Teatro Civico 14: "Le Preziose Ridicole" di Giovanni Meola
Caserta – 28 gennaio 2012
Articolo di Clemente Tecchia
“Le Preziose Ridicole” è il titolo dell’ultima fatica dell’autore e regista
Giovanni Meola, presentata sabato e domenica scorsi presso il Teatro Civico 14
di Caserta: ispirato da “Le Preziose Ridicole (o La Prova di Furfantino)” del
celebre commediografo francese del XVII° secolo Moliére, lo spettacolo è stato
interpretato da Luigi Credendino, Melania Balsamo, Enrico Ottaviano, Sara
Missaglia, Alessandro Palladino e Chiara Vitiello, con Vittoria Smaldone
assistente alla regia e i costumi di Annalisa Ciaramella. È la storia di due
arrampicatori sociali, due membri della servitù di un nobiluomo che con raggiri
e sbruffonate cercano di accalappiare due ottime “mesdamèsse” dell’alta società,
e che immancabilmente finiranno per essere smascherati e ricevere il fatto loro.
Una trama semplice che permette al regista di giocare sull’irresistibile
vitalità dei caratteri, sapientemente rivisitati rispetto all’originale:
numerosi sono infatti i momenti in cui ora l’uno ora l’altro dei protagonisti
senza preavviso abbandonano il codice parlato per iniziare a verseggiare come
bestie di variegate nature, ma perlopiù pennute. Il paradosso è che, a paragone
della vacuità da cicaleccio – è proprio il caso di dirlo – dei vani discorsi
delle donzelle e dei proclami boriosi dei pretendenti, quando tutti loro
cominciano ad agitarsi e a gracchiare come presi da un démone farsesco sembrano
dire molto di più (o almeno in maniera più sincera) di quanto non facciano con
le parole. Nel rispetto del contenuto originale e dell’attacco portato da
Moliére a certa società frivola e inconsistente, infatti, le parole finiscono
per tradire la loro preziosità di mezzi di comunicazione per piegarsi a
strumento al servizio della menzogna, dei discorsi vani sui “vestiti sofferenti
per mancanza di nastri”: inoltre, la consapevolezza di tale recupero è
sottolineata dalla scelta del regista di lasciare, in alcune occasioni,
interpretare a Ottaviano il doppio ruolo di padre delle fanciulle e di
‘regista’, in un meccanismo di sdoppiamento che recupera il ‘teatro nel teatro’
e che è sufficiente a porre la giusta distanza tra il pubblico e l’opera
rappresentata. C’era infatti il rischio di una ricezione puramente ridanciana e
grottesca: in questo modo invece è chiara la volontà da parte di Meola di
sottolineare la stringente attualità dell’opera di Moliére, in un rimando alle
troppe affinità tra il nostro tempo e la decadente società secentesca (società
che, come sa chiunque abbia un’infarinatura di storia, ebbe modo di fare una
gran brutta fine…). Una magistrale rivisitazione da parte del regista che,
mentre segue assai fedelmente il canovaccio originale, riesce con successo a
trasportalo nei nostri anni senza stravolgerlo e senza darne una
rappresentazione accademica.
Stupisce l’inesausta freschezza nella rappresentazione dei caratteri oltre che
la vivacità di un approccio assai “fisico” da parte di attori che non smettono
un momento di saltellare in giro per il palco, portando in viso il contrassegno
di smorfie e espressioni esagerate, specchio della mancanza di profondità di
personalità tutte superficiali, ma appunto dalle superfici preziose e arricciate
come fossero dolcetti di panna.
I sei interpreti, tutti eccellenti, fanno de “Le Preziose Ridicole” uno
spettacolo ambizioso coronato dalla risposta del pubblico che ha completamente
riempito lo spazio del teatro nelle due serate: un pubblico rapito dalla
perfetta sintesi di intrattenimento e spunto per riflessioni che Meola ha
inscenato degnamente sulle orme del grande Maestro francese.
Consulta: Stagione
teatrale al Teatro Civico 14