OfficinaTeatro – Stagione teatrale 2015-16
S. Leucio (CE) – dal 17 Ottobre 2015 al 17 Aprile 2016
Comunicato stampa
17 e 18 Ottobre 2015, "Le vacanze dei Signori Lagonia"
regia Francesco Lagi. drammaturgia Francesco Colella e Francesco Lagi
Con
Francesco Colella e Mariano Pirrello, disegno suono Giuseppe D’Amato,
scenografia Salvo Ingala
Produzione Compagnia Teatrodilina (RM)
spettacolo
selezione in box 2015
Su una spiaggia ci sono due anziani signori, marito e
moglie, sono i signori Lagonìa. Guardano le onde che si arrotolano nel mare
mentre si srotolano i loro pensieri. Nessuno dei due, però, è nato per dare voce
ai sentimenti in modo intonato. La loro è una comunicazione fatta di intimità
silenziosa e di risate improvvise, furie e riconciliazioni, pianti e mazzate
sulle ginocchia. In questa giornata c’è il tempo per una maledizione e una
nuotatina a largo, per il ricordo di una bimba e per quello di una dieta finita
già di lunedì, c’è un gabbiano che muore d’infarto e una nuvola a forma di
coniglio, c’è una canzone di Gianni Morandi e la fine del mondo, c’è una barca
che li può portare via. Il solo racconto che i signori Lagonìa ci offrono è
quello del loro amore spietato e dolce, a tratti dispotico o molesto, che noi ci
troviamo a spiare. C’è l’epica di un matrimonio durato quarant’anni e questo
giorno qua, che non è un giorno qualsiasi della loro vita
31 Ottobre
e 1 Novembre 2015, "Tandem" di Elena Stancanelli
con Manuela Lo
Sicco e Veronica Lucchesi, spazio musicale Davide Livornese, luci Cristian
Zucaro, disegno e costruzione tandem Mario Petriccione, posa in aria tandem
Stefano Pasquali/La Moto 34 Roma, ideazione e regia Sabino Civilleri e Manuela
Lo Sicco
Produzione Civilleri | Lo Sicco (Pa)
produzione Associazione UddU
in collaborazione con Santabriganti-Scenica Festival, Festival dell’Incanto,
Associazione Demetra, supporto alla produzione ExKarcere Csoa di Palermo
Il
tandem è un oggetto che tiene due corpi in equilibrio, inchiodato su un fulcro
centrale. E’ una macchina del tempo. Pedalando sul tandem si attraversano spazi
che sono tempi e persone che sono ricordi. Oggi è un giorno sospeso sull’orlo di
qualcosa. Tutto intorno si combatte. La gente urla tra le lacrime per le strade,
manifestando il proprio dissenso, divisa tra black block e mani bianche. La
ribellione è energia e azione. La lotta, un mezzo per cambiare il mondo. Le due
ragazze che pedalano sul tandem sono sospese sull’orlo di qualcosa. Il tandem è
una macchina paradossale, concepita per il movimento ma costretta nella scena
all’immobilità. Questa sua condizione produce un’inversione dell’ordine: tutto
quello che è stato potrebbe ancora succedere, quello che io sono potrebbe essere
l’altro, quello che io voglio potrebbe non essere giusto, il luogo dove voglio
andare potrebbe non essere quello che trovo. Di fronte all’abisso, uno dei mille
abissi possibili, pedalano senza sapere in quale direzione. Dove vanno le due
ragazze? Quando scendono, le due ragazze – le due ragazze, sono davvero due
ragazze? Che cosa è uno e che cosa è l’altro di fronte all’abisso? – si trovano
in una terra di nessuno. Lo spazio possibile di qualsiasi scelleratezza. O al
contrario di una resa che può diventare la soluzione. Nella terra di nessuno si
torna ragazzi, al tempo in cui le domande vogliono risposte, un attimo prima di
scoprire che ogni risposta è un inganno. Che ogni domanda è soltanto una smania.
Qui, nella terra delle domande, incontrano/evocano uomini e donne che sono
stati/che avrebbero potuto essere. Che non saranno più. Perché c’é un punto,
nella vita di ognuno di noi, in cui le cose finiscono. Oltre, qualche volta, c’è
quello che siamo.
7 e 8 Novembre 2015, "Patres" (nostro
articolo)
drammaturgia Saverio Tavano, regia Saverio Tavano, con Dario Natale e Gianluca
Vetromilo, tecnica: Pasquale Truzzolillo. Foto di scena: Angelo Maggio/Pasquale
Cimino
Produzione SCENARI VISIBILI (CZ)
Festival Primavera dei Teatri 2014
Miglior spettacolo festival Inventaria 2014 Teatro dell’Orologio Roma
Vincitore del Premio contro le mafie del MEI 2014
Secondo premio al Festival
Teatrale di Resistenza Museo Cervi – (RE)
Un giovane Telemaco di Calabria
attende da anni il ritorno di suo padre, paralizzato dall’attesa, davanti
all’orizzonte che può solo immaginare dal buio della sua cecità, attende su
una spiaggia bagnata dal Mar Tirreno, mette le mani avanti per vedere
l’orizzonte, si rivolge verso il mare e aspetta che questo padre ritorni.
È
il mare che scandisce e accompagna la vita di questo figlio incapace di vedere
come di andare, in attesa di un padre che invece non è in grado di
restare/tornare a casa, in una terra a volte ostile. Un “Patres” che lega il
figlio ad una corda perché altrimenti potrebbe perdersi, incapace di stargli
accanto, non ritrova il coraggio della testimonianza e la forza della
trasmissione.
Telemaco dalla lunga attesa, non aspetta un Godot, aspetta
realmente qualcuno e l’attesa è dinamica, come un’erranza, un rischio.
Patres
parla dei padri e della loro collocazione in questo momento storico: orfani di
padri maestri, padri politici, padri spirituali.
Goethe dice che l’eredità
sta in un movimento di riconquista, vero erede è un orfano a cui nessuno
garantirà nulla. E dunque ereditiamo il niente, ma non proveniamo dal niente,
occorre quindi recuperare il nostro scarto col passato.
21 e 22
Novembre 2015, Il sogno dell'arrostito ovvero Poverta' e desideri di
rivoluzione di due umani (nostro
articolo)
di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli
collaborazione drammaturgica Rita Frongia
ideazione, suoni e spazio scenico
Astorritintinelli
Produzione Astorritintinelli Teatro
in collaborazione
con Ert | Officinateatro (Ce) e Armunia Castiglioncello
L’arrostito nel
nostro immaginario è una persona che cuoce lentamente su una graticola, talmente
abituato a sopportare tutto che non sente nemmeno più la puzza del proprio
arrostimento. Ci sembra la vita come una perdita dell’essere nudi e crudi,
dell’inventarsi i mondi fuori dagli schemi, man mano si sta in società, i roghi
del potere, spesso invisibili ci arrostiscono con tacita misteriosa lentezza e
il nostro orizzonte si restringe e ci sembra che occupiamo gli anni a stroncarla
la vita, e desertificarla. Siamo branchi dispersi di individui stritolati dal
quotidiano? Esiste ancora una sponda ideale a cui tendere? Chi ci copre gli
occhi? Chi ha barattato le nostre ali? Un compagno e una compagna, due nomadi,
due personaggi fuori dalla storia tentano disperatamente di animare una festa
dell’umanità nel vuoto d’amore di questo tempo, un esilarante e assurdo comizio
sui sogni di ribellione. Rivoltiamoci ora non nella tomba.
dal 18 al
20, dal 25 al 30 Dicembre e dal 2 al 6, 9 e 10 Gennaio, Sherazade – L’ultima
Sposa, Menzogne di un matrimonio (nostro
articolo)
Tratto da “Le mille e una notte”
Ideazione e regia Michele Pagano, Aiuto Regia Maria Macri, Elaborazioni musicali
Piemme, Costumi Pina Raucci
Scene IBM, Produzione Officinateatro
La notte
con la sua luce rischiara qualcosa o qualcuno. Il silenzio e la malinconia sono
caratteristiche familiari a quell’ombra. Il compito è quello di intenerire il
cuore, consolarlo; parlare di quello che non esiste più e di tutto quello che
deve morire. Di notte in notte, ogni volta con nuove immagini e nuovi suoni. La
sposa e il suo velo. E’ un principe, un cavaliere o forse un demone a mostrarsi
alle sue spalle. Uscire dal castello è impossibile anche se le spade fendono
continuamente l’aria in questo duello invisibile. Il velo si squarcia dando vita
a nuova storia. E’ l’ultima notte, dopo le altre passate. E’ la storia ultima
delle mille e una notte.
23 e 24 Gennaio 2016, Cock
regia
Silvio Peroni, di Mike Bartlett. Traduzione Noemi Abe
con Angelica Leo e
Fabrizio Falco e Jacopo Venturiero e Enrico Di Troia
Produzione Pierfrancesco
Pisani Produzioni | Nido Di Ragno in collaborazione con Infinito srl
John −
quasi trent’anni − nonostante abbia una relazione e conviva con un uomo, conosce
e si innamora di una donna della sua età, separata e maestra elementare.
Confessa al suo compagno la sua avventura e si ritrova improvvisamente diviso
tra il desiderio di realizzare una famiglia con la nuova amante e quello di
mantenere la vita agiata e sicura che condivide con il compagno, un broker di
successo più grande di lui di dieci anni.
Sull’incapacità di scelta di John
si concentra tutta la pièce; non è tanto l’indecisione sull’identità sessuale a
mettere in crisi John, quanto ildover scegliere tra due diversi stili di vita.
In una significativa scena finale i tre personaggi si confrontano in un educato
ma provocatorio scontro di battute; a sostegno del figlio interviene anche il
padre del compagno di John: i quattro si aspettano che John dichiari
definitivamente la sua scelta. Lei preme affinché John decida di condividere i
sogni di una famiglia e di una vita semplice insieme. Il padre del suo compagno
sostiene invece che non è possibile cambiare la propria natura sessuale e che il
destino di John è con suo figlio.
6 e 7 Febbraio 2016,
Pinocchio
Liberamente ispirato a "Le avventure di Pinocchio. Storia di un
burattino" di Carlo Collodi
Regia Luana Gramegna, con Gianluca Gabriele,
Giulia Viana, Enrica Zampetti
scene, luci, costumi e maschere Francesco
Givone, musiche originali Stefano Ciardi
Produzione Zaches Teatro.
Co-produzione Fondazione Sipario Toscana Onlus
Con il sostegno della Regione
Toscana, di Kilowatt Festival e de I Macelli di Certaldo.
Selezione IN-BOX
2015, Vincitore del premio Migliore attrice (Giulia Viana), Best stage
visualization (Francesco Givone) al 22° International Festival of Children's
Theatre Subotica (Serbia), dedicato al maestro Nikolaj Karpov
Ci troviamo in
un Teatro di Marionette dismesso, in un luogo dal sapore incantato, a raccontare
una storia che vede come protagonista proprio un burattino, creato di proposito
per calcare le scene.
A ben vedere, però, c’è un curioso ribaltamento in
atto: anziché essere i pupazzi a rappresentare gli esseri viventi sono invece
gli esseri umani, gli attori, a rappresentare dei burattini.
Ad accompagnarci
in questo mondo liminale, frontiera magica tra sogno e realtà, è la figura
enigmatica della Fata-bambola turchina, che si anima, con movimenti plastici e
un fare straniato, per raccontare le peripezie di Pinocchio. È lei la
narratrice-manipolatrice della storia che, usando costantemente trucchi
teatrali, guida Pinocchio nelle sue avventure-disavventure iniziatiche.
L’intento dello spettacolo è ritrovare quella forza originale del testo che nel
tempo si è perduta, quell’atmosfera un pò polverosa e usurata, ma anche cruda e
ironica.
20 e 21 Febbraio, La Famiglia Campione
Di
Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini e Luca Zacchini
Con
Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini
Produzione Compagnia
Gli omini
Questa è l’ora di una famiglia come tante. Lo sguardo su un
corridoio come tanti, che dà su una porta chiusa. I nonni aspettano di morire, i
genitori sono troppi, i figli continuano a girare a vuoto. Ma uno di loro domani
parte, abbandona il posto di combattimento. Un altro invece ha scelto un viaggio
diverso, si è chiuso nel bagno dietro quella porta chiusa. E’ da una settimana
che non esce, non parla. Ma mangia, state tranquilli che mangia. Dieci sono i
personaggi. Tre le generazioni a confronto. Tre gli attori in tutto. Così che il
gioco si sveli pian piano e che ognuno sia nonno, genitore e figlio di se
stesso. Così che il ritratto dell’oggi, delle piccole province, della gente di
valle, della famiglia campione, si astragga dalla realtà, rimanendo sospesa nel
tempo.
La famiglia Campione ha alle spalle un percorso fatto di indagini e
laboratori, un progetto che ha coinvolto cinque comuni della provincia
fiorentina e più di ottanta giovani. Così i personaggi sono dieci, ma assumono i
modi, le parole, le storie, di centina di persone conosciute per strada.
4 e 5 e 6 Marzo, Officinateatro presenta
"Sabbia" Di e con Michele Pagano
Un uomo, un pallone, la sabbia. Un racconto
scandito da tre mondiali di calcio. Una raccolta di ricordi che raccontano la
storia di una lacerazione vissuta senza il filtro del cinismo. Il gioco del
calcio che unisce e separa. La sabbia che, prima, accoglie e poi seppellisce
l’esaltazione e le promesse dell’infanzia e dell’adolescenza. Sulla spiaggia
ricreata sul palcoscenico, Tanino rivive il suo passato, con le sue
contraddizioni e i brucianti sensi di colpa. Il percorso di questo emigrante è
il viaggio di chi parte da un sistema di valori imposto e cristallizzato per
giungere faticosamente all’emancipazione e alla
maturità. Ogni elemento del passato che ritorna mette alla prova una scelta, una
decisione, un cammino di svolta con tutte le sue sofferenze e i suoi inciampi.
Ovunque, sabbia, dall’alto e dal basso, simbolica materia dei ricordi e
suggestivo scenario di fallimenti e vittorie. Delicatamente comico e
consapevolmente intimista, questo spettacolo non fornisce risposte, ma rivendica
le lontane e felici promesse dell’infanzia come destino e non come caso.
19 e 20 Marzo,
Peli (nostro
articolo)
di Carlotta
Corradi, regia di Veronica Cruciani
con Alex Cendron e Alessandro Riceci
scene e costumi Barbara Bessi, musiche Paolo Coletta
Una produzione
Quattroquinte in collaborazione con OffRome
Due donne giocano a Burraco,
l’una di fronte all’altra. “Alza”. Una distribuisce le carte. L’altra le
raccoglie. “Ho delle carte orrende”. Dice sempre così, pensa l’altra. Un gioco
educato, una conversazione formale, quella confidenza propria dei rapporti
adulti appesantiti da una vita di non detti. Una è vedova, ha perso il suo uomo,
il suo amore, l’altra è vedova pur non essendolo. Il passato e il presente
gettano le due donne in un continuo scambio di potere. Domina una e l’altra
soccombe, poi viceversa. Le carte seguono, bilanciano, enfatizzano gli attriti.
Finché qualcosa interrompe il meccanismo di un dialogo borghese per entrare
nella dimensione dell’emozione e dell’istinto.
2 e 3 Aprile, Vico
quarto Mazzini presenta "Amleto FX"
di e con Gabriele Paolocà,
collaborazione alla regia Michele Altamura, Gemma Carbone, scene Gemma Carbone,
disegno luci Martin Emanuel Palma
Produzione VicoQuartoMazzinI, Progetto
Goldstein, Teatro dell'Orologio. Selezione IN-BOX 2015. Gabriele Paolocà -
Premio Hystrio alla vocazione 2015
Amleto Fx è un’indagine sulla moda del
deprimersi dei nostri tempi.
Uno spettacolo che parla di castrazioni
tecnologiche, della mancanza dei padri, dell’attrazione verso la dissoluzione e
dell’eco assillante che tutto questo causa nelle nostre coscienze.
Questo non
è l’Amleto. E’ un assolo generazionale. Un racconto intimo e globale che
attraverso il riso amaro vuole spingere a trovare una soluzione al solito,
annoso,banale, scontato ma comunque sempre irrisolto quesito: Essere o non
Essere?
Venerdì 8, ore 21, Sabato 9 Aprile, ore 21, Domenica 10
Aprile, ore 19, Laboratorio Permanente Ipotesi Espressive di
OFFICINATEATRO presenta “Il miracolo" da un percorso di scrittura scenica
collettiva
Con Antonia Alberico, Marica Palmiero, Enrico D’Addio, Francesco
Ruggiero, Gianluigi Mastrominico, Pierpaolo Ragozini, Concetta Del Vecchio,
Martina Cariello, Cristina Alcorano, Eugenio Sorgente, Martina Esposito, Maria
Macri, Andrea Di Miele
Assistente alla regia: Federica Pezzullo
Costumi:
Pina Raucci
Regia: Michele Pagano
SINOSSI - Tredici sono gli abitanti di
quel derelitto palazzo. Sarebbero gli unici se non fosse ancora viva la Signora
Fiorenza. Una lotta interna per decretare un unico vincitore. Un unico
prescelto. Ramazze come armi, sedie volanti e sgambetti a farne da padrona. C’è
chi la butta sulla simpatia e chi sulla scelta dello smalto; chi prova a
lucidare la casa e chi la distrugge; chi si nasconde e chi viene trovato. Una
sola cosa è certa, ora che il Napoli lotta per lo scudetto, “la squadra dei
Rivetti andrà a sinistra e quella dei Crispino a destra”, si scorciano le
maniche pronti per il loro derby.
NOTE DI REGIA
Nel Sud Italia, di
convenzione, è radicato l’affidamento alle sacre icone bibliche. Una tradizione
che parte da un passato storico, laddove l’affidarsi ai più comuni “San Gennaro”
diventa parte integrante di una società che vive spesso di stenti e spera
avvenga un cambiamento, necessario per migliorare il proprio stile di vita.
Paradossalmente spesso tale affidamento viene utilizzato anche nel gergo comune,
scaramanticamente o come frase fatta. “Ci vorrebbe un miracolo” può
rappresentare una delle più quotidiane esclamazioni che si possono sentire. Tale
spunto, ci porta ad affrontare una tematica più ampia, laddove notiamo che
l’affidamento “all’icona”, spesso, viene vissuto in pari passo rispetto alla
totale cecità umana. Il miracolo viene scongiurato per vincere un montepremi e
poter acquistare finalmente l’oggetto dei desideri; per riuscire finalmente a
trovarsi collocati dall’altro capo del televisore disposto in salotto; per
partire ed abbandonare tutto. La lotta è portata avanti al suon della cabala o
di ricostruzioni di sogni passati; si tenta la fortuna o perché no, si spera di
ricevere la lettera di qualche remoto e ignoto parente che lo dichiari erede di
una qualche fortuna. “L’essenziale è invisibile agli occhi”, una frase di
Antoine de Saint-Exupéry forse abusata e ascoltata sin dall’infanzia ma
indispensabile per noi per la chiave di lettura dello spettacolo. Difatti, ci
siamo chiesti se, al raggiungimento di quell’inaspettato miracolo, tale cecità
riuscisse a svanire davanti agli occhi o se il buio risulti talmente profondo da
non riuscire neanche a capire quello che si ha dinanzi. La nostra risposta si
concretizza nel climax dello spettacolo, laddove tanto fermento, tanto ardore,
tanto attesa, si mostrano inutili e inefficienti nel momento in cui il miracolo
potrebbe avvenire.
16 e 17 Aprile, Qualcosa A
Cui Pensare, distorsione di un discorso amoroso
di Emanuele Aldrovandi
regia_Vittorio Borsari con_Roberta Lidia De Stefano e Tomas Leardini scene e
costumi_Tommaso Osnaghi
video Editing e musiche_Francesco Lampredi
organizzazione_Valentina Brignoli
produzione CHRONOS3, con il contributo
del Bando Giovani Direzioni 2015 – Centro Teatrale MaMiMò
Commedia
romantica che vede sulla scena Jeer e Plinn (Giacomo e Paola) coinquilini quasi
trentenni, specchio di una generazione spudorata, illusa e ironicamente
incosciente, costretti a confrontarsi con le gioie e le difficoltà che questo
momento cruciale della loro vita comporta oggi in Italia.
Qualcosa a cui
pensare è però anche un gioco raffinato di seduzione che inserisce i due giovani
all’interno delle più tradizionali dinamiche di coppia e che produce immediata
empatia tra i personaggi e il pubblico, generando in quest’ultimo una leggera
comprensione divertita.
Un’opera ironica e appassionata, più simile ad un
ricordo o ad un sogno: il piccolo ritratto di una generazione che vuole cambiare
pelle e trovare una propria identità da proiettare nel futuro.
Sabato
23 Aprile ore 21, Domenica 24 Aprile ore 19, (fuori
cartellone) Officinateatro presenta Lovers
Ideazione e regia di Michele
Pagano
Costumi Pina Raucci
Elaborazioni musicali Marco Moretti
con Rita
Pinna, Fabrizia Fusco, Pina Farina, Maria Macri, Francesca Natale
7,
ore 21, e 8, ore 19, Maggio, (replica) Laboratorio Permanente Ipotesi
Espressive di OFFICINATEATRO presenta “Il miracolo" da un percorso di scrittura
scenica collettiva
Sabato 21 Maggio, ore 21:00,
Domenica 22 Maggio, ore 19:00, Stai - OFFICINALAB 2016
con Gerardo
Benedetti e Stefania Remino. Regia Michele Pagano
“Più dolce sarebbe la morte
se il mio sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto, e se così fosse…
mille volte vorrei nascere per mille volte ancora morire”. Shakespeare nel
lontano cinquecento parlava così di amore. Prima di lui e dopo di lui, una
miriade di autori si sono avvicendati nel trattare il più antico e il più
sentito rapporto della vita. Amore non corrisposto; amore travagliato o
semplicemente amore. E come ogni buon Romeo e Giulietta che si rispetti, anche
Stu e Abby si trovano coinvolti e travolti, improvvisamente, senza capire come e
perché, in una storia. Nella loro storia. Un percorso tragicomico a tratti, che
sviscera esattamente le fasi del rapporto di coppia. "Perché si litiga?", si
domandano. Risposte non facili da trovare da soli e allora meglio rivolgersi ai
più acuti quiz di giornaletti trovati in giro nei supermercati. "Cosa vuoi?", si
chiedono. E allora meglio salvarsi in calcio d’angolo con un “quello che voglio
io è quello che vuoi tu”. Pseudo-cervellotici ragionamenti sul capire il perché
delle crisi di coppia. E ancora, frasi nascoste nei propri pensieri per mostrare
sempre il muso duro all’avversario. Confusioni e litigi. Risate e lotte. Una
storia piena che non può essere come le altre perché è la loro storia.
Formazione
dal mercoledì 28 Ottobre alla domenica 1 Novembre.
Mercoledì - Giovedì - Venerdì dalle 14:00 alle 19:00 - Sabato - Domenica 9:00 -
14:00
Stage di formazione "PlayOff" con la compagnia Civilleri | Lo Sicco
PlayOff: Traduciamo letteralmente "giocare fuori"... Il gioco include il teatro
e l'apprendimento. Il fuori è il territorio immaginifico che vorremmo esplorare.
Nessun torneo ad eliminazione diretta, ma un luogo dove condividere esperienze
senza giudizi, giurie o premi.
Il percorso che proponiamo al gruppo di
partecipanti, è un prolungamento della nostra riflessione iniziata nel 2010 e
incentrata sul accostamento Teatro e Sport.
Lo Sport coinvolge ed insegna a
mettersi in relazione agli altri ed ai propri limiti mettendo in evidenza le
attitudini caratteriali dell'uomo che gioca.
Lo Sport come strumento e
linguaggio diffuso e comprensibile a tutti, verrà utilizzato per la trasmissione
e la comprensione della tecnica e del linguaggio teatrale.
Un metodo di
apprendimento grazie al quale si può studiare in squadra senza per questo
tralasciare la propria individualità di autore
OfficinaTeatro, Viale degli Antichi Platani, 10, San Leucio (Caserta)
info: 0823.363066 |
info@officinateatro.com