Passeggiate casertane: Da piazza Vanvitelli alla Vaccheria

4° tappa: il casale di Sala di Caserta

a cura di Lorenzo Di Donato


Tappe della passeggiata:

1: Piazza Vanvitelli

2: Corso Giannone

3: Aldifreda e i Mulini Militari

4: il casale di Sala

5: San Leucio

6: Vaccheria

 

Quarta tappa: il casale di Sala di Caserta

 

Sala presenta subito il suo legame con i Borboni: il sottopasso al parco della Reggia che permette alle acque del parco di dare luogo alla bella cascata di Eolo; il palazzo Graefer appena dopo di esso, alla sua sinistra, e,dopo manco cento metri, la ciminiera di uno stabilimento serico, sulla destra, a testimonianza della diffusione di piccole e grandi imprese seriche sorte con e dopo l’affermarsi di quella di san Leucio, e di cui quella dei De Negro è oggi il retaggio più importante. Ancora oggi è possibile udire il caratteristico rumore di telai in azione in case private quando il rumore delle auto in transito lo consente.

Ma, prima di entrare in Sala, è utile un avviso: parlate con rispetto e profonda devozione di san Donato martire se non volete urtare la suscettibilità dei salesi, che nutrono profonda venerazione verso il Santo venuto da Roma, nel 1830 per intercessione di Sua Maestà Ferdinando II, custodendone gelosamente le reliquie in una teca posta sotto l’altare maggiore della chiesa dell’Arciconfraternita del SS.mo Rosario in via san Donato.

Purtroppo se così salvate la vostra incolumità dai salesi, per salvaguardarvi dalla teoria di auto che attraversano le strade di Sala -strette e tortuose perché antiche e perciò sorte per il traffico di villici e carretti- dovete affidarvi alla vostra prudenza e all’aiuto di san Donato (fa bene! fa bene!) e di Domineddio.

Queste difficoltà ben ripagano chi, lasciata l’auto al di qua del sottopasso, va in esplorazione di questo antico Casale di Caserta, incontrando piccole preziosità e curiosità che non solo non possono essere gustate ma neanche intraviste da chi passa in auto..

Subito s’incontra il palazzo Graefer, costruitogli da Ferdinando IV perché vicinissimo al Giardino Inglese al cui impianto il Graefer stava sovrintendendo: insomma casa e bottega, per il botanico inglese, visto che il Giardino inglese confina con via Mulini reali. Forse anche per essere un poco più libero il Graefer non l’ha mai abitato, preferendogli prima il palazzo Forgione in via san Donato (allora via alla Cappelluccia) e, poi, una residenza a Ercole. Oggi il palazzo è residenza di suoi eredi.

La parte terminale di via Ponte è interessante per la presenza della chiesa dedicata a san Simeone profeta, nominata nella Bolla di Senne (1113) e parrocchia dal 1588, con un piccolo monumento ai Caduti di Sala che fu inaugurato nel 1939 con parata di soldati, avanguardisti e balilla- alla presenza di autorità militari e di Federali- ancora oggi ricordata dagli anziani salesi.

Di fronte alla chiesa c’è il vicolo delle Frange a rimarcare, ancora una volta, sia quanto sia antica la struttura urbana del borgo sia una particolare lavorazione della seta (le frange, appunto) eseguita con piccoli telai domestici. Fino a cinquant’anni fa non era raro vedere questi telaietti in azione nei vicoli, all’aperto, lì portati per prendere il sole, per lavorare fuori dalle buie stanze e …per chiacchierare.

E, ancora a Sala, si sono fino ad oggi conservati i cortili giganti, anche inanellati - l’uno dentro l’altro- a formare un piccolo quartiere. Anche l’edilizia industriale è ricordata, non solo con il già menzionato setificio De Negri e lo stabilimento per la colorazione della seta, degli Alois, ma anche per quanto resta della colléra, lassù, sopra il palazzo Grauso, con le strette e lunghe monofore ancora ben visibili anche se trasformate in finestre di appartamenti. Per i pochi che non lo sanno, le collére sono costruzioni alte e con finestre strette e lunghe, nelle quali veniva essiccata la colla di origine animale (la cosiddetta colla di pesce). Perciò esse venivano costruite nella parte più alta dell’edificio: erano naturalmente ventilate e rendevano il puzzo della colla più sopportabile.

In via san Donato s’incontra il palazzo Forgione, che, in facciata, ha l’accesso alla cappella di famiglia che il canonico Mattiangelo Forgione volle dedicata a santa Maria degli Angeli e SS.mi Pietro e Paolo.

Al termine della strada c’è la già menzionata chiesa dell’Arciconfraternita del Santissimo Rosario e delle Anime Purganti che, come già detto, conserva le reliquie di san Donato martire. E’ ad unica navata con cantoria e, caso forse unico a Caserta, sotto il pavimento di essa, ha un ipogeo, detto Terrasanta, che fu cimitero dei confratelli della Confraternita fino al colera del 1836, che segnò la fine delle sepolture nelle chiese. La Terrasanta è tuttora in buone condizioni e così le pitture murali a soggetto funebre alle pareti, perché, ancora adesso, il 2 novembre, la Comunità di Sala vi si reca in processione penitenziale per una solenne benedizione di quanti vi sono sepolti. Alle pareti dell’ipogeo sono anche otto ‘cantarelle’, piccole nicchie a forma di sedile, che servivano allo scolo dei cadaveri. Forse non sono state mai usate a tal fine, perché costruite alla fine del settecento, quando tale pratica era quasi universalmente in disuso.

Per visitare la Terrasanta o si partecipa alla processione penitenziale del 2 novembre (ore 18 circa) o si chiede il permesso al priore dell’Arciconfraternita.

Prima di lasciare Sala vanno menzionate due piccole antichità: come testata d’angolo del palazzo della farmacia c’è una statua acefala, di togato o di donna, di epoca romana; in un piccolo vano alla base del campanile è situato un masso con un incavo, che un’antica tradizione vuole essere l’impronta lasciata dall’asina che cavalcava san Vitaliano mentre da Capua si recava a Casola, dove fu per alcuni anni in eremitaggio.

Ma è tempo ora di avviarci verso san Leucio, lungo la S.S.Sannitica. Dal viale dei tigli (sott’ ‘e teglie), al bivio di Briano, già si intravedono le strutture e gli stabilimenti serici del Belvedere.

Il Ponte di Sala 

 

La ciminiera dello stabilimento serico

 

S. Donato 

 

Palazzo Forgione 

 

La Chiesa di S. Simeone profeta

 

Il monumento ai Caduti di Sala fu inaugurato nel 1939....

 

Vicolo delle Frange

 

... cortili "giganti"....

 

Chiesa dell’Arciconfraternita del Santissimo Rosario e delle Anime Purganti 

 

La Terrasanta 

 

Testata d’angolo del palazzo della farmacia

 

Impronta lasciata dall’asina cavalcata da san Vitaliano

 

 

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