XXXIV Settembre al Borgo: Enrico Pieranunzi

Casertavecchia (CE) - 8 Settembre 2004

Articolo e foto di Massimo Amato


Casertavecchia, 8 Settembre. Dopo la performance di Arturo Brachetti, splendida ripresa della serata con il pianista romano Enrico Pieranunzi.

Conosciuto come uno degli interpreti jazz romani del panorama italiano, egli ha saputo dare nuove emozioni a classici degli standard jazz come “Someday My Prince Will Come” (qualcuno ricorderà il ritornello italiano “…I sogni son desideri”), e “Autumn Leaves”, classico ripreso da tanti autori famosi tra cui Miles Davis.

Pieranunzi sa dare a questi motivi una nuova rivisitazione, che lui stesso ama definire trasformista e fantastica (un po’ come Brachetti - come lui stesso commentava tra un brano e l’altro), allargando e restringendo la melodia che qua e là inserisce con qualche nota famosa nella sua nuova ispirazione portata su tutte le tonalità con incredibile scioltezza.

Dopo la seconda performance forse il musicista, preannunciando il terzo brano si delude vedendo gran parte del pubblico andare via (è pur vero che il jazz è stato sempre un tipo di musica che si ama o si odia). Ma era solo una trasposizione degli spettatori delle prime file, forse accorsi più per lo spettacolo di Brachetti, che hanno lasciato il posto a tutti gli appassionati di jazz conquistando i posti lasciati vuoti dagli altri. È così che la platea rimane piena ed affascinata dalle note del versatile e veterano jazzista romano.

Egli difatti si è esibito a lungo negli Stati Uniti ed ha partecipato ai principali festival jazzistici italiani (Umbria Jazz, tanto per citare il più famoso) ed europei quali Berlino, Madrid e Copenaghen, e gli è stato concesso il privilegio di veder inseriti due suoi brani nell’immancabile libro di standard jazz che ogni musicista del genere non può non avere: il “New Real Book vol.2”, privilegio mai concesso prima ad un musicista europeo.

Dopo aver suonato libere ispirazioni dagli standard “Someday My Prince Will Come”, e “Autumn Leaves”, presenti nel primo libro ‘sacro’ “The Real Book”, Pieranunzi continua con una nuova canzone, “Winter Moon”, più standard e meno improvvisata delle altre due, e intende concludere con un classico in 3/4 di George Gershwin “Phascination Rythm” che lo ha accompagnato sin quando da piccolo seguiva la musica con suo padre chitarrista jazz: unica ed irripetibile versione quella della serata, come lui ci tiene a precisare, quasi una sorta di Paganini jazzista.

Egli tenta di congedarsi dal pubblico, ma questo lo esorta a suonare un’altra canzone. Così conclude, suggerito da un suo fan, con “I Should Care”, lasciando gli spettatori felici di aver ricevuto a fine serata un’emozione unica tra sogno e realtà.

 

(Cartellone, costi ed orari del XXXIV Settembre Al Borgo)

Enrico Pieranunzi

 

 

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