Le
ricette tradizionali della
Cucina
Casertana
L'antipasto di Pasquaricetta di Giorgina Lieto, foto di Emilio Di Donato |
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L’antipasto pasquale di casa mia è la sintesi, o forse, meglio, la somma di varie tradizioni: di quella della mia famiglia di origine, di quella della famiglia di origine di mio marito e di altre.
Il vino sia un rosato fresco o un rosso giovane brioso.
Pasqua ebraica, Pasqua cristianadi Lorenzo Di Donato
Mi sembra opportuno dare qualche chiarimento sulle pietanze che costituiscono l’antipasto pasquale suggerito e le analogie e differenze con le pietanze servite durante la festa della Pasqua ebraica.
Questa festa ebraica, tradizionalmente, si svolge in famiglia con un pasto cerimoniale, il sèder, presieduto dal capofamiglia, che, per l’occasione, è il celebrante del rito, la sera del nostro mercoledì santo. Ho avuto la fortuna di aver incontrato qualche “capo di famiglia” capace di guidarmi alla comprensione delle varie fasi del sèder, ovvero l’ordine dei riti che presiedono l’assunzione dei cibi prescritti e la loro successione, nonché le preghiere e dei canti che li accompagnano.
Ciascun cibo simboleggia uno o più aspetti delle sofferenze patite dagli israeliti durante la loro schiavitù in Egitto: il sedano (la schiavitù in Egitto) intinta nell’aceto (le lacrime delle donne ebree in schiavitù); l’erba amara intinta nel Karoset (miscuglio di mele, noci, vino dolce, spezie), in ricordo dell’amaro miscuglio di argilla e paglia con cui gli israeliti facevano i mattoni in Egitto raddolcito dal mai sopito amore per la libertà, anche nei periodi più bui della schiavitù; il pane azzimo, perché, dovendo gli Ebrei lasciare improvvisamente l’Egitto, l’impasto non ebbe tempo per lievitare. L’uovo, simbolo di fertilità ma anche della fragilità dell’uomo, è nell’antipasto che precede la vera e propria Cena dell’agnello
Non so quanti hanno notato le similitudini tra le pietanze succedutesi nel sèder e quelle presenti nel pranzo consumato nel giorno di Pasqua da noi, e previste dalle proprie usanze familiari, molte volte intersezioni o unione di quelle dei coniugi, che perciò difficilmente riescono a diventare tradizioni.
Personalmente ho trovato molte analogie con le usanze della mia famiglia che prevedono, per il pranzo pasquale, dopo le preghiere di ringraziamento al Signore, la benedizione impartita ai familiari dal capofamiglia (celebrante?) con la palma e l’acqua benedetta. Quindi viene consumato un antipasto con: l’uovo sodo ed il pane azzimo, di cui già abbiamo dato il significato; l’affettato di salumi e la pizza rustica (in ricordo del cibo già pronto portato per essere consumato durante la fuga dall’Egitto?); la frittata di asparagi (l’erba amara?), che una volta, nella zona di Carinola, era preparata eccezionalmente dal capofamiglia (nuovamente il celebrante?) addirittura con 33 uova (gli anni di vita terrena di Gesù); fette di limone (l’aceto?) e di arancio (il keroset?).
All’antipasto in casa mia fa seguito la minestra maritata, a base di cicoria (ancora l’erba amara); quindi l’agnello o il capretto.
Ultima nota: durante il sèder, viene celebrato il solenne rito della lettura dell’haggadàb, cioè la narrazione dell’esodo. Questo “memoriale”, questa “attualizzazione” della liberazione degli antichi ebrei dalla schiavitù, é il momento centrale della serata ed emotivamente più vicino alla sensibilità dei cattolici praticanti, che sentono in questa fase finale del “memoriale” la forte analogia con la Confessione, la Remissione dei peccati e la Liberazione dal male. |
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La benedizione del pane azzimo nel rito del Sedèr
Erbe amare e Kerosèt
Fotografie di Lorenzo Di Donato Ricetta e foto © Casertamusica.com
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