Premessa
La
zona di Terra di Lavoro è ricca di tradizioni musicali a cui hanno attinto
negli anni '70 la NCCP e poi via via molti gruppi locali, fino ai nostri
giorni in cui la musica di ispirazione popolare sta riconquistando
l’attenzione di artisti e pubblico. Si sta ovviamente trasformando,
fondendosi con gli influssi del momento, che vanno dall’elettronica al
rock, così come è giusto che sia per una musica che deve rimanere
“popolare” e non accademica. Con
questo articolo vorrei brevemente tracciare la scena passata e presente della
musica popolare di Caserta, suggerirne una discografia, e segnalare le risorse disponibili su Internet
per poterla ascoltare o seguire.
La
situazione attuale
Attualmente in provincia
di Caserta ci sono degli ottimi gruppi che si rifanno alla musica
etnica locale. I Kashmire
propongono il repertorio tradizionale casertano in una originale versione
jazz e contemporanea. I Cantica Popularia hanno da poco pubblicato il
bellissimo CD “Incantando – Canti di Terra di Lavoro” con brani
tradizionali e originali, di livello davvero elevato. Tale lavoro è stato
prodotto dal Museo della Civiltà Contadina e Artigiana, a Pignataro
Maggiore. Il quartetto degli Etnie
ripropone motivi popolari con grande passione, e sta registrando il primo CD
per una etichetta indipendente. Personaggi come Gugliotta e Mantovanelli
propongono continuamente lavori musicali e teatrali basati sulle nostre
tradizioni, che amano e conoscono molto bene. Il gruppo popolare dei
Corepolis
(nella foto in alto) ha presentato con grosso successo questa estate il musical “Le vie della
seta” incentrato sulla storia di Caserta e San Leucio dal 1500 ai giorni
nostri. I Bottari di Portici propongono uno spettacolo dal vivo di
enorme impatto. Altri gruppi musicali quali gli "Aurunci Menestrelli"
di Sessa Aurunca sono
ancora depositari di cultura musicale popolare. C’è poi nell’aria una
sana competizione mista a collaborazione, che migliora la qualità globale
delle proposte. “Dulcis in fundo” la Nuova Compagnia di Canto Popolare,
tuttora molto attiva, è da anni di base a Caserta, e metà della formazione
è casertana.
La
riscoperta della musica popolare
Negli anni ‘70, nella
provincia di Caserta la musica popolare era molto in voga. Oltre alla sua
bellezza, esaltata dai lavori della Nuova Compagnia di Canto Popolare, la
musica popolare era anche vista come espressione della cultura di
sinistra:
la riscoperta della musica popolare era intesa come una risposta alla musica
colta o consumistica, era una tendenza in cui confluivano naturalmente
musicisti impegnati in vari tipi di musica "alternativi",
dall'avanguardia al jazz. Caserta pullulava di gruppi musicali e teatrali che si riappropriavano delle proprie radici.
Altri lavori di ispirazione popolare sono stati una grande messe di
spettacoli teatrali e musicali, tra i quali la "Canzone di Zeza" (75) e la
"Cantata dei Pastori" (76) ed altri dello stesso Teatro Popolare
Casertano,
"A cuoppo cupo ..." di Elvio Accardo, "La reginella" (80)
del
Teatro
Sperimentale Casertano, "Una Giornata a S.Leucio nell'anno di grazia 1798" (80)
del Centro delle Arti Leuciane, "Origine della popolazione di San Leucio" (82)
del Piccolo Teatro Città di Caserta.
La cronica
mancanza di mezzi e una sorta di rifiuto alla "commercializzazione"
di tali lavori ha portato ad una assenza di lavori discografici che
testimonino quel periodo. Questa mancanza di documentazione e memoria storica
dei prodotti musicali e artistici realizzati a Caserta è un problema serio.
Ci sono artisti che hanno fatto prove estenuanti per anni, per poi esibirsi
poche volte ed affidare il proprio lavoro alla sola labile memoria di chi li
ascoltò all’epoca. Tanti tesori sono così andati dispersi. Secondo me però
Internet porrà fine a tale problema: è ora possibile per gli artisti
depositare i loro brani sui tanti siti musicali del web, affidando così a
questa sorta di gigantesco archivio permanente la loro opera, che rimarrà a
disposizione di chi vorrà indipendentemente dal tempo e dallo spazio che
separa l’ascoltatore dall’esecutore. Ed è questo uno degli obiettivi
principali del nostro web magazine "Caserta Musica e Arte".
Dove
e come ascoltare
Per
ascoltare la musica folk casertana su Internet, un buon inizio è
senz’altro mp3.com/stations/CasertaFolk,
la nostra stazione
dedicata alla musica Folk di Caserta, con brani audio in formato mp3 di
valore storico o che testimoniano lo stato attuale del Folk (e tutti i suoi
derivati, dalla musica etnica alla world music) a Caserta.
Notizie
sulla musica popolare di Terra
di Lavoro si possono trovare su 'Musiqua' ( indirizzo
digilander.iol.it/musiqua), che nasce dall'idea di tre appassionati di musica, Pasquale Carusone,
Andrea Russo e Gerardo Masciandaro, provenienti da esperienze
completamente diverse ma che sono approdati alla musica etnica in generale ed
alla musica popolare della nostra zona in particolare. Il sito nasce per
fungere da punto di incontro e scambio di esperienze di chi suona, balla,
costruisce strumenti musicali o semplicemente segue questo tipo di musica. Su
www.corepolis.com il gruppo musicale Corepolis
descrive la propria attività artistica, con varie notizie di corredo: cultura
e strumenti musicali tradizionali e folk della Campania e del Sud, con varie
notizie e testi sulle tradizioni casertane. Un bel sito dedicato alla musica
etnica di tutto il mondo è cupacupa.
Conclusione
Il
binomio musica tradizionale / internet è apparentemente stridente, ma
Internet è invece il mezzo ideale per far comunicare i tanti appassionati di
tale musica su un mezzo che abbatte distanze e differenze di ceto (su
Internet chiunque può leggere, ascoltare e scaricare musica).
Dopo
questa chiacchierata, concludo invitandovi a “drizzare le antenne” in
cerca di spettacoli di musica e cultura popolare: andateli a gustare.
Incuriositevi alle forme e al suono di strumenti come la tammorra, la
mandola, la chitarra battente. Lasciatevi incantare da quel linguaggio antico
che ci appartiene. Chi di voi ha la fortuna di vivere nell’entroterra
casertano, provi ad interrogare i propri nonni sulle vecchie filastrocche, i
canti di lavoro e quelli di “‘nferta”. Il mio augurio è che anche
nelle scuole si trovi almeno un piccolo spazio per dare coscienza ai ragazzi
delle nostre tradizioni etnomusicali. Se conosceremo le nostre tradizioni e
la cultura dei nostri padri entreremo in possesso di una preziosa eredità,
che ci arricchirà e ci aiuterà a preservare la nostra identità nel mondo.
Emilio
Di Donato, 3 Dicembre 2000
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