Il Natale a casa mia.

di Giorgina Lieto


Il cenone di Natale era oggetto di incontri e accordi tra amici e parenti sin dalla metà di dicembre.
Ogni vigilia che si rispetti, infatti, non era tale se non c’era una lunga e festosa tavolata e i temi da dibattere e da definire a tale scopo costituivano un algoritmo degno di un testo universitario:
a) Quali e quanti amici e/o parenti sarebbero intervenuti; su questo l’accordo era presto raggiunto.
b) In base al postulato enunciato al capo a), dove e come reperire e disporre il tavolo, somma di più tavoli, che ospitasse tutti più o meno comodamente. Occorreva risolvere difficili problemi di armonizzazione tra forme e altezze diverse: con qualche accettabile approssimazione e molti ”andava meglio come dicevo io” si arrivava al punto
c) La tovaglia e le stoviglie. Alle problematiche proprie del punto b) si aggiungevano le complicazioni derivanti dal fatto che a ogni signora avrebbe fatto piacere mettere in mostra un bel pezzo del proprio corredo; qualche piccolo mugugno, una tacita concessione alla padrona di casa e si procedeva rapidamente verso il problema clou:
d) Il menù. Immancabilmente c’era qualcuno che proponeva cibi fantasiosi o pietanze esotiche o, peggio, accostamenti gastronomici che ai puristi apparivano blasfemi.
La discussione si faceva animata ma sempre, e dico sempre, alla fine la tradizione aveva il sopravvento (in verità lo si sapeva sin dall’inizio, ma tant’è) ed ecco qui il più retrivo, tradizionale, prestigioso e squisito dei menù per la vigilia di Natale

A pranzo
Pizza di scarole e qualche frutto (arancia, mandarino, mela, ecc.)

A cena (Cenone)
Spaghetti a vongole.
Frittura di pesce misto.
Baccalà in bianco, baccalà fritto con la pastella e/o frittelle di baccalà.
Capitone marinato, fritto, in umido.
Insalata di mare.
Scarola imbottita.
Insalata di rinforzo.
Frittelle di cavolfiore. Frittelle di alghe.
Cime di broccoli neri con olio e limone. Cavolfiore all’insalata
Frutta: arance mandarini mele pere uva ecc.
Frutta secca: noci, nocciole, arachidi, castagne del prete, fichi secchi semplici e imbottiti, mandorle, uva, passa, datteri, ecc.
Dolci: struffoli, torroni di vari tipi, mostaccioli semplici e imbottiti, roccocò, sapienza e, in alcune famiglie, zeppole fritte ricoperte di miele.

Ai ragazzi era (ed è ancora) demandato il compito di preparare e decorare i segna posto e alla padrona di casa quello di decorare la tavola con rami e frutta freschi.

 

Caserta, Dicembre 2006

 

Consulta la nostra raccolta di ricette

 

 

www.casertamusica.com e www.locali.caserta.it. Portali di musica, arte e cultura casertana  
Mail: redazione@casertamusica.com; Articoli e foto ©  Casertamusica.com  1999 / 2006
In assenza di espressa autorizzazione è vietata la riproduzione o pubblicazione, totale o parziale, degli articoli.