Intervista
effettuata nell'estate 2000.
Emilio: Iniziamo dai tuoi primi ricordi musicali …
Sono nato a Caserta nel 64. Mia sorella era pianista, mentre mio fratello era un grande ascoltatore di musica italiana, mi ha fatto conoscere Pink Floyd, Yes, Genesis, Lou Reed, Battisti, etc…, insomma tutta la scena degli anni 70. Il miglior anno della musica è il 1971, per me. I migliori dischi e i migliori gruppi sono tutti lì.
Emilio: Cosa ti ha spinto a suonare la chitarra?
Ho iniziato a suonare la chitarra alla scuola media, perché durante una gita un mio amico che suonava era attorniato da ragazze. (l'amico era Donato Roberto, poi avrebbe suonato con gli
A3c). Sì, la molla era che volevo anche io acchiappare ragazze.
Ho poi proseguito con gli amici del Liceo. Ho sempre eseguito brani miei, da autodidatta, semplicemente non riuscivo ad imitare gli altri brani, se non qualcosa del repertorio di Bowie e degli XTC.
Emilio: Hai sempre suonato innanzitutto con amici.
Si, per tutto il periodo del liceo scientifico (il Diaz di Caserta) avevo un trio con
Pino Di Meo (batteria) e Antonio Martino (basso), ci chiamavamo "Mutual", e abbiamo fatto qualche concerto locale proponendo brani nostri e cover di Bowie, XTC e Led Zeppelin. Provavamo nella mia cantina.
Emilio: Ricordo che nel tuo scantinato c'era sempre un bel po' di strumentazione, mixer, registratori.
Si, spesso prestavo il mio garage e la mia attrezzatura agli amici, e molti l'hanno usato,
Tullio Pizzorno e altri.
Emilio: Vero, e anche io devo ringraziarti, ho provato lì per un periodo insieme ai Red Box, grazie alla tua grande disponibilità.
Il primo vero gruppo, che poi è quello a cui sono rimasto per sempre legato, è quello dei
Mental Movie, con cui abbiamo suonato tante volte tra l'Ottantasette e il Novanta. Inizialmente il genere era dark, vicino a quello dei Cure, poi si è evoluto verso influenze più jazzistiche grazie al contributo di
Davide e Almerigo.
Emilio: Come mai con i Mental Movie avete attraversato un periodo di inattività così lungo?
Non abbiamo mai risolto il problema del bassista. Almerigo era inizialmente bassista, ma poi si dirottò sempre più verso la tromba, abbandonando completamente il basso. Poi perdemmo la cantante, io andai a lavorare a Trento dal 95. Come Mental Movie ho poi continuato "vitrtualmente" a produrre brani, a cui Davide e Almerigo continuavano a contribuire con sovraincisioni.
Emilio: Come sei attrezzato ora che sei di nuovo tornato a Caserta?
Ho un piccolo studio, con un 16 tracce digitale della Roland, con cui registro molti brani, utilizzando anche la chitarra MIDI, con cui posso finalmente suonare qualsiasi timbro voglio. In questo momento ho comprato una bellissima Fender Stratocaster e un ampli Mesa Bolgie. E con questo "sound" vorrei ritornare a suonare tra amici ripartendo da zero.
Emilio: Gli artisti casertani che più ti hanno influenzato?
La figura più importante è Fausto Mesolella, a cui dovrebbero dedicare un monumento a Caserta. Anche grazie a lui mi sono accostato alla chitarra, non aveva rivali e ed era un modello di riferimento per tanti. Anche per tutte le innovazioni che ha portato usando il mandolino elettrico, con le chitarre acustiche, nei suoi dischi "tirrenio" e "ecce rock". Questo è il stato il primo riferimento. L'ultimo, attuale, è
Pietro Condorelli soprattutto per lo stupendo disco "on my browser".
Emilio
Di Donato
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Come
suggerisce un mio amico, i dischi che amiamo danno un nostro ritratto
"interno". Per questo chiediamo quali sono i classici dieci
"dischi del cuore" da
portare sulla ipotetica isola deserta.
I
10 dischi del cuore di:
Giancarlo
Della Ragione
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David
Bowie: Hunky Dory
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XTC:
English Settlement
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Police:
Regatta de Blanc
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Dire
Straits: Dire Straits (1)
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Pink
Floyd: Dark Side of the moon
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Miles
Davis: A kind of blue
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Allan
Holdsworth: I.O.U.
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Jeff
Beck: There and Back
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Django
Rheinardt: E le quintette du Hot Club
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Miles
Davis: ‘58 Miles
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