Servo per due LUGANO - Tickets

Pierfrancesco Favino

Stefano Accorsi e Marco Baliani

Piero Mazzocchetti

Rocco Papaleo

 “Cani e gatti“ (Marito e Moglie)

  

Stagione Teatrale 2013/2014 al Teatro Comunale

Caserta  –  dal 1 Novembre 2013

Comunicato stampa

Teatro Comunale, Via Mazzini, Caserta

Programma:
Da Venerdì 1 a Domenica 3 Novembre, Coop. Gli Ipocriti presenta Pierfrancesco Favino in “Servo per due” (nostro articolo)
tratto da “Il servitore di due padroni“ di Carlo Goldoni, regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli. Debutto Nazionale
adattamento teatrale Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen, Simonetta Solder
con Gli Attori Del Gruppo Danny Rose, canzoni e musiche eseguite dal vivo dall’orchestra Musica Da Ripostiglio
Scene Luigi Ferrigno. Costumi Alessandro Lay
Negli anni Trenta a Rimini, Pippo, il nostro moderno Arlecchino ha appena perso il lavoro e si ritrova depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter mangiare. Essendo ossessionato dal cibo è disperato, comincia a cercare un nuovo mestiere e dopo vari tentativi accetta di lavorare contemporaneamente alle dipendenze di due diversi padroni, trovando così il modo di raddoppiare il suo salario e i suoi pasti.
Uno è Rocco, un piccolo malvivente del Nord, ora a Rimini per riscuotere una notevole somma, dopo aver concluso un affare con Bartolo, padre della sua fidanzata Clarice; l’altro è Lodovico, anch’egli noto malfattore. Essere al servizio di due padroni, significherà per Pippo avere anche un doppio carico di lavoro; dovrà ricordare quali ordini e da chi gli verranno impartiti. Dopo un po’ di tempo, frequentando le due case, Pippo scoprirà che in realtà “Rocco”, sotto mentite spoglie, non è altro che la sua sorella gemella: Rachele.
Il vero Rocco, infatti, è stato ucciso dal fidanzato di Rachele, Lodovico (l’altro suo padrone). Destino vuole che questi, ricercato dalla polizia, sia nascosto a Rimini e stia aspettando di riunirsi a Rachele. Pippo, quindi, dovrà evitare che i suoi due padroni si incontrino, al fine di scongiurare che ognuno di loro capisca che sta lavorando anche per qualcun altro…
Sabato 9 e Domenica 10 Novembre (FUORI ABBONAMENTO), Rgs Spettacoli presenta Ficarra e Picone in “Apriti cielo” (nostro articolo)
di Ficarra e Picone, regia Ficarra e Picone
Il desiderio di sentire di nuovo il calore delle risate del pubblico, e' stata la molla per la costruzione di questo nuovo testo, in tour dal 2012. Come i precedenti lavori, anche questo, e' costituito da quadri, che, a loro volta, rappresentano la vita quotidiana con i suoi paradossi al limite dell'assurdo. Un cadavere tra i piedi di due improbabili tecnici della tv, e' solo una sfortunata coincidenza o, come nella migliore "dietrologia italiana", c'è un oscuro manovratore? Le leve del potere attuale sono in mano a "menti raffinatissime" disposte a tutto, o a uomini normali con i loro limiti? Il fanatismo religioso apre le porte del paradiso o da vita a situazioni dai risvolti assurdi e perciò divertenti? Insomma, i due comici, prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni, piena di cronaca nera, politica, religione e tanto altro, ci offrono, con la leggerezza che li contraddistingue, una riflessione divertente sulla nostra società e sulla nostra nazione, regalandoci uno spettacolo dai colori forti ancora una volta scritto e interpretato da Ficarra & Picone.
Da Venerdì 22 a Domenica 24 Novembre, Doppiaeffe production srl presenta Marisa Laurito e Giuseppe Zeno in “La signora delle mele”
testo teatrale di Riccardo Manaò, regia Bruno Garofalo
con Mimmo Esposito, Giuseppe De Rosa, Mario Santella, Antonio Ferrante e con Charlie Jacobs Cannon
Canzoni Di Nicola Piovani E Vincenzo Cerami
Costumi Mariagrazia Nicotra Coreografie Enzo Castaldo
Scene E Regia Bruno Garofalo
La commedia si svolge a New York nelle strade di Broadway, siamo nell'anno 1933. Da qui a qualche mese il proibizionismo finirà insieme alla grande crisi economica cominciata nel '29. E’ l’epoca della musica jazz, ma il jazz dei locali notturni era soprattutto bianco. Erano i famosi anni ruggenti, un'epoca in cui si faceva baldoria nei locali, si beveva nonostante il proibizionismo e si sparava con molta naturalezza, e la legge aveva a che fare con un tale chiamato Al Capone. Alla fine del '33 il presidente Roosevelt con il "New Deal" rilancerà l'economia del paese e anche per la malavita le cose cambieranno. In questo contesto nasce e si sviluppa la storia di Annie, detta "la signora delle mele", e di Dave lo sciccoso, un elegante gangster dal cuore d'oro: due protagonisti che con le loro vicende incarnano bene lo spirito dell'epoca. Raccontata come una favola "Un giorno da signora" è una vicenda ancora incredibilmente attuale in questi nostri tempi in cui attraversiamo una crisi economica simile a quella del '29, una certa politica convive con la malavita, e si acuisce sia l'emarginazione sociale che l'insofferenza verso gli immigrati. Annie la vagabonda è un'emigrante italiana arrivata negli States con grandi speranze di realizzare i suoi sogni, una donna forte che ha combattuto per affermarsi e per difendere i diritti e dei piu' deboli, ma che ha dovuto soccombere sopportando lo svilimento dei suoi ideali. Ed è per questo che decide di sopravvivere in strada, senza possedere nulla, libera da tutto. Dave lo sciccoso è un gangster simpatico, superstizioso e volitivo, che briga per fare un salto di qualità e diventare un potente boss ma, al momento di associarsi con la mala dei mitra e degli eccidi, decide di cambiare vita ed intraprendere la strada dell' onestà. Questa e' una storia che non invecchia mai perché tratta di sentimenti universali, di lotta per la sopravvivenza, di sconfitte e vittorie, d'amore per i figli e per il proprio partner. E alla fine, come nelle migliori favole, tutti diventano migliori. Una storia che tocca molte corde dell' animo umano, piena di humor e azione, divertente e ironica, accompagnata da vivacissima musica jazz.
Da Venerdì 6 a Domenica 8 Dicembre, Elledieffe srl presenta Luca De Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo in “Sogno di una notte di mezza sbornia“
di Eduardo De Filippo, regia Armando Pugliese (liberamente tratta dalla commedia “La fortuna si diverte” di Athos Setti) Scene Gianmaurizio Fercioni - Costumi Silvia Polidori
Con Sogno di una notte di mezza sbornia la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone un nuovo progetto, questa volta specificatamente tematico, sui testi di Eduardo, in un percorso che porterà successivamente all’allestimento di “Non ti pago”, che lo stesso Eduardo definisce “una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia scritto”. Infatti “Sogno di una notte di mezza sbornia” - scritta da Eduardo nel 1936- ne è il prologo naturale: si parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente, che solo in questo modo ha la capacità di pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente. Utilizzando lo stile comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa, Eduardo combina la forma della classica e antica tradizione teatrale napoletana con le tematiche che saranno sviluppate appieno nelle sue commedie successive. Al centro c’è dunque il popolare gioco del lotto, dove però qui la scommessa si pone fra la vita e la morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Nello sviluppo della commedia è inoltre presenza sostanziale la comunità dei familiari e degli amici, stretta intorno al protagonista ed al suo dramma forse più per egoistico interesse personale che per solidarietà e sostegno, una comunità grazie alla quale Eduardo può declinare il carattere corale e sfaccettato della sua drammaturgia. E poi, soprattutto, c’è il finale che non chiude, ma rilancia una sorpresa che non si consuma mai, fra gioco dell’esistenza e gioco della scena. Ancora una volta Eduardo, in modo ironico e intelligente, pungente e raffinato, ci propone un'occasione di riflessione sul nostro modo di stare al mondo.
A Pasquale Grifone, un povero facchino, piace alzare il gomito e quando beve fa sogni strani, così da ricevere la “visita” di Dante Alighieri, del quale gli era stato regalato un busto in gesso. Il Poeta suggerisce all’uomo quattro numeri da giocare al lotto, sotto- lineando però che essi rappresentano anche la data e l’ora della sua morte. Di lì a poco, la quaterna esce e Pasquale vince una forte somma di denaro; la famiglia si adatta prestissimo alle nuove condizioni e nessuno si preoccupa della crescente disperazione del povero Pasquale, terrorizzato dalla sua "imminente" morte, cercano anzi di convincerlo del fatto che si tratti solo di una sciocca superstizione. Il giorno annunciato però la famiglia si veste a lutto: tutti, ormai, sono convinti che quelli siano gli ultimi momenti di vita dell’uomo ma quando il pericolo sembra ormai scongiurato un colpo di scena riapre il gioco…
Da Venerdì 13 a Domenica 15 Dicembre, Enfi Teatro presenta Carlo Buccirosso in “La vita e’ una cosa meravigliosa…“
di Carlo Buccirosso, regia Carlo Buccirosso
Scenografia Gilda Cerullo - Costumi Zaira De Vincentis - Disegno Luci Francesco Adinolfi - Musiche Originali Bruno Lanza
In un mondo che ha ormai smarrito i valori rassicuranti dell’anima, le certezze più confortevoli, le ancore di salvataggio di un’esistenza sempre più simile ad una lotta per la sopravvivenza, in cui lo stato e gli uomini chiamati a rappresentarlo appaiono sempre più come fantasmi in cerca di legalità ed onestà decedute da tempo, la fuga dal rapporto sociale ed il rifugio tra le proprie mura domestiche appaiono soluzioni tristemente indispensabili per la ricostruzione della dignità ed il rafforzamento della propria fede, quella che tiene unito l’uomo al proprio nucleo familiare come un cordone ombelicale indissolubile! E sarà forse a quel punto che anche la più gigantesca, la più insuperabile, la più inesorabile delle crisi di un intero paese, forse di una intera umanità, sarà lasciata alle spalle come un ciclone che si allontana funereo e spietato a far danni in qualche altra parte del mondo, mentre la tua allegra famigliola, stretta a te, ti sorride felice, fiduciosa, rinsavita e speranzosa, consapevole e rigenerata, dal ritorno tra le mura confortevoli del proprio bunker familiare!La riconquista della propria vita, straziata e mortificata, poi restituita da un cumulo di macerie alle quali nemmeno il più insensibile degli esseri umani sarebbe stato capace di sopravvivere. Sembra la trama di un costoso film catastrofico hollywoodiano, e invece è solo la piccola squallida trama della vita del nostro misero paese...!
Da Venerdì 10 a Domenica 12 Gennaio, Nuovo Teatro presenta Stefano Accorsi e Marco Baliani in “Giocando con Orlando“ (nostro articolo)
di Marco Baliani, regia Marco Baliani
Coincidenze, occasioni e imprevisti hanno generato questa nuova avventura, che parte dal successo dell’edizione di Furioso Orlando, e raccoglie la necessità e la rinnovata sfida di provare a esplorare il testo in una direzione ancor più radicale dove l’arte sublime del giullare e dell’improvvisazione fa risuonare i corpi in scena attraversati da rime, versi, suoni, rumori trasformandoli in uno e in tutti i personaggi e nei mostri e nelle creature magiche del celebre ‘cantare’.
“Lo scorso luglio ero ad Asti – racconta Baliani – per la regia della stagione estiva del Furioso Orlando, ma quel giorno l'attrice – Nina Savary – non è riuscita a prendere l'aereo, le scenografie non sono partite da Napoli e c'erano più di ottocento prenotazioni…Il produttore Marco Balsamo e gli organizzatori erano disperati, con Stefano Accorsi ci siamo messi a tavolino: siamo andati in scena così, senza costumi e luci, improvvisando. Io, che non conoscevo a memoria il testo, ho recitato le parti femminili e ho riprodotto con il suono della voce tutti i rumori di scena. Lì è nata l’idea di creare una nuova messinscena, con soltanto noi due attori in scena, tornando un po’ al fondamentalismo del mio
Kohlhaas. È un nuovo esperimento, una nuova tappa di lavoro.”
Stefano Accorsi sarà ancora il paladino Orlando, ma anche il cantore che aggancia i vari episodi nel flusso della storia, Marco Baliani sarà invece un fool, un regista in scena, pronto ad essere spalla e comprimario, a tendere trappole e
inventare strofe.
Lo spettacolo parte sempre dalle due storie d’amore principali: il paladino Orlando che insegue la bella Angelica e la guerriera cristiana Bradamante innamorata di Ruggiero, cavaliere saraceno destinato alla conversione, per poi moltiplicare i personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, per condurli a giocare sulla corrispondenza delle rime infilate in un ritmo galoppante, con molta improvvisazione verbale, con rime difficili da trovare, con gesti difficili da compiere.
Mimmo Paladino con i suoi celebri cavalli, realizza la giostra per i duelli, gli amori, gli scontri e gli incontri dei cavalieri che appaiono e scompaiono nel girotondo che il gioco impone. In un impianto scenico firmato da Daniele Spisa si muovono i costumi di Alessandro Lai nel disegno luci di Luca Barbati.
Da Venerdì 24 a Domenica 26 Gennaio, Crossover Entertainment presenta Piero Mazzocchetti in “Parlami d’amore Mariu’“
Viaggio canoro tra la musica leggera e la musica lirica con la Iris String Orchestra
Direzione Musicale Maestro Marco Marrone. Corpo Di Ballo Contemporaneo Ballet
Lo show di Mazzocchetti è un viaggio attraverso il mondo del crossover cioè la fusione tra la musica leggera e la lirica, attraversando con interpretazioni suggestive ed emozionanti oltre 50 anni di musica italiana ed internazionale.
Partendo dal successo sanremese "Schiavo d'amore" fino ad interpretare romanze come "Tu che m hai preso il cuore", "Parlami d amore mariù", "Caruso", omaggio a modugno con "Meraviglioso" e "Tu si na cosa grande", "La vita è bella", "Mamma", "I migiori anni della nostra vita", "Granada", omaggio a Sinatra con "Strangers in the night" e "My way", "O sole mio", "Nel blu dipinto di blu" e tante altre canzoni celebri che rendono lo spettacolo di Mazzocchetti unico nel suo genere, la grazia e la bellezza del corpo di ballo arricchiscono lo show con coreografie inedite che ricreano in maniera suggestiva anche con cambi di costumi i vari usi dell'epoca appartenenti ai brani che l artista va ad interpretare.
Un omaggio anche a Piazzola con la passione del tango che affascina il pubblico oltre nell’ ascolto anche nel colpo d occhio scenografico e coreografico. Nello show "Parlami d’amore Mariù" vi è anche grazie alla vocalità unica di Mazzocchetti un tributo al bel canto con l’esecuzione di arie d’opera celebri tratte dalla Tosca, Turandot, e Rigoletto, soddisfacendo anche il pubblico dal palato più fino.
Un omaggio all'amore grazie alla musica che è l 'unico e vero linguaggio universale che attraversa le generazioni rimanendo intatta e preservando ancora i valori ormai dimenticati.
Da Venerdì 14 a Domenica 16 Febbraio, Nuovo Teatro presenta Rocco Papaleo in “Una piccola impresa meridionale”
di Rocco Papaleo e Valter Lupo, regia Rocco Papaleo
E con Francesco Accardo, Chitarra, Jerry Accardo, Percussioni, Pericle Odierna, Fiati, Guerino Rondolone, Contrabbasso, Arturo Valiante, Pianoforte
Un esperimento di teatro canzone, come un diario da sfogliare a caso, che raccoglie pensieri di giorni differenti. Brevi annotazioni, rime lasciate a metà, parole che cercavano una musica, storielle divertenti o che tali mi appaiono nel rileggerle ora. Non è che un diario racchiuda una vita, ma di certo, dentro, trovi cose che ti appartengono, e nel mio caso l’azzardo che su alcune di quelle pagine valesse la pena di farci orecchiette, per riaprirle ogni sera a chi ha voglia di ascoltare. Fin qui, il senso della piccola impresa. A renderla meridionale, ci pensa l’anagrafe, mia e della band che tiene il tempo. Ma sarebbe meglio dire, il controtempo, visto che il sud, di solito, scorre a un ritmo diverso. La questione meridionale in fondo è tutta qui: uno scarto di fuso orario, un jet-lag della contemporaneità che spesso intorpidisce le nostre ambizioni. Del corpo sociale, siamo gli arti periferici, dita e unghie. Il cuore pulsante batte altrove, mentre a noi, tutt’al più spetta la manicure.
Da Venerdì 28 Febbraio a Domenica 2 Marzo, L’incredibile presenta Massimo Ghini e Elena Santarelli in “Quando la moglie e’ in vacanza“
di George Axelro traduzione di Edoardo Erba, regia Alessandro D’Alatri
Musiche Originali Renato Zero - Scene Aldo Buti
Il testo debuttò a Broadway nel 1952 con un notevole successo di critica e pubblico, ma la sua vera consacrazione internazionale avvenne nel 1955 attraverso l’adattamento cinematografico di Billy Wilder.Il titolo originale "The seven year itch" (Il "prurito" del settimo anno) contiene forse più informazioni della seppur felice traduzioni italiana “Quando la moglie è in vacanza. E’ una commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e al tempo stesso una feroce satira di costume contro il perbenismo di una certa “middle class” che sembra non avere epoche e che viene messa a confronto con le ambizioni di una ragazza che cerca di ridisegnare una propria personalità attraverso l’impegno nel mondo patinato della pubblicità, della moda o dello spettacolo in generale. Fa da detonare la prorompente fisicità della ragazza che come un uragano entra nella banale quotidianità di un maschio irrisolto. Un maschile che più che subire l’attrazione femminile sembra essere spaventato da quell’apparentemente irraggiungibile opportunità. Considerando che sono passati più di sessant’anni dal suo debutto, il testo mantiene ancora intatta la freschezza di uno sguardo sui comportamenti e le relazioni tra maschi e femmine. E’ con questo spirito che mi accingo a dirigere questa commedia. Anche se i meccanismi relazionali sembrano essere intatti, altrettanto non viene da considerarlo rispetto all’ambientazione in questione. Trovo che il testo contenga tutti gli elementi per essere adattato alla nostra epoca e ai nostri riferimenti culturali. Altrimenti ne risulterebbe una mera ricostruzione delle relazioni tra uomo e donna negli anni cinquanta nella società americana di quel tempo. Un aspetto estremamente interessante è la divisione dell’opera in due tempi narrativi: il reale e la proiezione delle reciproche insicurezze dei personaggi. Un’opportunità per restituire al progetto tutta la freschezza dello sguardo sulle relazioni tra gli esseri umani. Mi diverte l’idea di vivificare le proiezioni e le ansie dei protagonisti attraverso soluzioni moderne e fortemente visive che il linguaggio teatrale può offrire al pubblico contemporaneo. E’ una splendida occasione per proporre alla platea italiana, peraltro in anteprima assoluta, la genialità e il divertimento di un testo così intelligente e attuale.
Da Venerdì 14 a Domenica 16 Marzo, Teatro Totò presenta Gino Rivieccio in “Ti presento mio fratello”
di Stefano Sarcinelli, Peppe Quintale, Gino Rivieccio, regia Gaetano Liguori
Musiche Antonio Onorato - Scene Tonino Di Ronza
Costumi Maria Pennacchio
Stefano ha cinquant’anni, è un napoletano che vive a Lugano da quando si è sposato dieci anni addietro con Petra, una donna di trent’anni della Svizzera tedesca. Stefano, che ormai si è adattato perfettamente alle abitudini e alla vita del cantone, è un avvocato mentre Petra ha una galleria d’arte moderna. La coppia vive in un bell’appartamento che si affaccia sul lago di Lugano, arredato in maniera moderna e hi-tech, pieno di preziose quanto stravaganti opere d’arte. I due vivono una vita assolutamente normale e tranquilla e i loro tempi e modi sono sincronizzati con quelli della città svizzera. Tuttavia il rapporto tra loro è solo apparentemente felice perché la coppia vive un disagio: non riesce ad avere figli. Quando meno se lo aspettano, la vita di Stefano e Petra viene travolta da un evento inaspettato: arriva Peppe, il temuto fratello di Stefano, un ex cantante neomelodico che vive di espedienti crogiolandosi nella sua napoletanità. Da questo momento in poi quella casa, quella vita, non sarà più la stessa diventando campo di battaglia tra due mentalità, due modi di vivere che messi a confronto offriranno mille spunti di comicità e di riflessione.
Da Venerdì 28 a Domenica 30 Marzo, I Due Della Città Del Sole srl presenta Luigi De Filippo in “Cani e gatti“ (Marito e Moglie) (nostro articolo)
di Eduardo Scarpetta, riduzione e regia Luigi De Filippo
Autentica macchina per ridere, Cani e gatti è un classico indiscusso della commedia partenopea. Sorprendentemente attuale dopo più di un secolo, ritrova protagonista Luigi De Filippo, personalità tra le più autorevoli del teatro napoletano.
Scritta da Eduardo Scarpetta del 1901, la commedia andò in scena l'ultima volta a Roma al Teatro Eliseo nel 1970 in un adattamento di Eduardo De Filippo, che la ridusse da tre a due atti. La versione cinematografica del 1952 ebbe protagonista Titina De Filippo a fianco di Umberto Spadaro. Come già Eduardo più di quarant'anni fa, Luigi De Filippo è un protagonista di eccezionale misura comica e la sua riduzione, adatta ai gusti contemporanei con tempi comici più serrati, conserva la verve del nonno Scarpetta.
Il fresco matrimonio di Ninetta e Ciccillo è turbato dall’eccessiva gelosia di lei, che logora senza tregua il rapporto creando in casa un’atmosfera di continua tensione. Intervengono i genitori di Ninetta, Don Salvatore e Rosina, che decidono di fingersi “cani e gatti”, per dimostrare come un’incessante litigiosità mini alle fondamenta le basi del matrimonio, che dovrebbero invece posare su un solido strato di armonia e serenità. Nel gioco a quattro, tra equivoci e risse verbali vere o fasulle, si inseriscono gli altri personaggi, caricature di spiccata vivacità partenopea.
Nel finale dello spettacolo, il protagonista si rivolge al pubblico con una battuta che chiarisce l’origine di tutte le incomprensioni coniugali: “La donna sposa l’uomo sperando che cambi, però l’uomo in realtà non cambia; al contrario, l’uomo sposa la donna sperando che non cambi, e invece la donna cambia, eccome!”.
Da Venerdì 2 a Domenica 4 Maggio, Suoni e Scene presenta Biagio Izzo in “Come un Cenerentolo”
di B. Tabacchini e B. Izzo, regia Claudio Insegno
“Come un Cenerentolo” è una rivisitazione in chiave moderna della favola di Cenerentola al maschile; quello che fece Jerry Lewis nel film del 1960 “Il Cenerentolo”. Una trasposizione delle identità di genere dei due ruoli centrali della fiaba, ovvero dell’eroina discriminata e della fatina buona, che cambiano sesso. Elementi che accomunano il Cenerentolo di Biagio Izzo a quello del famoso attore americano; elementi dai quali si trae lo spunto per rendere omaggio a uno dei cosiddetti ”mostri sacri” del mondo del cinema statunitense del dopoguerra. Pensava certamente a Jerry Lewis, Biagio Izzo, quando agl’inizi della sua carriera creò l’esilarante, esplosivo, esagerato, Bibì , che di similitudini con il “picchiatello” più famoso del mondo ne ha davvero tante. Così Biagio, come Bibì, alla ricerca del suo “fato” in questa storia che non vuole essere una parodia del celebre racconto per bambini – cosa che invece realizzò Jerry Lewis nel suo Il Cenerentolo, ma una farsa dai toni paradossali che tratta di adozioni e successioni. Infatti Biagio è il figlio adottivo di una famiglia di albergatori, i Barone, proprietari dell’albergo Contessa sito in una ridente località di mare. Con un decreto del tribunale è stato affidato alla sua nuova famiglia in età adulta. Sentito il suo parere, e con il consenso strappato ai figli legittimi dal capofamiglia davanti al giudice del tribunale per le adozioni, ha preso il nome dei Barone con tutte le conseguenze di legge che ne derivano. Il suo arrivo ha creato scompiglio in tutta la famiglia. Sono troppo evidenti le differenze di livello sociale tra i fratelli Barone, cresciuti nel benessere, e l’ultimo arrivato di cui non si conoscono i trascorsi e che da quanto sì desume dai suoi modi rozzi, non deve essere stato, certamente, educato ad Oxford. In casa è tenuto a freno e non gode di tutte le prerogative riservate, invece, ai suoi fratelli. La famiglia lo tiene a distanza. Sono in ballo questioni di interessi. Oltre al cognome, l’adottato acquista anche i diritti successori, con una posizione che è assimilata a quella di un figlio concepito durante un matrimonio. Entra quindi nell’asse ereditario in relazione alle successioni legittime. I Barone sono una famiglia ricca. Per lo spirito di liberalità del padre adottivo, Biagio si ritrova quindi una posizione invidiabile e vorrebbe godersela. Ma si sa, nelle favole il danaro non è tutto e la favola ci aiuterà a trasformare quel rozzo Cenerentolo in un perfetto gentleman dei nostri giorni.

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