Teatro Comunale: Madre Coreggio con Isa Danieli

Caserta –8 Gennaio 2009

Articolo e foto di Federica Roano

Ieri sera, giovedì 8 gennaio, presso il Teatro Comunale, si è rappresentato "Madre Coraggio", tratto da un testo teatrale di Bertolt Brecht.
La storia è ambientata in Polonia, Svezia e Germania tra il 1624 e il 1636 durante la guerra dei trent'anni e narra della vita di una commerciante, Anna Fierling (Isa Danieli), che cerca di guadagnarsi da vivere vendendo mercanzie nei territori di guerra. I suoi tre figli, con cui segue gli itineranti territori di guerra, le verranno strappati dalla stessa, ognuno per una diversa motivazione e con un diverso compito da eseguire per proteggere la propria patria (e il proprio credo). L'aspro sterminio che ha decimato cristiani e protestanti, viene trasportato sul palco ed analizzato da un punto di vista totalmente soggettivo: quello di un commerciante, che nella guerra vede denaro e dignità, tant'è che negli intervalli tra una battaglia e l'altra, l'affermazione più ricorrente di "Madre Coraggio" (Anna) non è: "E' iniziata la guerra!", bensì: "E' finita la pace", proprio a sottolineare la cinica allegria che la guerra genera e rigenera ad ogni sua ripresa. Ma Madre Coraggio non è una persona malvagia, ha un cuore che le viene spezzato per tre volte, una per ogni figlio perso. Il suo cinismo è dovuto al fare di necessità virtù, al dover cercare di trovare affari nelle sfortune altrui. Questo meccanismo di sciacallaggio rende la donna dura con sé stessa e priva di pietà verso il mondo ed i figli; così, anche quando per salvare suo primogenito le viene chiesto di pagare, lei imbastisce infinite trattative, perdendo così la possibilità di salvargli la vita.
La storia ha molti personaggi e comparse, le musiche sono registrate ma le voci sono reali, provenienti da cori che compaiono e scompaiono ai margini del palcoscenico. A scenografia è meravigliosa: un campo gelido coperto di ghiaccio posizionato in pendenza, sul quale si svolge l'intera storia. Regina indiscussa, Isa danieli, che con eleganza, trasporto e forza d'interpretazione, trascina del turbinio della guerra ogni spettatore, facendone vivere gli orrori e le disgrazie, la disumanità e l'ipocrisia di una guerra in nome di un Dio che, ammesso che ci fosse, sembrava non ascoltare le suppliche della gente comune che chiede la fine dell'incubo.
Un racconto crudo ma soprattutto una grande critica alla guerra, ai massacri e ai genocidi che né una religione, né un confine, né una vanità di un sire o di un presidente può giustificare.

Consulta: Stagione del Teatro Comunale 2008

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