Stagione Teatrale 2013/2014 al Teatro Comunale
Caserta – dal 1 Novembre 2013
Comunicato stampa
Teatro Comunale, Via Mazzini, Caserta
Programma:
Da Venerdì 1 a Domenica 3 Novembre, Coop. Gli Ipocriti presenta
Pierfrancesco Favino in “Servo per due” (nostro
articolo)
tratto da “Il servitore di due padroni“ di Carlo Goldoni, regia Pierfrancesco
Favino e Paolo Sassanelli. Debutto Nazionale
adattamento teatrale Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen,
Simonetta Solder
con Gli Attori Del Gruppo Danny Rose, canzoni e musiche eseguite dal vivo
dall’orchestra Musica Da Ripostiglio
Scene Luigi Ferrigno. Costumi Alessandro Lay
Negli anni Trenta a Rimini, Pippo, il nostro moderno Arlecchino ha appena perso
il lavoro e si ritrova depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter
mangiare. Essendo ossessionato dal cibo è disperato, comincia a cercare un nuovo
mestiere e dopo vari tentativi accetta di lavorare contemporaneamente alle
dipendenze di due diversi padroni, trovando così il modo di raddoppiare il suo
salario e i suoi pasti.
Uno è Rocco, un piccolo malvivente del Nord, ora a Rimini per riscuotere una
notevole somma, dopo aver concluso un affare con Bartolo, padre della sua
fidanzata Clarice; l’altro è Lodovico, anch’egli noto malfattore. Essere al
servizio di due padroni, significherà per Pippo avere anche un doppio carico di
lavoro; dovrà ricordare quali ordini e da chi gli verranno impartiti. Dopo un
po’ di tempo, frequentando le due case, Pippo scoprirà che in realtà “Rocco”,
sotto mentite spoglie, non è altro che la sua sorella gemella: Rachele.
Il vero Rocco, infatti, è stato ucciso dal fidanzato di Rachele, Lodovico
(l’altro suo padrone). Destino vuole che questi, ricercato dalla polizia, sia
nascosto a Rimini e stia aspettando di riunirsi a Rachele. Pippo, quindi, dovrà
evitare che i suoi due padroni si incontrino, al fine di scongiurare che ognuno
di loro capisca che sta lavorando anche per qualcun altro…
Sabato 9 e Domenica 10 Novembre (FUORI ABBONAMENTO), Rgs Spettacoli
presenta Ficarra e Picone in “Apriti cielo” (nostro
articolo)
di Ficarra e Picone, regia Ficarra e Picone
Il desiderio di sentire di nuovo il calore delle risate del pubblico, e' stata
la molla per la costruzione di questo nuovo testo, in tour dal 2012. Come i
precedenti lavori, anche questo, e' costituito da quadri, che, a loro volta,
rappresentano la vita quotidiana con i suoi paradossi al limite dell'assurdo. Un
cadavere tra i piedi di due improbabili tecnici della tv, e' solo una sfortunata
coincidenza o, come nella migliore "dietrologia italiana", c'è un oscuro
manovratore? Le leve del potere attuale sono in mano a "menti raffinatissime"
disposte a tutto, o a uomini normali con i loro limiti? Il fanatismo religioso
apre le porte del paradiso o da vita a situazioni dai risvolti assurdi e perciò
divertenti? Insomma, i due comici, prendendo spunto dalla vita di tutti i
giorni, piena di cronaca nera, politica, religione e tanto altro, ci offrono,
con la leggerezza che li contraddistingue, una riflessione divertente sulla
nostra società e sulla nostra nazione, regalandoci uno spettacolo dai colori
forti ancora una volta scritto e interpretato da Ficarra & Picone.
Da Venerdì 22 a Domenica 24 Novembre, Doppiaeffe production srl presenta
Marisa Laurito e Giuseppe Zeno in “La signora delle mele”
testo teatrale di Riccardo Manaò, regia Bruno Garofalo
con Mimmo Esposito, Giuseppe De Rosa, Mario Santella, Antonio Ferrante e con
Charlie Jacobs Cannon
Canzoni Di Nicola Piovani E Vincenzo Cerami
Costumi Mariagrazia Nicotra Coreografie Enzo Castaldo
Scene E Regia Bruno Garofalo
La commedia si svolge a New York nelle strade di Broadway, siamo nell'anno 1933.
Da qui a qualche mese il proibizionismo finirà insieme alla grande crisi
economica cominciata nel '29. E’ l’epoca della musica jazz, ma il jazz dei
locali notturni era soprattutto bianco. Erano i famosi anni ruggenti, un'epoca
in cui si faceva baldoria nei locali, si beveva nonostante il proibizionismo e
si sparava con molta naturalezza, e la legge aveva a che fare con un tale
chiamato Al Capone. Alla fine del '33 il presidente Roosevelt con il "New Deal"
rilancerà l'economia del paese e anche per la malavita le cose cambieranno. In
questo contesto nasce e si sviluppa la storia di Annie, detta "la signora delle
mele", e di Dave lo sciccoso, un elegante gangster dal cuore d'oro: due
protagonisti che con le loro vicende incarnano bene lo spirito dell'epoca.
Raccontata come una favola "Un giorno da signora" è una vicenda ancora
incredibilmente attuale in questi nostri tempi in cui attraversiamo una crisi
economica simile a quella del '29, una certa politica convive con la malavita, e
si acuisce sia l'emarginazione sociale che l'insofferenza verso gli immigrati.
Annie la vagabonda è un'emigrante italiana arrivata negli States con grandi
speranze di realizzare i suoi sogni, una donna forte che ha combattuto per
affermarsi e per difendere i diritti e dei piu' deboli, ma che ha dovuto
soccombere sopportando lo svilimento dei suoi ideali. Ed è per questo che decide
di sopravvivere in strada, senza possedere nulla, libera da tutto. Dave lo
sciccoso è un gangster simpatico, superstizioso e volitivo, che briga per fare
un salto di qualità e diventare un potente boss ma, al momento di associarsi con
la mala dei mitra e degli eccidi, decide di cambiare vita ed intraprendere la
strada dell' onestà. Questa e' una storia che non invecchia mai perché tratta di
sentimenti universali, di lotta per la sopravvivenza, di sconfitte e vittorie,
d'amore per i figli e per il proprio partner. E alla fine, come nelle migliori
favole, tutti diventano migliori. Una storia che tocca molte corde dell' animo
umano, piena di humor e azione, divertente e ironica, accompagnata da
vivacissima musica jazz.
Da Venerdì 6 a Domenica 8 Dicembre, Elledieffe srl presenta Luca De
Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo in “Sogno di una
notte di mezza sbornia“
di Eduardo De Filippo, regia Armando Pugliese (liberamente tratta dalla commedia
“La fortuna si diverte” di Athos Setti)
Scene Gianmaurizio Fercioni - Costumi Silvia Polidori
Con Sogno di una notte di mezza sbornia la Compagnia di Teatro di Luca De
Filippo propone un nuovo progetto, questa volta specificatamente tematico, sui
testi di Eduardo, in un percorso che porterà successivamente all’allestimento di
“Non ti pago”, che lo stesso Eduardo definisce “una commedia molto comica che
secondo me è la più tragica che io abbia scritto”. Infatti “Sogno di una notte
di mezza sbornia” - scritta da Eduardo nel 1936- ne è il prologo naturale: si
parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di
un’umanità dolente, che solo in questo modo ha la capacità di pensare a un
futuro migliore per sopravvivere al proprio presente. Utilizzando lo stile
comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa, Eduardo combina la forma
della classica e antica tradizione teatrale napoletana con le tematiche che
saranno sviluppate appieno nelle sue commedie successive. Al centro c’è dunque
il popolare gioco del lotto, dove però qui la scommessa si pone fra la vita e la
morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Nello
sviluppo della commedia è inoltre presenza sostanziale la comunità dei familiari
e degli amici, stretta intorno al protagonista ed al suo dramma forse più per
egoistico interesse personale che per solidarietà e sostegno, una comunità
grazie alla quale Eduardo può declinare il carattere corale e sfaccettato della
sua drammaturgia. E poi, soprattutto, c’è il finale che non chiude, ma rilancia
una sorpresa che non si consuma mai, fra gioco dell’esistenza e gioco della
scena. Ancora una volta Eduardo, in modo ironico e intelligente, pungente e
raffinato, ci propone un'occasione di riflessione sul nostro modo di stare al
mondo.
A Pasquale Grifone, un povero facchino, piace alzare il gomito e quando beve fa
sogni strani, così da ricevere la “visita” di Dante Alighieri, del quale gli era
stato regalato un busto in gesso. Il Poeta suggerisce all’uomo quattro numeri da
giocare al lotto, sotto- lineando però che essi rappresentano anche la data e
l’ora della sua morte. Di lì a poco, la quaterna esce e Pasquale vince una forte
somma di denaro; la famiglia si adatta prestissimo alle nuove condizioni e
nessuno si preoccupa della crescente disperazione del povero Pasquale,
terrorizzato dalla sua "imminente" morte, cercano anzi di convincerlo del fatto
che si tratti solo di una sciocca superstizione. Il giorno annunciato però la
famiglia si veste a lutto: tutti, ormai, sono convinti che quelli siano gli
ultimi momenti di vita dell’uomo ma quando il pericolo sembra ormai scongiurato
un colpo di scena riapre il gioco…
Da Venerdì 13 a Domenica 15 Dicembre, Enfi Teatro presenta Carlo
Buccirosso in “La vita e’ una cosa meravigliosa…“
di Carlo Buccirosso, regia Carlo Buccirosso
Scenografia Gilda Cerullo - Costumi Zaira De Vincentis - Disegno Luci Francesco
Adinolfi - Musiche Originali Bruno Lanza
In un mondo che ha ormai smarrito i valori rassicuranti dell’anima, le certezze
più confortevoli, le ancore di salvataggio di un’esistenza sempre più simile ad
una lotta per la sopravvivenza, in cui lo stato e gli uomini chiamati a
rappresentarlo appaiono sempre più come fantasmi in cerca di legalità ed onestà
decedute da tempo, la fuga dal rapporto sociale ed il rifugio tra le proprie
mura domestiche appaiono soluzioni tristemente indispensabili per la
ricostruzione della dignità ed il rafforzamento della propria fede, quella che
tiene unito l’uomo al proprio nucleo familiare come un cordone ombelicale
indissolubile! E sarà forse a quel punto che anche la più gigantesca, la più
insuperabile, la più inesorabile delle crisi di un intero paese, forse di una
intera umanità, sarà lasciata alle spalle come un ciclone che si allontana
funereo e spietato a far danni in qualche altra parte del mondo, mentre la tua
allegra famigliola, stretta a te, ti sorride felice, fiduciosa, rinsavita e
speranzosa, consapevole e rigenerata, dal ritorno tra le mura confortevoli del
proprio bunker familiare!La riconquista della propria vita, straziata e
mortificata, poi restituita da un cumulo di macerie alle quali nemmeno il più
insensibile degli esseri umani sarebbe stato capace di sopravvivere. Sembra la
trama di un costoso film catastrofico hollywoodiano, e invece è solo la piccola
squallida trama della vita del nostro misero paese...!
Da Venerdì 10 a Domenica 12 Gennaio, Nuovo Teatro presenta Stefano
Accorsi e Marco Baliani in “Giocando con Orlando“ (nostro
articolo)
di Marco Baliani, regia Marco Baliani
Coincidenze, occasioni e imprevisti hanno generato questa nuova avventura, che
parte dal successo dell’edizione di Furioso Orlando, e raccoglie la necessità e
la rinnovata sfida di provare a esplorare il testo in una direzione ancor più
radicale dove l’arte sublime del giullare e dell’improvvisazione fa risuonare i
corpi in scena attraversati da rime, versi, suoni, rumori trasformandoli in uno
e in tutti i personaggi e nei mostri e nelle creature magiche del celebre ‘cantare’.
“Lo scorso luglio ero ad Asti – racconta Baliani – per la regia della stagione
estiva del Furioso Orlando, ma quel giorno l'attrice – Nina Savary – non è
riuscita a prendere l'aereo, le scenografie non sono partite da Napoli e c'erano
più di ottocento prenotazioni…Il produttore Marco Balsamo e gli organizzatori
erano disperati, con Stefano Accorsi ci siamo messi a tavolino: siamo andati in
scena così, senza costumi e luci, improvvisando. Io, che non conoscevo a memoria
il testo, ho recitato le parti femminili e ho riprodotto con il suono della voce
tutti i rumori di scena. Lì è nata l’idea di creare una nuova messinscena, con
soltanto noi due attori in scena, tornando un po’ al fondamentalismo del mio
Kohlhaas. È un nuovo esperimento, una nuova tappa di lavoro.”
Stefano Accorsi sarà ancora il paladino Orlando, ma anche il cantore che
aggancia i vari episodi nel flusso della storia, Marco Baliani sarà invece un
fool, un regista in scena, pronto ad essere spalla e comprimario, a tendere
trappole e
inventare strofe.
Lo spettacolo parte sempre dalle due storie d’amore principali: il paladino
Orlando che insegue la bella Angelica e la guerriera cristiana Bradamante
innamorata di Ruggiero, cavaliere saraceno destinato alla conversione, per poi
moltiplicare i personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, per
condurli a giocare sulla corrispondenza delle rime infilate in un ritmo
galoppante, con molta improvvisazione verbale, con rime difficili da trovare,
con gesti difficili da compiere.
Mimmo Paladino con i suoi celebri cavalli, realizza la giostra per i duelli, gli
amori, gli scontri e gli incontri dei cavalieri che appaiono e scompaiono nel
girotondo che il gioco impone. In un impianto scenico firmato da Daniele Spisa
si muovono i costumi di Alessandro Lai nel disegno luci di Luca Barbati.
Da Venerdì 24 a Domenica 26 Gennaio, Crossover Entertainment presenta
Piero Mazzocchetti in “Parlami d’amore Mariu’“
Viaggio canoro tra la musica leggera e la musica lirica con la Iris String
Orchestra
Direzione Musicale Maestro Marco Marrone. Corpo Di Ballo Contemporaneo Ballet
Lo show di Mazzocchetti è un viaggio attraverso il mondo del crossover cioè la
fusione tra la musica leggera e la lirica, attraversando con interpretazioni
suggestive ed emozionanti oltre 50 anni di musica italiana ed internazionale.
Partendo dal successo sanremese "Schiavo d'amore" fino ad interpretare romanze
come "Tu che m hai preso il cuore", "Parlami d amore mariù", "Caruso", omaggio a modugno con
"Meraviglioso" e "Tu si na cosa grande", "La vita è bella", "Mamma", "I migiori anni della nostra vita",
"Granada", omaggio a Sinatra con "Strangers in the
night" e "My way", "O sole mio", "Nel blu dipinto di blu" e tante altre canzoni
celebri che rendono lo spettacolo di Mazzocchetti unico nel suo genere, la
grazia e la bellezza del corpo di ballo arricchiscono lo show con coreografie
inedite che ricreano in maniera suggestiva anche con cambi di costumi i vari usi
dell'epoca appartenenti ai brani che l artista va ad interpretare.
Un omaggio anche a Piazzola con la passione del tango che affascina il pubblico
oltre nell’ ascolto anche nel colpo d occhio scenografico e coreografico. Nello
show "Parlami d’amore Mariù" vi è anche grazie alla vocalità unica di Mazzocchetti
un tributo al bel canto con l’esecuzione di arie d’opera celebri tratte dalla
Tosca, Turandot, e Rigoletto, soddisfacendo anche il pubblico dal palato più
fino.
Un omaggio all'amore grazie alla musica che è l 'unico e vero linguaggio
universale che attraversa le generazioni rimanendo intatta e preservando ancora
i valori ormai dimenticati.
Da Venerdì 14 a Domenica 16 Febbraio, Nuovo Teatro presenta Rocco Papaleo
in “Una piccola impresa meridionale”
di Rocco Papaleo e Valter Lupo, regia Rocco Papaleo
E con Francesco Accardo, Chitarra, Jerry Accardo, Percussioni, Pericle Odierna,
Fiati, Guerino Rondolone, Contrabbasso, Arturo Valiante, Pianoforte
Un esperimento di teatro canzone, come un diario da sfogliare a caso, che
raccoglie pensieri di giorni differenti. Brevi annotazioni, rime lasciate a
metà, parole che cercavano una musica, storielle divertenti o che tali mi
appaiono nel rileggerle ora. Non è che un diario racchiuda una vita, ma di
certo, dentro, trovi cose che ti appartengono, e nel mio caso l’azzardo che su
alcune di quelle pagine valesse la pena di farci orecchiette, per riaprirle ogni
sera a chi ha voglia di ascoltare. Fin qui, il senso della piccola impresa. A
renderla meridionale, ci pensa l’anagrafe, mia e della band che tiene il tempo.
Ma sarebbe meglio dire, il controtempo, visto che il sud, di solito, scorre a un
ritmo diverso. La questione meridionale in fondo è tutta qui: uno scarto di fuso
orario, un jet-lag della contemporaneità che spesso intorpidisce le nostre
ambizioni. Del corpo sociale, siamo gli arti periferici, dita e unghie. Il cuore
pulsante batte altrove, mentre a noi, tutt’al più spetta la manicure.
Da Venerdì 28 Febbraio a Domenica 2 Marzo, L’incredibile presenta Massimo
Ghini e Elena Santarelli in “Quando la moglie e’ in vacanza“
di George Axelro traduzione di Edoardo Erba, regia Alessandro D’Alatri
Musiche Originali Renato Zero - Scene Aldo Buti
Il testo debuttò a Broadway nel 1952 con un notevole successo di critica e
pubblico, ma la sua vera consacrazione internazionale avvenne nel 1955
attraverso l’adattamento cinematografico di Billy Wilder.Il titolo originale
"The seven year itch" (Il "prurito" del settimo anno) contiene forse più
informazioni della seppur felice traduzioni italiana “Quando la moglie è in
vacanza. E’ una commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e al tempo stesso
una feroce satira di costume contro il perbenismo di una certa “middle class”
che sembra non avere epoche e che viene messa a confronto con le ambizioni di
una ragazza che cerca di ridisegnare una propria personalità attraverso
l’impegno nel mondo patinato della pubblicità, della moda o dello spettacolo in
generale. Fa da detonare la prorompente fisicità della ragazza che come un
uragano entra nella banale quotidianità di un maschio irrisolto. Un maschile che
più che subire l’attrazione femminile sembra essere spaventato da quell’apparentemente
irraggiungibile opportunità. Considerando che sono passati più di sessant’anni
dal suo debutto, il testo mantiene ancora intatta la freschezza di uno sguardo
sui comportamenti e le relazioni tra maschi e femmine. E’ con questo spirito che
mi accingo a dirigere questa commedia. Anche se i meccanismi relazionali
sembrano essere intatti, altrettanto non viene da considerarlo rispetto
all’ambientazione in questione. Trovo che il testo contenga tutti gli elementi
per essere adattato alla nostra epoca e ai nostri riferimenti culturali.
Altrimenti ne risulterebbe una mera ricostruzione delle relazioni tra uomo e
donna negli anni cinquanta nella società americana di quel tempo. Un aspetto
estremamente interessante è la divisione dell’opera in due tempi narrativi: il
reale e la proiezione delle reciproche insicurezze dei personaggi.
Un’opportunità per restituire al progetto tutta la freschezza dello sguardo
sulle relazioni tra gli esseri umani. Mi diverte l’idea di vivificare le
proiezioni e le ansie dei protagonisti attraverso soluzioni moderne e fortemente
visive che il linguaggio teatrale può offrire al pubblico contemporaneo. E’ una
splendida occasione per proporre alla platea italiana, peraltro in anteprima
assoluta, la genialità e il divertimento di un testo così intelligente e
attuale.
Da Venerdì 14 a Domenica 16 Marzo, Teatro Totò presenta Gino Rivieccio in
“Ti presento mio fratello”
di Stefano Sarcinelli, Peppe Quintale, Gino Rivieccio, regia Gaetano Liguori
Musiche Antonio Onorato - Scene Tonino Di Ronza
Costumi Maria Pennacchio
Stefano ha cinquant’anni, è un napoletano che vive a Lugano da quando si è
sposato dieci anni addietro con Petra, una donna di trent’anni della Svizzera
tedesca. Stefano, che ormai si è adattato perfettamente alle abitudini e alla
vita del cantone, è un avvocato mentre Petra ha una galleria d’arte moderna. La
coppia vive in un bell’appartamento che si affaccia sul lago di Lugano, arredato
in maniera moderna e hi-tech, pieno di preziose quanto stravaganti opere d’arte.
I due vivono una vita assolutamente normale e tranquilla e i loro tempi e modi
sono sincronizzati con quelli della città svizzera. Tuttavia il rapporto tra
loro è solo apparentemente felice perché la coppia vive un disagio: non riesce
ad avere figli. Quando meno se lo aspettano, la vita di Stefano e Petra viene
travolta da un evento inaspettato: arriva Peppe, il temuto fratello di Stefano,
un ex cantante neomelodico che vive di espedienti crogiolandosi nella sua
napoletanità. Da questo momento in poi quella casa, quella vita, non sarà più la
stessa diventando campo di battaglia tra due mentalità, due modi di vivere che
messi a confronto offriranno mille spunti di comicità e di riflessione.
Da Venerdì 28 a Domenica 30 Marzo, I Due Della Città Del Sole srl
presenta Luigi De Filippo in “Cani e gatti“ (Marito e Moglie) (nostro
articolo)
di Eduardo Scarpetta, riduzione e regia Luigi De Filippo
Autentica macchina per ridere, Cani e gatti è un classico indiscusso della
commedia partenopea. Sorprendentemente attuale dopo più di un secolo, ritrova
protagonista Luigi De Filippo, personalità tra le più autorevoli del teatro
napoletano.
Scritta da Eduardo Scarpetta del 1901, la commedia andò in scena l'ultima volta
a Roma al Teatro Eliseo nel 1970 in un adattamento di Eduardo De Filippo, che la
ridusse da tre a due atti. La versione cinematografica del 1952 ebbe
protagonista Titina De Filippo a fianco di Umberto Spadaro. Come già Eduardo più
di quarant'anni fa, Luigi De Filippo è un protagonista di eccezionale misura
comica e la sua riduzione, adatta ai gusti contemporanei con tempi comici più
serrati, conserva la verve del nonno Scarpetta.
Il fresco matrimonio di Ninetta e Ciccillo è turbato dall’eccessiva gelosia di
lei, che logora senza tregua il rapporto creando in casa un’atmosfera di
continua tensione. Intervengono i genitori di Ninetta, Don Salvatore e Rosina,
che decidono di fingersi “cani e gatti”, per dimostrare come un’incessante
litigiosità mini alle fondamenta le basi del matrimonio, che dovrebbero invece
posare su un solido strato di armonia e serenità. Nel gioco a quattro, tra
equivoci e risse verbali vere o fasulle, si inseriscono gli altri personaggi,
caricature di spiccata vivacità partenopea.
Nel finale dello spettacolo, il protagonista si rivolge al pubblico con una
battuta che chiarisce l’origine di tutte le incomprensioni coniugali: “La donna
sposa l’uomo sperando che cambi, però l’uomo in realtà non cambia; al contrario,
l’uomo sposa la donna sperando che non cambi, e invece la donna cambia,
eccome!”.
Da Venerdì 2 a Domenica 4 Maggio, Suoni e Scene presenta Biagio Izzo in
“Come un Cenerentolo”
di B. Tabacchini e B. Izzo, regia Claudio Insegno
“Come un Cenerentolo” è una rivisitazione in chiave moderna della favola di
Cenerentola al maschile; quello che fece Jerry Lewis nel film del 1960 “Il
Cenerentolo”. Una trasposizione delle identità di genere dei due ruoli centrali
della fiaba, ovvero dell’eroina discriminata e della fatina buona, che cambiano
sesso. Elementi che accomunano il Cenerentolo di Biagio Izzo a quello del famoso
attore americano; elementi dai quali si trae lo spunto per rendere omaggio a uno
dei cosiddetti ”mostri sacri” del mondo del cinema statunitense del dopoguerra.
Pensava certamente a Jerry Lewis, Biagio Izzo, quando agl’inizi della sua
carriera creò l’esilarante, esplosivo, esagerato, Bibì , che di similitudini con
il “picchiatello” più famoso del mondo ne ha davvero tante. Così Biagio, come
Bibì, alla ricerca del suo “fato” in questa storia che non vuole essere una
parodia del celebre racconto per bambini – cosa che invece realizzò Jerry Lewis
nel suo Il Cenerentolo, ma una farsa dai toni paradossali che tratta di adozioni
e successioni. Infatti Biagio è il figlio adottivo di una famiglia di
albergatori, i Barone, proprietari dell’albergo Contessa sito in una ridente
località di mare. Con un decreto del tribunale è stato affidato alla sua nuova
famiglia in età adulta. Sentito il suo parere, e con il consenso strappato ai
figli legittimi dal capofamiglia davanti al giudice del tribunale per le
adozioni, ha preso il nome dei Barone con tutte le conseguenze di legge che ne
derivano. Il suo arrivo ha creato scompiglio in tutta la famiglia. Sono troppo
evidenti le differenze di livello sociale tra i fratelli Barone, cresciuti nel
benessere, e l’ultimo arrivato di cui non si conoscono i trascorsi e che da
quanto sì desume dai suoi modi rozzi, non deve essere stato, certamente, educato
ad Oxford. In casa è tenuto a freno e non gode di tutte le prerogative
riservate, invece, ai suoi fratelli. La famiglia lo tiene a distanza. Sono in
ballo questioni di interessi. Oltre al cognome, l’adottato acquista anche i
diritti successori, con una posizione che è assimilata a quella di un figlio
concepito durante un matrimonio. Entra quindi nell’asse ereditario in relazione
alle successioni legittime. I Barone sono una famiglia ricca. Per lo spirito di
liberalità del padre adottivo, Biagio si ritrova quindi una posizione
invidiabile e vorrebbe godersela. Ma si sa, nelle favole il danaro non è tutto e
la favola ci aiuterà a trasformare quel rozzo Cenerentolo in un perfetto
gentleman dei nostri giorni.