Alle ore 24,00 di Domenica 6 giugno ha chiuso i
battenti il 1° Caserta Blues festiva, patrocinato dall’Amministrazione
Provinciale e dall’Agenzia Giovani della Provincia.
Aprono le danze gli Onda Sonora band emergente di
Pietramelara, segnalata dall’Agenzia Giovani della Provincia. I
ragazzi hanno poco a che fare con il blues, suonano brani di Red Hot
Chili Peppers e White Stripes, ma lo fanno con convinzione e
lasciano, quindi, una buon’impressione di loro stessi.
La serata blues vera e propria inizia con l’esibizione
della Giò Vescovi Blues Band. Il combo casertano fa gli onori di
casa, presentando un repertorio ristretto dei suoi classici, cantati
con malcelata emozione da parte del leader, ancora visibilmente
incredulo per quello che è stato capace di organizzare. Sugli scudi
il nuovo chitarrista della band, Giovanni Bucciero, perfettamente a
suo agio nel ruolo di axe man.
Direttamente da Beinasco (TO), segue il cantante
e chitarrista Luigi Tempera. Dopo un inizio molto lirico,
accompagnato dal solo Giò Vescovi all’armonica, è raggiunto sul
palco dall’Explorer Blues Band. Nella circostanza, una formazione
meticcia piemontese-campano-pugliese, con Giorgio Fiorini al
contrabbasso, Eugenio Mirti alla chitarra, Deo Zittano all’armonica
e Michele Santiglia alla batteria. I brani eseguiti da Luigi Tempera
sono un melting pot di blues classici ed inediti (cantati anche in
italiano) che lasciano di sasso l’intera sala, sia per il piglio
obliquo dei suoi fraseggi di chitarra, sia per il timbro vocale che
ricorda, a tratti, quello agro e nasale di Lightnin’ Hopkins.
Chiudono le danze i Blue Stuff, band partenopea
che ha fatto la storia del blues italiano, capitanata da quel
fantastico entertainer che risponde al nome di Mario “Blue Train”
Insenga. Puoi assistere cento volte alle loro performance e per
cento volte ne uscirai soddisfatto. Anche i brani più abusati
assumono sempre un fascino inedito nelle loro esilaranti
rielaborazioni. Da segnalare una piacevole novità nella band, il
giovanissimo Gennaro “Slim” Porcelli, musicista duttile e dal
fraseggio scintillante, soprattutto alla chitarra slide.
Il gran finale ha visto Mario Insenga chiamare sul palco Giò
Vescovi e tutti gli altri musicisti partecipanti al festival (anche
quelli delle serate precedenti) per una versione corale di “Sweet
Home Chicago” e “E’ asciuto pazzo ‘o padrone”, degno
epilogo di un Festival che - si spera - non si fermi alla prima
edizione. |
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