L'alt(r)o teatro: la stagione teatrale 2015/16
Caserta – dall'8 Ottobre 2015
Articolo di Tonia Cestari
Giovedi 8 ottobre a "L'alt(r)o teatro" - in via Ruggiero 93, Caserta- inizia
la stagione artistico-culturale per la direzione artistica di Giovanni Gallo.
giovedi 8 ottobre, ore 20,15,
"Edipo Re" tratto da Sofocle. Diretta ed
interpretata da Gianni Gallo.
Nell’epoca del dominio assoluto (assoluto, nel
senso di “sciolto” da ogni vincolo) del mercato e del pensiero unico, nell’epoca
del compimento della morte di dio e dei valori dell’occidente, nell’epoca del
tramonto di questa nostra civilta’ che volge appunto all’occidente, al tramonto,
in questo scenario, ri-pensare ai greci, senza nessuna sciocca nostalgia, vuol
dire indagare uno dei due rami importanti delle radici del pensiero del nostro
mondo occidentale.
L’Edipo, la tragedia di Edipo, la sua tracotanza, di chi
non accetta i propri limiti, di chi, volendo indagare troppo oltre la propria
natura umana, finisce per essere punito tramite la scoperta di una realta’ cosi’
tremenda da risultare inaccettabile, quest’edipo rappresenta uno degli esempi
piu’ paradigmatici dei meccanismi di funzionamento della tragedia greca. questo
edipo che diventa, con la sua sofferenza, l’emblema del dolore umano e del
dolore che la conoscenza infligge, si ripresenta, nella nostra epoca, con la
caduta dei valori, in forma di neo-tragedia.
Ingresso libero fino ad
esaurimento posti.
29 ottobre, "Attraverso
la Divina Commedia". Diretta ed interpretata da Gianni Gallo.
Assolutamente attuale è ri-proporre, oggi, la “commedia” di Dante Alighieri: il
“viaggio” che conduce verso la Verità eterna, passando attraverso la selva
oscura del peccato. La metafora della “Commedia”, la purificazione della vita e
del mondo che “volger si devono verso la Luce Etterna, verso uno stato di
felicità”, come inizialmente recita l’attore, non solo è attuale , ma rispecchia
l’universalità delle debolezze umane presenti trasversalmente in tutta la storia
della cultura occidentale.
Attraverso alcuni luoghi delle tre Cantiche della
“Commedia”, Giovanni Gallo, con il piacere e l’emozione, per una sfida
personale, ci porta a vivere i versi classici tra i più belli della storia
letteraria italiana in un incontro che va a ritrovare le motivazioni della
pagina letteraria al di fuori di essa, nel diretto ed immediato rapporto
comunicativo tra interprete e spettatore.
La storicizzazione, poi, pur
necessaria, è lasciata alla libera interpretazione dello spettatore che si
troverà avvolto suggestivamente e co-involto in alcuni momenti del viaggio
nell’Inferno dantesco.
Questi i “luoghi” della “Divina Commedia” visitati
dallo spettacolo:
INFERNO
V Canto dell’Inferno. Il secondo cerchio, ove
son dannati i peccator carnali “che la ragion sommettono al talento”. Quivi, lo
spettatore incontrerà Paolo e Francesca con la loro vicenda d’amore che ha
commosso intere generazioni nelle varie epoche della nostra cultura e assisterà
alla ricostruzione scenica della vicenda. La condanna all’eterna unione,
percossi dalla “bufera infernal”, dei due cognati peccatori, amanti, si esprime
attraverso la preghiera e il pianto di Francesca che, con i più elevati versi
d’amore della letteratura occidentale, coinvolgerà ed emozionerà lo spettatore
vivo. XXVI Canto dell’Inferno). L’ottavo Cerchio dell’Inferno, l’ottava Bolgia,
ove son dannati i consiglieri fraudolenti. Qui la metafora è assolutamente
attuale per la “frodolenza” in cui mena il mondo moderno. Ma è anche
un’incitazione ad ex-sistere (andare oltre, uscir fuori dalla condizione in cui
si vive) e non in-sistere (stare fermi, inerti): “Chi inerte esita, non ha più
tempo”, dirà l’attore rivolgendosi ad un pubblico già coinvolto in una
suggestione che lo ha trascinato con incanto nello straordinario Universo
dantesco. Quivi, lo spettatore vivrà il “folle viaggio” di Ulisse oltre le
Colonne d’Ercole, la sua sfida oltre i confini segnati all’uomo. Il dramma
dantesco è, ad un tempo, esaltazione dell’umanità e riconoscimento del suo
limite:
“Ove Ercule segnò li suoi riguardi,
acciò che l’uom più oltre non
si metta”
XXXIII Canto dell’Inferno. Il nono Cerchio ove son dannati i
traditori della Patria e della propria parte, l’allusione è alle vicende
politiche e alle infamie dell’epoca. Quivi, si assisterà alla triste vicenda del
conte Ugolino. La scena disumana con cui si apre il Canto e il racconto umano,
del profondo dolore paterno, fanno di questa vicenda una delle potenti della
“Commedia”. Anche qui, lo spettatore si sentirà coinvolto e “chiamato in causa”.
PURGATORIO
VI Canto del Purgatorio: Canto politico, in cui Dante incontra le
anime penitenti dei negligenti morti per violenza
E’ il Canto ove
incontreremo il poeta Sordello da Goito, noto per i suoi testi di impegno
politico e civile, scritti ad esortazione e rimprovero dei potenti del mondo.
Quivi si svolge la grande invettiva politica ( “Ahi serva Italia…….”) che
denuncia, con inensa passione, i mali che affliggono l’Italia.
PARADISO
XXVII Canto del Paradiso: L’invettiva di S. Pietro contro i mali della Chiesa.
XXXIII Canto del Paradiso: La preghiera alla Vergine di San Bernardo di
intercessione per il Sommo Poeta affinché possa vedere la Somma Luce. La
Preghiera si apre con una serie di ossimori e antitesi, cioè accostamenti di
parole e concetti dal significato opposto, a sottolineare come gli elementi
della divinità travalichino le possibilità di comprensione dell’intelletto
umano.
12 Novembre, "Edipo Re" di Sofocle.
26 Novembre. "Edipo Re" di Sofocle (replica)
10
Dicembre, "L'indefinita potenza di Giacomo Leopardi"
29 Dicembre, ore 20,30, La poesia di Pablo
Neruda con Giovanni Gallo
Sabato 13 febbraio, 11 e
12 Marzo, ore 20:30,
Poesie Monologhi Dialoghi sull'Amore
con Simona Crasto e Gianni Gallo.
Pianoforte: Marco Rozza
Lo spettacolo poetico-teatrale “Immagini dell’Amore”
si posiziona sulla linea di confine tra Ragione e Passione, Intelletto e Cuore,
“luogo” ove tutto è possibile, anche comunicare l’indicibile. E indicibile è
l’amore!
Attraverso un percorso originale, gli attori ci condurranno per
“mano” nei meandri più o meno nascosti, “rimossi”, ove sacro e profano, ideale e
terreno, passione contenuta e sregolata, bene e male si intrecciano e si
con-fondono in un amplesso che rende leggero l’animo e incauto peccatore l’uomo.
in una suggestiva e raccolta atmosfera, si incroceranno frammenti e schegge di
vita amorosa attraverso testi poetici e prosa poetica .
La poesia è avventura
linguistica, navigare nell’Oceano linguistico come Ulisse sulla nave di Omero,
attraversare la lingua come il mare in tempesta, sapendo da dove si parte, ma
ignorando i possibili approdi, oltrepassando i confini conosciuti e sfidando
difficoltà e insidie:
Poesia è la volontà raffinata di esplorare e
sperimentare con l’atteggiamento di chi, provando, modifica e innova. Per questo
la poesia nasce da un vento mentale, da un potere misterioso, uno spirito
occulto, un demone, che “ama l’orlo dei pozzi, brucia il sangue, rompe gli
stili” come diceva Garcia Lorca.
La Poesia rompe gli argini aprendo verso la
Sacra Follia che ci abita.
"Gli amanti che passano la vita insieme non sanno
dire cosa vogliano l’uno dall’altro. Non si può certo credere che solo per il
commercio dei piaceri carnali essi provino un’attrazione così ardente ad essere
insieme. E’ allora evidente che l’anima di ciascuno vuole altra cosa che non è
capace di dire e perciò la esprime con vaghi presagi, come divinando da un fondo
enigmatico e buio" (Dal Simposio di Platone).
1 e 2 aprile
ore 20,30, "Zarathustra" Rappresentazione teatrale per tutti e per
nessuno .
con Simona Crasto e Gianni Gallo.
Pianoforte: Marco Rozza
Da tempo si aggira nel mondo Occidentale ed ora
irrompe, paurosamente con “meraviglia”, “l’ospite inquietante”, il Nichilismo:
la morte dei Valori, lo smarrimento degli obiettivi, la perdita di Senso.
L’epoca contemporanea, del dominio della Tecnica e della fine del Senso, era
stata “predetta” già dal grande pensatore F. W. Nietzsche.
Il filosofo vide e
annunciò il tramonto dell’Occidente, egli, come una moderna Cassandra, ne ha
pre-visto le male sorti.
L’Annuncio di Nietzsche, che non è critica
dell’esistente, ma constatazione drammatica, è una rivelazione della fine dei
Valori, della morte di Dio, del compimento di un mondo. Spettacolo tremendo,
difficile da sopportare, esso ci riguarda. Ma ci riguarda, all’un tempo, anche
l’Annuncio lieto della liberazione dalla tirannia dei Valori, lieto perché
libera la Volontà dal giogo dei valori: la Volontà, infinita pulsione di
rinnovamento, è ora libera di pro-durre nella sua possibilità.
Tutto ciò si
muove e si consuma sotto i nostri occhi e può essere visto.
Il nichilismo,
lungi dall’essere un orientamento di vita, è una vera e propria annunciazione
del compiuto e dell’inizio di qualcos’altro: è stato detto e io vi dico.
L’Annuncio è il compiuto: drammatico e doloroso, ma è anche l’inizio: un ponte
sull’abisso che l’uomo del compimento, l’Ultimo uomo, getta.
Trasposizione
teatrale della crisi della nostra civiltà, attraverso letture teatralizzate di
Nietzsche (da così parlo Zarathustra), monologhi, poesie, canzoni , video e
musiche.
29 e 30 Aprile, ore 20:30, Giordano Bruno
di e
con Giovanni Gallo
Giordano Bruno, grande filosofo del Rinascimento italiano,
innovatore rivoluzionario, fu, per le sue idee, messo al rogo dalla Santa
Inquisizione con la lingua in giova il 17 febbraio del 1600.
I l suo era un
pensiero volto all’innovazione e al cambiamento. Il suo era un pensiero volto
alla Verità, alla Conoscenza. Una verità che non è unica , fissa. Una conoscenza
che non arriverà mai al traguardo: Verità e Conoscenza una volta raggiunte
aprono nuovi spazi, nuovi orizzonti.
Bruno legge Copernico: non è il Sole che
gira intorno alla Terra , ma la Terra intorno al Sole e questo implica tutto un
rivoluzionamento del modo di intendere l’uomo, la natura, la divinità.
L’Universo , dunque, è infinito e non c’è qualcosa fuori di esso. Si perde la
visione antropocentrica: l’Universo non è finalizzato alla Terra e quindi
all’Uomo; questi sono solo una parte infinitesimale, finita, un dettaglio del
Tutto.
Il nostro mondo è uno degli infiniti mondi finiti e neanche il
migliore. Infatti nel nostro mondo esiste la morte, negli altri mondi possono
non esistere i mortali quali siamo noi ( in tal modo Bruno relativizza la Terra
e con essa l’esperienza cristiana: essa non è l’esperienza dell’Universo, ma
l’esperienza di una specifica regione dell’Universo e come è nata in quella
regione, finirà in quella regione).
Per Bruno Dio non è fuori della Terra,
in un altro Universo, ma è nelle cose. Dio non è separato da noi, è la
Materia-vita. Bruno non crede al Mito della Creazione: nessun Dio ha creato la
Terra, questa è una delle forme in cui si esplica la Materia Universale e su di
essa , come in tutte le cose, inerti o viventi, si riflette l’Universo Infinito
che è vita e gioia di vivere. Pertanto, il Corpo umano, che è parte di questa
Materia e che ha dentro la fiamma della Vita, il soffio della Divinità, questo
corpo non è fonte di peccato, come predica il cattolicesimo. Il corpo umano non
va, dunque, castigato, punito con privazioni, astinenze e flagellazioni, ma va
curato e preservato dalle malattie, va esaltato, va vissuto con voluttà, proprio
perché c’è pienezza di gioia dentro la vita: in tutte le cose c’è l’infinità
dell’Universo, si riflette l’Infinito.
In un epoca di appiattimento del
Pensiero, di assenza della Critica, farsi, in qualunque modo, sfiorare da un
pensatore così radicale può scuotere lo spirito vitale sopito dell’Uomo
contemporaneo. Noi vi offriamo, con questa Rappresentazione, presuntuosamente,
una delle tante opportunità che ci siamo, prima noi, concessi.
13 e
14 maggio "Zarathustra - un ponte sull'abisso"
Interpreti Simona
Crasto, Gianni Gallo, Saverio Gallo. Pianoforte Marco Rozza
La caduta dei
valori e la presenza sempre più incombente dell' "Ospite inquietante", il
Nichilismo, profetizzate da F. Niettzsche, si intrecceranno con la figura di
Cassandra, profeta di sventure e quella di Edgar Allan Poe con la sua
descrizione del terremoto che progressivamente ha invaso la vita civile e la
mente dell'uomo occidentale.
Spunti per una riflessione su ciò che è e su ciò
che può essere.
27 e 28 Maggio, Immagini dell'amore
Poesie, Monologhi, Dialoghi sull'Amore. ((Platone, Orazio, Dante, Petrarca,
Leopardi, Rilke, Neruda, Lorca, Brel, Ferré, De André)
Interpreti: Simona
Crasto; Gianni Gallo
Pianoforte: Marco Rozza
Ingresso libero
Consulta anche Una Nuova Stagione
Info cell 333 3556525