Teatro Comunale: "Non mi dire te l’ho detto"

Caserta – 16 Gennaio 2010

Articolo di Dario Salvelli

Secondo appuntamento della rassegna “Non ci resta che ridere” del Teatro Comunale di Caserta con lo spettacolo “Non mi dire te l’ho detto” di Paolo Caiazzo, comico napoletano che soprattutto con il suo personaggio “Tonino Cardamone” ha riscosso un discretto successo. Dal TAM di Napoli, attuale tempio della comicità napoletana, è arrivato alla ribalta nazionale partecipando a trasmissioni televisive come Zelig. Questa sera però Caiazzo propone una commedia in due atti, di cui è anche autore insieme al regista Guglielmo Marino, particolarmente divertente e dai ritmi incalzanti.
La sala del teatro comunale è quasi completamente piena. Il testo di “Non mi dire te l’ho detto” è del 1994 ma è stato rivisto e rispolverato: la trama, il cui filone principale è quello del tradimento, racconta due amici che tra un equivoco ed un altro cadono in situazioni grottesche. La commedia si svolge negli interni della casa di un piccolo paese di campagna (la scenografia è semplice ma efficace) dove Guglielmo (interpretato da Francesco Mastrandea) è un dottore sposato con Raffaella (Maria Mazza), una bellissima donna che è anche ricca e proprietaria dell’immobile. I due hanno caratteri diversi: Guglielmo è impotente, colleziona storie extraconiugali e per non perdere il matrimonio con Raffaella, che desidera fortemente avere un bimbo, le fa credere che sia lei a non essere fertile. Raffaella invece è presa dal desiderio di maternità, vuole adottare un bambino, sotto sotto è legata al marito ma lo tratta con altrettanta rigidità ed isterismo.
L’altro “fidato” amico, Vincenzo, interpretato da Paolo Caiazzo, è un programmatore informatico che passa giornate intere davanti al computer. E’ introverso, imbranato ed inesperto con le donne, si nasconde dietro il nickname “Uomo Ragno” e grazie ad Internet ed al social network più in voga, Facebook, conosce una donna dall’altro nickname misterioso, “Madame Eiffel”. I due chattano e si inviano su Facebook messaggi d’amore, “L’uomo ragno” stuzzica la fantasia della donna (appropriandosi come frasi sue quelle del Cyrano de Bergerac), la fa sognare così tanto che riesce ad ottenere un appuntamento al buio proprio nella casa dell’amico Guglielmo che, con la scusa di avere un convegno fuori città, gli presta la casa. Entrambi però saranno ignari del fatto che la donna misteriosa è proprio Raffaella, la moglie di Guglielmo. A complicare questa già ingarbugliata situazione contribuiranno gli altri personaggi della commedia: l’assistente sociale Tedeschi (Rosaria Russo) che visita la coppia per una probabile adozione, la sbronzatissima amante del dottore (Ada de Rosa), un eclettico e poco perspicace ispettore dell’ufficio immigrazioni (Francesco Mastrandea), don Giusto, un prete amico di famiglia con il quale è meglio non confessarsi molto.
Mi fermo nel racconto per non svelare particolari della storia fondamentali per godersi lo spettacolo. La commedia infatti è piena di piccoli colpi di scena svelati da non sense, equivoci, giochi di parole (il titolo dello spettacolo qualcosa suggerisce…) che dimostrano la trasversalità della lingua napoletana ed italiana. C’è dell’umorismo inglese ma anche quello napoletano più pungente e verace. Caiazzo dimostra non solo di avere dei buonissimi tempi comici ma anche una scrittura moderna e fresca, chè quando si aggrappa a luoghi comuni non è mai banalissimo. Come quando a proposito delle pendrive USB Caiazzo dica che sia inutile avere “una grande memoria a disposizione quando poi dimentichi dove l’hai messa”.
Contro ogni stereotipo della conduttrice televisiva incapace di reggere il palcoscenico, colpisce la buona interpretazione di Maria Mazza che si cala bene nei panni di una moglie un po’ svampita, un po’ femme fatale ma sempre e comunque ingenua. L’ottimo Francesco Mastrandea attraversa tutte le situazioni insieme a Caiazzo tenendo il ritmo della commedia molto elevato tanto che le circa due ore passano velocemente, senza stanchezza. La regia è essenziale ma azzeccata nell’entrata ed uscita dei personaggi che non sono lì mai per caso. Chiamatela commedia italiana o anche cabaret, un genere teatrale sempre difficile da mettere in scena ma che questa sera in “Non mi dire te l’ho detto” viene ben rappresentato.
Insomma fate conto che non ve l’ho detto ma non ditemelo, andate a teatro.

consulta: Teatro Comunale: rassegna "Non ci resta che ridere"

Casertamusica.com - Portale di musica, arte e cultura casertana. Testi ed immagini, ove non diversamente specificato, sono proprietà di Casertamusica.com e della Associazione Casertamusica & Arte. Vietata ogni riproduzione, copia, elaborazione anche parziale. Tutti i diritti riservati.