Al Teatro Comunale: Benvenuti in casa Esposito

Caserta – 2 aprile 2016

Articolo e Foto Sebastiano Sacco

Alle parole "camorra", "malavita", "criminalità", siamo istintivamente soliti associare sensazioni di fastidio, ribellione, se non repulsione. La letteratura non è esente da questi ovvi accostamenti.
Ma si può affrontare questi argomenti in modo diverso, col sorriso. Magari amaro, ma comunque sorriso.

E' la strada che Pino Imperatore prima (autore del libro "Benvenuti in casa Esposito") e Alessandro Siani poi, con la regia dell'omonimo spettacolo teatrale sulla sgangherata famiglia, intendono tracciare.
Lo spettacolo, scritto da Paolo Caiazzo ed in scena in questi giorni a Caserta, è incentrato su un singolare personaggio. Un uomo, al secolo Tonino Esposito (Paolo Caiazzo), che l'eredità del padre, temuto e defunto boss della Sanità, proprio non riesce a gestirla. Gli manca la vocazione, del "mestiere" di camorrista.

Debole ma in fondo buono, Tonino, tra incubi assurdi e tentativi di sembrare forte e temuto come il padre, si ritrova coinvolto in varie disavventure: litigi con la moglie (Loredana Simioli) e col resto della simpatica famiglia (Nunzia Schiano, Salvatore Misticone, Maria Rosaria Virgili, Federica Altamura), conflitti personali causati dalle leggi non scritte e spietate della camorra, il confronto col capoclan Pietro De Luca (Gennaro Esposito), attuale boss della Sanità.

Una situazione difficile da reggere, tanto che Tonino, cercando una volta per tutte di sbrogliare le matasse, si reca all'antico Cimitero delle Fontanelle di Napoli, dove si sfoga con la "capuzzella" di un Capitano spagnolo (Mimmo Esposito). Lo sfogo, però, non sarà vano. Il fantasma del Capitano, infatti, si trasferirà a casa di Tonino, diventando suo (invisibile) complice ed aiutandolo, finalmente, a risolvere i suoi dilemmi.

L'impostazione scenica semplice ed efficace, i dialoghi serrati e divertenti, le citazioni figlie della grande tradizione comica di Napoli disseminate qua e là, rendono la messinscena godibile. E, attraverso l'ironia pungente, si giunge ad una riflessione amara, resa per di più esplicita nel finale: nessuno è segnato, geneticamente come moralmente, ed una scelta dignitosa, al di là di tutto, è sempre possibile.

consulta: Stagione teatrale 2015/2016 al Teatro Comunale

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