Al Teatro Civico 14 la fantastica storia di "Alfonsina"
Caserta - 14 Aprile 2024
Articolo di Pia Di Donato, foto di scena di Arianna Quarantotto
A Marilena Lucente, scrittrice, piace raccontare, mettersi
nei panni di "altri da lei" e lo fa entrando sempre in punta di piedi, senza
forzare. A Marilena, l'amica, piace andare in bici e nonostante le disavventure
(cadute, furti e tentativi di furto) si rialza e riprende a pedalare. Ecco
l'alchimia perfetta per "Alfonsina", la storia di Alfonsina Strada (nata Morini)
la prima donna a partecipare al Giro d'Italia.
Che novità, si chiederanno in
molti che non ne hanno mai sentito parlare? Era il 1924, quando alle donne era
"consentito" a malapena lavorare, e certo non andare in bici a "gambe scoperte".
Una femminista ante litteram? No, ad Alfonsina piaceva andare in bici, ce lo
dice chiaramente: il suo rapporto con la "pedivella" è fulminante e tale da
accettare un matrimonio (sfortunato ma al quale lei terrà fede fino alla fine)
pur di continuare a fare gare. Va detto che lo scalpore si tramutò ben presto in
sostegno da parte della popolazione (specie quella femminile), e il brano di
Silvana Pampanini "Ma dove vai bellezza in bicicletta" si è ispirato proprio
alla sua partecipazione al Giro. Uno dei primi a credere in lei è stato il
marito Luigi, cosa abbastanza incredibile per l'epoca anche se la sua forza di
volontà l'avrebbe fatta comunque emergere.
Ma arriviamo a
questo "primo studio" presentato in tre serate (sold out!) al Teatro Civico 14
con la regia di Roberto Solofria.
Più di un'ora di monologo di Anna Bocchino, aiutata da pochi strumenti di scena:
una sedia, parti di bicicletta, un megafono (ma di quelli degli anni '30!) ... e
la maglietta col numero 72 con la quale Alfonsin Strada (senza la "a" per non
far capire che era una donna) fu iscritta al Giro d'Italia. Più di un'ora senza
respiro, con le parole di Marilena a farci immaginare i pensieri, la fatica di
Alfonsina e Anna a trasformarli vividamente, tanto che quando alza le braccia
per ricordare l'arrivo a Milano alla fine del Giro... abbiamo istintivamente
applaudito!
E quando abbiamo lasciato Alfonsina, morta a 67 anni, per un
infarto mentre andava i moto, anche se dispiaciuti, siamo usciti arricchiti da
una nuova storia, raccontata con le parole semplici di una donna che ha
conservato la freschezza di una ragazza, la caparbietà di una emiliana, e la
forza che le donne conoscono bene. Nessuna rivalsa, la storia è questa e
dobbiamo solo trarne insegnamento.
Lo spettacolo sarà in cartellone al Civico
14 già dal prossimo anno (e si aggiungerà a "Di un Ulisse, di una Penelope",
"Rivoluzione D'amore" messe in scena negli anni precedenti) e va sicuramente
visto, come possono testimoniare quanti hanno avuto la fortuna di assistervi in
questo fine settimana.
Grazie a Marilena e Anna per questo piccolo gioiello
e alla professionalità e la visionarietà di Roberto che è riuscito, sul piccolo
palco del Civico, a farci "vedere" il vento fra i capelli di Alfonsina, il
"buio" del fascismo! Tre professionalità che si sono unite e completate per dare
voce ad una donna che ha fatto (la) storia!
Consulta: Teatro Civico 14: stagione 2023/24