Al Civico 14 “Da questa parte” di Emanuele Tirelli
Caserta – 19 Ottobre 2012
Articolo di Roberta Cacciapuoti
E' andato in scena dal 19 al 21 ottobre al Teatro Civico 14 il nuovo
spettacolo che ha visto la collaborazione, dopo il successo de “L’Incoronata”,
del drammaturgo Emanuele Tirelli e della regista Iolanda Salvato, che insieme
hanno dato vita all'opera “Da questa parte (ovvero quello che manca)” affidata
all’interpretazione di Assia Favillo. Dopo il debutto avvenuto il 16 ottobre al
Teatro Due di Roma, nell’ambito della rassegna “Sguardi S-Velati”, lo spettacolo
č approdato a Caserta e sarā a Napoli al Teatro Sancarluccio, a fine novembre.
Prodotta da Tavole Da Palcoscenico, Eva Di Tullio e Blumalab, la pičce si avvale
della preziosa collaborazione di Alessandro Tresa alla regia video, Daniele
Mazzotta alle musiche e Marco Zara al disegno luci.
La protagonista, che pur da sola sulla scena rappresenta ed č tre donne, che
sono poi tutte le donne, racconta attraverso tre storie diverse, seppur
incastrate e sovrapposte, la paura di restare soli, la voglia di riscatto, la
volontā di affermare la propria essenza al di lā delle regole imposte dalla
societā e dalla famiglia. Le regole, che impongono alla donna un percorso giā
prestabilito, un percorso scandito dai momenti del fidanzamento, del matrimonio
e della maternitā, non permettono svolte, cambi di strada, nč sbandamenti. Tre
cornici a sormontare uno schermo, su cui durante lo spettacolo verranno
proiettate delle immagini. Tre cornici per tre donne: la moglie e due amanti.
Una donna si affaccia sulla scena, in una delle tre cornici, a raccontare la sua
storia di moglie e madre, il marito le ha chiesto di nascondersi, di aspettare,
di portare il figlio dai nonni, perchč lui sta prendendo una decisione
importante. La donna racconta al pubblico, interlocutore diretto, la sua vita.
Racconta la storia del suo amore, dell'abbandono dell'universitā, del
trasferimento dal piccolo paese alla cittā, la storia del suo matrimonio
sostenuto e voluto dai genitori, la maternitā. Un'altra donna si affaccia sulla
scena, č l'amante del marito dell'altra, il suo incubo peggiore č la solitudine,
la paura pių grande quella di diventare la gattara di turno.
Le tre donne immaginano e svelano pensieri nascosti, che forse tali dovrebbero
restare, ma che a volte č impossibile reprimere. Affrontano timori e paure
facendole uscire fuori, dicendole ad alta voce, perchč a volte parlare serve
solo a coprire il rumore dei pensieri. "La veritā č un boccone troppo grosso, va
fatto a pezzi per poterlo digerire", e cosė pezzo per pezzo le tre donne
raccontano la propria veritā, pur volendola fuggire. Ad accomunare le tre donne
l'amore per lo stesso uomo, che diventa il loro perfetto burattinaio che
inconsapevolmente guida le loro azioni e le conduce alla follia. "Da questa
parte" č dalla propria parte, dove ognuno deve inevitabilmente stare per
sopravvivere, dove ognuna delle tre donne sta, per giocare il suo gioco fino in
fondo, fino a quando non ha pių senso continuare.
Le immagini proiettate sullo schermo, che frazionano spazio e tempo della
recitazione, altro non sono quei pensieri che restano celati dietro le parole,
ma che risuonano nella mente come inevitabili campane, a svegliarci dal sonno
apparente dell'oblio.
Una storia contemporanea ben scritta che affronta un problema comune a tutte le
epoche: la paura della solitudine. La messa in scena č innovativa e funzionale,
la protagonista incisiva e forte nella sua interpretazione.