Considerazioni
su l'8 marzo, giorno della donna.
di Arianna Quarantotto
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Ormai la ricorrenza è nota a tutti, a chi vende le mimose su bancarelle
arrangiate all’ultimo momento, ai fiorai, più organizzati, alle librerie, ai
pasticcieri, agli studenti che non hanno esitato a “festeggiare” chi marinando
la scuola, chi offrendo dolci fatti dalle mamme…
Tutte noi, in fin dei conti, una piccola attenzione l’abbiamo ricevuta.
Eppure per un momento il mio pensiero è andato altrove, non mi sono lasciata
sedurre dai cioccolatini che mi hanno offerto i miei alunni in classe (ma sarà
che pensavano di scansarsi l’interrogazione??) e neanche dalle mimose che mi
piace guardare dalla finestra della mia camera, piuttosto ad un
interessantissimo libro, “Tra numeri e dita” di Giovanni Buffa, un ricercatore
del CNR, letto e studiato ai tempi dell’università. Il testo spiega l’origine
della numerazione, il significato del pari e del dispari, del positivo e
negativo.
Cosa c’entra con la festa delle donne?
Beh, sono andata a rileggermi le pagine relative al mito della luna, l’astro
femminile per eccellenza, che riempie e ha riempito pagine e pagine della
nostra letteratura.
Secondo il popolo Maya il sole e luna prima di diventare astri celesti erano
creature terrestri, una giovinetta ed un arduo cacciatore. Fra i due si accese
l’amore e dopo varie vicende fuggirono insieme. Il nonno della ragazza,
adirato, la fece uccidere. Le betulle raccolsero allora il corpo e il sangue
della ragazza in 13 ceppi cavi. Dopo 13 giorni di ricerche il Sole trovò i
ceppi. Da 12 nacquero insetti e serpenti che si diffusero per tutto il mondo,
dal tredicesimo la luna uscì resuscitata grazie all’intervento del sole.
Lo sviluppo successivo del mito è fatto però di tradimenti femminili, che
mettono ovviamente in pericolo il dominio (e forse pure la reputazione!) del
sole-maschio. Così egli, atterrito dalla potenza generatrice dell’astro
femminile, pensò di risolvere la questione accecandole uno occhio, attenuando
così il suo eccessivo splendore.
Una versione simile del mito la si ritrova anche presso gli Aztechi: qui è il
sole a fare a pezzi la luna, invidioso della sua potenza generatrice,
desideroso di controllare la sessualità e la procreazione.
Non mi dilungherò ancora, ma sappiate che anche tra pari e dispari vi è lo
scontro fra maschio e femmina, e chissà perché, la negatività è sempre
rappresentata dal numero pari che è il numero femminile. Tutti i numeri dispari
sono associati all’ uno che ha il significato di “questo qui”, “io”, “da questa
parte”. I numeri dispari sono quindi di buon auspicio; il pari invece è il due,
“l’altro”, “il non io”, il femminile, in sostanza ciò che è sfavorevole.
Anche lo ying, nella cultura cinese, come è noto, è simbolo della luce, della
forza, del cielo, e del maschile, lo yang, simbolo del buio, della
sottomissione, della terra e…del femminile.
Insomma, pare che da sempre e in tante culture pure tra loro differenti la
donna sia la tentatrice, la peccatrice, il negativo: Eva insomma, e noi Eva
siamo andati ad ascoltarla…ad Aversa.
continua su: Maria Luisa Spaziani per il
"Giorno della donna". |
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