Disintegrazione 2.0 al Teatro Civico 14
Caserta - 24 Novembre 2023
Articolo di Rossella Barsali
Se una sera d’autunno uno spettatore…
(libero
omaggio a I. Calvino, che scriverebbe – molto meglio, s’intende – così…)
Ciao, Spettatrice/ore.
Stai per assistere a Disintegrazione 2.0.
Sbagliato: stai per entrare nella performance.
Non puoi sapere che accadrà: i
confini tra teatro, musica e arti visive sono spesso superati, mescolati,
ibridizzati, non quantizzati. Il linguaggio muta, si sdoppia, diventa accordi e
scale tonali, immagini in divenire, accecanti, assordanti, mute.
Ma è
Linguaggio, espressione del sé, Silenzio compreso.
Leggi diligentemente il
pieghevole, Spettatrice/ore, e apprendi che l’idea è nata durante il periodo di
“cattività” vissuto nel 2020, il famigerato lockdown, da tre artisti che operano
in settori differenti. E poi che il progetto multimediale indaga sulla
commistione delle diverse espressività per trarne nuovi linguaggi. Ti
incuriosisce che lo studio “LOSE CONTROL” sia stato finalista alla Biennale di
Venezia 2022 e al Festival PresenteFuturo2022 a Palermo, e che nel 2023 il
progetto EST sia nuovamente finalista alla Biennale di Venezia con il nuovo
studio “MS. MANHATTAN”. Multimediale, cioè al passo coi tempi.
Ti meraviglia
scoprire che i testi recitati sono tratti da opere di David Bowie, Norma Jean
Morteson (in arte Marilyn Monroe), The Cure, Joy Division, Anne Sexton: artisti
che, bene o male, hanno attraversato il percorso di più generazioni, compresa la
tua. Amelia Rosselli non la conosci, beh, vedremo…e di Mariangela Gualtieri hai
solo echi, ti riprometti di approfondire. Un multimediale dal vivo è già un
ossimoro in termini, pensi. Cresce la curiosità…
L’abominio e l’incanto,
recita il pieghevole che anticipa lo spettacolo. La piaga e la cura. E la
possibilità di una creazione collettiva.
Pronti?
Una gabbia. Pensavi fosse
una metafora. Ed invece… I tre performer sono ingabbiati, eppure ciò che filtra
dalle sue maglie la trasforma prestissimo in un setaccio: che non trattiene i
suoni elaborati dal maestro Paky Di Maio, che plasma le immagini proiettate dal
visual artist Francesco Zentwo Palladino, che vela pudicamente o maliziosamente
l’attrice e performer Ilaria Delli Paoli.
Da lei, la voce, le voci
intrecciate e sovrapposte, la gestualità, l’interpretazione che, in certi
momenti del Percorso, con l’aiuto di Palladino e di Di Maio, annulla la distanza
dal pubblico, demolisce – senza farlo – la gabbia. La loro presenza corporea
così statica in scena, in contrapposizione con l’attrice, dirige l’attenzione
verso il loro linguaggio, il contributo musicale e visuale che apre ogni gabbia,
specialmente quelle interiori. Tutto quello che ti raggiungerà, spettatrice/ore,
dipenderà da quanto avrai saputo accettare ed accogliere: sarai in una
autenticità che non inganna, non finge, ma semplicemente si manifesta.
Se
saprai accogliere un carnefice, una schizofrenica, un martire, una strega, una
dipendente, una rockstar;
Se saprai permettere al Tempo di annullarsi e lo
lascerai scorrere in un lunghissimo presente;
Se saprai viaggiare nello
spazio, e accettare la dolcezza degli sconosciuti idiomi pronunciati da soave e
altera voce di donna;
Se resisterai alle danze macabre di una ballerina
bendata, ai teschi dipinti sui volti, alle evocazioni degli strumenti di cura e
tortura, al volto di donna in cui i lineamenti si annullano, alle foreste
notturne punteggiate da cippi, ai simboli oscuri che balenano come stimoli
subcoscienti;
Se accoglierai le distorsioni delle frequenze note ed amate, e
ti lascerai condurre oltre verso l’ignoto;
Se esplorerai lasciandoti
disintegrare, senza temere per la tua identità
Ne uscirai migliore.
Disintegrazione 2.0
Un progetto di Elettroshockterapy
(EST)
Voce Ilaria Delli Paoli
Progetto sonoro Paky Di Maio
Visual
Francesco Zentwo Palladino
Consulta:
Teatro Civico 14: stagione 2023/24