Le parole parlate: Teatro a Palazzo Lanza
Capua (CE) – dal 3 al 25 luglio 2014
Comunicato stampa
Il Teatro Civico 14, approfittando della pausa estiva, si trasferisce a
luglio nella corte del Palazzo Lanza – dove si avvicendano in genere
manifestazioni a carattere culturale tendenzialmente riferite alla letteratura,
organizzate da Giuseppe Bellone – a Capua, e con la direzione artistica di
Roberto Azzurro inventano un luglio teatrale in cui quattro appuntamenti
teatrali, scelti appositamente per la location singolare e intimamente
suggestiva al tempo stesso, si avvicenderanno a partire dal 3 Luglio con Roberto
Azzurro e Gea Martire con il loro Primo movimento verso l’autodafè tratto dal
romanzo di Elias Canetti, per proseguire con Francesca Rondinella e Giosi
Cincotti con Medithèa, poi il 17 luglio sarà la volta di Carmine Borrino con il
suo Franceschiello, un Amleto re di Napoli, e per chiudere il 25 luglio Carlo
Caracciolo e Antonella Monetti in Pedro Felipe di Emanuele Tirelli con la regia
di Mario Gelardi. In comune i quattro spettacoli hanno il fatto di essere passi
di un percorso che poi porterà tutti gli spettacoli a progetti di più ampio
respiro, e in più tentano di dimostrare che il teatro non ha bisogno di niente
per esistere se non di un testo interessante recitato da un attore suggestivo. E
se poi insieme ci sono anche note e strumenti allora, come accadrà a Palazzo
Lanza, le serate prenderanno la giusta dimensione per offrire cultura e svago
insieme.
direzione artistica: Roberto Azzurro
(nostro articolo: "Le Parole
Parlate", la rassegna teatrale al Palazzo Lanza di Capua)
Programma
3 luglio, Primo movimento verso l'autodafe'
Un progetto di Roberto Azzurro, ispirato al romanzo di Elias Canetti, con
Roberto Azzurro e Gea Martire, una produzione Ortensia T
Nella storia tutto si svolge nella tensione fra due esseri cresciuti ai capi
opposti nelle immense fronde dell’albero della vita: il sinologo Kien e la sua
governante Therese.
Kien è un grande studioso che disprezza i professori, ritiene superflui e
sgradevoli i contatti col mondo, ama in fondo una cosa sola: i libri. E i libri
lo circondano e lo proteggono, schierati come guerrieri sulle pareti della sua
casa senza finestre. Esperto nell’arte del dubbio, Kien cela una fede
incrollabile: per lui, «Dio è il passato» – e tutta la vita anela al «giorno in
cui gli uomini sostituiranno ai propri sensi il ricordo e al tempo il passato».
Ci troviamo di fronte ad un anti–eroe: Canetti distorce la figura del suo
protagonista in una caricatura grottesca, lo crea appositamente per il nostro
disprezzo con un pizzico di pietà che fa venire quasi il voltastomaco, trafitto
brutalmente da Therese – governante curiosa e pericolosa che si insinua
sadicamente nel cuore della sua esistenza: i libri, la sua biblioteca, il
silenzio sacro degli studi, l’intimità culturale in cui Peter Kien vive e
sopravvive.
Ma un «carattere» è anche la sua governante Therese. Maestosa nella sua lunga
sottana blu inamidata, Therese raccoglie in sé le più raffinate essenze della
meschinità umana. Nella mente di Therese turbinano frasi sulle patate che sono
sempre più care e sui giovani che sono sempre più screanzati. In quella di Kien
rintoccano sentenze di Confucio. Ma qualcosa li accomuna nel profondo: una certa
spaventosa coazione, il rifiuto di ammettere qualcos’altro nel loro mondo.
Autodafé racconta l’incrociarsi di queste due remote traiettorie e ciò che ne
consegue.
Nessun sentimentalismo, nessuna morale che potrebbe compiacere il lettore, e
certi scambi di battute, certi monologhi così efferati e dissacranti, certa
violenza nell’aggredire il bersaglio sembrano sintomi stilistici di un prodotto
magnificamente surrealista.
In questo Primo Movimento l’intento è quello di riscrivere dal libro un lungo,
acrobatico dialogo tra i due personaggi principali, appunto Kien e Therese,
relativamente alla prima parte del romanzo, in cui convergano tutte le dinamiche
di una relazione tra due persone che prende man mano sempre più il carattere di
un incontro destinato a diventare scontro definitivo. Insomma, come quel piccolo
varco umano che Kien apre per lasciar entrare per la prima volta un essere umano
fin dentro di lui, lo porterà alla perdita totale del controllo della sua
esistenza. Mentre fuori il mondo, intorno a loro, procede ancora peggio. Ci
saranno poi il Secondo e il Terzo Movimento. E finalmente lo spettacolo totale.
10 luglio, Medithea
Con Francesca Rondinella e Giosi Cincotti, una produzione Antego
Francesca Rondinella si lascia precedere dalle note della fisarmonica che il
maestro Cincotti suona con poetica competenza per spaziare in un repertorio che
tocca brani francesi (Youkali, ad esempi, in cui non si rimpiange il falsetto di
Teresa Stratas, o Les feuilles mortes con degli interessanti inserti testuali in
napoletano) ma anche canzoni scritte da entrambi, come “Sciulia sciulia”; la sua
voce profonda parte dal diaframma, ma, in realtà arriva da lontano, come la
musica che porgono garbatamente al pubblico, nuda e cruda, suono e voce.
Francesca Rondinella si lascia precedere dalle note della fisarmonica che il
maestro Cincotti suona con poetica competenza per spaziare in un repertorio che
tocca brani francesi (Youkali, ad esempi, in cui non si rimpiange il falsetto di
Teresa Stratas, o Les feuilles mortes con degli interessanti inserti testuali in
napoletano) ma anche canzoni scritte da entrambi, come “Sciulia sciulia”; la sua
voce profonda parte dal diaframma, ma, in realtà arriva da lontano, come la
musica che porgono garbatamente al pubblico, nuda e cruda, suono e voce.
Vario il genere. Canzone appassiunata, Historia di un amor, Chi tene ‘o mare,
passando per Astor Piazzolla e infine Marechiaro. Si uniscono, così, diverse
sponde del Mediterraneo e il pubblico comincerù a muoversi a ritmo di Sirtaki,
fino ad arrivare al ritmo parossisitico di Casatschok. Un viaggio che ci
riporta, alla fine, alla realtà da cui si era partiti: una città che ha tanto da
offrire e molto ancora da scoprire.
17 luglio, Francischiello - Un Amleto re di Napoli (nostro
articolo)
Uno studio shakespeariano di e con Carmine Borrino con musiche di Lino
Cannavacciuolo, Una produzione CRASC-teatrodiricerca in collaborazione con
ArtgarageTeatro
Uno studio che parte dall’ approfondita ricerca sulla figura di Francesco II di
Borbone e approda alla sovrapposizione “spettrale” col giovane principe di
Danimarca. I rapporti drammaturgici dell’Amleto di Shakespeare che si fanno
pre-testo per raccontare, combaciando alla perfezione, con ciò che accadeva alla
corte di Napoli nell’estate del 1860. L’assoluta fede cristiana di Francesco II,
che lo rende sicuramente gran conoscitore di S. Agostino, tra i primi cristiani
a parlare di essere e non essere; il tradimento subìto da un “cousin” (cugino);
l’esitante azione – reazione al tradimento e alla vendetta; il rapporto
giovane-re col padre defunto ricordato e riconosciuto come gradissimo sovrano;
l’ambiguo rapporto d’amore e devozione tra Francesco II e Maria Sofia, come
Amleto e la giovane Ofelia; l’attesa del condottiero generale Garibaldi, come
l’attesa del giovane Fortebraccio: il suo arrivo, la sua delusione, i morti, la
morte e la calunnia, la deposizione illegittima di un re, l’inganno; la finta
follia del giovane principe di Danimarca come la probabile finta “scemità”
dell’ultimo sovrano di Napoli; l’incarico a un ennesimo Orazio di raccontare la
vera storia; Il 14 febbraio, giorno di S. Valentino, cantato dalla disperazione
di Ofelia e ultimo giorno del regno delle due Sicilie; atto I scena prima:
Piazzola davanti al Castello di Elsinore. Notte fonda. Francesco è al suo posto
di guardia…
Un’intuizione che si fa studio, una ricerca che sperimenta l’efficacia,
l’efficacia che si con-forma, la forma che diventa performance.
25 luglio, Pedro Felipe
dall'omonimo romanzo di Emanuele Tirelli, edito dalla casa editrice Caracò,
drammaturgia di Emanuele Tirelli, con Carlo Caracciolo e Antonella Monetti
(fisarmonica e voce), regia di Mario Gelardi, una produzione ntS' | Nuovo Teatro
Sanità
“Mi chiamo Pedro Felipe, come il protagonista di una canzone di Rino Gaetano.
Zia Letizia non perdeva occasione per ricordarne la scomparsa: 2 giugno 1981. Fu
lei ad avvertire i miei genitori. Io ero troppo piccolo per ricordarlo, ma lei
ha sempre assicurato strazi, pianti e singhiozzi. Lacrime dense come l'olio
rovinarono compatte sulla cornetta del telefono raggiungendo l'Italia con l'eco
di piccoli tonfi.”
Dalla Spagna all’Italia e dall’Italia alla Spagna. Pedro Felipe Colella è il
protagonista e il pensiero di questa storia in cui il bene e il male si
incontrano tanto da vicino da non riconoscersi e da animare la vita di tutti i
personaggi che si muovono intorno a lui. Legami che distendono, legami che
feriscono e altri ancora che non vengono compresi. Lotte che appartengono al
passato e lutti così presenti da cambiare il corso della storia. È il ritratto
di una grande passione per una donna, per la propria famiglia, per la propria
terra, per il mare che bagna tutto senza prenderlo. Un mare, appunto, che non
c’è, perché lascia le pareti di una stanza color blu e un luogo in cui il
pensiero diviene la realtà dei ricordi.
«Pedro Felipe è uno che chiude gli occhi per non vedere. Chiude gli occhi mentre
si afferra al passato e si illude che così possa fuggire al dolore. Pedro è nato
in Spagna, si trasferisce poi a Milano con i suoi genitori, ma lo segna per
sempre la sua città, come nella poesia di Kavafis (invecchierai nello stesso
quartiere… sempre farai capo a questa città). Pedro spesso non fa le scelte
giuste, ma uno arriva alla vita senza libretto di istruzione. Lui stenta a
vivere come stentiamo noi tutti, e perciò è vivo. Lo accompagniamo, fin dalla
nascita, nelle sue incertezze, le sue paure, il suo amore. Emanuele Tirelli ha
scritto una storia senza effetti speciali, con il gusto dolceamaro della vita
vera. La sua scrittura è umile e lo ritengo un grande merito, perché umile
doveva essere l’approccio a quel grande mistero che chiamiamo vita e che Pedro
Felipe prova a decifrare. Come tutti noi». José Vicente Quirante Rives,
direttore della casa editrice Partenope (Alicante, Spagna)
organizzazione: Mutamenti / Teatro Civico 14
in collaborazione con Ex Libris e Associazione Ortensia T
Ex Libris, c.so Gran Priorato di Malta 25 Palazzo Lanza, Capua
Orario: 21.00
Biglietto Unico € 10,00
Prenotazione obbligatoria: t. 0823622924 - 3931571655
orari botteghino: 10/13 e 17/20