Teatro Civico 14: programma ed eventi
Caserta - dal 1 ottobre 2022 al 7 Maggio 2023
Comunicato stampa
Tanti gli artisti che si avvicenderanno sul palco della sala casertana in più
di 30 spettacoli proposti, tra debutti, giovani compagnie e attesi ritorni e lo
slogani di quest'anno è “Da 14 anni lo facciamo meglio”:
1 e 2 e
ottobre, Massimiliano Civica con "Scampoli"
Da Robert
Mitchum ad Andrea Camilleri, conferenza-spettacolo di e con Massimiliano Civica.
Una seraNevrotika vol. 7-8-9"ta a metà strada tra una crestomazia di detti memorabili e il ‘Forse non
tutti sanno che…’ della Settimana Enigmistica: il regista Massimiliano Civica
racconterà aneddoti, pensieri ed episodi della vita di alcuni protagonisti del
mondo del teatro e del cinema. Robert Mitchum, Roberto Rossellini, Jerry Lewis,
Emanuele Luzzati, Andrea Camilleri: attraverso le vite di questi e di altri
uomini di spettacolo si tenterà di tracciare il ritratto dei nostri artisti
ideali, modelli forse irraggiungibili ma proprio per questo 'esemplari'.
8 e 9 ottobre, Fabiana Fazio
porta in scena l’ultimo capitolo della sua trilogia sulle nevrosi, "Nevrotika
vol. 7-8-9".
una produzione ETCetera Officine Culturali
scritto e
diretto da Fabiana Fazio, con Fabiana Fazio, Valeria Frallicciardi, Giulia
Musciacco
movimenti coreografici Cecilia Lupoli, assistente alla regia
Marianna Pastore, disegno luci e allestimento Angela Grimaldi, aiuto scene
Barbara Veloce, costumi Alessandra Gaudioso
Ultimo capitolo della trilogia di
ETCetera Officine Culturali sulle nevrosi, che mette in scena, con uno sguardo
ironico, tagliente ed esorcizzante, i vari aspetti di questo “moderno disagio”.
Dopo un funerale e una festa di compleanno, fulcro rispettivamente del primo e
del secondo spettacolo, in Nevrotika vol.7-8-9 è il giorno del parto il nuovo
momento/luogo di incontro/scontro tra le protagoniste: tre donne affette da
disturbo ossessivo- compulsivo, in dolce (ma non troppo) attesa
15 e 16 ottobre, "Molière uanmensció (o come
volete voi)" scritto, diretto e interpretato da Fabrizio Falco
Lo
spettacolo è un vero e proprio viaggio nella vita di Molière, che mette in scena
il rapporto con i genitori, la scoperta del teatro, gli amori, i successi e i
dispiaceri. Attraverso la vita di uno dei più grandi autori e attori di tutti i
tempi, Fabrizio Falco riflette sul nostro tempo, sulla condizione dell'artista
oggi e sulla società in cui viviamo, con sarcasmo, ironia e un certo distacco,
in pieno stile Molière.
Siciliano, dopo il diploma all’Accademia nazionale
di arte drammatica di Roma, Fabrizio Falco a teatro è stato diretto da Mario
Ferrero, Lorenzo Salveti, Massimiliano Farau, Walter Manfrè, Silvio Peroni,
Francesco Saponaro, Andrea De Rosa, Roberto Andò, Valerio Binasco, Carlo Cecchi
e Luca Ronconi. Nel 2012 vince il Premio Marcello Mastroianni nell'ambito della
Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, nel 2015 l’Ubu come
Nuovo attore, attrice o performer (under 35). Dopo il successo del suo Il
Misantropo, prodotto dal Teatro Biondo di Palermo nel 2021, Falco sceglie il
Civico 14 per il debutto del suo Molière uanmensció (o come volete voi), nuova
opera in cui torna a lavorare sui testi e sulla figura dell’autore francese.
22 e 23 ottobre, "cazzimma&arraggia" di Fulvio Sacco e
Napoleone Zavatto, con coaching di Armando Pirozzi (nostro
articolo)
la storia di due sciarmati
dirigenti dell’SSC Napoli che acquistano il più grande calciatore di tutti i
tempi, Diego Armando Maradona, realizzando il sogno di una città intera.
29 e 30 ottobre, "Beckett on Tourette" di VRAB
pictures/Nutrimenti Terrestri
uno spettacolo di e con Giovanni La Fauci e
Lucilla Mininno e con Francesco Zecca nel ruolo sospeso di Tizio E.
testo e
regia Lucilla Mininno, scenografia Giovanni La Fauci e Simone Di Biasi, costumi
Giovanni La Fauci e Lucilla Mininno, musiche Giovanni La Fauci, Simone Di Blasi,
Claudio La Rosa e Danilo Orbitello
records, mix & master Dalek Studio,
direzione tecnica e luci Stefano Barbagallo, coreografie Gaia Gemelli, trucco
Ivana Mirenda, realizzazione costumi Sartoria Santi Macchia
produzione VRAB
pictures/Nutrimenti Terrestri
Uno spettacolo di semi-varietà tragi-comica –
sulle musiche di Giovanni La Fauci, Simone Di Blasi, Claudio La Rosa, Danilo
Orbitello e le coreografie di Gaia Gemelli - in cui, ai tempi di una pandemia
appena conclusa e di un dissesto sociale totale, un’intervista televisiva indaga
cos’è successo al mondo dell’arte dagli anni ’80 ad oggi.
Ai tempi di una
pandemia appena conclusa e di un dissesto sociale totale, momento che ha spinto
le persone a rinchiudersi in casa per paura, in pochi trovano il coraggio di
uscire per continuare a partecipare alla vita. È così che una presentatrice si
ritrova completamente sola nello studio televisivo in cui da anni viene
registrata la nota trasmissione “Cosa è successo ad un certo punto?”. Il suo
compito è intervistare un ospite famoso con cui sviscerare una urgente questione
d’attualità, in particolare “cos’è successo al mondo dell’Arte, dagli anni ’80
ad oggi?”. Durante la puntata, però, le cose non vanno esattamente come
dovrebbero…
Dal 4 al 6 novembre,
" Veleno – Bloody pianos, razor blades and other messes" nuova produzione di
Mutamenti/Teatro Civico 14,
di e con Antimo Navarra per la regia di Ilaria
Delli Paoli,
La storia di Veleno parte da una scatola di fiammiferi: un
meraviglioso oggetto del desiderio, per un bambino di sei anni. Poi seguirono
altri piccoli doni, insieme a sorrisi, incoraggiamenti, attenzioni. Lui – in
scena Antimo Navarra, anche autore del testo - ne era lusingato e cominciò a
sentirsi un po' speciale. Gli abusi durarono quattro anni, senza che nessuno, né
a scuola, né in famiglia, si rendesse conto di nulla.
Quando terminarono,
per Lui fu un progressivo sprofondare nell'abisso: relazioni distorte e
distruttive, ospedali psichiatrici, alcol. Fino all'incontro con la musica
classica, con Bach in particolare, e alla scoperta di come le composizioni più
sublimi siano state scritte da uomini che hanno avuto esistenze drammatiche e
destini tragici.
La regia mette in scena le reazioni comuni delle vittime di
abuso, il concetto di Child Sexual Abuse Accommodation Syndrome (Sindrome
dell'adattamento all'abuso) teorizzato da Roland Summit, che le divide in cinque
categorie: il segreto, l'impotenza, l'intrappolamento e adattamento, la
rivelazione ritardata e la ritrattazione. In quest’ultima, in particolare, viene
fuori la sofferenza fisica ed emotiva che il protagonista di Veleno prova a
elaborare e ricucire attraverso la musica.
12
e 13 novembre, "Le Regole del giuoco del tennis" di Vuliè Teatro,
scritto da Mario Gelardi per la regia di Michele Brasilio,
con Gaetano
Migliaccio e Enrico Pacini
Una partita a tennis, precisamente un doppio,
diventa metafora per raccontare le dinamiche del rapporto d’amicizia tra Matteo
e Guido. I due ragazzi sono molto diversi: uno spavaldo e sicuro di sé, l’altro
timido e insicuro. Prendendo spunto dalle regole da manuale del tennis i due si
raccontano. La partita diventa così un modo ironico per raccontare tutti i
luoghi comuni sull’omosessualità, e assume un altro significato, un’altra
prospettiva, che è quella di uno scambio serrato di battute volte a mettere alla
prova l’altro, a conoscerlo sempre più a fondo, per poi, alla fine, rivelarsi e
ridefinire le regole di un’amicizia.
Spiega il regista Michele Brasilio:
“L’intento è quello di trovare con gli attori la leggerezza del gioco e la
disciplina delle regole. Il ritmo del palleggio e i silenzi dei time break. I
continui cambi di direzione ci vengono suggeriti chiaramente dalla drammaturgia.
Il nostro lavoro è quello di spiegare quali sono le regole per poter giocare
apertamente con il pubblico la nostra ‘partita’”.
20 novembre, "Porco Mondo" di
Biancofango/La Corte Ospitale/Officina 1011
"Un uomo e una donna - scrivono
nelle note di regia Macrì e Trapani - Una coppia, una stanza, un mese, dicembre,
una notte, quella di Natale. La neve che tutto ricopre e tutto cancella. L'alba
che coglie d'anticipo il buio, svela i desideri osceni, consuma i pensieri,
stravolge gli animi, conduce al logoramento. Eccoli, gli sposi ribelli, gli
amanti stremati. Eccoli: il superstite e il boia. L'incontro degli opposti,
nulla li soddisfa, nulla li sazia. Ma dove si scappa mentre ci si viene
incontro? Non hanno nomi quest'uomo e questa donna. Potrebbero chiamarsi in ogni
modo. Nascondono, loro malgrado, nostro malgrado, qualche cosa di ancestrale, di
atavico". "Eppure - ne siamo certi - nessuno si stupirebbe a scoprirli
silenziosi vicini di casa. Non hanno nomi e mai ne avranno per tutto lo
spettacolo quest'uomo e questa donna. A volte non basta più essere come si è. E
per dire cose che, forse, altrimenti rimarrebbero serrate in gola, lei indossa,
maldestramente, abiti da Marilyn Monroe. Nessun nome, dunque, e, apparentemente,
una casa che potrebbe essere ovunque. Ovunque, in questo "porco mondo" di
periferie. Una finestra, come in un quadro di Hopper, divide gli spazi. Lì si
guarda, lì si aspetta".
26 novembre, "Come una bestia" di Baracca dei
Buffoni,
con Antonio Perna, regia Orazio De Rosa, scenografia Francesco
Rivista, costumi Teresa Papa
liberamente tratto da Sei una bestia Viskovitz!
di Alessandro Boffa, produzione La Baracca dei Buffoni
Uno scarafaggio
arrampicatore sociale, uno scorpione killer, una spugna che vuole smettere di
bere, un pappagallo che parla d’amore. Viskovitz è ognuna di queste bestie e
molte altre ancora, alle prese con le loro bizzarrie, nevrosi, vanità. Ma è la
condizione umana, in tutta la sua dignità e scostumatezza, a essere
rappresentata attraverso queste esilaranti metamorfosi.
Come una bestia è un
tour de force di comicità e intelligenza, dove il gergo scientifico diventa
invenzione linguistica, la battuta aforisma. Attacchi folgoranti danno vita a
intrecci pieni di sorprese, che spaziano dalla gag comica al western,
dall’assurdo al blues. Sono favole ironiche che illuminano un mondo in cui si
fatica a essere animali e si finisce per diventare bestie.
3 dicembre, "Nessun elenco di cose storte" di Oscar De
Summa, con Sandra Garuglieri
Sandra Garuglieri si fa interprete del lavoro di
Oscar De Summa, autore e attore tra i più apprezzati della scena teatrale
italiana, vincitore dei premi Cassino Off 2015, Hystrio Anct 2016,
Hystrio/Mariangela Melato 2017 e, con la “Trilogia della provincia”, del premio
Rete Critica 2016.
Con una risata si entra nella vicenda personale
dell’attrice che racconta il suo incontro con la morte. Una leggera musica
strumentale di sottofondo accompagna il momento in cui lei usa questo lettino
per rivolgersi al padre defunto. Ma lo spettacolo non è quello che sembra, non è
il racconto della morte del padre. Il pubblico viene catapultato così nella
realtà contemporanea, la morte nel Mediterraneo, ed invitato a ragionare sul
cadavere di quello sconosciuto a cui dare un’identità. In una sorta di stand up
comedy, la Garuglieri indossa quindi il camice bianco alla stregua di un medico
legale per analizzare il corpo, lo osserva nei dettagli, abbandonandosi
all'immaginazione di chi questa persona sia stata in vita. Che fare di quel
corpo senza identità e che non sappiamo a chi restituire?
Nessun elenco di
cose storte non vuole essere il racconto della squadra di ricerca, né dei
migranti dispersi, ma della nostra relazione con la morte attraverso un gioco,
attraverso un giallo che si propone, in modo ludico, di scoprire chi ha ucciso
la morte.;
10 dicembre, "Venere e Adone – Siamo della
stessa mancanza di cui sono fatti i sogni" di e con Roberto Latini
musiche e suono Gianluca Misiti, luce e direzione tecnica Max Mugnai, produzione
Compagnia Lombardi-Tiezzi, in collaborazione con Epica Festival, Fondazione
Armunia Castello Pasquini - Festival Inequilibrio, Fortinbras Enterprise
con
il sostegno di Regione Toscana e MiC
Roberto Latini - attore, autore e
regista tra i più acclamati dal pubblico e dalla critica in Italia - è fondatore
e direttore artistico di Fortebraccio Teatro. Tra gli altri, ha ricevuto il
Premio Sipario nell’edizione 2011, il Premio Ubu 2014 e 2017 e il Premio della
Critica 2015.
Latini torna al Civico 14 con l’ultimo lavoro, per la prima
volta in un teatro campano, portando in scena lo stesso argomento che scelse
Shakespeare quando nel 1593 i teatri a Londra furono chiusi per la peste: Venere
e Adone.
Scrive nelle sue note: “L’amore terrestre e quello divino nel
disarmo di un destino ineluttabile, è il tema trattato da Shakespeare, Tiziano,
Rubens, Canova, Carracci, Ovidio…, attraversando il mito nell’arte, come
trattenendo il respiro. Un respiro-fotogramma, solo, fermato, definito, come a
impedire che il racconto si possa compiere nel finale che già sappiamo. È forse
la speranza che si possa vincere il destino, dando all’Arte il compito di
sfidare il tempo e trattenerlo. Sospenderci nella tenerezza.
Tra quelli
contenuti nelle Metamorfosi di Ovidio è certamente uno dei più sorprendenti:
Adone muore nel bosco durante la caccia a un cinghiale e Venere stessa non può
nulla oltre il presentimento che la consuma. Anche questo mito ci rivela che gli
Dei in tanti casi possono solo arrendersi al cambiamento; oppure lasciarsi
sorprendere. Il corpo di Adone in terra svanisce nell’aria fresca del mattino e
dal suo sangue in terra spunta un fiore bianco e rosso.
Lo si potrebbe
percepire come un “mito della primavera”, il mito della rinascita.
17 al 30 dicembre, "Costellazioni" debutto di
Mutamenti/Teatro Civico 14 con la regia di Roberto Solofria, (nostro
articolo)
in scena:
Roberto Solofria, Ilaria Delli Paoli,
Il testo di Payne, vincitore nel 2012
dell’Evening Standard Theatre Awards per la migliore opera teatrale, esplora le
infinite possibilità degli universi paralleli, applicandole alla coppia formata
da Roland, un apicultore e di Marianne, ricercatrice e studiosa di fisica
quantistica. Costellazioni racconta una storia d’amore attraverso le leggi della
teoria del caos: tutto quello che può accadere, accade da qualche altra parte, e
per ogni scelta ci sono mille altri mondi in cui si è scelto in maniera diversa.
I biglietti sono acquistabili al botteghino del teatro e sul sito
www.teatrocivico14.it al costo di 12 euro, 10 per il ridotto under30/over65; per
info e prenotazioni info@teatrocivico14.it oppure +39 0823441399.
Scrive
nelle sue note il regista Roberto Solofria: “Il concetto di multiverso è al
centro del testo di Nick Payne, ma multiverso può essere anche metafora di
possibilità.
Costellazioni ci ha posto davanti ad una semplice, ma
intramontabile domanda, la domanda che fa parte un po’ della vita di tutti noi:
Cosa sarebbe successo se…?
Ecco che allora si declina, sulla scena, il
rapporto tra un uomo e una donna nelle sue infinite possibilità.
La scelta di
lavorare a questo testo nasce dalla necessità sempre più forte, sia come regista
che come attore, di avvicinarmi alla drammaturgia contemporanea.
Costellazioni si presenta apparentemente come un testo semplice, lineare nel suo
non esserlo affatto: ogni situazione è ripetuta più volte a seconda delle sue
possibilità di sviluppo. Ma è proprio questa semplicità a mettere continuamente
alla prova gli attori in scena.
Una regia essenziale e una scena minimale per
accogliere il pubblico nel vortice, a volte destabilizzante, a volte commovente,
di due vite che – a quanto pare - sono destinate ad incontrarsi, qualunque sia
l’universo che le ospita”.
5 e 6
gennaio, mini-rassegna XMAS, "Quijote! - Errare è umano, perseverare è
cavalleresco",
rilettura in chiave onirica a cura di Baracca dei
Buffoni/Murìcena Teatro del classico di Cervantes
7 e 8 gennaio,
mini-rassegna XMAS, "Babbo Natale e il mistero della lista scomparsa" di La
Mansarda – Teatro dell’Orco,
un giallo di ambientazione natalizia per i più
piccoli e non solo.
Dal 14 al 22 gennaio, "Il libraio
straniero" produzione Mutamenti/Teatro Civico 14,
Roberto Solofria e Daniela
Quaranta – diretti da Rosario Lerro – mettono in scena un amore fatto di bugie,
tradimenti e mistero.
La storia de Il libraio straniero è la storia di
Jonas, un libraio che, nella riscrittura di Imparato, vive a Piazza Mercato, in
quello strambo foro rettangolare che è il suo regno, il mondo a sua misura, tra
libri antichi, che presta e vende, circondato da vecchie carte, francobolli
preziosi e una buona dose di solitudine. Eppure, il suo destino si incrocia con
quello di Gina, la ragazza più bella del mercato, disinibita e inquieta, alla
ricerca di un marito, di una vita coniugale e di un briciolo di normalità, che
trova nel matrimonio con Jonas. L’amore può essere un peso soprattutto se non
corrisposto, ma Jonas ha un talento speciale: si innamora ogni giorno di più di
sua moglie senza che mai lei se ne accorga. Mentre Gina continua la sua vita
irregolare, tra le chiacchiere della gente che li circonda, Jonas va avanti a
vendere vecchi libri e francobolli ma in più ingoia, soffre, ama, fino a quando
una notte Gina scompare. I giorni passano e lei non torna, passano giorni e non
torna, probabilmente è solo uno dei suoi tanti tradimenti, ma Jonas vuole
coprirla, vuole impedire che il nome della moglie finisca per l’ennesima volta
sulla bocca di tutti. Inizia a mentire, dice bugie e continua a confermarle
finché può, ma se la scomparsa di Gina fosse connessa proprio ad un gesto
incontrollato del libraio straniero?
28 e 29 gennaio, "Bathroom – Dialoghi
per donna, phon e Raffaella Carrà" di e con Valeria Impagliazzo,
musiche originali dal vivo Pasquale Ruocco, luci Antonio Florio, produzione
Opificio delle teste dure
Un’icona indiscussa della televisione che diventa
spunto per riflettere sulla condizione femminile contemporanea: il monologo di
Valeria Impagliazzo porterà sul palco della sala casertana le riflessioni di una
donna chiusa in un bagno, da sola con sé stessa, alle prese con le difficoltà
della vita e della condizione femminile. Nella normalità dei piccoli gesti si
palesano le sue strategie per combattere l'ansia, la paura, i ricordi, le
fantasie che lasciano spazio ad un soliloquio/dialogo fatto di parole mai dette
rivolte ad uno specchio/platea che, un po' per volta, si trasforma in un
confessionale, in un nemico, in un compagno di giochi, in un interlocutore...
fino a diventare un vero e proprio voyeur. La stanza da bagno, Bathroom, diventa
così un luogo sospeso, uno spazio di verità e riflessioni che spaziano
dall'amore liquido di Bauman agli amanti appassionati delle canzoni di Raffaella
Carrà, un momento di reazione e al contempo resa buffa e disillusa di fronte
alla fluidità dei rapporti umani
4 e 5 febbraio, Teatro dell’Osso con Teatro Tram
presenta "In-Sanità" di Pietro Fusco con Peppe Romano,
In-Sanità
mette in scena il resoconto di fine giornata di un giovane uomo, Pietro,
impegnato in visite di routine presso una struttura pubblica ospedaliera del Sud
Italia. La narrazione presenta immagini e personaggi surreali, buffi, strani, al
limite del grottesco, ma l'assurdità identifica la verità della storia stessa.
Lo spettacolo nasce come corto teatrale, finalista nell’edizione del 2019 della
rassegna I corti della formica e vincitore del premio Miglior Attore nello
stesso concorso
11 e 12 febbraio, compagnia Le
Scimmie in "Sound Sbagliato", da un’idea di Alessandro Palladino e diretto da
Carlo Geltrude,
racconto in rime di quattro ragazzi, di quattro strade
perse.
Dal 18 al 20, 25 e 26 febbraio, Mutamenti/Teatro Civico 14
propone "Antuono e i doni dell’orco"
messinscena drammaturgica di Luigi
Imperato e Roberto Solofria, anche alla regia, del primo cunto del capolavoro di
Giambattista Basile.
drammaturgia Luigi Imperato, regia Roberto Solofria con
Marina Cioppa, Antimo Navarra, Umberto Orlando, Giuseppe Cioffi
musiche
originali Paky Di Maio, costumi Alina Lombardi, scenotecnica Nicola Bove,
illustrazioni Arianna Delfino, Mariella Tescione, organizzazione Ilaria Delli
Paoli, produzione Mutamenti/Teatro Civico 14
“A pazzi e a peccerille dio
l’aiuta” queste sono le parole con cui chiude la prima storia del suo capolavoro
Giambattista Basile: dio aiuta i pazzi e i bambini. Proprio a loro si rivolge
l’autore, a quei lettori che hanno ancora una ricca riserva di ingenuità,
necessaria per abbandonarsi alla magia della finzione e del meraviglioso. È un
ingenuo il primo protagonista dei cunti di Basile, Antuono, un giovane della
provincia napoletana, sfaccendato e senza grandi doti intellettive ma che, forse
proprio grazie alla sua semplicità, riesce a farsi condurre dalla cieca dea
Fortuna sulla via della ricchezza.
D’altronde è risaputo che un giudizio
troppo affrettato spesso inganna e se è vero che l'Orco, un altro dei
protagonisti di questa storia, “aveva una brutta faccia, ma un bel cuore”, è
vero anche che una persona sprovveduta, come Antuono, può imparare dai propri
errori, magari dopo aver subito una bella e sonora lezione.
4 e 5 marzo, Nuovo Teatro Sanità in
"Lemons lemons lemons lemons lemons" di Sam Stainer per la regia di Davide
Pascarella,
di Sam Steiner, con Romina Colbasso, Davide Pascarella, musiche
Scirocco, regia Davide Pascarella, produzione Nuovo Teatro Sanità in
collaborazione con Centro Culturale Mobilità delle arti
Oliver e Bernadette
si sono conosciuti al cimitero degli animali, si sono messi insieme, sono andati
a convivere. Ma il governo vuole imporre una legge del silenzio: 140 parole al
giorno per ciascuno, non una di più. E i due mondi si scontrano: la loro storia
intima, privata, la loro relazione appena nata; e la storia pubblica, la storia
della Storia. Sam Steiner ha scritto una storia di squarci; di scene senza
didascalie, separate solo da asterischi; scene non in ordine cronologico,
buio/luce/buio/luce, prima e dopo mescolati insieme, con la lingua dei
personaggi come sola unica bussola per orientarsi nel tempo, nel tempo prima del
limite o in quello dopo. «Io e te stiamo costruendo un amore, ma su di noi si
schianta un asteroide. Non ci siamo ancora conosciuti fino in fondo, e ci
tolgono le parole per parlarci. Come faremo? Ci inventeremo una lingua.
Inizieremo a inventare parole che ne significhino tre. Inizieremo a unirle, a
spaccarle, fare crasi su crasi, per formare frasi che solo noi capiamo. Ma
basterà? Ce la faremo? Resisteremo? E quanto?».
11 e 12 marzo,
"Don Giovanni (del limite e della finzione)" per la regia di Mario Autore, con
adattamento dell’opera di Molière a cura di Antonio Piccolo,
da Dom
Juan ou le Festin de Pierre di Molière, traduzione e adattamento Antonio
Piccolo, scene Filippo Stasi, costumi Federica Del Gaudio, regia e musiche Mario
Autore
con Mario Autore, Anna Bocchino, Ettore Nigro, Antonio Piccolo,
Federica Pirone
produzione Piccola Città Teatro, associazione culturale Teen
Theatre
Il capolavoro seicentesco di Molière torna in scena nella versione
firmata da Mario Autore, che nelle sue note scrive: «Don Giovanni è il rischio
che noi tutti corriamo. Lo vedo come un abitante di una pianeta perduto
nell’universo. Pochi personaggi nella storia della letteratura per la scena
hanno raggiunto una fama eguagliabile alla sua, eppure Don Giovanni, continua a
sfuggire a qualunque tentativo di descrizione compiuta. Per quanto se ne parli e
se ne discuta, sembra sempre che qualcosa rimanga fuori, che resti inespresso.
Il mondo di Don Giovanni mi sembra un mondo sospeso. C’è un nichilismo di
fondo che manifesta il dubbio metafisico del protagonista. Il suo mondo è
sospeso nel nulla, nel buio dell’assenza di Dio, le ciel viene continuamente
chiamato in causa e mai risponde. Immagino dunque lo spazio scenico come una
propaggine di mondo sospesa nel nulla. È il mondo visto dagli occhi di un
nichilista estremo. Il vuoto di senso. Tutte le scene, quasi dei quadri da
dramma buchneriano, sono ai miei occhi dei saggi didascalici dal sapore
brechtiano in cui il poeta si diletta a di-mostrare tutte le sfaccettature della
nostra ipocrisia».
19 marzo,
"La strada" di Leonardo Losavio e Roberto Galano, (nostro
articolo)
I protagonisti di un
viaggio in blablacar, in un intreccio di due strade opposte unite nella svolta
improvvisa che incontreranno durante il percorso.
25 e 26 marzo,
Hotel dei Cavalieri di Caserta, "Do not disturb – il teatro si fa in albergo"
ideato da Mario Gelardi e Claudio Finelli, che trasforma le stanze in veri e
propri palcoscenici, dove i venti spettatori ‘spieranno’ i personaggi,
abbattendo la quarta parete.
Do not disturb - Il teatro si fa in albergo
porta il pubblico e gli attori nelle camere dell’hotel per il quinto anno, dopo
lo stop dovuto alle restrizioni dell’emergenza sanitaria Covid-19, con storie
nuove e scritte appositamente per l’occasione.
In scena Roberto Solofria,
Ilaria Delli Paoli e Antimo Navarra, i testi sono a firma di Antimo Navarra.
Il pubblico vivrà la storia di Diana ad un palmo dagli attori: la protagonista
coinvolge Alessandro e Giacomo, gli uomini della sua vita, in una scelta
importante, una di quelle che cambia la vita. Li incontra uno per volta in una
stanza d'albergo sperando di chiarirsi le idee.
Anche se inizialmente le cose
sembrano andare male, una soluzione totalmente inaspettata cambierà il corso
della storia influenzando la scelta di Diana.
Tre episodi, della durata di
circa venti minuti ciascuno, renderanno visibile quello che accade solo a porte
chiuse. Gli spettatori partiranno dalla hall sabato 25 marzo e domenica 26 marzo
alle ore 18:00 e alle ore 20:00. Dato il numero di posti limitato è necessaria
la prenotazione all’indirizzo info@teatrocivico14.it, oppure telefonando al
numero +39 0823441399.
2 aprile,
Virus Teatrali in "Tre. Le sorelle Prozorov"
liberamente tratto
dall’omonima opera di Čechov, adattamento e regia di Giovanni Meola,
interpretato da Roberta Astuti, Sara Missaglia, Chiara Vitiello, anche impegnate
nella drammaturgia collettiva, e prodotto da Virus Teatrali. Un corpo-a-corpo
con uno dei drammaturghi e commediografi più importanti ed essenziali della
storia del teatro, Anton Čechov.
Misurarsi con Čechov contempla una lotta
feroce con quanto ha scritto ma ancor di più con il suo ‘non detto’. Il progetto
di Meola parte da ‘Tre sorelle’ per giungere ad una riscrittura drammaturgica in
grado di mettere in scena i suoi tanti personaggi con sole tre attrici e senza
alcun oggetto o scenografia, con un lavoro profondo sulle relazioni e sui corpi.
Giovanni Meola, che ne cura adattamento e regia, scrive nelle sue note:
«Questo progetto mi è particolarmente caro perché assieme alle attrici e alla
mia assistente abbiamo voluto condividere una sfida intrigante e allo stesso
tempo rischiosa: sceglierci e regalarci una disponibilità allo studio e alla
pratica rarissimi in questo campo.
Per chi fa teatro, per chi si misura ogni
giorno con il tentativo di dare vita, in scena, a qualcosa che abbia un senso
(razionale, epidermico, carnale, visivo, estetico, concettuale o quale che sia)
e che, appunto, riesca ad avere 'vita' e a ritrasmetterla, Cechov è un baluardo
col quale, prima o poi, fare i conti.
Ma fare i conti con questo
straordinario autore significa ingaggiare una lotta senza quartiere non solo con
ciò che ha scritto ma ancor di più con il cosiddetto 'non detto' e, penso di
poter aggiungere, col 'non scritto'. E noi questo abbiamo provato e stiamo
provando a fare. Tra entusiasmi, dubbi, retromarce, avanzate spedite e tanta
applicazione. Applicazione creativa nel praticare una riscrittura drammaturgica
collettiva e scenica (del nostro gruppo di lavoro composto da reparto registico
ed attrici) con la quale riuscire nell'impresa di mettere in scena i tanti
personaggi di quel testo con sole tre attrici. Duttili, 'vere' ed intelligenti».
8
aprile, "Trucioli" progetto de Gli Omini per la produzione del
Metastasio di Prato,
due soli attori in ‘minuscole scene di minuscoli
personaggi, per ricostruire un’Italietta in miniatura, tutta abitata dai più
piccoli’.
Da anni Gli Omini conducono in tutta Italia una
personalissima indagine, incontrando persone comuni e raccogliendo le loro
storie, preziosa testimonianza e spaccato di una realtà attuale
sorprendentemente reale e viva. Dalle “centinaia e centinaia di pagine di parole
raccolte per strada” lungo lo Stivale nasce quest’ultimo lavoro. Un’enciclopedia
d’incontri casuali, di racconti assurdamente reali, di lingue inconsuete.
Uno
spettacolo di frammenti sparsi altamente infiammabili. Due attori e una valanga
di voci, storie, caratteri, in uno spazio che è una casa, una strada, un’intera
città. Da qui passa chi spera solo che non tuoni e chi costruisce un deltaplano
per andare sulla luna. Un girotondo di gente che si riconosce e che sorprende.
Un'enciclopedia d'incontri casuali, di racconti assurdamente reali, di lingue
inconsuete, scritta dopo anni di ricerche su strada. È in questa girovagare che
Gli Omini mettono a fuoco il loro ruolo, «essere gli stranieri, gli sconosciuti
che passano e t’ascoltano, privi di giudizio, sciolti da ogni legame. La
liberazione di chi abita in un piccolo paese e pensa, spesso a ragione, che
tutti lo osservino e traggano le proprie conclusioni». «Anche se sembrano cose
da niente – scrivono nella presentazione allo spettacolo -, i trucioli non vanno
dispersi, ma raccolti per poter essere riutilizzati. Per sentirsi tutti insieme
e meno soli. Per ridere. Per riscaldarsi e sporcarsi sotto una cascata di
trucioli».
15 e 16 aprile,Vulìe Teatro in "Pig Bitch
(letteralmente Porca Puttana)" – drammaturgia di Marina Cioppa e regia di
Michele Brasilio (rimandato)
Si indaga il legame tra una porca e una puttana, osservando
il concetto di carne che le accomuna e raccontando la violenza di entrambe le
storie.
22 aprile, "Inside The Clash" appuntamento
stagionale di Paky Di Maio e Luigi Iacono in collaborazione con Mutamenti/Teatro
Civico 14
Ykap//musica
M° Gianluca Vanità//musica
Malevera//musica
Acustica Caustica//musica
Iula hop//musica
Mape//illustrazione
Resli
tale//illustrazione
Valeria Giordano//illustrazione
Zen two//illustrazione
Naf mk//street art
Giancarlo Covino//illustrazione
Ars_saby//pittura
Roberta de rosa//danza
Rosanna Gaddi e Daniela Quaranta
29 e 30 Aprile,
"La Faglia" testo Adèle Gascuel, traduzione Adele Palmeri Borghese, in scena
Daniele Amendola, Valerio Malorni
regia Simone Amendola, attrice in video
Caterina Marino
scenografia Alessandro Santo Badolato, musiche Giulia Anania,
tecnica e disegno luci Marco D’ Amelio, documentazione fotografica Filippo
Trojano
organizzazione e comunicazione Floriana Pinto, produzione Blue Desk,
CSS, Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Accademia Perduta in collaborazione con
Teatro Civico 14, ATCL, Lottounico
Una favola post-apocalittica, comica, in
cui due antieroi rappresentano la logica di pensiero dell’Occidente moderno, con
la propensione a sfruttare corpi, esseri e cose.
I biglietti sono
acquistabili al botteghino del teatro e sul sito www.teatrocivico14.it al costo
di 12 euro, 10 per il ridotto under30/over65; per info e prenotazioni
info@teatrocivico14.it oppure +39 0823441399.
Il percorso de La Faglia inizia
nel luglio 2021 ad École Des Maîtres (condotta nel biennio ’20/’21 da Davide
Carnevali), che si è svolta al Teatro India durante il festival Short Theatre,
quando alla compagnia Amendola / Malorni è stata commissionata una mise en
éspace di 25 minuti del testo. Dopo questa prima elaborazione, il processo
creativo è partito a dicembre 2021 con la prima residenza al Teatro delle Albe
di Ravenna ed è poi proseguita a Lottounico, Roma, nell’aprile 2022, dove si è
delineato chiaramente il progetto di messa in scena.
Scrivono Simone Amendola
e Valerio Malorni nelle note: «A primo sguardo non avevamo ben capito la portata
del copione, avevamo solo colto questi due personaggi un po’ alla maniera di
“Aspettando Godot”, ma raccontati con una certa rabbia tutta anti-boomer.
Facendo le prove invece ci siamo trovati davanti ad un meccanismo teatrale
maturo, con argomenti e urgenze del presente (dal fallimento verso il pianeta,
alla crisi del linguaggio e degli intellettuali) trattati da un’ottima penna,
con grande dote di sintesi e ironia.
Adèle Gascuel, l’autrice, è una
trentenne che nel testo porta istanze che in Francia sono molto più prioritarie
che in Italia. E quindi riesce, nella scrittura, ad essere corpo dolente e non
testa pensante. Attraverso i due protagonisti, maschi alfa intenti a curare una
ferita nella terra col cemento, Adèle va dentro ai temi con improvvisi lampi di
genialità eludendo totalmente la retorica, e questo permette a noi di lavorare
alla messa in scena con grande libertà, facendoci riscoprire gli elementi base
del teatro, che ne sono il cuore, facendoci sentire tra persone che giocano allo
stesso gioco.
Provare per il gusto di provare, scoprire i sottotesti,
scandire il tempo, godersi i silenzi, ritrovare banalmente la seduzione del
dialogo a teatro, i clown, la coppia comica, il sacro e il profano, il profano e
il profano.
Riscoprire che fuori da quel campionato d’intelligenze affannate,
da quella ruota del criceto in cui correvamo prima del covid, c'è ancora
qualcosa da dire. E che lo si può dire addirittura senza volerlo dire, esce.
Scrive Adèle nella presentazione: ‘La Faglia parla di un mondo in via di rottura
e della nostra insistenza nel voler tappare i buchi. Parla di una logica di
pensiero che è quella dell'Occidente moderno, una logica di pensiero che si
potrebbe riassumere in questa formula di René Descartes: "Dobbiamo farci padroni
e possessori della natura". Questo pensiero ha a che fare con una propensione a
sfruttare corpi, esseri e cose. […] La Faglia è una favola post-apocalittica,
comica. Presenta due antieroi che vorrebbero essere maschi dominanti, che non
sanno fare molto altro che continuare a fare ciò che hanno sempre fatto, mentre
si chiedono se starebbero meglio facendo diversamente. Questi due formano un duo
sulle orme di Vladimir ed Estragon, Bouvard e Pécuchet, Rosencrantz e
Guildenstern. Non hanno più voglia di salvare il pianeta. Vorrebbero andarsene,
cambiare tutto, ma non sanno come fare. Nel frattempo, fanno finta di riparare.
[…] La Faglia è una commedia perché credo il nostro tempo ne abbia bisogno.
Farci ridere al di là di ciò che ci colpisce.’».
sabato 20 e domenica
21 maggio, debutto nazionale di “Tutta colpa di Ugo”, di Elvira Scorza,
(nostro articolo)
spettacolo vincitore del bando “Verso Sud” di cui il TC14 è promotore
insieme a collettivo Nuovo Teatro Sanità, Solot Compagnia Stabile di Benevento,
Teatro del Sangro e Impresa di Produzione di Teatro d’innovazione e
sperimentazione Scena Nuda.
Lo spettacolo, ultimo appuntamento della
quattordicesima stagione del TC14, vede in scena Giuseppe Brunetti, Loris De
Luna e Mariasilvia Greco, in una black comedy che racconta la storia di Iole e
Carlo, due fratelli cresciuti nell’ombra dell’abuso taciuto, improvvisamente
visitati da un fratello sconosciuto, Ugo, giovane sacerdote ignaro di tutto,
pronto a ritrovare la sua famiglia d’origine per proclamare un perdono
inaccettabile. Il lavoro riflette sulle colpe dei padri che continuano a
camminare nelle vite dei figli, in maniera così determinata da diventare fatto,
tradizione, addirittura costume sociale, e su quanto sia difficile, e forse
giustamente impossibile, essere giusti in un mondo sbagliato.
La stagione 2022/2023 è realizzata grazie al sostegno del MIC – Ministero
della Cultura e della Regione Campania.
Il Teatro Civico 14 è inoltre
sostenuto da: Ristorante bio Il Cortile, Pizzeria Il Monfortino e dall’Hotel dei
Cavalieri di Caserta.
Seminari
1 e 2 ottobre, "Chi l'ha scritto?"
seminario pratico di scrittura teatrale a cura di Massimiliano Civica
Durante
il seminario, a partire dalle proprie esperienze, dalle proprie opinioni e dai
propri ricordi, i partecipanti saranno stimolati ed aiutati a scrivere brevi
monologhi e dialoghi su temi, argomenti e situazioni proposti dall’insegnante.
Queste composizioni saranno poi subito “testate” sulla scena, attraverso letture
e piccole messe in scena realizzate dagli stessi partecipanti: in questo modo ne
verrà subito verificata la “tenuta” teatrale, cioè la capacità dei testi di
destare e mantenere la curiosità e l’attenzione di un pubblico. I singoli
materiali testuali così prodotti saranno poi sottoposti ad una revisione
collettiva, per scoprire insieme i trucchi, le tecniche e i segreti di
quell’arte particolare che è la drammaturgia.
Massimiliano Civica / bio
Reatino, classe 1974, si laurea col massimo dei voti in Storia del Teatro alla
Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma, per poi diplomarsi in
Regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Per
l’insieme dei suoi primi spettacoli (Andromaca, Grand Guignol, La Parigina,
Farsa) nel 2007 vince il Premio Lo Straniero (assegnato dalla rivista diretta da
Goffredo Fofi) e il Premio Hystrio-ANCT. Dal 2007 al 2009 è direttore artistico
del Teatro della Tosse di Genova, dove dà vita al progetto triennale Facciamo
Insieme Teatro che vince il Premio ETI Nuove Creatività. Nel 2008 per Il
Mercante di Venezia (Teatro Due di Parma) vince il Premio UBU per la miglior
regia. Nel 2009 gli viene assegnato il Premio Vittorio Mezzogiorno. Nel 2010
dirige Un sogno nella notte dell'estate di Shakespeare (Teatro Stabile
dell'Umbria-Romaeuropa Festival). Nel 2011 inizia la collaborazione con Armando
Pirozzi di cui dirige Attraverso il furore (Festival Inequilibrio di
Castiglioncello) e Soprattutto l’anguria (Teatro di Roma-Romaeuropa Festival).
Nel 2015 con Alcesti di Euripide (AttoDue-Pontedera Teatro) vince per la seconda
volta il Premio UBU per la miglior regia mentre nel 2017 gli viene assegnato il
suo terzo Premio UBU per la miglior regia per Un quaderno per l’inverno di
Armando Pirozzi (Teatro Metastasio), mentre Armando Pirozzi vince il Premio UBU
per la miglior novità drammaturgica. Nel 2018 gli viene assegnato il Premio
Hystrio alla regia. Per il Teatro Metastasio è il responsabile e coordinatore
artistico del progetto del GLA - Gruppo di Lavoro Artistico - (nato per
fronteggiare l’emergenza lavorativa causata dalla pandemia) a cui viene
assegnato il Premio UBU speciale 2021. È stato consulente artistico del Teatro
Metastasio di Prato nel triennio 2018/2020 e dall’8 novembre 2021 ne diviene
l’attuale direttore generale.
Come studioso di teatro ha collaborato con la
cattedra di Metodologia della Critica dello Spettacolo della Sapienza di Roma;
dal 2007 al 2009 è stato docente del corso di scenografia presso l’Accademia di
Belle Arti di Genova; dal 2007 al 2009 è stato designato dalla Regione Liguria
come membro esterno in qualità di esperto per gli esami di Diploma della Scuola
di Recitazione dello Stabile di Genova; nel 2019 è stato membro della giuria del
Premio Hystrio alla Vocazione; ha tenuto lezioni e conferenze sul teatro in
varie università italiane (Università degli Studi di Milano, Università La
Sapienza di Roma, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi di
Cagliari ecc.); nel 2020 viene invitato dal Festival della Letteratura di
Mantova a tenere una lectio magistralis sul teatro greco antico dal titolo
Antigone: il corpo del potere; ha tenuto corsi di recitazione presso la Scuola
del Teatro Stabile di Torino e presso la Scuola del Piccolo di Milano; nel 2021
è stato invitato dal direttore Gian Maria Tosatti a far parte del comitato
scientifico della Quadriennale d’Arte Contemporanea di Roma. Dal 2013 è docente
dei corsi di Tecniche della Recitazione, Regia Teatrale e del Master di
Drammaturgia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico di
Roma, di cui, dal 2015, è membro del Consiglio d’Indirizzo. Per la casa editrice
Editoria & Spettacolo ha pubblicato il saggio critico Un Sogno nella Notte
dell’Estate sull’opera di William Shakespeare, mentre per la casa editrice Gli
Asini diretta da Goffredo Fofi ha pubblicato il saggio sul sistema teatrale
italiano La fortezza vuota.
01 ott - dalle 11:00 alle 17:00 (con pausa pranzo
13/14)
02 ott - dalle 11:00 alle 14:00
COSTO: € 50,00
COME PARTECIPARE:
Per partecipare è necessario inviare una mail a
organizzazione@teatrocivico14.org con il proprio curriculum e una foto entro e
non oltre il 26 settembre 2022
13 e 14 maggio, Inviti
superflui - Seminario sul teatro di narrazione con Paolo Cresta
su testi di
Dino Buzzati
A chi è rivolto: Attori e allievi attori
Numero di
partecipanti: massimo 15
sabato dalle 9 alle 18 (con 1h di pausa pranzo),
domenica dalle 9 alle 14
Costo: 50 euro
Inviare richiesta di
partecipazione e CV a teatrocivico14@gmail.com entro il 7 maggio 2023
Paolo
Cresta si è formato all’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro bellini di
Napoli. Collabora in teatro con diversi registi tra cui Renato Carpentieri,
Claudio Di Palma, Luca De Fusco, Arturo Cirillo. Ha lavorato in radio con Rai
International ed è stato, per Rai Educational, protagonista delle siccome per
ragazzi Tracy&Polpetta e Lab Story e voce narrante della serie di documentari
Gate C. Per la Emons sta incidendo gli audiolibri della serie del commissario
Ricciardi di Maurizio de Giovanni. È attualmente docente di recitazione presso
la Bellini Teatro Factory e di dizione presso la scuola del Teatro Mercadante –
Teatro Nazionale.
Fuori Rassegna
2 dicembre ore 21, Matutae in "Kintsugi" (nostro
articolo)
Di e con
Brillante Massaro, Mimì Trapani, Mina Mastantuoni, Virginia Crovella, Federica
Crovella, Giovanna Piombino
Progetto musicale di Andrea Giuntini e Andrea
Russo
Che cos’hanno in comune Dora Maar, Fiorella, Franca
Viola, Ipazia di Alessandria, Artemisia Gentileschi?
Epoche diverse, lingue
diverse, storie diverse, voci diverse accomunate dalla capacità di resilienza.
Donne "strappate" che non si sono arrese e hanno imparato a ricucire gli
strappi.
11 dicembre, ore 19, Officina Teatrale Generazione Libera in
"Art" di Yasmina Reza
Con Giampiero Laudato, Antonio Vapore, Nicola D'Angelo.
Regia di Claudia Buono
Marc, Serge e Yvan si confrontano sulla qualità
artistica di un quadro completamente bianco, discutendo sul prezzo altissimo per
il quale è stato acquistato da uno dei tre. La discussione diventa presto un
dibattito dai toni accesi sull’arte contemporanea per sfociare in un violento
litigio che non riguarda più l’arte, ma il loro stesso rapporto di amicizia.
In un crescendo di dialoghi serratissimi, i tre protagonisti, giocano una
partita a scacchi, in cui personalità e nevrosi arrivano ad incrinare, forse in
modo irreparabile, il loro stesso rapporto.
Il bianco del quadro è lo spazio
vuoto che diviene regno di equivoci, di non detti, di silenzi; uno specchio in
cui si è costretti a scavarsi dentro, un terreno di confronto in cui ciascuno
può cercare di vedere quello che vuole oppure scegliere di non vedere
assolutamente nulla.
Venerdì 3 Marzo, I feel Like a Bombed
Cathedral (Dark/Ambient/Drone + Visuals)
https://ifeellikeabc.wixsite.com/ifeellikeabcathedral
Pre-Show: DJ Zipperface
(Darkwave/Industrial Music Selection)
*I feel Like a Bombed Cathedral"
è il nuovo progetto di Amaury Cambuzat, fondatore degli sperimentalisti
d'avanguardia francesi ULAN BATOR e chitarrista dei Krautrockers faUSt.
La
chitarra elettrica è analoga alla cattedrale: un guscio esploso che riecheggia
di storia imponente, lignaggio, collasso e potenziale eterno.
Amaury ha
evocato uno spazio infestato che ci invita a vagare per strutture solide
strappate a bordi caotici; durezza intravista cresciuta su organica e
rigogliosa.
I suoni emessi intorno a noi, dal più minimale al più densamente
sinfonico, ci ricordano che ci troviamo in un luogo dedicato al profondo.
Tra
lo strumento e l'immagine sta l'uomo stesso.
L'approccio di Amaury in I
feel Like a Bombed Cathedral parla dei suoi ricordi e delle sue esperienze
vissute: la laurea al conservatorio classico nella parte occidentale di Parigi,
la sua scoperta della chitarra all'età di quattordici anni, la sua ricerca per
tutta la vita per infondere nuova vita a questo strumento.
I feel Like
a Bombed Cathedral è una testimonianza del passato, dei presenti profanati e
dell'orizzonte sacro che è il futuro...
Il futuro immutabile che è sempre
speranza di cambiamento
Apertura Porte 20:30. Inizio Concerto 21:30
Ticket
10 euro*Posti Limitati*
Fortemente consigliata la prevendita
Per
acquistare il biglietto:
mail a: irreversible.live.events1@gmail.com
Oppure acquista direttamente su EventBrite:
https://www.eventbrite.it/.../biglietti-i-feel-like-a...
10
marzo, ore 21, LO:VE Audiovisual Live Performance (album release)
“I.M.”, album d’esordio, di LO:VE, può essere descritto come un viaggio creativo
nelle profondità del suono e dell’emozione. LO:VE ha realizzato un percorso
audio-visivo, un flusso di coscienza in grado di esplorare percezione ed
emotività
info
Teatro
Civico 14, Via F. Petrarca (Parco dei Pini) c/o Spazio X, Caserta
t.
(+39)0823.441399
organizzazione@teatrocivico14.org