Teatro Officina: programma stagione 2010/11
S. Leucio (CE) – dal 9 Ottobre 2010 a
Articolo di Rossella Barsali
9 e 10, dal 15 al 17, e 23 e 24 Ottobre 2010, Officinateatro presenta
"Sia santificato il mio nome – Primo mistero doloroso: la vendetta". Con:
Caterina Scalaprice e Francesco Cavallo. Scritto e diretto da: Michele Pagano (nostro
articolo)
Una «canzone appassiunata», un solitario blasfemo, una donna sguaiata. Si
presenta così Rosanera Santamaria, rintanata in una casa che rispecchia la sua
maniacalità e le sue ossessioni e che si popola di amici e di nemici da lei
evocati con deliranti divagazioni. Nella casa di Rosanera abitano la paura, la
follia, la magia. Ma in essa trovano spazio anche la poesia, la dolcezza, la
purezza e la generosità. Rosanera non ricorda ciò che è accaduto. La sua memoria
ha cancellato anche le facce. Ma non i nomi. Nomi e cognomi, sensi di colpa,
peccati, ma anche immagini di santi, foto ricordo, giochi da bambina e spoglie
di una festa di prima comunione formano l’insolita famiglia di Rosanera. E’
grazie ad un interlocutore imprevisto, un ragazzino intimidito, che lo
spettatore riceve la rivelazione di ciò che di devastante nasconde la sua
storia. Non c’è espiazione senza perdono e senza pentimento e a Rosanera resta
solo la vendetta. Il dolore viene alleviato solo da un giuramento: «L’ho
promesso e lo farò! Sia fatta la tua volontà». Il suo premio e il suo trofeo:
“Sia santificato il mio nome”.
30 e 31 Ottobre 2010, Improteatro (Lt) presenta "IMPROJAM - Spettacolo di
improvvisazione teatrale comica" (Fuori abbonamento)
Con: Lara Mottola, Renato Preziuso, Giorgio Rosa, Tiziano Storti, Daniele
Marcori
Parole, situazioni e luoghi diventano il seme per le storie improvvisate dagli
attori in un susseguirsi di stili divertenti e coinvolgenti. Le improvvisazioni
traggono origine dai suggerimenti del pubblico. L’utilizzo di schemi
improvvisativi differenti (narrazione, monologo, canzone, espressione corporea,
ecc.) si traduce in una vasta gamma di linguaggi teatrali, adattabili di volta
in volta alla situazione e all’ambiente in cui si agisce. Fiabe e storie
improvvisate, giochi teatrali, l’uso continuo dei suggerimenti proposti,
terranno gli spettatori in continua attesa di un evento irripetibile perché
improvvisato. Gli attori saranno costantemente messi in difficoltà e stimolati
dal pubblico nel corso di una performance teatrale davvero senza rete.
Sabato 6 Novembre 2010, ore 21,00
Warmgun live. Con Max Pieri (bass) e Ferdinando Ghidelli (guitar). Special guest JP Franco on drums
Warm Gun affonda le radici nei miasmi delle paludi a nord di Napoli. Urticante
“blues plant” provvista di soli due rami: Ferdinando Ghidelli, leggendario e
versatile chitarrista della locale scena musicale; Max Pieri, songster, howler e
stomper alle prese anche con 4 corde tese. Un repertorio prevalentemente inedito
e la sostituzione della batteria con una pedana risuonante (stomp box) sono i
tratti caratteristici che né hanno determinato fortuna e notorietà. Due
produzioni discografiche apprezzate dalla critica specializzata e numerosi
concerti tenuti attraverso la penisola ne fanno una delle realtà più
interessanti del blues nazionale. A seguito di un incidente di percorso lo stomp
box ha ceduto il passo ad un batterista turnista, ma dal set comunque
assolutamente minimale!
13 e 14 Novembre 2010, TeatroScalo (Ba) presenta "Zona paradiso"
Con: Franco Ferrante. Scritto e diretto da Michele Bia
Zona Paradiso ruota attorno alle indagini sulla scomparsa di Grazia Losappio,
chiamata dai condomini King Kong. Il racconto dei coinquilini offre uno spaccato
sul senso tragicomico dell’esistenza. Esso riesce a trasmettere in maniera
leggera ed irriverente la fotografia di una quotidianità modesta e
contraddittoria con cui ogni personaggio a suo modo si trova a dover fare i
conti. Una galleria di personaggi, magistralmente caratterizzati dall’unico
attore in scena, che, tra inconsapevole comicità e realistico cinismo, trovano
nella apparente superficialità del proprio racconto una via di salvezza ma anche
una implicita condanna. Un racconto corale, che diviene momento di riflessione
sul senso di un’esistenza troppo spesso segnata dalla mancanza di comunicazione,
da conflitti domestici, dalla sofferenza di chi si sente diverso o non degno di
essere amato, perché, magari, ha perso il lavoro o perché, come Grazia, ha solo
una bella voce ma non va fiera del suo aspetto e per questo teme e, al tempo
stesso, auspica lo sguardo di “un angelo che abita in Zona Paradiso”.
27 e 28 Novembre 2010, Officinateatro presenta "Mamma – Piccole tragedie
minimali" (nostro
articolo)
Con: Rino Di Martino. Scritto da: Annibale Ruccello. Regia: Antonella Morea
“ Nàcqua a Nazarèth… vicino Caivàno …”
Così dirà Rino Di Martino, mentre, movendosi in uno scenario di fiaba (rurale e
metropolitano nel contempo), attraversando i gesti della più remota tradizione e
i mille volti di Madonne iconografiche e iconoclastiche, sarà il nocchiero di
questo excursus teatrale dalla complessa drammaturgia di Annibale Ruccello.
Quattro monologhi dove mamme malefiche raccontano ancora fiabe e che poi via via
si trasformano nei vari episodi in figure irrimediabilmente corrotte dai
mass-media, una folla di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah,
Samanta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondono messaggi personali, echi
televisivi, slogan di rotocalchi; dove la pubblicità si sovrappone alle
confidenze – le telenovelas alla sfera privata e gli inni liturgici alle
canzonette di Sanremo. Deliri verbali fondati sulla contaminazione e alterazione
del linguaggio. La perdita di rituali propiziatori e liberatori usati nel mondo
contadino come protezione e rivelazione dell’inconscio. La contaminazione cui
tali rituali sono stati sottoposti dall’ingresso dei mass media con la
conseguente perdita dell’identità collettiva. La ritualità e il mondo popolare
saranno il motore di tutta la messinscena dove l’ambiguo maschile/femminile
esprime al meglio il carattere tragicomico dei personaggi.
4 e 5 Dicembre 2010, Odemà (Mi) presenta "A tua immagine" (Segnalazione
speciale Premio Scenario 2009)
Con: Enrico Ballardini, Giulia D'Imperio, Davide Gorla. Scritto da: Davide Gorla.
Diretto da: Enrico Ballardini, Giulia D'Imperio, Davide Gorla
Circondati dalle nebbie di un non luogo, ci troviamo dinnanzi a dei personaggi
altolocatissimi. Il primo di essi è venuto per chieder conto al padre di quali
siano i doveri ed i privilegi che comporta questo essere figlio suo. Il secondo,
il padre, sembra tergiversare dinnanzi a queste richieste. Infine, il terzo è
venuto perché anch'egli può trarre degli interessi da questa unione. Ed è
proprio il terzo personaggio, questo diavolo un po’ triste e un po’ ironico ad
introdurci in un quadro familiare terribile: quello di Lui, Dio e di suo figlio
Gesù. Parla di un Dio pessimo, ambizioso e insensibile più di chiunque altro
alla pena ed al dolore. Unico scopo, dominare sulle genti. Ben venga se utile,
il sacrificio dell’unico figlio e altre nefandezze tali da far sperare il
diavolo stesso, che non venga attribuita a lui la colpa di tutto questo.
Un progetto che si porta dietro la più orrenda, interminabile scia di morte,
soprusi e nefandezze che la storia ricordi e che è ancora miracolosamente in
vita oggi. Progetto fin troppo umano e materiale per essere “volontà divina” che
da un lato sottrae al testo ed ai personaggi un peso altrimenti insostenibile e
dall'altro mette in risalto la “mollezza” di una società facile da plasmare e
controllare. Il fortissimo disagio del personaggio (“come un’ape in un luogo
senza fiori”) è anche il nostro e probabilmente di molti, nei confronti di una
cultura che da millenni ci opprime facendo leva su un assurdo ricatto morale.
Disagio che ci porta a lanciare questa provocazione, per niente velata dati gli
argomenti in questione, anche se l’intento, più che sollevar polemiche dovute
alle parole grosse, è un invito ad una riflessione intima.
18 e 19, 25 e 26 Dicembre 2010, dal 1° al 9 Gennaio 2011, Officinateatro
presenta "Il Mago di Oz" (tratto dalle opere di L. Frank Baum) (nostro
articolo)
Adattamento Michele Pagano e Laura Rossetti. Diretto da: Michele Pagano
Dopo l'adattamento delle Opere di Lewis Carroll, che ha portato alla messa in
scena di "Alice nel Paese delle Meraviglie" nel Dicembre 2009, i temi
fondamentali suggeriti dalla nuova produzione di Officinateatro - "Il mago di Oz"
- sono ancora una volta quelli del viaggio, della scoperta, della fuga e del
ritorno. Attraverso le regole di un racconto fantasioso e visionario si
porteranno in scena le emozioni, le paure, le (dis)avventure e le incertezze che
accompagnano la crescita dei “bambini” – non solo di età - che devono, ad un
certo punto della loro vita, smettere di fidarsi o aver paura degli “adulti”,
dei maestri di certezze, dei prepotenti o dei mentòri della furbizia per
iniziare a contare sulle proprie forze. Attraverso questa nuova produzione
vorremmo condurre gli spettatori, piccoli e grandi, a riflettere anche sui temi
dell’auto-stima e della consapevolezza proponendo tanti personaggi con cui
potersi confrontare ma in maniera auto-ironica e semi-seria. I nostri personaggi
saranno dei poco affidabili pasticcioni, dei simpatici ‘insicuri’ cronici,
ansiosi e ipocondriaci, problematici e permalosi, arrendevoli e sentimentali,
facili all’ira come al pianto. La loro avventura inizia per caso grazie ad un
evento che stravolge il loro equilibrio. Tra incoscienza e curiosità, o forse
solo per mancanza di alternative o per disperazione, tutti insieme decidono di
partire verso qualcosa che non conoscono ma che dovrebbe cambiargli,
migliorandola, la vita e regalargli la felicità. E’ durante il cammino che
scopriranno le loro potenzialità, che capiranno che non bisogna aspettare di
cambiare per essere felici, che riconosceranno che lo scopo di una partenza non
è la meta d’arrivo ma il viaggio in sé stesso.
22 e 23 Gennaio 2011. Tourbillon Teatro (Na) presenta "Mamma compie 70
anni"
Con: Andrea de Goyzueta e Fabio Rossi. Scritto e diretto da: Alessandra Asuni
Due uomini, Manuel e Luis sono intenti a scavare. 1970, due fratelli, due operai
di una fabbrica di Madrid, tornano nella loro città natale, Granada, per
riabbracciare la madre alla vigilia del suo settantesimo compleanno. Per
regalare a lei e a loro stessi la fine di un tormento che li imprigiona ormai da
troppo tempo, decidono di riesumare il corpo del padre, brutalmente ucciso dai
franchisti e gettato in una fossa comune tra il 17 e il 18 Agosto del 1936 nei
pressi di Viznar. In quella stessa notte e nella stessa fossa comune venne
ucciso e gettato il corpo del poeta Federico Garçia Lorca. I personaggi di
Manuel e Luis sono di pura invenzione, i riferimenti ai fatti sono realmente
accaduti. La madre che li ha generati è la Spagna del dopoguerra franchista che
si impone prepotentemente nella nostra attualità e che, a 70 anni
dall’instaurazione del regime, decide di scavare nel suo passato e di
riappropriarsi dei suoi figli. Il mondo operaio è il contesto sociale in cui
agiscono perché, da sempre, il più sensibile e attivo ai cambiamenti e alle
degenerazioni della società. Il poeta universale, massacrato perché omosessuale,
dissidente e artista, è il veicolo attraverso il quale il teatro può raccontare
il “sentimento del (nostro) tempo”. “Mamma compie70 anni” è un tributo alla
memoria storica e alla passione del poeta Federico Garçia Lorca.
5 e 6 Febbraio 2011, Ass. Culturale “Il Poeta volante” (Na) presenta "Il
Poeta volante – Il volo di Lauro De Bosis su Roma"
Con: Pietro Pignatelli. Scritto e diretto da: Angelo Ruta
La sera del 3 ottobre 1931 il poeta Lauro De Bosis, a bordo di un piccolo aereo,
vola su Roma per lanciare 400mila volantini antifascisti, pur sapendo di andare
incontro a morte sicura. È la conclusione di una lotta clandestina combattuta
solo a colpi di penna, negli anni in cui vengono promulgate le leggi contro la
libertà di espressione e di stampa, e costrette al silenzio le voci che si
oppongono al regime. Questo lo spunto per raccontare De Bosis sulla scena, in un
crescendo che parte dai giorni nostri e va a ritroso fino a quella sera del '31.
Un appassionato monologo che alterna guizzi stralunati – a tratti anche comici –
e momenti di cupo smarrimento.
De Bosis è un antieroe, uno che per esprimere il suo dissenso scrive di Icaro e
di Antigone piuttosto che impugnare un'arma. Proprio per questo ci colpisce. Col
suo volo si entra nel cuore di una storia che esprime una umanissima pietà e il
cui significato più profondo sta nella sua cifra etica.
12 e 13 Febbraio 2011, Coop Agricantus (Pa) presenta "Petrafennula"
(Fuori abbonamento)
Scritto, diretto e interpretato da Sergio Vespertino. Con musiche originali
eseguite da Pierpaolo Petta
Petrafennula è un dolce tipico siciliano, forse poco visto, forse poco
conosciuto, ma esistente da lungo e lungo tempo. E’ un addensato di ingredienti
semplici, fusi e colati insieme, a formare un unico pezzo duro come la pietra.
Duro a sciogliere, duro a tagliare, duro a mangiare, ce ne vuole del tempo ad
inghiottirne un pezzetto di quella petrafennula. Così, l’esposizione di queste
poche righe iniziali può essere trasferita da un microcosmo culinario ad un modo
di leggere la vita. Questo spettacolo porta con se l’idea del viaggio per il
gusto del viaggio, con una petrafennula in tasca come voce guida in valigia.
Come segno stradale per non fermarsi ad aspettare. Per non fare della virtù
della pazienza un vizio, per quell’abitudine di consumarci in attese troppo
lunghe, in aspettative che non arrivano mai a realizzarsi. Una petrafennula con
i suoi giochi di parole e pensiero sulla realtà. Perché la petrafennula ci
faccia sentire quel gusto per il cammino senza farci pensare troppo al tipo di
automobile, alla velocità, alla moda e alla fretta. Un viaggio per immaginare e
connettere insieme antico e moderno, per accendere la fantasia. In questa
maniera Vespertino giocherà e ci porterà alla risata, tra memoria e presente,
con delicatezza e senza battute frettolose. Pierpaolo Petta accompagnerà Sergio
Vespertino con la musica eseguita alla fisarmonica lungo ritmi folk di vicoli e
borghi della bella Sicilia
19 e 20 Febbraio 2011, Teatro dei Limoni (Fg) e Solisti Dauni presentano
"Finalmente Godot!" (nostro
articolo)
Con: Roberto Galano, Leonardo Losavio, Giuseppe Rascio, Daryoush Francesco
Nikzad. Scritto da: Leonardo Losavio. Diretto da: Roberto Galano
Musiche originali – M° Mario Rucci eseguite dai Solisti Dauni diretti dal M°
Domenico Losavio
Bloccati in una località chiamata “il palco”, un posto apparentemente fuori dal
tempo e dallo spazio, Estragone e Vladimiro continuano ad aspettare un Godot che
pare non voglia arrivare mai.
Quello che per Beckett era un prato colmo di attesa e di speranza ora è una
discarica dove il tempo e la disillusione hanno consumato le speranze, le
attese, l’unico albero e forse, anche l’umanità dei protagonisti, e proprio
quando la speranza ormai li sta abbandonando, ecco che arriva un vagabondo,
vecchio, confuso e con la barba bianca. I due, spinti dal bisogno di dare un
senso e un epilogo alla loro interminabile attesa, cercano in lui il Godot che
da troppo tempo stanno aspettando. Ma le illusioni sono illusioni, e prima o
poi, finiscono … oppure … si trasformano …
26 e 27 febbraio 2011, "Sabbia" scritto e diretto da Michele Pagano
Un uomo, un pallone, la sabbia. Un racconto scandito da tre mondiali di calcio.
Una raccolta di ricordi che raccontano la storia di una lacerazione vissuta
senza il filtro del cinismo. Il gioco del calcio che unisce e separa. La sabbia
che, prima, accoglie e poi seppellisce l’esaltazione e le promesse dell’infanzia
e dell’adolescenza. Sulla spiaggia ricreata sul palcoscenico, Tanino rivive il
suo passato, con le sue contraddizioni e i brucianti sensi di colpa. Il percorso
di questo emigrante è il viaggio di chi parte da un sistema di valori imposto e
cristallizzato per giungere faticosamente all’emancipazione e alla maturità.
Ogni elemento del passato che ritorna mette alla prova una scelta, una
decisione, un cammino di svolta con tutte le sue sofferenze e i suoi inciampi.
Ovunque, sabbia, dall’alto e dal basso, simbolica materia dei ricordi e
suggestivo scenario di fallimenti e vittorie. Delicatamente comico e
consapevolmente intimista, questo spettacolo non fornisce risposte, ma rivendica
le lontane e felici promesse dell’infanzia come destino e non come caso.
4 Marzo, ore 21, Quartetto Papaminico in concerto
...un viaggio metafisico ironico onirico, attraverso le canzoni cantate in
perfetto idioma italico!
Con Peppe Papa, voce, Alberto Falco, chitarra e basso, Antonino Talamo,
percussioni, Raffaele Natale, chitarra e basso
5 e 6 Marzo 2011, Accademia degli artefatti (Rm) presenta "My arm –
progetto Ab-Uso"
Con Matteo Angius, Emiliano Duncan Barbieri. Scritto da Tim Crouch (trad. Luca
Scarlini). Diretto da Fabrizio Arcuri
My Arm è il monologo di un trentenne che ha sfidato sé stesso e le proprie
possibilità, la propria noia e quella universale: dopo aver dimostrato di
riuscire a stare per quattro mesi senza andar di corpo e per un periodo più o
meno ugualmente lungo senza parlare, un giorno porta un braccio sopra la testa e
prova a verificare per quanto
tempo riuscirà a tenercelo e ora vive e muore del suo braccio reso inattivo,
arto ucciso, ma insieme unico superstite del resto del corpo. “L’uomo del
braccio” racconta la sua storia prendendo a prestito dagli spettatori foto,
chiavi, accendini che raffigurano luoghi o personaggi cui però non rimandano
affatto, e che diventano scenario e protagonisti di un suo spettacolo personale
(ripreso in live da una telecamera e videoproiettato): ecco un teatro ulteriore,
un mondo ulteriore e un linguaggio che raccontano una storia tanto vera e per
questo impossibile, manipolando la realtà e mettendola a servizio di una
rappresentazione che però non ha nulla da raccontare.
informazioni
Lunedì 14 Marzo ore 19,00, Gruppo Batisfera in "Lingua di Vitello"
Cos’è la lingua di vitello?
E’ una metafora? Un simbolo? Una risposta? Un piatto della tradizione culinaria?
Forse è tutto. Forse è niente.
La lingua di vitello è l’unico fulcro di questo spettacolo inevitabilmente
frammentario, un centro gravitazionale, una speranza unificatrice, una domanda
che aspetta di essere ben formulata, una risposta in arrivo.
Una girandola di situazioni in cui il sorriso si frantuma, come riflesso in uno
specchio rotto, lasciando spazio ad una svagata inquietudine, all’incertezza,
alla sensazione di aver perso qualcosa, di non aver ascoltato la risposta o di
non aver capito la domanda.
20 Marzo 2011, La compagnia teatrale Enzo Moscato (Na) presenta
"Compleanno" (Fuori abbonamento)
Con Enzo Moscato. Scritto e diretto da Enzo Moscato
Dedicato alla memoria di Annibale Ruccello, giovane drammaturgo tragicamente
scomparso nel 1986, il testo sviluppa il doppio tema incrociato dell’assenza e
del delirio, intesi entrambi come produzioni fantasmatiche fatte di parole,
suoni, visioni, gesti, e mirati a colmare il vuoto, l’inanità dell’esistenza. O
del teatro. Una specie di esercizio quotidiano del dolore, del controllo e di
elaborazione della pulsione di morte, senza assumerne, però le condotte
autodistruttive, ma sorridendone, talvolta godendone come una festa, un ciclico
ricorrere di affinità elettive, di sconvolti, teneri ricordi.
Uno spazio alquanto disadorno eppur pomposo. Un tavolo, due sedie, forse tre,
non si sa ancora. Sedie poste l’una di fronte all’altra e/o d’accanto. Comunque,
nella posa di un intimo, forsennato colloquio. Il tavolo invece sembra essere in
attesa di un holiday tra amici o un birthday-meeting tra comari cinguettanti.
Sulla tovaglia, in numero contato, rose rosse finte con bottiglia di modesto
spumante già stappato e una coppa di metallo ordinariamente opaco. Nei pressi
della coppa, ma in un angoletto, sfiorato appena dalla luce, dardeggiano diademi
di stagnola, orecchini spaiati, rossetti inaciditi. E poi, da qualche parte, in
fantasmatica parata, incedono Ines, Bolero, Spinoza, i sorci, le matte, le gatte
Rusinella, i mutanti, i maniaci, gli innesti, le ibride bebées-eprouvette,
pirati, priori, scrittori, inquisitori, playbackiste, alligatori, razziatori di
pistole, pronte ad essere suonate come sax una volta scartocciate da corbeilles
d’intricate narrazioni. Materiale infiammabile, e si vede, proveniente da
galassie papiriche-tufacee, rigorosamente made in Naples ovvero Babbilonia.
P.S.: Si sconsiglia pertanto l’uso di alcooli o accensione di cerini durante la
performance. E’ pensabile che in scena ci pensi già Moscato.
2 e 3 aprile 2011, Carichi sospesi (Pd) presenta "North B-East"
Con: Silvio Barbero e Marco Tizianel, scritto e diretto da Silvio Barbero e
Marco Tizianel
Forse l’Orribile non è nella valanga di neve che tutto sconquassa, trema il
corpo e le foreste, quanto piuttosto in questa nebbia che molto più
semplicemente si posa, quotidiana, senza suono
C’è un inquinamento che sfugge alle sigle e ai numeri, più sottile delle
polveri, più impalpabile dei gas e dei fumi. Gli effetti sono imprevedibili: si
infila nelle trame dei nostri cuori, deviando i pensieri e le azioni. E’ un
disagio diffuso, che ci siamo costruiti attorno, giorno dopo giorno, senza
lasciare vie di scampo.
North b-East, ossia Nordest ma anche bestia del nord è infatti un ritratto
implacabile ed umanissimo di un mondo che ha regole ed eccezioni, vincenti e
perdenti, protagonisti ed emarginati. Un mondo fatto di tangenziali e capannoni
industriali, di apertivi in centro e trasporti pubblici, di immigrazioni e
razzismo, di spaccio e consumi vari, di compravendita di tutto e tutti. Un
mercato, il dio-mercato che lascia briciole a chi non ci sta dentro, che macina
cultura e reperti, sogni e bisogni. La solitudine, ecco il grande tema di North
b-East. Mai toccata dal benessere o dalla produttività, anzi conclamata come
nemico pubblico numero uno: di solitudine non si parla, non si ammette, si fugge
piuttosto. Via, in Senegal o in macchina, a far slalom tra i tir che arrivano
dal resto d'Europa.
9 e 10, dal 15 al 17 aprile 2011, Officinateatro presenta "Le Matronnole
– Inciuci, lamenti ed altri rumori", scritto e diretto da Michele Pagano, con il
contributo alla ‘traduzione’ di Edgardo Bellini e Pino Imperatore (nostro
articolo)
Le Matronnole è una divertente mini-saga familiare dove le voci recitanti
appartengono a due donne, involontariamente esilaranti nella rappresentazione di
spaccati di quotidianità propri dell’entroterra casertano. Queste roboanti
matrone sono artefici di uno scoppiettante dialogo fatto di incessanti
giaculatorie, di invettive, di pettegolezzi, di recriminazioni, di giudizi al
vetriolo e di gustosi epiteti, intervallati da intermezzi musicali eseguiti a
ritmo di rap neo-melodico. Al dialetto, linguaggio fiorito e
non-politicamente-corretto, si affida il compito di sintetizzare con fulminanti
fioriture lessicali il senso di un pensiero filosofico e sapienziale più
articolato: «Sti’ femmene auanne s’ann’ levata a’ capezza» che traduce
perfettamente l’espressione latina: «Mala tempora currunt» e la più
contemporanea esclamazione: «L’epoca è cambiata!» . Con la loro invereconda
sincerità i personaggi in scena forniscono un quadro tragi-comico degli usi e
dei costumi di una provincia legata a tradizioni del tutto originali e
apparentemente stravaganti. Molti riconosceranno l’eccentricità di usanze al
limite della cerimonialità sacra, i più vedranno ironicamente descritti tutti
quei luoghi comuni che rendono unico ed irripetibile il nostro retroterra
culturale di campani e che, al contempo, ci fanno oggetto di irriverenti dileggi
da parte di osservatori esterni. A questi ultimi le Matronnole risponderebbero
sicuramente:
«Cu’ a scusa c’hanno sturiato, nun sanno passà manc’ a’spirapolvere. Mittete a
culo a poppa e scirea!»
N.B.: Per la traduzione, invitiamo tutti a vedere lo spettacolo.
22 Aprile, ore 21,00 (Spettacolo fuori abbonamento)
Nerosesamo e Interno5 presentano "Il mio amico D" di e con Pietro Tammaro,
adattamento e regia Luca Saccoia
Vincitore di FUORI LUOGO, festival del teatro monologo 4° edizione, un progetto
di Vincenzo Maria Lettica
“I miei sogni sono due, giocare il mondiale ed essere il campione”. Erano anche
i sogni di noi fortunati bambini a colori dell’82. Ma come i neonati non hanno
sviluppati a pieno i sensi, così noi i colori non li distinguevamo ancora bene.
Per noi l’azzurro era ancora troppo in alto, lo vedevamo squartato dalla scia
degli aerei e basta. Anche il pallone sembrava risiedere altrove prima
dell’arrivo di Dieguito. Non qui, non al sole, non per noi. Non era ancora il
momento per il Pibe di giocare e vincere il mondiale, ma era il nostro momento
certamente per dare un volto all’azzurro. Diego era venuto a salvarci, a
mostrarci la via, a far tornare la palla rotonda e da questa vedere il futuro”.
(Luca Saccoia)
30 Aprile e 1 Maggio 2011, Carrozzeria Orfeo (Bs) / Questa nave (Ve) con
il patrocinio della Fondazione Fabrizio De Andrè presentano "Nuvole barocche"
Con: Fabrizia Boffelli , Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Luca Stano.
Scritto e diretto da Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Luca Stano
1979: l’estate dei grandi sequestri e del rapimento di Fabrizio De Andrè e Dori
Ghezzi. Nello stesso periodo tre ragazzi, in passato amici e da diverso tempo
lontani tra loro, si ritrovano in uno scantinato per rapire un bambino. Essi
hanno, per tre motivi diversi, un disperato bisogno di denaro. La disillusione,
il rapporto con la loro infanzia, l’amicizia ormai tramutata in qualcos’altro e
la perdita della loro innocenza, sono i temi che dominano i dialoghi. La
periferia: luogo border-line, luogo di confine tra il lecito ed illecito, tra
l’illusione e la disillusione, tra sogno e realtà.
Vorrebbero tornare indietro alla loro giovinezza per recuperare uno sguardo
ormai perso, ma tutto è svanito per sempre, tutto ormai ruota intorno
all’inganno e alla speranza di un riscatto sociale. L’anarchia (Nico),
l’alcolismo (Beppe) e l’emarginazione (Pier) come punti di contatto tra i tre
protagonisti ed il cantautore genovese.
La vicenda come simbolo della crisi sociale all’interno del proletariato e come
culmine dei tormentati anni ‘70 con un occhio di speranza ai vicini ’80. Il
titolo Nuvole Barocche si ispira all’omonimo album e alla canzone Le nuvole di
Fabrizio De André. Proprio come quelle nuvole in cielo, cosi abbondanti di
strani ghirigori, gravide di pioggia e pronte ad esplodere da un momento
all’altro, anche all’interno dell’anima di Beppe, Nico e Pier qualcosa sta per
scoppiare, qualcosa si è rotto per sempre e come la pioggia chiede di essere
liberato. Tre ragazzi che hanno perduto il contatto con il mondo, con le
istituzioni e soprattutto con sé stessi: perdenti nella vita, eroi dei propri
sogni, uomini, loro malgrado.
7 e 8 Maggio 2011, Officinateatro presenta "Le Matronnole – Inciuci,
lamenti ed altri rumori", scritto e diretto da Michele Pagano, con il contributo
alla ‘traduzione’ di Edgardo Bellini e Pino Imperatore
sabato 30 aprile, ore 18, domenica 1 maggio, ore 19.00, "Signori
Benpensanti... spero non vi dispiaccia!" Omaggio a Fabrizio De André
Sabato 30 Aprile 2011
ore 18: apertura della mostra “Bocca di Rosa e Altre Storie”, Discografia,
bibliografia, foto e altro …A cura di Miki Inverno. Patrocinata da: Fondazione
Fabrizio De André
ore 21:00 Tributo a Faber, Acumba in concerto. Con Gianpiero Correra, voce,
Alessio Saladino, Chitarra Acustica, Donato Proto, chitarra classica, Alessandro
del Monaco, violino, Antonio di Costanzo, Basso, Giacinto Maiello, Batteria.
Domenica 1 Maggio 2011
ore 18: apertura della mostra “Bocca di Rosa e Altre Storie”, Discografia,
bibliografia, foto e altro …A cura di Miki Inverno. Patrocinata da: Fondazione
Fabrizio De André
ore 19:00, Carrozzeria Orfeo (Bs) / Questa nave (Ve) con il patrocinio della
Fondazione Fabrizio De André presentano: "Nuvole barocche"
Con: Fabrizia Boffelli , Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Luca Stano.
Scritto e diretto da Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Luca Stano. Menzione
speciale premi dante Cappelletti- Menzione speciale premio nuove sensibilità del
Festival Teatro Italia!
1979: l’estate dei grandi sequestri e del rapimento di Fabrizio De André e Dori
Ghezzi. Nello stesso periodo tre ragazzi, in passato amici e da diverso tempo
lontani tra loro, si ritrovano in uno scantinato per rapire un bambino. Essi
hanno, per tre motivi diversi, un disperato bisogno di denaro. La disillusione,
il rapporto con la loro infanzia, l’amicizia ormai tramutata in qualcos’altro e
la perdita della loro innocenza, sono i temi che dominano i dialoghi. La
periferia: luogo border-line, luogo di confine tra il lecito ed illecito, tra
l’illusione e la disillusione, tra sogno e realtà.
Vorrebbero tornare indietro alla loro giovinezza per recuperare uno sguardo
ormai perso, ma tutto è svanito per sempre, tutto ormai ruota intorno
all’inganno e alla speranza di un riscatto sociale. L’anarchia (Nico),
l’alcolismo (Beppe) e l’emarginazione (Pier) come punti di contatto tra i tre
protagonisti ed il cantautore genovese.
Eventi
30 Dicembre 2010, La tombola de Li Cunti
La famiglia di Officinateatro si allarga e invita tutti alla Tombola de Li Cunti…
Vi aspettiamo per salutare insieme il nuovo anno con il gioco più antico della
tradizione natalizia. La tombola si fa spettacolo e Rino Di Martino farà da
padrone di casa “raccontandoci” i nu...meri… mentre ...i Cunti vi intratterranno
piacevolmente tra una tombola e l'altra.
24 Gennaio ore 21:00, Thank quartet, raccolta fondi per il Concerto D'Amore
Per La Terra Dei Fuochi
Con: Roberto Orsomando, Drums, Antimo Russano, Electric Bass, Angelo
Cirillo, Piano, Franco Petrella, Sax
BOSSA NOVA, in portoghese "voce nuova", ma nel gergo urbano brasiliano, alla
lettera, “nuovo pallino” ossia particolare fissazione. E' la fissazione musicale
di quattro amici con lo SWING nel sangue, che strizzano l'occhio alla FUSION e
con il diavolo blu in corpo, "to have the blue devils", avere i diavoli blu,
dove il significato dell'aggettivo inglese blue è connesso all'associazione tra
il colore blu e un senso di nostalgia e tristezza data dalla "nota blue" della
scala BLUES.
Come sosteneva Schopenhauer la musica è una copia o una ripetizione di qualche
idea degli esseri di questo mondo. La nostra proposta è una delle tante belle
idee che ci appartengono e che vogliamo regalarvi.
12 e 13 marzo 2011, Viaggio di voce, Condotto da: Naira Gonzalez
Nasce a Buenos Aires il 21 gennaio 1971; a soli 6 anni inizia la sua esperienza
teatrale in Bolivia, con il Teatro Runa diretto da suo padre Edgar Gonzalez. Le
produzioni sono presentate oltre che negli spazi convenzionali anche nelle
miniere, nelle scuole e nelle comunita’ indigene della Bolivia. La
collaborazione dura fino al 1986 quando partecipa, come allieva di un corso
tenuto dal gruppo Farfa, allo spettacolo LOS RIOS DEL MANANA diretto da César
Brié e Iben Nagel Rasmussen. A seguito di questa esperienza viene invitata a
seguire il gruppo nei tre mesi di tournée in Argentina partecipando come allieva
allo spettacolo BRIZAS, GNOMOS Y VIENTOS, e l’anno seguente come allieva d’Iben
N. Rassmusen e Cesar Brie entra a far parte dell’Odin Teatret di Danimarca,
gruppo storico e icona dell’avanguardia teatrale del ‘900. Successivamente fonda
insieme a Brie il Teatro del Los Andes in Bolivia. Rigorosamente estranea ai
circuiti produttivi, fonda poi con Massimiliano Donato il Centro Teatrale Umbro:
uno spazio proprio, un luogo di ricerca, punto di riferimento per chi in Italia
vuole fare teatro.
CONTENUTI
Strumento a corde sottili l’uomo
Si spezza… voce … la dove si spezzò
voce …la dove si smarrì
voce… la dove fuggì
e come una conchiglia, la dove si cullò.
VOCE, VOCE, VOCE
Da dove proviene questo suono?
Non certamente dal diaframma,
bensì dalla “memoria”.
Questo stage è un viaggio nell’immaginario, che porta a rompere gli schemi della
testa per aiutare la voce ad uscire senza paure. Esplorando i paesaggi della
memoria, la voce scopre pian piano diversi canali per uscire in una infinita
gamma di suoni. Si parte da paesaggi di neve, dai canti di contadini di terre
lontane, per continuare con le lingue inventate, il verso degli animali, le
vibrazioni, e poi un testo che ci è caro, che ci rappresenta. Ma tutto viene
impostato come un gioco, con un ritmo in fuga, così che noi non abbiamo tempo di
giudicare la nostra voce e possiamo intraprendere un viaggio in libertà,
seguendola fino ad ascoltare la meraviglia che ci portiamo dentro.
Durata : 13 ore.
Costo complessivo: € 120,00
domenica 27 marzo “RE-FUS”
In occasione della Giornata mondiale del Teatro, ed in considerazione del
fatto che neanche quest'anno l'Italia parteciperà, riparte da Caserta, con una
manifestazione nazionale, la protesta del mondo artistico e culturale contro i
tagli al Fus, il Fondo unico per lo Spettacolo: il teatro scende i...n piazza e
in beffa ai tagli… regala!
Attraverseremo le strade di Caserta per ricordare a tutti che il teatro è
colonna portante della nostra società. Durante il corteo, perciò, regaleremo dei
biglietti omaggio per il teatro. Una iniziativa provocatoria che è assieme una
critica ai tagli al Fus ma anche un appello affinché, indipendentemente dalle
politiche del Governo, i cittadini tutti non abbandonino il piacere del teatro e
della cultura in genere.
Anche se lo scempio dei tagli non colpisce direttamente noi di Officina, in
quanto teatro indipendente, non possiamo restare indifferenti dinanzi alla
mutilazione culturale attuata da chi dovrebbe, invece, garantire e promuovere
istruzione e crescita intellettuale
Invitiamo pertanto quanti, come noi, riconoscono che il teatro faccia parte
della nostra identità socio-culturale e tutti coloro che amano il teatro e
l’arte in ogni sua forma, a partecipare all’iniziativa, sfilando con noi per le
strade della città.
Invitiamo inoltre quanti non potranno intervenire a Caserta, ad organizzare per
le strade della propria città manifestazioni analoghe.
Il corteo sfilerà per le strade della città secondo il seguente programma:
Ore 11.00 – Partenza da Piazza Margherita. Percorrendo Via Mazzini, Piazza
Vanvitelli, Via Redentore, Via San Giovanni, Corso Trieste.
Ore 13.00 – Arrivo previsto a Piazza Margherita.
dal 27 al 29 Maggio 2011, INVISI-bili (nostro
articolo)
Percorsi inversi: dal manicomio alla riconquista della vita
Incontri – Dibattiti – Documentari – Testimonianze - Mostre – Spettacoli
Un gruppo di malati psichiatrici gravi in un laboratorio teatrale: non è il tema
di uno spettacolo teatrale, ma lo spettacolo teatrale è uno dei risultati
prodotti da un’esperienza fuori dal comune che OfficinaTeatro, lo spazio
artistico di San Leucio diretto da Michele Pagano, ha voluto portare avanti
quest’anno e che si esprimerà nella tre giorni “Invisi-bili – dal manicomio alla
riconquista della vita”, al via venerdì 27 maggio. In collaborazione con la
cooperativa Integrazioni e con Terra di Cinema, tre giorni di incontri,
dibattiti, documentari, mostre, spettacoli e testimonianze per parlare,
riflettere, ascoltare perché “la malattia mentale – spiega Pagano - spaventa la
società al punto che è un argomento di cui si parla poco o nulla e questo però
contribuisce ad emarginare e a lasciare senza diritti il malato mentale che,
ritenuto incurabile e pericoloso, rappresenta per la famiglia una tara di cui
vergognarsi e un business per chi, indisturbato, lucra sul problema. E’ per
ridare una concreta speranza alla disperazione dei malati e dei loro familiari
che abbiamo deciso di rompere gli schemi e le scatole a quanti vogliono ridurre
la complessità della malattia mentale ad un fenomeno da controllare con la
sedazione o con l’assistenzialismo. Questo progetto racconta di come un gruppo
di pazienti psichiatrici gravi, inseriti in un laboratorio di teatro, insieme ad
altre persone, abbia gradualmente cambiato il modo di pensare delle persone che
hanno lavorato con loro e persino degli operatori psichiatrici della residenza
che li ospita”.
venerdì 27,
ore 18.30, nello spazio di Officina, a San Leucio, installazione multimediale
“INVISIBILI – Memoria dal sottosuolo, per immagini, parole, suoni”, con la
direzione artistica di Antonio Fortarezza, scultore, fotografo e video maker, e
con Rossella Barsali, coautrice artistica. Giovanni Ariano, psicologo,
psicoterapeuta, direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia
Integrata e direttore generale della Cooperativa Integrazioni di Casoria a
presentare il progetto.
ore 21, dopo una lettura di poesie e testi sul tema della follia, saranno loro i
protagonisti del laboratorio INVISI-bili, gli ospiti della residenza Kairos
della cooperativa Integrazioni a portare in scena “GIERREPUNTO” Avanzi di una
tragedia”, la performance di fine laboratorio ideata da Michele Pagano e
Antonietta Natale e diretta da Michele Pagano.
Sabato 28,
ore 17.30, presso la Libreria Feltrinelli di Caserta, Antonella Palermo
intervista Luigi Del Pezzo, co-autore del libro “Masticare strada” (segnalazione
speciale della giuria del premio Pieve). Alla presentazione di “Masticare
strada” interverranno anche la professoressa Villone Betocchi, ordinario emerito
della facoltà di Psicologia dell’Università di Napoli Federico II e la
giornalista Adelia Battista.
ore 20, Franco Rinaldi, past-president della Società Italiana di Psichiatria e
direttore emerito della Scuola di specializzazione di psichiatria della
Università Federico II di Napoli presenta “Gierrepunto, avanzi di una tragedia”,
la performance di fine laboratorio ideata da Michele Pagano e Antonietta Natale
e interpretata da Luigi e dagli altri ospiti della residenza Kairos che hanno
partecipato al laboratorio Invisibili.
ore 22, “Altrisuoni”, la performance musicale di un altro ospite, Cristofaro
Esposito.
ore 22:30 il “Pietro Condorelli Trio” Pietro Condorelli (Chitarra) Michele
Scalera (Basso) Luigi Caiazzo (Batteria).
domenica 29, ore 21.30: a confronto, in un dibattito a più voci, esperti
del settore. E poi, infine, presentazione del promo del documentario
“Invisi-bili”, prodotto da OfficinaTeatro e Terra di Cinema, in collaborazione
con la cooperativa Integrazioni.
La mostra
Nasce dopo lunga gestazione, da un’idea di Antonio Fortarezza e Rossella
Barsali, questo allestimento multimediale che richiama tutti i sensi, in
particolare il sesto, sul problema della contenzione del malato mentale. Che qui
non compare mai.
Un’Assenza voluta, che orienta l’attenzione sugli Spazi che un tempo furono
abitati e vissuti senza libertà di scelta, esilio di quanti non fossero
catalogabili, diversi senza essere necessariamente malati.
Un’assenza mai scontata,che implicitamente richiama il Corpo, il Volto, i Gesti
evocati via via proprio dalla loro stessa mancanza, sottolineata dalla
sensibilità di A. Fortarezza, il cui obiettivo fotografico possiede l’abilità di
trasformare le cose in stati d’animo.
Il percorso fotografico, in parte riproposto in video ad amplificare le
prospettive, riguarda “Vita e Morte, con Speranza stretta, quasi schiacciata,
non ancora sconfitta fra le Due prime, e con Dolore a fare da collante.”
Il commento sonoro, (a cura di R. Barsali) articolato in Voci, Musiche e Rumori,
che accompagna lungo il percorso fotografico, diventa quasi un reperto, una
narrazione distaccata e profonda con le voci che scorrono con ritmo quasi
maniacale, a riportare in superficie rimossi riti quotidiani.
Senza avere pretese documentaristiche o di denuncia, INVISIBILI è un invito a
scendere dalla “superficie” del quotidiano fino all’intimo Sottosuolo che muove
dentro ognuno, risvegliando quella com-passione e quell’intuito che serve a
ri-conoscere ancor prima che a conoscere.
“INVISIBILI è parte integrante di "INVISI-Bili" - Percorsi inversi: dal
manicomio alla riconquista della vita.”
14 e 15 giugno, ore 20 e 21:30, Il laboratorio permanente (trames adulti
– livello base) anno 2010 | 2011 presenta "Vigila Funebris", liberamente tratto
da “Le Serve” di Jean Genet, adattamento e regia di Michele Pagano
17 Giugno, (ore 20:00 e ore 21:30) gli allievi del laboratorio permanente
di officinateatro TRAMES ragazzi - livello base, presentano "Circus" scritto e
diretto da Michele Pagano, aiutoregia Caterina di Matteo
Living Follia – La pazzia e la politica dell’esperienza
dal 27 al 29 Maggio 2011, basato sull’idee di Antonin Artaud e R.D.
Laing, condotto da: Gary Brackett
Da venerdì a domenica, parallelamente a “INVISI-BILI”, la tre giorni che chiude
l’esperienza di laboratorio teatrale a cui hanno partecipato un gruppo di malati
psichici gravi, OfficinaTeatro ospita “Living Follia”, stage di alta formazione
condotto da Gary Brackett e basato su un’idea di Antonin Artaud e R.D. Laing. Il
delicato equilibrio sul bordo della follia che attraversa la tre giorni di
dibattiti, spettacoli e mostre, è anche al centro di quest’ultimo importante
appuntamento di formazione firmato Living Theatre.
I partecipanti al lavoro di gruppo, attraverso la discussione, le
sperimentazioni e l’improvvisazione, la creazione di testi originali, l’uso
della danza, svilupperanno varie scene tratte dalla ricerca sulla pazzia e la
politica dell’esperienza. Saranno introdotti testi e idee di Artaud, R.D. Laing
e altri scrittori e scrittrici, sulla schizofrenia, l’alienazione umana, la
violenza delle istituzioni (e il movimento anti-psichiatria), la politica (e la
poetica) dei rapporti interpersonali.
I partecipanti lavoreranno sulla formazione dell’attore-ricercatore, quello che
sa utilizzare tutte le sue risorse fisiche, affettive e spirituali per
districarsi nell’equilibrio fluttuante tra la vita interiore e le esigenze del
mondo esterno. Per il Living Theatre non si può arrivare a capire il significato
fondamentale del teatro, senza l’incontro esistenziale con il pubblico; per
questo il laboratorio finisce con una vera e propria rappresentazione teatrale,
recitata nella sua forma originale ed integrata dai partecipanti stessi. Alle
tecniche del Living Theatre sarà incentrata la prima parte dello stage; il
lavoro deriva da brani di repertorio del Living, concentrandosi su Paradise Now
e Mysteries and Smaller Pieces; sulla tecnica della creazione collettiva e su
altre tecniche teatrali adottate e sviluppate dalla compagnia: la biomeccanica
di Mejerchold, lo stile di recitazione creato dal Living “non fictional acting”,
teatro di rito, l’espressione corporea corale e il teatro politico di Piscator e
Brecht.
Il laboratorio è adatto a tutte le persone dai 16 anni.
Ore di lavoro complessive: 24
Costo € 150,00
Workshop di Naira Gonzales "Viaggio di voce" - Canto per l'America Latina: 12 e 13 Marzo
Questo workshop è un viaggio nell'immaginario, che porta a rompere gli schemi
per aiutare la voce ad uscire senza paure.
Esplorando i paesaggi della memoria, la voce scopre pian piano diversi canali
per uscire in una infinita gamma di suoni. Si parte dai canti di terre lontane,
per continuare con le lingue inventate, con le vibrazioni, e poi con un testo
che ci è caro, che ci rappresenta. Ma tutto viene impostato come un gioco, con
un ritmo in fuga, senza avere il tempo di giudicare la nostra voce e poter
intraprendere un viaggio in libertà, inseseguendola fino ad ascoltare la
meraviglia che ci portiamo dentro.
Officinateatro presenta: La valigia di Fiabesco – Fiabe per voce narrante e oggetti animati
Opere e testi di favole di tutto il mondo, a cura di Francesco Magliocca
Fiabesco, durante i suoi lunghi viaggi in giro per il mondo, ha raccolto nella
sua memoria, come in una valigia, le favole più belle, i racconti più
affascinanti, le storie più avventurose.
Noi abbiamo immaginato Fiabesco come un personaggio misterioso che conosce
l’arte di giocare con le parole e con il loro significato simbolico ed
evocativo, che sa raccontare le mille suggestioni che le favole antiche e
moderne racchiudono e che per farlo non usa solo l’ammiccante richiamo della
voce, a cui, comunque, viene affidato il compito sempre difficile di guidare la
razionalità nel regno della fantasia e che dirige lo spettatore verso quella
sospensione della credulità a cui mira ogni arte scenica. Fiabesco, infatti,
sarà aiutato da tanti imprevedibili narratori formati da semplici utensili e da
altri strani oggetti che da inanimati prenderanno vita dalle sue mani. Tutti i
piccoli spettatori verranno invitati da Fiabesco a partecipare al racconto,
rendendo ogni spettacolo divertente ed interattivo.
Fiabesco, quest’anno, si è fermato ad Officinateatro e attende, per due
domeniche al mese, tutti quegli amici che, facendo merenda con lui, vorranno
frugare nella sua valigia della memoria. A loro regalerà alcune delle più belle
storie che ha raccolto per il mondo.
Ma perché Fiabesco dedica la sua vita alle favole? Qual è il suo segreto? Chi è
che non vorrebbe conoscere Fiabesco per chiederglielo?
N.B.: Lo spettacolo viene proposto ogni mese per due domeniche a partire dalle
ore 17.00
Come cerchi nell’acqua – Dilaganti effetti di pensieri randagi
Da Ottobre 2010 Officinateatro presenta "Come cerchi nell’acqua – Dilaganti
effetti di pensieri randagi", concorso di idee
Chi di noi non ha mai visto passare nella propria mente dei pensieri vagabondi,
giunti da chissà dove e perché, frutto di meditazioni estemporanee o di
riflessioni ricorrenti? Avete mai pensato che questi effimeri documenti scritti
nell’aria potrebbero diventare delle tangibili testimonianze di un radicato,
persistente ma inconsapevole bisogno di immaginare o di raccontare? COME CERCHI
NELL’ACQUA, nasce proprio per fare da ‘contenitore’ per tutte quelle idee che
vorremmo vedere crescere e non lasciar giacere nel limbo dell’inespresso.
Ci rivolgiamo ai non scrittori, ai non drammaturghi, ai non poeti, a quelli che
non credono che i loro pensieri possano diventare degli spunti per nuovi testi
teatrali. Ci rivolgiamo, cioè, a quelli che dovrebbero lasciare in libertà le
loro capacità espressive senza paura del giudizio o del pregiudizio altrui.
A tutti coloro che si riconoscono in tale descrizione offriamo un ‘incubatore’
virtuale – ma tangibile – di idee, formato da una semplice ‘buca della posta”,
collocata nel foyer del teatro, in cui sarà possibile imbucare questi ‘pensieri
randagi’ scrivendoli su di un’apposita scheda. Avremo, così, a disposizione una
raccolta di ‘messaggi in bottiglia’, potenzialmente destinati a creare un ponte
di comunicazione, un trait-d’union con sconosciuti interlocutori. L’ idea più
originale, selezionata da un gruppo di artisti appositamente invitati e
coinvolti in questa avventura, diventerà un testo teatrale da portare in scena.
LA FAMIGLIA ADDAMS - La prima miniserie teatrale ispirata ai fumetti di Charles “Chas” Addams
Un’ Italia perennemente in crisi. A pagarne le spese sono principalmente le
famiglie costrette continuamente a fare tagli! C’è chi non si rassegna e chi non
aspettava altro..(FOTO)
OfficinaTeatro inaugura la prima miniserie teatrale ispirata ad una delle
famiglie più famose e fuori dagli schemi mai approdata a teatro.
La famiglia Addams di Officinateatro porterà in scena spaccati di vita
quotidiana nella maniera stravagante e sopra le righe in cui li ha disegnati la
penna del loro creatore (Charles Addams).
La prima serie si compone di sei “puntate” di circa 45 minuti ciascuna è andrà
in scena ogni lunedì. Il costo del biglietto è di euro 7,00. L’abbonamento (non
nominativo) all’intera serie è di euro 30,00.
N.B non vi meravigliate se li incontrerete mentre passeggiano nei giardini della
reggia, o mangiano un gelato a Piazza Vanvitelli o mentre barattano i loro
cimeli al mercatino di Recale, non schivateli anzi prendeteli per MANO.
Teatri Fuori Luogo - Tracce di un teatro in movimento: Festival
Il teatro è un luogo identificabile in uno spazio, oppure qualsiasi spazio
può diventare teatro?
Siamo alla costante ricerca di modelli e spesso, purtroppo, li troviamo. Di
questa ricerca vogliamo analizzare l’impulso: la spinta al cambiamento. Anche
nella nostra personale visione del teatro si attiva, costantemente, la messa in
discussione di quello a cui dobbiamo le nostre certezze. Pur conservando il
rispetto per il noto, non lo consideriamo indiscutibile bensì lo trasformiamo in
materia per la (ri)creazione.
Da questi pochi elementi disordinati nasce il Festival «Teatri Fuori Luogo».
Esso prende spunto dal reale e dall’esistente, pur sapendo di doverlo
trasformare in mutevole ed in «effimero».
Per i Teatri Fuori Luogo l’inconsueto assume il valore di termine di confronto e
non di scandalo. Questo progetto proporrà spettacoli ed altre performance
artistiche tutte ambientate in «non luoghi», laddove il concetto di luogo sia
definito comunemente dall’uso e non dal suo potenziale evocativo.
Abbiamo immaginato luoghi quali: fabbriche abbandonate, parcheggi, carceri,
condomini, luoghi di lavoro, case private, cortili, campagne ed altro, adibiti a
contenitori di eventi privi di una relazione logica con la loro funzionalità, ma
legati ad essi da relazioni emotive, da sensazioni del tutto personali.
Le compagnie e gli artisti coinvolti in questo progetto saranno ‘sfidati’ a
creare dei lavori originali ispirati dall’ambientazione scelta da Officinateatro
in occasione del Festival. Lo sforzo di ‘invenzione’ e di adattamento sarà il
vincolo imposto ma anche la prerogativa del lavoro finale proposto.
Orario spettacoli:
Feriali ore 21.00
Festivi: ore 19.00
Info spettacoli:
Officinateatro - Associazione culturale
Viale degli Antichi platani, 28 - San Leucio 81100 - Caserta
tel. 0823 363066 - 320 8899471