Officina Teatro presenta "The Kitchen"
S. Leucio (ce) – 1 Marzo 2013
Articolo di Damiano Gedressi
C’è tempo fino al 10 Marzo per assistere al nuovo spettacolo messo in scena
dal progetto O.L.T.R.E., del Laboratorio permanente di resistenza di Officina
Teatro a San Leucio. Questa volta i giovani allievi della splendida realtà
casertana si cimentano con uno dei primi lavori di Arnold Wesker, il celebre
drammaturgo inglese, dal titolo The Kitchen (la cucina).
Siamo andati ad assistere alla prima tenutasi il 1 Marzo e il pubblico sembra
aver risposto alla grande ad i primi tre appuntamenti.
L’allestimento lascia davvero senza parole. Appena entrati in sala, sembra di
trovarsi in una vera e propria cucina professionale, perfettamente ricostruita
fin nei minimi particolari, con un bancone da lavoro solido ed ampio, gli
utensili più svariati e perfino i cibi tipici di un fast-food. Su questo
scenario s’impianta un testo tra i più riusciti del maestro Wesker,
sapientemente rielaborato dal regista Michele Pagano. Un altro grande successo
per il regista della nostra provincia, che lavora con accortezza tra i suoi
attori i quali reagiscono in maniera precisa ad ogni tipo di situazione si
presenti in scena. Lo spettacolo è distinguibile in due fasi: una prima molto
caotica, quasi assordante che rispecchia l’ambiente di lavoro rappresentato, e
una seconda fase più intimistica e calma. Poi il finale in cui la tensione
cresce nuovamente.
L’inizio è incalzante, il linguaggio è forte, crudo, tipico del vivere di
periferia inglese.
Emerge fin da subito il conflitto culturale tra i vari personaggi, tutti membri
dello staff di un fast-food di città, tra cuochi e camerieri, tutti di
nazionalità differenti; inglesi, tedeschi, italiani, albanesi, greci, francesi,
irlandesi in un "meltin pot" di vaste proporzioni.
L’opera lascia aperte numerose riflessioni e pianta nello spettatore molti punti
fermi atti ad essere sviluppati con i temi centrali della nostra società. La
fame nel mondo, lo spreco alimentare, le differenze sociali, quelle razziali.
Tutti nodi che nella cucina di OfficinaTeatro, spariscono la sera, a chiusura,
quando i protagonisti si rilassano a luci basse tra i fornelli ormai spenti e si
lasciano andare a sogni nel cassetto, retaggi a cui rimangono legati, e semplici
esperienze di vita. Ma basta poco per riaccendere la scintilla, per alimentare
quel fuoco che si attenua ma non si placa in un crogiolo di razze così
disparato, a causa anche di un lavoro così stressante da mettere a dura prova la
stabilità nervosa di ogni singolo personaggio. Tutti bravi gli attori ed
apprezzabile l’impegno dello staff di Officina Teatro che, prima di cominciare
lo spettacolo, legge una dichiarazione spiegando che nessun tipo di cibo o
pietanza utilizzato in scena sarà buttato via, ma riciclato e regalato a figure
terze come associazioni o agricoltori del territorio.
Consulta:
Officinateatro: stagione 2012 – 2013 "Prospettive contemporanee"