OfficinaTeatro: stagione 2016/17
Caserta – dal 15 ottobre 2016
Comunicato stampa
15, ore 21, e 16 Ottobre, ore 19, "Esilio" debutto regionale
Con: Serena Balivo e Mariano Dammacco
Luci: Marco Oliani
Immagine di
locandina: Stella Monesi
Ideazione, drammaturgia e Regia: Mariano Dammacco
con la collaborazione di: Serena Balivo
produzione: Piccola Compagnia
Dammacco
con il sostegno di Campsirago Residenza | con la collaborazione di
L’arboreto Teatro Dimora di Mondaino e di Associazione CREA/Teatro Temple,
Associazione L’Attoscuro
Dedicato a Paolo Ambrosino. La Compagnia ringrazia
per il confronto durante la preparazione dello spettacolo Fabio Biondi, Fulvia
Crotti, Elena Di Gioia, Gerardo Guccini, Saverio La Ruina, Rubidori Manshaft,
Arianna Nonnis Marzano, Francesca Romana Recchia Luciani, Luigi Spezzacatene,
Paola Tripoli, Clarissa Veronico.
Esilio racconta la storia di un uomo come
tanti al giorno d’oggi, un uomo che ha perso il suo lavoro. Quest’uomo, insieme
al suo lavoro, gradualmente perde un proprio ruolo nella società fino a smarrire
la propria identità, fino a sentirsi abbandonato e solo seppure all’interno
della sua città, fino a sentirsi finalmente costretto a chiedersi come e perché
è finito in tale situazione. E così gli spettatori possono partecipare al goffo
e grottesco tentativo di quest’uomo di venire a capo della situazione dialogando
con se stesso, con la sua coscienza forse, con la sua anima o magari con le sue
ossessioni. Lo spettacolo, con drammaturgia originale e centrato sul lavoro
d’attore, cerca di offrire a ogni spettatore una riflessione sul nostro presente
e di creare una sorta di memoria dell’oggi. I linguaggi scelti sono quelli del
surrealismo e dell’umorismo perché lo spettacolo possa offrire a ogni spettatore
visioni della vita di tutti noi in una forma trasfigurata che ne evidenzi le
contraddizioni e suggerisca qualche interrogativo su questo nostro modo di
vivere.
29 e 30 Ottobre, "Codice Nero", Di e con: Riccardo
Lanzarone
Musiche: Giorgio Distante
Disegno luci: Michelangelo Volpe
Dipinto: Pietro Distante
Organizzazione: Giulia Maria Falzea
Costumi:
Bianca Maria Sitzia
Assistente costumi: Lilian Indraccolo
Produzione:
Cantieri Teatrali Koreja
Cosa succede quando un uomo qualunque è costretto a
stare in ospedale?
Salvatore Geraci, ex artificiere siciliano, racconta la
sua vita: un tempo sospeso e solitario fatto di silenzi, sguardi, speranze e
abbandono. Codice nero viola l’intimità del paziente che aspetta il suo turno.
L’attesa diventa l’anticamera perfetta di uno spazio personale dove rivelare chi
si era prima della malattia e supporre come andrà a finire. Il tempo di attesa è
indefinito e informe: il protagonista ci vive dentro in una costante altalena
tra presente, passato e futuro. Si ricorda chi era e immagina chi vorrà essere.
Salvatore attende e non smette di chiedere: “Tocca a me?” Intanto prepara un
fuoco d’artificio che deve esplodere in tempo o forse mai.
Cosa hanno in
comune la sanità e la polvere da sparo?
4 e 5, ore 21, 6 Novembre,
ore 19, Requiem a Pulcinella - R.A.P.
di e con Damiano CapaTosta Rossi
turntablist, b-boy Ivan Alfio Sgroi
coro, figure, tecnica Tommaso Renzuto
Iodice
coordinamento artistico e tecnico Michele Vitolini
assistenza alla
messinscena Mattia Di Mauro
scenografia Damiano Rossi L'uomo di latta e
Rossella Flagiello Aroosa
residenza Teatri associati Napoli
con il
sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo,/ Forgat
Onlus, l'Asilo Comunità dei lavoratori dell’Arte, della Cultura e dello
Spettacolo
Damiano è uno dei tanti rappers campani, dei tantissimi,
parlatori, straparlatori, che dalle innumerevoli crew piantate in città o (come
nel suo caso) nei paesi dell’entroterra, continuano a lanciare il proprio grido
ritmico, elaborando disagi, inquietudini, desiderio. La particolarità di Damiano
è quella di ‘essere sceso dalla crew’, per così dire, e di aver scelto il
teatro, portando con sé tutti i suoi ‘chiodi’, le sue ferite, la sua rabbia, i
suoi ‘bits’, ma anche una maschera antica. Da questa abbiamo tratto la forza
combustiva per un primo studio scenico. Accompagnato dallo scratching di Ivan
Alfio Sgroi e dalle incursioni di Tommaso Renzuto Iodice, altro ‘allievo’ della
Scuola Elementare del Teatro, questo giovane ‘griot’ contemporaneo, intona qui
il suo requiem ostinato e vitalissimo per una terra che non finisce di morire e
forse per tutta una generazione.
12 e 13 Novembre, "Costellazioni"
Di Nick Payne
Con Jacopo Venturiero, Aurora Peres
Regia Silvio Peroni
Produzione Khora.Teatro
C’è una teoria della fisica quantistica che sostiene
che esista un numero infinito di universi: tutto quello che può accadere, accade
da qualche altra parte e per ogni scelta che si prende, ci sono mille altri
mondi in cui si è scelto in un modo differente. Nick Payne prende questa teoria
e la applica ad un rapporto di coppia. Orlando è un tipo alla mano, che si
guadagna da vivere facendo l’apicoltore. Marianna è una donna intelligente e
spiritosa che lavora all’Università nel campo della cosmologia quantistica.
Costellazioni parla della relazione uomo-donna, ispirandosi alle idee della
teoria del caos. Il testo esplora le infinite possibilità degli universi
paralleli: si tratta di una danza giocata in frammenti di tempo. In questa danza
la più sottile delle sfumature può drasticamente cambiare una scena, una vita,
il futuro. Nel testo si ripercorrono più versioni dei vari momenti cruciali
della relazione di Orlando e Marianna: dalla conoscenza, alla seduzione, al
matrimonio, al tradimento, alla malattia, alla morte. Payne mostra
ripetutamente, le possibilità e i modi diversi in cui i loro incontri sarebbero
potuti andare a causa di fattori che vanno dalle relazioni precedenti alle
parole e al tono di voce impiegati. Marianna e Orlando si incontrano, sono
fidanzai, non sono fidanzati, fanno sesso, non fanno sesso, si perdono, si
ritrovano, si separano e si incontrano di nuovo. Il testo si estende in
un’indagine sul libero arbitrio e sul ruolo che il caso gioca nelle nostre vite.
Se tutto questo potrebbe far sembrare Costellazioni un testo scientifico, non è
niente del genere. Assolutamente divertente, ma disperatamente triste: è proprio
il suo dinamismo intellettuale ed emotivo a rendere il testo unico e
travolgente.
Sabato 19, ore 19 | ore 21, Domenica 20
novembre ore 19 | ore 21, "Il miracolo"
Da un percorso di scrittura
scenica collettiva
Con Antonia Alberico, Marica Palmiero,Alessandro Pasquire,
Francesco Ruggiero, Gianluigi Mastrominico, Pierpaolo Ragozini, Concetta Del
Vecchio, Martina Cariello, Cristina Alcorano, Claudia Capuozzo, Maria Macri,
Andrea Di Miele
Assistente alla regia: Federica Pezzullo
Costumi: Pina
Raucci
Regia: Michele Pagano
SINOSSI
Dodici sono gli abitanti di quel
derelitto palazzo. Sarebbero gli unici se non fosse ancora viva la Signora
Fiorenza. Una lotta interna per decretare un unico vincitore. Un unico
prescelto. Ramazze come armi, sedie volanti e sgambetti a farne da padrona. C’è
chi la butta sulla simpatia e chi sulla scelta dello smalto; chi prova a
lucidare la casa e chi la distrugge; chi si nasconde e chi viene trovato. Una
sola cosa è certa, ora che il Napoli lotta per lo scudetto, “la squadra dei
Rivetti andrà a sinistra e quella dei Crispino a destra”, si scorciano le
maniche pronti per il loro derby.
NOTE DI REGIA
Nel Sud Italia, di
convenzione, è radicato l’affidamento alle sacre icone bibliche. Una tradizione
che parte da un passato storico, laddove l’affidarsi ai più comuni “San Gennaro”
diventa parte integrante di una società che vive spesso di stenti e spera
avvenga un cambiamento, necessario per migliorare il proprio stile di vita.
Paradossalmente spesso tale affidamento viene utilizzato anche nel gergo comune,
scaramanticamente o come frase fatta. “Ci vorrebbe un miracolo” può
rappresentare una delle più quotidiane esclamazioni che si possono sentire. Tale
spunto, ci porta ad affrontare una tematica più ampia, laddove notiamo che
l’affidamento “all’icona”, spesso, viene vissuto in pari passo rispetto alla
totale cecità umana. Il miracolo viene scongiurato per vincere un montepremi e
poter acquistare finalmente l’oggetto dei desideri; per riuscire finalmente a
trovarsi collocati dall’altro capo del televisore disposto in salotto; per
partire ed abbandonare tutto. La lotta è portata avanti al suon della cabala o
di ricostruzioni di sogni passati; si tenta la fortuna o perché no, si spera di
ricevere la lettera di qualche remoto e ignoto parente che lo dichiari erede di
una qualche fortuna. “L’essenziale è invisibile agli occhi”, una frase di
Antoine de Saint-Exupéry forse abusata e ascoltata sin dall’infanzia ma
indispensabile per noi per la chiave di lettura dello spettacolo. Difatti, ci
siamo chiesti se, al raggiungimento di quell’inaspettato miracolo, tale cecità
riuscisse a svanire davanti agli occhi o se il buio risulti talmente profondo da
non riuscire neanche a capire quello che si ha dinanzi. La nostra risposta si
concretizza nel climax dello spettacolo, laddove tanto fermento, tanto ardore,
tanto attesa, si mostrano inutili e inefficienti nel momento in cui il miracolo
potrebbe avvenire.
26 e 27 Novembre, Opera Nazionale
Combattenti presenta "I giganti della montagna atto III"
Con: Leone Marco
Bartolo, Dario Cadei, Carla Guido, Otto Marco Mercante, Cristina Mileti,
Giuseppe Semeraro
Di: Valentina Diana
Regia: Giuseppe Semeraro
Produzione: Principio Attivo Teatro (LE)
I giganti della montagna è un dramma
incompiuto dello scrittore italiano Luigi Pirandello. Fu steso intorno al 1933,
anche se a quanto pare il pezzo era stato concepito, in forma embrionale, negli
anni venti. Il primo atto aveva un titolo a sé: I fantasmi. Pubblicato in
alcune riviste (Dramma; La Nuova Antologia), fu rappresentato per la prima volta
a Firenze, il 5 giugno 1937. Il secondo atto fu dato alle stampe dalla rivista
Quadrante. L’opera rimase incompiuta a causa della morte del drammaturgo,
avvenuta nel 1936. Il terzo atto, l’ultimo, non fu mai scritto, anche se il
figlio di Pirandello, Stefano, ne tentò una ricostruzione: a quanto pare, il
padre gliene avrebbe rivelata la struttura. L’opera venne rappresentata in varie
versioni: famose furono anche le rappresentazioni di Giorgio Strehler, di gran
prestigio anche a livello internazionale (per esempio aDüsseldorf nel 1958). La
pièce narra la vicenda di un gruppo di disadattati che trovano rifugio in una
villa chiamata La Scalogna e incontrano una compagnia di attori in procinto di
mettere in piedi la rappresentazione di un pezzo teatrale La favola del figlio
cambiato dello stesso Pirandello. Viene quindi richiamato il principio di teatro
nel teatro usato da Pirandello in pezzi come Sei personaggi in cerca d’autore”
25 e 26, 29 e 30 Dicembre,
dal 3 all'8, dal 12 al 15, dal 19 al 22 Gennaio, "La sirenetta - il
mondo di sopra"
Liberamente ispirato all’omonima fiaba di H.C. Andersen
Con: Federica Garofalo, Rita Pinna, Patrizia Bertè, Gino Cinone, Maria Macri,
Arianna Cioffi, Pietro Mastandrea, Pietro Delle Cave, Liliana Bernardo
Ideazione e Regia: Michele Pagano
Assistenti alla regia: Sara Brancato, Maria
Chiara Picciola
Elaborazioni musicali: Marco Moretti
Realizzazione scene:
Franco Barbato
Elementi scenografici: Francesco Albero
Costumi: Pina
Raucci
Produzione: Officinateatro (San Leucio – CE)
Riscoprire la fiaba di
Andersen ci porta a soffermarci con interesse sul tema della diversità. La
diversità che intriga e che genera amore, ma anche la diversità che separa e
divide. Il concetto del “destino” che fa incontrare due anime gemelle ma che le
rende, contemporaneamente, consapevoli dell’impossibilità di finire il resto dei
giorni tenendosi per mano. E allora nasce il nostro interrogativo e il nostro
motivo di indagine. Cosa succederebbe se due anime che vivono agli antipodi si
incontrassero ed innamorassero l’una dell’altra? Cosa succederebbe se l’una
vivesse nel più profondo degli abissi e l’altra nella più canonica parte della
terra? Indubbiamente tanti sono stati, negli anni, gli autori che hanno provato
a scriverne un lieto fine. Tanti sono stati, invece, quelli che restano fedeli
al concetto della diversità che divide. Shakesperare risponderebbe, col suo
“Romeo e Giulietta”, che gli amori impossibili sono destinati a vivere in un
altro momento e in un altro mondo. Abbiamo voluto provare ad immaginare anche
noi che possa esserci un altro mondo, quello raggiunto dalla nostra protagonista
fatta di schiuma del mare e dal nostro Principe, che il mare lo poteva ammirare
solo dal bagnasciuga. Perché il viaggio di Sirena, fatto tra i fondali e
incontrando mostri e streghe, si mostra da subito ancor più impervio per via di
leggi e etica morale che le vengono imposte dal suo mondo; perché Sirena
disobbedisce alle volontà stabile per lei con le conseguenze di un esilio
forzato; e, dunque, il finale raggiungimento della terra ferma per guardare il
suo amato negli occhi, non può che suggellare una promessa di amore eterno.
4 e 5 febbraio,
"Giovanna D’Arco - La rivolta" di Carolyn Gage (nostro
articolo)
Con: Valentina
Valsania
Assistente alla regia: Giulia Cosentino
Musiche: Arturo
Annecchino
Light Designer Diego Labonia
Scene: Francesco Ghisu
Costumi:
Ilaria Capanna
Foto di scena: Angelo Maggio
Regia: Luchino Giordana, Ester
Tatangelo
Compagnia Pupilunari
Produzione: Hermit Crab
Vincitore del
Lambda Literary Award in Drama, The second coming of Joan Of Arc/ Giovanna
d’Arco – la rivolta è il testo d’esordio di Carolyn Gage, drammaturga,
performer, regista e attivista. “Giovanna d’Arco – la rivolta” debutta nel
maggio 2016, aprendo il Festival di Primavera dei Teatri, Castrovillari.
Il
testo, che sarà rappresentato per la prima volta in Italia, fa rivivere Giovanna
d’Arco, che ritorna per raccontarci in prima persona la sua infanzia,
l’adolescenza, le sue esperienze con i più alti livelli della Chiesa, dello
Stato e delle armate militari. Giovanna d’Arco ha condotto alla vittoria un
esercito a diciassette anni. A diciotto è stata l’artefice dell’incoronazione di
un re. A diciannove si è scagliata contro la Chiesa Cattolica e ha perso. In
“Giovanna d’Arco – la rivolta” Giovanna è anoressica. Un’adolescente in fuga da
un padre violento e alcolizzato, da un destino di moglie e madre, che già aveva
segnato la madre e la sorella. Giovanna muore per il diritto di indossare abiti
maschili, è una ribelle, irriverente, più scaltra dei suoi giudici, impenitente
e incrollabilmente fedele alla propria visione. Giovanna ritorna per condividere
la sua storia con le donne contemporanee. Racconta la propria esperienza e
smaschera la brutale misoginia che sta dietro le istituzioni maschili.
Trasformare la vergogna in orgoglio, il dubbio su sé stessa in convinzione
militante, e l’odio per sé stessa in un’esplosione di rabbia verso un sistema
determinato a mettere le donne l’una contro l’altra, ma soprattutto contro sé
stesse.
dal 10 al 12 Febbraio, "Sola - naufragar m’è
dolce in questo mar"
Liberamente ispirato alle donne e alle opere di A.
Ruccello
Di e con Michele Pagano
Produzione Officinateatro (San Leucio –
CE)
La bellezza delle donne è cosa indiscussa. Nelle loro mille sfaccettature
e colori di rossetto. Nei loro modi di fare e di nascondersi. Le donne di
Napoli, poi, raccontate dall’autore, hanno dei vezzi e delle caratteristiche che
ogni attore vorrebbe poter portare alla luce. Il racconto della deriva della
società che gioca tra la verità del dialetto e la parodia dell’italiano. Donne
al limite della follia, ma nel loro essere quotidiano. Il nostro è un
esperimento che vuole vederle sul palcoscenico tutte, con le loro differenze e
la loro unica ma enorme analogia: la solitudine. Una solitudine sviscerata ed
inquieta. Anna, Clotilde, Ida, Jennifer e tutte le altre donne, parlano al
pubblico con i loro modi artefatti, popolari, macchiettistici in uno spettacolo
ironico, riflessivo, in omaggio al grande autore che fu Ruccello.
25 Febbraio ore 21, e 26 Febbraio ore
19, "Madame Bovary"
con: Chiara Favero
scene: Alberto Favretto, Marcello
Colavero
suono: Michele Gasparini
luci: Elisa Bortolussi
costumi:
Stefania Cempini
foto di scena: Paolo Porto
organizzazione: Simona Rossi
drammaturgia e regia: Luciano Colavero
produzione: Strutture Primarie |
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4 , ore 21, 5 marzo, ore 19, I ristretti
Della Casa Circondariale di Arienzo presentano “Aspettando San Gennaro”
ingresso gratuito.
La voglia di poter regalare un’esperienza culturale ed
emozionale, la necessità di dare alcuni mezzi adatti alla redenzione a persone
in riabilitazione e la convinzione che attraverso il teatro si può giungere ad
una catarsi, ha spinto il regista e attore Antonio Perna a portare in scena
“Aspettando San Gennaro”. “Ambientare i due protagonisti\cavie in una gabbia”,
racconta il regista, “mi è sembrata la scelta più vicina alla loro condizione
umana che quotidianamente loro sentono addosso”. La speranza nel cambiamento, a
volte forte a volte lontana, ha portato gli autori/detenuti alla realizzazione
del testo, in parte modificato attraverso improvvisazioni o concetti più vicini
agli attori. Testo allargato dalla presenza di un membro della comunità
islamica, che ha portato ad inserire la questione musulmana, carnefice da un
lato di episodi tristemente noti e vittima dall’altro nella discriminazione dei
popoli e delle religioni che si trovano a condividere lo stesso paese. Il tutto
viene espresso quasi sempre nella lingua napoletana, lingua vicina agli
interpreti, permettendo loro di essere totalmente sinceri, donandoci un sorriso
per poi, come nei classici della nostra tradizione, lasciare l’amaro in bocca.
Le scenografie e i costumi sono realizzati dagli stessi detenuti attraverso il
laboratorio dell’esperta Teresa Papa che spiega: “L’elemento predominante della
scena è la gabbia, simbolo di una vita che soffoca e non ci rende liberi. I
costumi surreali e onirici ci rimandano a fiabe, animali, giochi… e ci ricordano
la vera natura dell’uomo. Un gioco di colori e di simboli che ci consentono di
cercare la chiave della nostra gabbia, perché esiste, ed è nella nostra mente”.
L’opera teatrale è la storia di due personaggi chiusi in una gabbia che
aspettano un eventuale cambiamento. La società li osserva e commenta
dall’esterno. Tra questi due mondi, un islamico cerca di inserirsi. “Aspettando
San Gennaro”, nato da un laboratorio di scrittura teatrale con i ristretti della
Casa Circondariale di Arienzo a cura di Gaetano Ippolito, punta lo sguardo sulla
situazione che quotidianamente si trovano a vivere i detenuti: chiusi in una
cella in attesa di un cambiamento che deve partire da loro, e che a volte viene
ostacolato da loro stessi e da qualche componente della società che con parole o
azioni inconsapevolmente li trasforma e ci trasforma in bestie chiuse in gabbia.
Di fondo la credenza di aspettare che il cambiamento arrivi dall’alto, cosa che
quasi mai accade e che catapulta i protagonisti, al momento della verità, al
dover prendere una decisione, una decisione di azione o di attesa.
Il testo è
liberamente ispirato ad “Aspettando Godot” di Samuel Beckett.
Il progetto è
stato realizzato grazie alla dedizione e all’impegno della Direttrice della Casa
Circondariale di Arienzo, la dottoressa Maria Rosaria Casaburo e dalle sue
instancabili collaboratrici, le educatrici Maria Rosaria Romano e Francesca
Pacelli.
Le rappresentazioni rientrano nell’ambito del progetto “OLTRE LE
MURA” finalizzato all’inclusione sociale, sostenuto dal CSV ASSO.VO.CE con il
Bando della Microprogettazione sociale 2014/2015.
11 Marzo, ore 21, e 12 Marzo,
ore 19, "Hamlet Travestie" da John Poole e Antonio Petito a William Shakespeare
di Emanuele Valenti e Gianni Vastarella
con: Giuseppina Cervizzi, Christian
Giroso, Vincenzo Nemolato, Valeria Pollice, Emanuele Valenti,Gianni Vastarella
Aiuto regia Gianni Vastarella
Disegno luci Giuseppe Di Lorenzo
Collaborazione artistica Mirko Calemme
Dramaturg e organizzazione Marina
Dammacco
Regia e spazio scenico Emanuele Valenti
Produzione: Punta Corsara
/ 369GRADI
in collaborazione con Teatro Franco Parenti
con il sostegno di
Olinda, Armunia /Inequilibrio Festival, Fuori Luogo – La Spezia
18 Marzo, ore 21, e 19 Marzo,
ore 19, Lovers
Con: Maria Macri, Fabrizia Fusco, Rita Pinna, Pina Farina,
Francesca Natale
Costumi: Pina Raucci, Elaborazioni Musicali: Marco Moretti,
Assistente alla Regia: Francesco Ruggiero, Foto: Paola Cappabianca, Ideazione e
Regia: Michele Pagano
Sinossi:
C’era una volta
C’erano una volta
C’erano una volta, cinque donne
C’erano una volta, cinque principesse
C’era una volta, un cavallo e un ranocchio
C’era una volta, una scarpetta
dorata
C’era una volta, un gran ballo
C’era una volta, un sogno
C’era
una volta, un sogno, un amore, una favola
C’era una volta, io e te
C’era
una volta, io sola
C’era una volta
C’era
Cinque storie: Franca,
cassiera di un supermercato; Aisha, donna islamica; Dora Maar, amante di
Picasso; Valentina, una ragazza semplice con poche pretese; Dalia, la piccola
Regina della sua casa. Una continua analogia col mondo delle fiabe. Questo
potrebbe essere l’incipit per spiegare il lavoro svolto con le cinque attrici
per narrare una tematica sempre attuale. Rospi che attendono di essere baciati
per diventare principi, lupi nei boschi, mele rosse e scarpette da calzare;
perché non vogliamo parlare di violenza, perché vogliamo parlare dell’universo
umano e dei sogni che nascono da bambina. Vogliamo parlare delle speranze che
nascono e che, nonostante la vita ci porti a scontrarci con una realtà delle
volte più cruda, non moriranno mai. Perché crediamo che “ il vissero felici e
contenti” possa esistere, basta chiudere gli occhi.
Sabato 25, ore 21, e Domenica 26 marzo, ore 19, A Sciuque’
Con: Adelaide
Di Bitonto, Giuseppe Innocente, Igor Petrotto, Ivano Picciallo, Francesco
Zaccaro
Scene e costumi: Lorena Curti
Disegno Luci: Fabio Durastante
Regia: Ivano Picciallo, Chiara Spoletini
Co-produzione: Compagnia Malmand e
compagnia I Nuovi Scalzi
8 Aprile, ore 21, e 9
Aprile, ore 19, "Bandierine al vento" di Philipp Löhle
Con: Clara
Setti, Silvio Barbiero, Marta Marchi, Emanuele Cerra
Traduzione testo: Nadja
Grasselli
Scenografia e Costumi: Sandra Dekanic
Disegno Luci e Tecnica:
Luca Brun
Coreografie: Maura Di Vietri
Progetto Grafico: Camilla Prosser
Video: Silvio Franceschet
Foto debutto: Mirko Piffer
Regia: Toni Cafiero
Produzione: Evoé! Compagnia Teatro Rovereto
L’opera inedita del giovane
autore tedesco, tratta il tema della famiglia intesa come cellula economica di
base della società, forma primitiva di organizzazione tra esseri umani.
L’economia è la vera protagonista dell’opera, il vento che fa muovere i vari
personaggi, bandierine che cercano di stare “insieme” nonostante tutto. Quanto
condiziona l’economia i nostri rapporti e le nostre relazioni? E la Famiglia,
come si sviluppa in un contesto dove tutto è governato dal denaro? Come assimila
e reagisce ai cambiamenti della società? Si parte dalle aspirazioni, dai sogni,
dalle idee dei suoi membri, raccontate al pubblico come fotografie d’infanzia di
qualcosa che è stato nell’attimo in cui le porte del futuro si stanno per
aprire: un padre che inaugura una ditta, i figli alla vigilia dell’università,
futuri giornalisti, scrittori o ingegneri, una moglie amorevole impegnata nella
cura di casa e ragazzi. La trama è un continuo gioco di incidenti, circostanze,
ribaltamenti, interventi con il pubblico che tra un sorriso e l’altro tende
verso un finale, dove i personaggi, prima burattinai di un sistema economico,
alla fine verranno da quest’ultimo travolti. La famiglia, cellula di base della
società, viene inesorabilmente portata alle sue estreme e paradossali
conseguenze. . .
22 Aprile, ore
21, e 23 Aprile, ore 19, "Blink" di Phil Porter
traduzione
di Francesca Montanino
con Matteo Sintucci e Celeste Gugliandolo
scene e
costumi Maria Mineo
video Riccardo Alessandri
regia di Mauro Parrinello
Produzione: OffRome| in collaborazione con Tedacà e Teatro Libero di Palermo
Blink è la storia d’amore di Jonah e Sophie. Una storia normale… più o meno. A
parte per Jonah, che è fuggito dalla severa comunità presbiteriana in cui è nato
e cresciuto con un gruzzolo di sterline che la madre, in punto di morte, gli ha
lasciato sotto terra, e la sua inseparabile Reflex, filtro obbligato per
guardare il mondo. E per Sophie, che dopo la morte del padre, e un licenziamento
inaspettato, ha la costante sensazione di stare diventando invisibile. A parte
per il pianerottolo che divide i due appartamenti gemelli in cui si rintanano
tutto il giorno, entrambi impauriti dal mondo là fuori. E a parte per il monitor
che li unisce, un monitor che Sophie consegna anonimamente a Jonah, che si
ritrova a spiarla in ogni momento del giorno… Guardare ed essere guardati. Per
entrambi un antidoto contro l’invisibilità a cui questo mondo li condanna. Blink
racconta con ironia e originalità di due solitudini, tenere, comiche e
disperate, e del loro tentativo di incontrarsi e difendersi dal mondo reale. E
per quanto bizzarra e “filtrata” possa essere questa storia d’amore, siamo
sicuri che sia meno autentica di una storia normale?
dal 4 al 6,
ore 21, e 7 Maggio ore 19, Allievi Progetto.L.T.R.E., Laboratorio
permanente di recitazione Officinateatro, presentano "Fatto di cronaca" di
R. Viviani
Adattamento e Regia: Michele Pagano. Aiuto Regia: Maria Macri.
Costumi: Pina Raucci. Suono: Marco Moretti
con: Arianna Cioffi, Francesco
Ruggiero, Simona Campanile, Matteo Catalano, Davide Guerriero, Carmine Martino,
Dario Divino, Ada Bobbio, Antonio Bonagura, Carmine Claudio Covino, Francesca
Natale, Pina Cavasso, Claudia Casalino, Corrado Del Gaizo, Daniela Bertè,
Gianluigi Mastrominico, Patrizia Bertè, Carmen Perrella, Pietro Mastandrea, Rita
Pinna, Serena Santangelo, Valentina Masetto
“Fatto di cronaca”, uno dei
testi più significativi del nostro conterraneo Viviani. E’ il 24 Giugno, San
Giovanni. Su una terrazza di Napoli, si festeggia l’onomastico del padrone di
casa. Si canta, si balla la quadriglia quando l’improvviso arrivo di Arturo
interrompe la festa. Da questo momento viene fuori la forza espressiva di quel
popolo tanto caro all’autore: le voci di strada si uniscono in un coro unanime,
solidale, a difesa di un innocente da salvare. La commedia prende i contorni di
un dramma psicologico, in cui la “vittima sacrificale” aggiunge alla sua
naturale emarginazione, alla sua fisiologica ebetudine, la fuga artificiosa
nella pazzia.
Il lavoro di Progetto Oltre è iniziato a Novembre, sviscerando
e analizzando tutti i possibili contesti di vita del testo; trovandone la sua
naturale collocazione in un “non – tempo”. Ieri come oggi, le vicende narrate
mettono in luce il folklore e il senso di appartenenza alle proprie radici.
Tre atti – riadattati – si susseguono in un tourbillon di colori che perdono
sempre di più le “tinte” da commedia per arrivare all’animo della tragedia di
“Un fatto di cronaca”
19 e 20 Maggio, ore 21,
21 Maggio, ore 19, Quella notte in cui non c'ero
Adattamento
e Regia Michele Pagano
Aiuto regia Maria Macri
Elaborazioni sonore Marco
Moretti
Costumi Pina Raucci
Con: Emanuele Navas, Vincenzo Piscopo, Antonio
Sparano, Concetta Del Vecchio, Paolo Scialdone, Martina Cariello, Marica
Palmiero, Laura Feola, Domenico Buonanno, Pierpaolo Ragozini, Claudia Capuozzo,
Antonia Alberico, Giuseppe Bottone, Alessandra De Pascale, Mattia Nocera,
Carmine Belgiorno.
Una notte in periferia. Una notte nel centro “bene” della
città. Una notte in un tabacchi. La stessa notte: di decisioni e di speranze; di
radioline mal sintonizzate e di caramelle; di confessioni avverate e di quelle
sperate; di motorini e cellulari; di ricariche telefoniche e taralli; di
lucciole e stelle cadenti; di finzione teatrale e pura realtà. E, col
l’albeggiare, il frastuono della discoteca cessa e gli svuotapista iniziano a
riecheggiare. Perché “il regalo più grande è solo nostro per sempre”.
Altro
Negli
ultimi anni, specialmente a seguito dell’avvento di Internet nella vita
quotidiana, si è riscoperto il piacere dello scambio. Tanti sono i mercatini
telematici che danno il via ad un incontro tra domanda e offerta, e sui generi
più disparati: i libri sicuramente un elemento molto in voga nel cosiddetto
“swap”. Non una semplice lotta al risparmio ma un modo per dare una nuova vita
ad oggetti che non vengono più utilizzati. La nostra idea, nata e sperimentata
negli anni passati, vuole dare la possibilità agli spettatori di fruire di una
performance artistica in modo diverso e originale. L’ingresso sarà a baratto,
ovvero gli spettatori, per poter assistere allo spettacolo, dovranno barattarlo
con degli oggetti a loro scelta – che poi verranno utilizzati dal teatro o
devoluti a strutture che possano averne maggiore bisogno (es. libri alle
biblioteche presenti in zona).
Nessuna altra informazione per i nostri
“baratti”: Non vogliamo sapere cosa porterete, non vogliamo dirvi cosa vedrete!
Vi diamo solo appuntamento nelle nostre giornate, per trascorrere una serata
insolita sempre in un mondo di arte e di teatro!
Baratto #1, Mercoledì 16 novembre dalle ore 21:30
Baratto#2, 29 Gennaio, ore 20 (Nostro
articolo)
L’indizio della serata #2:
Quale delle tre porte?
Venerdì 24 febbraio, ore 21, I Dica33
presentano, in anteprima, il video ufficiale del loro ultimo singolo "Nel tuo
ultimo passo", prodotto da Moviesud.
Durante la serata, i Dica33 suoneranno
dal vivo un breve showcase e il regista, Paco Cirella, parlerà della
realizzazione del video.
Venerdì 10 Marzo, ore 20,
Presentazione Libro "La misura dell’errore, vita e teatro di Antonio Latella" a
cura di Emanuele Tirelli
Editore: Caracò. Progetto grafico Carmine Luino.
Editing Carla Pugliese La Corte. Modera: Edgardo Bellini
Sinossi
Antonio Latella è il protagonista di
questa intervista-diario nella quale racconta per la prima volta la sua vita e
il suo teatro, spesso in una coincidenza assoluta.
I successi, gli spettacoli
mancati, la pedagogia, l’importanza dell’errore, la carriera da attore e quella
da regista, il trasferimento in Germania, il riconoscimento all’estero.
Latella dialoga con Emanuele Tirelli in una sorta di autobiografia guidata,
rivelando la necessità di far parte del teatro come se non ci fosse alternativa
possibile, in una vocazione impermeabile sentita fin dalle origini operaie mai
rinnegate.
È una finestra sincera sulla sua vita attraverso grandi incontri,
festival e produzioni internazionali, dal Theater Basel di Basilea al Piccolo di
Milano, dalla Schauspiel Köln di Colonia a Emilia Romagna Teatro. E poi gli
Stabili dell’Umbria e di Roma, Vienna, Avignone, Napoli, Salisburgo, Rotterdam,
Mosca e moltissimi altri.
Nonostante i premi e i battimani, ne emerge un
ritratto che scavalca maschere e medaglie per concentrarsi sullo studio e sulla
figura dell’attore. Che fa della bottega il punto di riferimento di un regista
artigiano, appena chiamato a dirigere la sezione teatro de La Biennale di
Venezia dal 2017 al 2020.
Antonio Latella
Nasce a Castellammare di Stabia (NA) nel 1967. Attore, regista, drammaturgo di
fama europea, vive a Berlino dal 2004. Studia recitazione presso la scuola del
Teatro Stabile di Torino diretta da Franco Passatore e la Bottega Teatrale di
Firenze fondata da Vittorio Gassman. In qualità di attore è diretto da Di Marca,
Ronconi, Patroni Griffi, Castri, De Capitani, Pagliaro, Piscitelli e Gassman. Ma
è il lavoro di regista, che inizia nel 1998, a conferirgli fama nazionale ed
europea, portando i suoi spettacoli nei massimi teatri e festival
internazionali, da Avignone a Vienna e Salisburgo. Nel 2001 vince il suo primo
Premio Ubu per il progetto Shakespeare e oltre e, nel 2004, il Premio Gassman
come miglior artista dell’anno. Ha firmato più di sessanta regie e condotto
importanti percorsi di pedagogia come il Corso di alta formazione della
Fondazione Emilia Romagna Teatri. Ha curato la Direzione artistica del Nuovo
Teatro Nuovo di Napoli per la stagione 2010/2011. Nel 2011 fonda stabilemobile
compagnia Antonio Latella. È direttore della sezione teatro de La Biennale di
Venezia dal 2017 al 2020.
Emanuele Tirelli
Nasce a Napoli nel 1979. Autore e giornalista. Per il teatro firma i testi degli
spettacoli Questione di un attimo, Da questa parte (ovvero quello che manca) e
L’Incoronata. È suo il monologo Giuda all’interno del progetto LUI - Il figlio
del Nuovo Teatro Sanità. Pedro Felipe (Caracò, 2014) è il suo primo romanzo e
diventa quasi subito una drammaturgia per lo spettacolo omonimo. Dirige la
collana Teatri di carta di Caracò Editore.
Collabora con l’Espresso, Il
Venerdì di Repubblica, Donna Moderna, Pagina99 e Il Mattino.
Per Info e prenotazioni: OfficinaTeatro, Viale Degli antichi
Platani, 10, San Leucio (CE)
Tel: 0823363066 - 3491014251
info@officinateatro.com
www.officinateatro.com