Teatro Garibaldi: stagione 2022-23
S. Maria C. V. (CE) – dal 31 ottobre 2021
Comunicato stampa
La stagione teatrale 2021-2022 è sempre sotto l'egida del
Teatro Pubblico Campano e, nei giorni feriali, gli spettacoli iniziano alle ore
21.
Lunedi 31 Ottobre, ore 21, "I fratelli De Filippo" di
Carla Cavalluzzi, Sergio Rubini, Angelo Pasquini ANNULLATO
con Sergio Rubini, regia
Sergio Rubini
produzione Nuovo Teatro
I Fratelli De Filippo è la storia
emblematica di una famiglia d'arte italiana che, a partire da una condizione
drammatica di emarginazione e umiliazione, trova la forza di riscattarsi
attraverso il teatro fino al raggiungimento di uno straordinario successo.
Proprio per questo, trasferire sul palcoscenico la vicenda dei tre giovani De
Filippo significa riportarla nella sua dimensione originaria, dove tutto ha
avuto inizio: il Teatro. Le ferite, le contraddizioni, le divisioni di questa
"famiglia difficile" sono gli ingredienti di questo racconto che ha registri
anche molto diversi, dal drammatico al comico. L'arco narrativo della storia va
dal 1925, quando muore Eduardo Scarpetta, che non ha mai riconosciuto i suoi tre
figli naturali Titina, Eduardo e Peppino, fino al Natale del 1931, quando viene
rappresentato Natale in casa Cupiello, primo grande successo del Trio De
Filippo, nonché uno dei più grandi capolavori della produzione di Eduardo.
Questa versione teatrale della vita dei tre fratelli è costruita attraverso una
serie di scene madri introdotte e collegate da un Narratore, lo stesso Rubini, e
rappresentate in uno spazio scenico essenziale che evoca gli inizi del teatro
povero dei De Filippo. Ad interpretare i ruoli chiave del racconto ? la madre
Luisa, i tre fratelli e i rispettivi coniugi, saranno gli stessi attori del
film. Rubini, oltre a curare la regia dello spettacolo, avrà anche il compito di
interpretare l'antagonista Vincenzo Scarpetta e il resto dei ruoli. Lo
spettacolo fa parte di un progetto articolato che prevede anche una
continuazione cinematografica della storia dei De Filippo fino allo scioglimento
del trio e alla realizzazione di Napoli Milionaria da parte di Eduardo. Ecco
perché, già in questa versione teatrale saranno presenti elementi di racconto
che anticiperanno le vicende successive.
Sabato 5 Novembre,
ore 21, "A tu per tre 2.0" di Maurizio Casagrande
con Maurizio Casagrande,
regia Maurizio Casagrande
In un periodo di grande difficoltà per le
restrizioni e le incertezze dovute alla pandemia che ci ha colpiti così
duramente, ho preferito scrivere ed allestire uno spettacolo agile e leggero che
mi permettesse di girare con facilità e di poter mantenere bassi i costi per
sostenere i teatri che hanno importanti difficoltà economiche, ma senza per
questo rinunciare allo stile e alla qualità che da sempre mi hanno dato la
possibilità di costruire un rapporto di fiducia con il pubblico che mi segue da
anni. Il tutto immerso in un'atmosfera di intimità e condivisione che tanto ci
sono mancati ultimamente. Semplice, confidenziale e di grande presa sul pubblico
che si ritrova im-merso in una atmosfera calda e pia-cevole, ma mai banale o
approssimativa. Tutto avviene in una apparente improvvisazione che, nello
svolgersi della serata, svela il raffinato disegno generale. In scena una
pianista, una cantante e Maurizio Casagrande. Due donne ed un uomo. Un
"triangolo" pericoloso che porterà le ragazze a coalizzarsi contro di lui
mettendolo in netta minoranza. Lo spettacolo, che ha una durata di circa un'ora
e quaranta minuti, è strutturato in tre parti fondamentali che si amalgamano in
una struttura omogenea.
Giovedi 17 Novembre, ore 21,
"Stasera punto e a capo!" di Massimiliano Gallo
con Pina Giarmana', Shalana
Santana, regia Massimiliano Gallo
produzione Diana Or.i.S.
musiche Maestro
Mimmo Napolitano
Stasera, Punto e a Capo. Si mette un punto per cominciare.
Cominciare da capo, riprendere, ma non per forza facendo un passo avanti. Si può
ricominciare anche tornando un pò più indietro. Azzerando, portando a zero,
cancellando, annullando quello che di buono non si è fatto. Quello che buono non
è. E allora facciamolo: generazione a confronto! Per capire se questa vita è
quella che ci siamo scelti, la migliore soluzione per noi, o quella che ci hanno
preparato. Avremmo bisogno di tre vite in verità: una per sbagliare, una per
correggere gli errori, una per riassaporare mil tutto. Io un po' la invidio la
mia adolescenza, invidio i miei anni ottanta! Gli anni della fiducia, del
benessere, della positività. I primi video clip, gli Swatch, la New wave, il
Commodore 64, il Muro di Berlino, Canale5, la donna in carriera, il telefono a
gettoni, Reagan e Gorba ëv. Vorrei uno spettacolo straordinario, una festa, un
motivo per rincontrarsi, una festa, un motivo per rincontrarsi e ridere di come
eravamo, di quello che siamo diventati. Farà bene a quelli della mia generazione
e farà bene anche ai millennials, che sorrideranno al pensiero di come vivevano
i loro genitori. Sarà uno splendido viaggio, fatto di parole, immagini e
canzoni. Voglio dividere con voi le mie emozioni più grandi. Ho un sogno
rispetto a questo spettacolo: vorrei stupirvi, lasciarvi a bocca aperta e
affidarvi una sensazione di gioia che vi accompagni per giorni. Ho un sogno
rispetto a questo spettacolo: vorrei stupirvi, lasciarvi a bocca aperta e
affidarvi una sensazione di gioia che vi accompagni per giorni. Mi piacerebbe
farvi tornare un pò bambini, per darvi la possibilità di riscoprire quello che
abbiamo perso in questi anni. Siamo migliori di come siamo, e forse lo abbiamo
dimenticato. I miei compagni fissi in questo viaggio saranno come sempre Shalana
Santana, Pina Giarmanà e cinque straordinari musicisti. Con loro al mio fianco
mi sento al sicuro. Non vedo l'ora di stringervi, non vedo l'ora di buttarvi le
braccia al collo, se ce lo consentiranno, è chiaro. Massimiliano Gallo
Sabato 3 e Domenica 4 Dicembre, La Pirandelliana presenta "Trappola per topi" di Agatha
Christie (nostro articolo)
con Lodo Guenzi, regia Giorgio Gallione
musiche Paolo Silvestri
Sabato 3 dicembre alle ore 19.00, nell’ambito de “Il Teatro
degli Incontri”, la Compagnia sarà ospite al Salone degli Specchi del Teatro
Garibaldi per un incontro con il pubblico, condotto da Mimmo Cice. L’ingresso è
gratuito
Il 25 novembre 1952, all'Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la
prima volta "Trappola per topi" di Agatha Christie. Da allora, per 70 anni
ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia "gialla" senza
tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi? Non è consueto
per me, spesso regista drammaturgo in proprio, misurarmi con un classico della
letteratura teatrale. Certo da interpretare, ma da servire e rispettare. Ma non
ho avuto dubbi ad accettare. Perché "Trappola per topi" ha un plot ferreo ed
incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che
non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed
ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o
di cliché. In fondo è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed
eccentricità. D'altronde, dice il poeta, il dovere di tramandare non deve
censurare il piacere di interpretare. Altra considerazione: nonostante
l'ambientazione d'epoca e tipicamente British, il racconto e la trama possono
essere vissuti come contemporanei, senza obbligatoriamente appoggiarsi sul già
visto, un pò calligrafico o di maniera, fatto spesso di boiserie, kilt, pipe e
tè. Stereotipi della Gran Bretagna non lontani dalla semplicistica visione
dell'Italia pizza e mandolino. Credo che i personaggi di Trappola nascano
ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i
conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o
nasconde sono quelli dell'uomo contemporaneo, dell'io diviso, della pazzia
inconsapevole. E credo riusciremo a dimostrarlo grazie alla potenza senza tempo
di Agatha Christie, ma anche e soprattutto con il talento e l'adesione di una
compagnia di artisti che gioca seriamente con un'opera chiusa e precisa come una
filigrana, che però lascia spazio all'invenzione e alla sorpresa. In questo la
scelta di Lodo Guenzi come protagonista è emblematica, una promessa di
imprevedibilità e insieme di esattezza. Come sempre: metodo e follia. E poi c'è
la neve, la tormenta, l'incubo dell'isolamento e della bivalenza, il sospetto e
la consapevolezza che il confine tra vittima e carnefice può essere superato in
qualsiasi momento. Ingredienti succosi ed intriganti che spero intrappoleranno
il pubblico.
Venerdi 9 Dicembre, ore 21, "Mettici la mano"
di Maurizio De Giovanni
con Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra,
regia Alessandro D'Alatri
produzione Diana Or.I.S., costumi Alessandra
Torella, scene Toni Di Pace
musiche Marco Zurzolo
Questo progetto nasce
come una costola della saga de 'Il commissario Ricciardi', dopo il successo
della serie televisiva a cui ho lavorato. Dalla straordinaria e immaginifica
penna di Maurizio de Giovanni, due tra i volti più colorati si staccheranno
dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con
il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello
Bambinella. Due figure che non fatico a descrivere come maschere, unici tra i
personaggi dei romanzi ad indossare un costume: uno con il rigore della divisa e
l?altro con la leggerezza della femminilità travestita. La vicenda manterrà la
sua ambientazione napoletana, città che continua amorevolmente a vivere nella
mia esperienza, raccontata in un periodo temporale diverso da quello dei
romanzi. Qui troveremo una Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo,
martoriata dagli allarmi e dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di
umanità e di amore per la vita. Medesimi saranno i due attori che hanno
interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene. Una garanzia
artistica in equilibrio tra dramma e commedia che sicuramente restituirà al
pubblico la gioia di ritornare in platea. La novità è nel ruolo di Melina,
straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell'epoca. Medesimi saranno
anche i reparti artistici che mi affiancheranno in questa nuova avventura: chi
ha amato i romanzi e la fiction ritroverà la stessa poetica e lo stesso
divertimento. A completare la magia ci saranno le musiche di Marco Zurzolo.
Aggiungo il piacere e l'orgoglio di collaborare con il teatro Diana,
un?istituzione nella storia del teatro napoletano.
Mercoledi 18
Gennaio, ore 21, "AZUL Gioia, Furia, Fede y Eterno Amor" di Daniele
Finzi Pasca
con Stefano Accorsi, regia Daniele Finzi Pasca
produzione
Nuovo Teatro/Fondazione Teatro della Toscana
In una città dove il gioco del
pallone è febbre, amore e passione quattro amici fanno i conti con le loro
rispettive vite e facendo affiorare ricordi, provano a ricostruire una serenità
andata a pezzi. Nella loro semplicità, hanno qualcosa di molto singolare e unico
che li accomuna; la passione folle per la squadra del cuore e infanzie
originali, quasi fiabesche. Sono fatti di materia semplice come il pane, ma la
domenica, allo stadio si fanno travolgere da una furia che ogni volta li spazza
e li sconquassa. C?è gioia, amarezza, ironia e tanta voglia di sorridere mentre
evocano le vittorie, i momenti di estasi, le sconfitte e le tragedie che hanno
condiviso negli anni.
Una storia di gente semplice, unita da un'amicizia
inossidabile che li aiuta ad affrontare la vita stringendosi in un abbraccio
delirante e commovente.
"Ho sempre raccontato storie di personaggi
carichi di umanità, fragili e trasognati. Il mio teatro è costruito riproducendo
il linguaggio dei sogni. Procede per allusioni, associazioni di idee. I ricordi
emergono come bollicine che tornano a galla in una bibita che ammazza la sete
nelle giornate di caldo fuoco. Cerco di costruire immagini rarefatte, sospese in
un tempo inventato, leggero. Amo i colpi di scena, i finali a sorpresa, le
macchine teatrali, la magia e l?illusione. Sono cresciuto nel mondo del teatro e
poi sono stato rapito dai grandi eventi: spettacoli monumentali per il Cirque du
Soleil, Cerimonie Olimpiche. Però, ogni volta che ritrovo l?odore e il sapore
della scena, mi sembra di tornare a casa e di riscoprire le mie radici. Credo
siano clown i personaggi che popolano le mie storie dato che sussurrano,
inciampano, ridono e si commuovono. Sono fatti di cristallo, di burro e di
zucchero e con un colpo di vento si trasformano in giganti. Ho avuto la fortuna
di incontrare Stefano, Luciano, Sasà e Luigi attori carichi di umanità, mestiere
e passione. Con loro è stato facile dare vita a questa piccola rapsodia dedicata
a quanti non si danno mai per vinti". Daniele Finzi Pasca
4 e 5
febbraio, "L'erba del vicino e' sempre piu' verde" di Carlo Buccirosso
con Carlo Buccirosso, regia Carlo Buccirosso
produzione A.G. Spettacoli -
Ente Teatro Cronaca
Sabato 4 febbraio alle ore 19.00,
nell’ambito de “Il Teatro degli Incontri”, Carlo Buccirosso e la Compagnia
saranno ospiti al Salone degli Specchi del Teatro Garibaldi per un incontro con
il pubblico, condotto da Mimmo Cice. L’ingresso è gratuito.
Mario
Martusciello, funzionario benestante di banca, da tempo in aperta burrascosa
crisi matrimoniale con sua moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un moderno
monolocale, vivendo un momento di profonda depressione, insoddisfatto del
proprio tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle proprie scelte, delle
proprie amicizie, e non di meno di sua sorella, rea di preoccuparsi
eccessivamente del suo inaspettato isolamento.
In continua spasmodica ricerca
di libertà, di cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di un’apertura mentale
che gli è sempre stata ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla mancanza di
spregiudicatezza, Mario guarda il mondo e le persone che lo circondano alla
stessa stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi con le attrazioni più
insidiose di un immenso parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità di
poter accedere…
Ed è così che pervaso dall’adrenalina della novità,
dall’eccitazione del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si ritroverà
presto soggiogato dalla sindrome dell’”Erba del vicino”, ovverosia dalla
sopravvalutazione di tutto quanto non gli appartenga, di ogni essere umano
diverso da sé stesso, di qualsiasi tipo di emozione possa procurargli una donna
che non sia uguale a sua moglie, come “una giovane avvenente influencer”
conosciuta solo per caso…
Il tutto accompagnato da un senso di
autocommiserazione, ed da un’ammirazione spropositata verso chi nella vita ha
saputo guadagnarsi, con grande fortuna, soldi e successo a sbafo, a discapito
suo che mai ha avuto il fegato di osare, né di cambiare modo di essere pur di
raggiungere qualcosa d’importante…
È allora che quel senso di attrazione
verso chi è diverso da te, che riesce in tutto più di te, e che sa essere quello
che giocoforza non sei mai stato tu, potrebbe anche trasformarsi in
un’irrefrenabile follia omicida, e a quel punto… sotto a chi tocca!
In un
simile spiazzante panorama, chiunque avesse la malaugurata idea di suonare alla
porta di casa Martusciello per qualsivoglia motivo, come per la consegna della
ordinazione del giapponese o di un pacco postale, o peggio ancora per uno
sventurato errore domiciliare, si troverebbe invischiato in una situazione non
facilmente gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di uscire
dall’appartamento in tempi brevi, e possibilmente nelle migliori condizioni di
salute!…
In definitiva, “l’erba del vicino” sarà pure più verde di quella
dell’altro, ma ciò che conta è che non si macchi di rosso “sangue”… E se invece
fosse proprio il vicino di casa in carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando
alla porta dell’appartamento di Mario, magari solo per chiedere la cortesia di
qualche foglia di prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della nostra
vicenda?…
Giovedi 23 Febbraio, ore 21, "La fabbrica dei sogni" di Sal Da
Vinci, Ciro Villano
con Sal Da Vinci, Fatima Trotta, regia Sal Da Vinci,
produzione Cose Production
Giovedì 23 febbraio
alle ore 18.30, nell’ambito de “Il Teatro degli Incontri”, Sal Da Vinci e la
Compagnia saranno ospiti al Salone degli Specchi del Teatro Garibaldi per un
incontro con il pubblico, condotto da Mimmo Cice. L’ingresso è gratuito
In un vecchio manicomio abbandonato, vivono,
dimenticati dal mondo, un cantautore che non vuole lasciare l'edificio in attesa
di essere abbattuto, la sua folle psichiatra segretamente attratta da lui e
dalla sua voce e un gruppo di artisti, reietti e strampalati. Quella struttura
fatiscente è la loro casa ed è il posto dove il cantautore è cresciuto,
scrivendo le canzoni che lui immaginava avrebbe potuto cantare un giorno in un
teatro vero. Un agente di polizia municipale, incaricato di portarli via di là,
si fa coinvolgere dall'artista sognatore e dalla psichiatra pazza nel folle
progetto di trasformare quella casa di cura in qualcosa che possa realizzare i
loro sogni: un teatro che ospiti un vero spettacolo, portato in scena proprio
dagli abitanti di quel vecchio ospedale psichiatrico.
Mercoledi 15,
ore 21, e Giovedi 16 Marzo, ore 21, Biagio Izzo in
"Balcone a tre piazze" di Mirko Setaro e Francesco Velonà
con Mario Porfito, Carla Ferraro, Roberto
Giordano, Adele Vitale, Ciro Pauciullo
costumi Federica Calabrese, scene
Massimo Comune, luci Luigi Raia, musiche Antonio Caruso, regia Pino L’Abbate
Napoli. Antivigilia di Natale. Un’insolita bufera ha interrotto tutti i
collegamenti col resto dell’Italia. A causa della bufera, Alfredo ha dovuto
rinunciare a un viaggio con la moglie, con cui è separato da sei mesi, un
viaggio in cui sperava di riallacciare i rapporti con lei.
Mentre è da solo
in casa, sente bussare al balcone. Un uomo infreddolito gli chiede di farlo
entrare. È Riccardo, l’amante della signora a fianco. È dovuto scappare sul
cornicione perché, a causa della tempesta, il marito è tornato a casa prima del
previsto. La signora a fianco, però, è Elis, nuova e giovane moglie venezuelana
di Michele, amico e vicino di Alfredo.
Alfredo, il giorno prima della
vigilia di Natale si ritroverà a vivere una favola al contrario. Sarà, infatti,
costretto a coprire la tresca di Elis ai danni del suo amico Michele, spacciando
Riccardo per suo cugino. Dovrà recuperare il rapporto con sua moglie. E dovrà
anche fronteggiare Ciro, un rapinatore capitato anch’egli sul suo balcone per
scappare dall’appartamento in cui si era introdotto.
La bufera inaspettata,
insomma, ha sconvolto i piani di tutti i personaggi, che si trovano a vivere una
vigilia di Natale piena di equivoci.
martedì 7 marzo, Nuovo Teatro
diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
presentano "Mine vaganti" uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
con Francesco
Pannofino, Iaia Forte, Erik Tonelli, Carmine Recano e con Simona Marchini
e
(in o.a.) Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca
Pantini, Jacopo Sorbini
scene Luigi Ferrigno, costumi Alessandro Lai, luci
Pasquale Mari
Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate
sul palcoscenico?
Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi
ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di
teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore
cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo
entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco
dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla
sceneggiatura.
Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si
realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della
pellicola.
Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando
quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze
che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e
così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa
all’allestimento.
L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non
potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo
Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe
scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con
le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di
lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita
quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato
da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità.
Racconto
storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento
sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica,
oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo.
Le emozioni dei primi piani
hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati
due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone
perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla
gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il
lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con
molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto
spunto da personali esperienze.
A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare.
Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per
un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui
c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i
tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i
costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti.
Ho realizzato una commedia
che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte
integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso
recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano
quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti
della pièce.
Ferzan Ozpetek
14 Aprile, ore 21, "Meglio
stasera: quasi one man show" di Stefano De Martino, Riccardo Cassini
con
Stefano De Martino
produzione ITC 2000
"Meglio stasera che domani o mai",
cantava negli anni 60 Miranda Martino in una piccola canzone gioiello arrangiata
da Morricone. E' quello che pensa Stefano De Martino: stasera è proprio il
momento giusto per venire a incontrarlo a teatro e trascorrere insieme un paio
d'ore spensierate, nel senso letterale del termine ma soprattutto per conoscerlo
meglio. Forse, "conoscerli" meglio, perché non c'è un solo Stefano. C'è lo
Stefano che racconta: dall'infanzia in un paese affascinante e difficile, al
susseguirsi dei tanti episodi legati al semplice lavoro di fruttivendolo prima,
ballerino poi, infine intrattenitore a tutto campo. C'è lo Stefano "crooner":
insieme agli 8 orchestrali della Disperata Erotica Band, sospesa fra Carosone e
Sanremo, metterà in scena giochi musicali, mash up e virtuosismi canori con una
sola regola: "Non è mai una sola canzone per volta". Insomma, un'offerta
speciale armonica, elegante e intrigante. C'è lo Stefano danzatore: nonostante -
ma solo a suo dire si sia accumulata un po' di ruggine fra le giunture del
ballerino di un tempo, è il momento di rimettersi in gioco, anzi, in ballo. E lo
farà accompagnato nelle coreografie da alcuni ballerini professionisti (ex?)
colleghi di qualche stagione addietro: la sfida è lanciata. C'è lo Stefano
imprevedibile, quello dell'allegria e dei giochi in tv, quello che dialoga e
empatizza: gag, monologhi umoristici, riferimenti insospettabilmente colti,
improvvisazioni e scherzi col pubblico. E infine c'è lo Stefano che... va be' ma
non possiamo dire tutto-tutto-tutto... Venite a guardare il primo sorprendente
spettacolo live di Stefano De Martino.
Teatro Garibaldi, Corso Giuseppe Garibaldi, 78, Santa
Maria Capua Vetere CE
botteghino da lu a sa 10-13, tel 0823 799612