Il cenone di Natale era oggetto di incontri e accordi tra amici e
parenti sin dalla metà di dicembre.
Ogni vigilia che si rispetti, infatti, non era tale se non c’era una
lunga e festosa tavolata e i temi da dibattere e da definire a tale
scopo costituivano un algoritmo degno di un testo universitario:
a) Quali e quanti amici e/o parenti sarebbero intervenuti; su
questo l’accordo era presto raggiunto.
b) In base al postulato enunciato al capo a), dove e
come reperire e disporre il tavolo, somma di più tavoli, che
ospitasse tutti più o meno comodamente. Occorreva risolvere
difficili problemi di armonizzazione tra forme e altezze diverse:
con qualche accettabile approssimazione e molti ”andava meglio come
dicevo io” si arrivava al punto
c) La tovaglia e le stoviglie. Alle problematiche proprie del
punto b) si aggiungevano le complicazioni derivanti dal fatto
che a ogni signora avrebbe fatto piacere mettere in mostra un bel
pezzo del proprio corredo; qualche piccolo mugugno, una tacita
concessione alla padrona di casa e si procedeva rapidamente verso il
problema clou:
d) Il menù. Immancabilmente c’era qualcuno che proponeva cibi
fantasiosi o pietanze esotiche o, peggio, accostamenti gastronomici
che ai puristi apparivano blasfemi.
La discussione si faceva animata ma sempre, e dico sempre, alla
fine la tradizione aveva il sopravvento (in verità lo si sapeva sin
dall’inizio, ma tant’è) ed ecco qui il più retrivo, tradizionale,
prestigioso e squisito dei menù per la vigilia di Natale
A pranzo
Pizza di scarole e qualche frutto (arancia, mandarino, mela, ecc.)
A cena (Cenone)
Spaghetti a vongole.
Frittura di pesce misto.
Baccalà in bianco, baccalà fritto con la
pastella e/o frittelle di
baccalà.
Capitone marinato, fritto, in umido.
Insalata di mare.
Scarola imbottita.
Insalata di rinforzo.
Frittelle di cavolfiore. Frittelle di alghe.
Cime di broccoli neri con olio e limone. Cavolfiore all’insalata
Frutta: arance mandarini mele pere uva ecc.
Frutta secca: noci, nocciole, arachidi, castagne del prete, fichi
secchi semplici e imbottiti, mandorle, uva, passa, datteri, ecc.
Dolci: struffoli, torroni di vari
tipi, mostaccioli semplici e imbottiti,
roccocò,
sapienza e, in alcune famiglie, zeppole fritte ricoperte di
miele.
Ai ragazzi era (ed è ancora) demandato il compito di preparare e
decorare i segna posto e alla padrona di casa quello di decorare la
tavola con rami e frutta freschi. Caserta, Dicembre 2006
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