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Teatro Civico 14: Nicolamm(a)ore

Capua (CE) – 22 gennaio 2012

Articolo di Valentina Sanseverino

Questo week end la programmazione del Teatro Civico 14 si è sposta..sotto il mare!
Video, musiche e costumi ispirati al mondo sommerso hanno infatti trasportato i rapiti spettatori negli abissi marini a narrare una delle numerose rivisitazioni della legenda siciliana di Colapesce, giovane metà uomo e metà pesce, eroe semplice e illuminato.
A metterla in scena il Gruppo Teatrale Il Pendolo in collaborazione con le Associazioni Culturali Il Colibrì e Itinerarte su ideazione e regia di Antonio Iavazzo e consulenza drammaturgica di Maria Pia Dell'Omo.
“Nicolamm(a)ore”, andato in scena il 21 e 22 gennaio scorso sul palco del incantevole Teatro Civico 14, trae ispirazione dalla versione napoletana della vicenda, ambientata sulle sponde della capitale partenopea nel 700, ma completamente “stravolta” da Iavazzo che, al testo originario “Leggenda e cunto di Colapesce” di Manuela Mazzi e Raffaele Rizzo, ha aggiunto personaggi e innesti vari, caratterizzandolo con quel tocco di “napoletanità” che ne arricchisce la messa in scena con coinvolgenti tratti di folklore: come la figura di Lara Corace (La Mamma, La Cantante), che si dispera di quel suo figlio mezzo pesce innalzando struggenti canti al mare, o come la pantomima di Cola e l’innamorata gelosa, o le vivaci danze popolari di Mina Fiore e Luigi Rende. A colpire per primo, in questo suggestivo spettacolo, sono le scenografie e i costumi: barocchi, ricchissimi e colorati, evocano le suggestioni di un mondo misterioso e affascinante. Tra canti, balli e monologhi dei protagonisti spiccano, su tutto, le soluzioni scenografiche e video installazioni, ideate e realizzate da Edoardo Di Sarno e il video “Guarracino”: stop motion film (interpretato tra l’altro da Lello Giulivo, Marcello Colasurdo e altri attori di spicco del panorama attoriale napoletano), finalista, nel 2005, ai David di Donatello e vincitore di diversi premi in Italia e all’estero. Uno spettacolo gustoso e applauditissimo, che sottintende anche una forte morale: la storia dell’eroe Colapesce, che nasce e vive di semplicità, contrapposto ad un re avido e meschino, è una metafora del senso del giusto, della misura, del bene, contrapposti alle pulsioni volgari e squallide di esistenze perdute nel “fango” del puro profitto e dello sfruttamento. “Colapesce, illuminato dalla sua diversa condizione di uomo a metà tra la terra ed il mare, assume i connotati di una figura salvifica che si spinge per la vastità del Mare, simbolo di Vita e di Conoscenza.”

consulta: Stagione teatrale al Teatro Civico 14

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