24 aprile 09, collettivoaccateatro (Pagani – SA) in "Arrevuotate"
Note di regia
"...materia vivente da far accadere in scena..." così il Living Theatre definiva Paradise Now, una rappresentazione semi-improvvisata in cui gli attori si esibivano nella declamazione di numerosi tabù sociali. Alla fine degli anni '60, lo spettacolo che stava scandalizzando gli Stati Uniti giunse in tournè in Europa e nel 1968 in Italia. Nel nostro dialetto "arrevuotate" letteralmente si tradurrebbe in "rivoltati" "ribellati" ...ma questo sarebbe tema da cultura alta. Per la cultura popolare "arrevuotate" è qualcosa di più e di altro: esprime a pieno l’idea del NON FARCELA PIU’. S’arrevotane ‘e stentine… per esempio o s’arrevote ‘o munno… Espressioni intraducibili in senso letterario, ma non in quello figurativo. Il degrado ambientale costituisce la "materia informe" dalla quale siamo partiti: materia da esplorare sulla scena, da scomporre e riplasmare, da indagare, da mettere in crisi e in azione… attraverso una recitazione non-fictional, privilegiando la forma non-verbale, frutto della creazione collettiva, rituale, che cerca sopratutto l'espressionismo corporeo corale ispirato appunto alla lezione del Living.
25 aprile 09, Idroscalo 93 (Vico Equense – NA) in "Lista d'attesa"
Note di regia
In una autostazione sperduta di una qualche palude di un luogo non definito, un gruppo di persone attende la corriera per la capitale. In un’attesa, fatta inizialmente di preoccupazione, di ansia e infine di angoscia, i personaggi si presentano al pubblico con le loro vite fino al momento in cui sono giunti lì. E intanto la corriera, che sembra non arrivare mai, non appare più come una preoccupazione.
Improvvisamente il gruppo inizia a cercare una via d’uscita al senso di costrizione che li tiene bloccati in quel luogo, ad immaginare prima, e a costruire poi, un mondo ideale dove tutto l’irrealizzabile si realizza; le storie d’amore si intersecano con grandi storie d’amicizie: il futuro, insomma, appare come una grande promessa di benessere.
Il racconto teatrale è un’allegoria della vita. In un mondo che è palude, che è attesa, l’utopia del “collettivo” è un’esigenza dell’umanità, dell’essere sociale. Il lavoro vuole sottolineare il desiderio individualedi libertà che viene realizzato solo nell’importanza della socialità, dove è preminente vivere l’essenza delle cose. Questo mondo viene “tranciato”, viene mutilato, soprattutto quando si è giovani, quando l’utopia dovrebbe essere parte del soma e invece è già crudele verità dell’impossibile realizzazione.
L’attesa è vista come un momento di affresco di singole vite, con dolori, gioie, attese stesse che si dipanano in micronarrazioni.
La performance ha un respiro ampio, c’è una disillusa attesa del “migliore dei mondi possibili”, c’è una scarna descrizione di “anime erranti” con le loro storie semplici, a volte banali come il quotidiano, subìto e mai viussuto, e dal quale i personaggi tentano di liberarsi con la ricerca di un sogno da realizzare in comune. Una koinè utopica dove la “corrispondenza d’amorosi sensi” è il centro vitale della rinnovata esistenza. Ma, inesorabilmente ciò che è utopia è impalpabile, evanescente. Come i sogni.
26 aprile 09, Laboratorio 7 (NA) in "Il peggio di faccia finchè ridere faccia"
Note di regia
“Disordine, sonnambulismo, ipertensione, prostrazione, gaiezza gratuita, temeraria e selvaggia, cinismo infantile, fascino involontario e travolgente”
[cit. “Jean Cocteau o le cifre del destino”, prefazione a “I ragazzi terribili” di Jean Cocteau]
Assai più che caratteri – “Lui” e “Lei”, sorta di enfants terribles, sono i temibili zimbelli di un gioco senza orgoglio e senza scopo.
“Il peggio di faccia finché ridere faccia” è quindi un gioco tra ragazzi, che a turno dettano le proprie regole. In questo disordine fanciullesco si innesca un meccanismo di relazioni per cui la distruzione dell’Altro assume forme tanto diverse quanto definite. Poco importa se la loro innocenza criminale susciti il riso; si ride non per deridere, si ride dell’infelicità in quanto beffa più clamorosa di cui è vittima l’umanità.
Biglietto unico spettacolo € 7, 00; Formula Abbonamento GLI ESCLUSI tre spettacoli € 15, 00
2 e 3 Maggio, Teatro Karawan (Ce) presenta “Menonove”, ideazione scenica Rosario Lerro, drammaturgia TeatroKarawan, luci Marco Ghidelli. Con Ilaria Delli Paoli, Francesco Magliocca, Antimo Navarra, Maura Perrone (nostro artcolo)
note
Menonove è l'ultima produzione di teatrokarawan. La pazzia e i tanti modi di viverla, di intenderla e di 'fronteggiarla' saranno in scena durante il prossimo fine settimana sul palco di Officina Teatro. Un viaggio attraverso le storie di nove persone che hanno avuto il coraggio di togliersi la vita, simbolo di una condizione di solitudine e reclusione interiore. La narrazione di nove fughe da altrettante 'non vite' è il pretesto per raccontare del malessere psicologico, del disagio psichico, della malattia mentale. La drammaturgia dello spettacolo è curata dall’intero collettivo teatrokarawan, rielaborando esperienze, racconti, testimonianze. La 'pazzia' pone ancora molti interrogativi, anche terminologici, vista la difficoltà a definire il suo oggetto di studio. Difficoltà che viaggia a cavallo del politicamente corretto e dell’ortodossia scientifica. Partire dall'esperienza di chi è stato costretto in un ospedale psichiatrico giudiziario, nonostante l'emanazione della legge Basaglia ben 30 anni fa, di chi ha vissuto la sua 'ordinaria' solitudine fra quelle mura, è stato il modo più efficace e non convenzionale che il gruppo di teatrokarawan ha trovato per parlare delle condizioni di vita all'interno di quelle strutture spesso ancora stracolme. Menonove è un conto alla rovescia, aumentano i suicidi e diminuiscono gli internati.
9 e 10 Maggio, Crasc Produzioni in collaborazione con la MoonOver Produzioni presenta “Assolo” scritto e diretto da Massimo Piccolo, protagonista Antonio de Matteo, con la colonna sonora originale di Claudio Passilongo.
Tra le note dolci e amare di una storia passata, un sassofonista jazz poco più che trentenne (sulla scena Antonio de Matteo) nei sessanta minuti d’attesa che lo separano dal suo primo “assolo” al grande debutto americano del “Blue Note” (per il quale si sta preparato da tutta una vita), cerca di dare un senso alla fine dell’ultimo suo amore e a se stesso dentro un mondo che non riesce a capire.
Tra ricordi e musiche che lo constringono a (ri)vivere una delle pagine più struggenti mai dedicate al “dolce morire” della malinconia e riflessioni ironiche o taglienti sul senso della conquista impossibile della felicità personale, in un orizzonte popolato di disagio e disperazione, che indifferente s’intrufola dalla strada insieme alla bellezza senza tempo del chiarore della luna, attraverso la stessa finestra.
Nasce così un personaggio difficile da dimenticare, ultimo eroe romantico, sospeso tra il “grande” Gatsby di Francis Scott Fitzgerald e le manie del Rob Gordon (protagonista di Altà fedeltà) di Nick Horby.
Note di regia:
Mettere in scena un monologo è quanto di più complicato possa esistere. Già il genere presuppone un falso, una finzione evidente, a meno che non si soffra di qualche conclamata patologia psicotica difficilmente si parla da soli a voce alta per più di un ora. Quello che mi interessava davvero era riuscire non tanto a rendere credibile la storia portando bene all’esterno i pensieri del protagonista, ma piuttosto, riuscire a condurre gli spettatori in alcuni angoli della sua mente.
Altro punto fondamentale volevo che si raggiungesse la massima teatralità possibile allontanandomi dalla soluzione “monologo uguale attore dietro un leggio (o su una sedia con un bicchiere di whisky) che recita un testo”, qui, per quanto possibile, ho usato voci fuori campo, effetti sonori, effetti luminosi e tutto quello che mi permettesse di rendere il “ricordo”, che è poi il cardine del racconto, più simile possibile alla realtà.
Per la musica, altro elemento fondamentale di questo spettacolo, ho chiesto al giovane compositore Claudio Passilongo di allontanarsi delle scontate atmosfere da jazz club per seguire, come si trattasse della colonna sonora di un film, gli stati d’animo del protagonista.
Mutamenti
Dal 22 al 24 Maggio, Mutamenti Teatrali presenta "Sabbia" uno spettacolo di Michele Pagano
Aiuto regia Carmen Mennella. Voce Carmela Tomei, si ringrazia Hot Dog Studi di Ugo Pancaldi, regia di Michele Pagano
Una piccola spiaggia di un paesino del sud... Due ragazzi, nati lo stesso giorno, crescono insieme... dividendo tutto, l'amicizia, la passione per il calcio ed il sogno di diventare Campioni del Mondo, la scoperta della sessualità e l'amore per la stessa ragazza, la paura e la voglia di andare via... di scoprire il mondo là fuori...
Come affrontare la vita e le grandi scelte che essa ci pone davanti? Tre rigori... solo tre rigori... tre rigori per decidere il proprio destino.

Nuovomondo-culture migranti

dal 29 al 31 Maggio, Arci Caserta e Mutamenti, con il patrocinio della Provincia di Caserta e la collaborazione di Macchina da Presa e Terra di Cinema, presentano:“Nuovomondo-culture migranti”, spettacoli, mostre, film, incontri, documentari, testimonianze
Culture Migranti
L’Italia, da sempre terra di emigranti, è ora paese di accoglienza ? Nelle attuali vicende migratorie si intersecano e si fondono componenti diverse. E’ la memoria personale, troppo spesso repressa, la memoria di percorsi talvolta tragici, talvolta pieni di successo, che costituisce il terreno su cui cresce e si modella il presente.
Programma
29 maggio ore 21.00
Aisha, un frammento d’africa, di e con Aida Talliente (Roma), con il patrocinio di Amnesty International. biglietto unico 7 euro
Il progetto “Aisha” nasce da una storia vera. Il racconto è dedicato a una ex ragazza soldato che porta questo nome e che è tuttora ospite in un centro di accoglienza nella città di Buakè (Costa d’Avorio). In questo centro, nato grazie al progetto “Ripartire” di Lisa Candotti e Michèle Ouattara, viene dato rifugio a tutte le ragazze che furono arruolate come soldati durante la guerra civile iniziata nel 2002. Attraverso la mia piccola esperienza di lavoro teatrale sul campo, sento profondamente di poter dire che, l’Africa, nonostante le differenze esistenti tra uno stato e l’altro, è un’unica grande terra mossa dalle stesse energie e dalle stesse dinamiche; viva e tormentata ovunque. E questo mondo non può non essere cantato e mostrato da una donna, una giovane madre, Aisha, che si fa portavoce di sentimenti universali e che, come tutte le donne, “sostiene più di metà del cielo”.
30 maggio ore 20.00, (nostro articolo)
proiezione del documentario, "Come un uomo sulla terra" di Andrea Segre; a seguire: incontro.dibattito intervengono: Gianni Cerchia, storico, Glenda Caserta "amani onlus", Nello Zerillo "nero e non solo!", Jean Renè Bilongo, mediatore culturale
modera: Giovanni Santamaria .Macchina da Presa. ingresso libero
Per la prima volta in un film, la voce diretta dei migranti africani sulle brutali modalità con cui la Libia controlla i flussi migratori, su richiesta e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa.
31 maggio ore 21.00
Aretè Ensamble (Ba) in "Studio k (da Koltès) - la notte poco prima delle foreste" di e con Saba Salvemini biglietto unico 7 euro
Uno straniero, alla ricerca di una stanza, abborda un giovane in una notte di pioggia.
Racconti notturni di un mondo fatto di porci, puttane, donne su un ponte, bambini, generali… un mondo dove si può ancora dire ti amo.
La pièce ruota attorno al tema dell’amore.
Koltès ci mostra il mondo in cui viviamo, una dimensione al rovescio in cui solitudine, lavoro, denaro, interessi personali hanno preso il sopravvento; sceglie come paladino dell’amore un uomo solo, straniero, ricercatore ed idealista, un uomo della strada diretto e determinato, un uomo che cerca l’altro, cerca una stanza, cerca un compagno. Un’anima. Un uomo libero.
dal 29 al 31 Maggio
Castelvolturno/Pristina, (Mondo), foto di Marco Ghidelli

Orari: venerdì e sabato ore 21, domenica ore 19
Abbonamento per 8 spettacoli a scelta: 50€; ridotto (studenti): 35€
Venerdì ingresso 5€; Sabato e Domenica: 10€, ridotto 7€
Officina teatro, viale degli Antichi Platani 28 San Leucio - Caserta Tel. 0823 363066

Workshop di Commedia dell’Arte all'Officina Teatro

Workshop “Toccare con un dito”

Officina Teatro: "creAzione" Laboratorio Spettacolo Intensivo

comunicato stampa

Venti spettacoli che rendono ricco un cartellone assolutamente invidiabile per una realtà giovane come quella nata a San Leucio grazie agli sforzi dei direttori artistici Roberto Solofria e Michele Pagano coadiuvati da un gruppo di giovani attori, operatori, organizzatori.
Il cartellone di quest’anno, che miscela sapientemente tradizione e innovazione, è stato ideato per rispondere alle esigenze di un pubblico più vasto ed eterogeneo. Spettacoli e compagnie provenienti da tutta Italia (Caserta, Bari, Napoli, Rieti, Roma, Chieti).
Ancora una volta quest’ anno Officina Teatro si propone come luogo di ricerca, sperimentazione e formazione visti gli sforzi volti ad organizzare stage, seminari, iniziative oltre al laboratorio teatrale permanente. Un teatro di circa 90 posti, ricavato da una vecchia fabbrica, aperto ad accogliere il pubblico delle nuove generazioni, nuovi autori teatrali e nuovi registi; una struttura componibile, modulare, dove il palco diventa platea e viceversa e dove lo spettatore potrà vivere lo spettacolo da protagonista trovandosi seduto ogni volta in un angolo diverso; un luogo dove è possibile sperimentare l’arte in ogni sua forma e in ogni suo genere, senza obblighi e limiti di spazio.

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