Tappe della passeggiata:
1: Piazza Vanvitelli
2: Corso Giannone
3: Aldifreda e i Mulini
Militari
4: il casale di Sala
5: San Leucio
6: Vaccheria
Terza tappa: Aldifreda e i Mulini Militari
Piazza san Pietro, in Aldifreda,
faceva da magnifica quinta non solo alla strapaesana Sagra del
cucuzziello ma anche alle estemporanee esternazioni di Pascariello,
gran lavoratore che, spesso, a sera, beveva un bicchiere di troppo e
incominciava a “filosofeggiare” sui fatti del giorno e sui suoi,
arricchiti da sapide considerazioni e detti popolari. Lo ricordo
mentre, seduto sul gradino della bottega di don Pietro Assirelli
(scope, varechina sfusa, insetticida sfusa, sapone, pietra pomice e
minuterie varie), faceva scorrere la mano all’interno di una sua
scarpa, così commentando e giustificando il suo scarso bon ton: “L’ommo
cchiù fesso è chillo che se tene a vriccella int’ ‘a scarpa”.
E’ tempo ora di dirigerci verso Sala, altro borgo della vecchia
Caserta, seguendo la strada interna di Aldifreda, la via san Pietro,
dove è ubicata l’antica chiesa parrocchiale del casale con
annessa piccola canonica e giardino.
Essa è stata compagna quarantennale dell’attività pastorale
di don Pasquale Gaglione conclusasi, purtroppo, quasi con un
benservito quando si aspettava di essere nominato parroco della
nuova chiesa che lui aveva tanto contribuito ad edificare alla fine
degli anni sessanta dello scorso secolo, quella dedicata a san
Pietro in Cattedra, nel vicino rione Tescione, allora sorto da poco
e già in rapida espansione.
L’antica chiesa parrocchiale è oggi in via di restauro e così
la canonica, dovendo accogliere degnamente un gruppetto di frati
francescani che, come auspica il nostro Vescovo che oggi lo sta
ospitando in Seminario, dovrà costituire in Caserta un centro
spirituale francescano. La piccola chiesa è strategicamente posta
non lontana dall’Ospedale Civile, ai cui degenti i frati
rivolgeranno le loro cure spirituali, e dal convento dei Cappuccini,
a Puccianiello, per controllare l’esecuzione dei restauri, lunghi
e costosi, che debbono essere eseguiti a quella struttura ormai
ridotta a rudere per la colpevole incuria di quanti l’hanno avuto
fino ad oggi in custodia.
Via dei Mulini Militari è la prosecuzione di via san Pietro e,
prima dell’apertura di via Tescione nel 1926, era l’unica strada
che collegava Caserta con Sala e la SS. Sannitica. E’ questa la
strada che percorreremo ora in quanto via Tescione non ha nulla di
rimarchevole se non il nuovo Ospedale Civile, che diventa sempre
più importante ed efficiente.
L’apertura di Via Tescione provocò una diatriba decennale tra
i parroci di Sala, Puccianiello ed Aldifreda per la nuova
ripartizione delle rispettive parrocchie. Solo nel 1936 i tre
parroci firmarono un accordo … di non belligeranza e di
ripartizione dei propri territori. La Curia, fino ad allora
impotente a stabilire pace tra i parroci, si affrettò a
ratificarlo. La costruzione della chiesa di s. Pietro in Cattedra e
quella del SS.mo Nome di Maria a Puccianiello ha provocato un nuovo
cambiamento dell’estensione delle antiche parrocchie a tutto
detrimento di quella di Sala che ha visto decurtata la sua
giurisdizione della parte “oltre il Ponte”, cioè di quanto
aveva in Via Tescione, via Mulini Militari e Via Mulini Reali.
In via Mulini Militari sono posti in rapida successione gli
edifici del Mulino Militare, ormai in disuso, lo stabilimento serico
dei De Negro, che ivi ha la sua sede storica, un ingresso secondario
al Parco affiancato dalla successione di archi atti a sostenere la
condotta che trasportava l’acqua dalla vasca della fontana di Eolo
al setificio ed al Mulino Militare. La fortuna, stavolta, mi è
stata amica nell’avere foto inedite di alcuni interni del Mulino:
proprio in questi giorni gli edifici del Mulino Militare sono
oggetto di una grossa opera di ripulitura dalle erbe infestanti la
facciata ed i cortili ed di consolidamento degli intonaci della
facciata.
La prosecuzione di via Mulini Militari è via Mulino reale,
strada cieca e privata, al termine della quale era situato il Mulino
reale, oggi ristorante-pizzeria, che era alimentato da condotte
provenienti dalla cascata grande. Fin quasi alla fine del XIX secolo
si celebrava messa nei dì festivi “per comodo dei mugnai, dei
tavernai e dei lavoranti e delle loro famiglie” in una cappella
dedicata all’Immacolata Concezione di Maria SS.ma, che, fino al
1860, “era fornita di tutto quanto occorreva pel Culto Divino e
mantenuta dall’Amministrazione di casa Reale per mezzo del parroco
di san Leucio”.
Chissà se, da oggi, non vi sentirete osservati da essi quando
andrete a gustare la pizza o le specialità della cucina dei Mulini
Reali! |
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