Il '700: musica intorno alla Reggia

Storia musicale di Caserta dal Medioevo ad Oggi - Parte 2

Intervista a Giuseppe Bruno di Pia Di Donato


Prima parte - Terza Parte

 

Riprendiamo il viaggio nella storia musicale casertana in compagnia di Peppe Bruno.


Pia. Nell’articolo precedente abbiamo esplorato il ‘300, preannunziando un ‘salto’ al ‘700: in mezzo non c’è niente?
Peppe. No, se ci riferiamo alla sola scena casertana, mentre se ci allargassimo alla città storicamente più vecchia, Capua, troveremmo certamente qualcosa. In effetti un’altra nostra ‘concorrente’, insieme a Napoli, è proprio questa cittadina così ricca di storia e di cultura. Mentre Caserta passava da villaggio a sede della Reggia, a Capua la vita culturale ferveva: per citarne una, un suo vescovo era in contatto epistolare con Keplero.


Pia. Nemmeno Casertavecchia ‘sfornava’ qualche nuovo talento?
Peppe. Casertavecchia? Con la migrazione di gran parte della popolazione a valle è ormai un città fantasma con case diroccate e stipiti che sbattono al vento. I pochi viaggiatori che vi passano ne danno una descrizione a dir poco lugubre. Non dimentichiamo infine un fatto importante: Capua è stata fondata per ragioni strategiche, così come Calatia (nelle vicinanze dell’odierna Maddaloni), ma nessuno ha mai pensato di piantar tende da queste parti (intendo dire Caserta). Questo ci dovrebbe far capire che non siamo in una posizione felice e… se ci hanno ignorato i romani lo stesso è avvenuto, nonostante la Reggia, anche nel ‘700.


Pia. Perché?
Peppe. Il Palazzo è voluto da Ferdinando, ma non è amato dalla moglie Maria Antonietta e quindi dalla corte. Persino Mozart, invitato per le regali nozze, va a visitare Pompei, Ercolano, la costiera ma si tiene alla larga da Caserta.


Pia. Ma insomma, allora chi c’è a Caserta?
Peppe. Le maestranze che lavorano alla costruzione della Reggia o, in seguito, i vari addetti al suo funzionamento. Il livello culturale dei primi è ovviamente è basso; solo in un secondo momento, arriveranno famiglie di ‘dipendenti’ più ad alto livello quali militari in carriera, addetti all’amministrazione, etc. A questo proposito c’e una curiosità che mi riguarda: ho scoperto di avere un antenato che in qualche modo è legato alla storia musicale casertana.


Pia. Finalmente qualcosa di concreto: parlacene.
Peppe. Il personaggio in questione è un mio trisavolo, proveniente da Messina, avvocato ed “ex Giudice della Regia udienza” e amante della musica. La scoperta più importante è quella relativa al ritrovamento di un “libretto” di un’opera dal titolo “Il tempio di Ferdinando”, da lui scritta in occasione della promulgazione del codice di S. Leucio nel 1789. Ovviamente sul frontespizio si fa menzione che detto codice sia stato “ideato e mirabilmente composto dalla Maestà sua” anche se sappiamo che la stesura non è proprio farina del suo sacco. Ma un avvocato deve pur vivere….


Pia. Quest’opera è stata musicata?
Peppe. Che io sappia no e quindi suppongo che sia solo rimasta un ‘sogno nel cassetto’ del mio antenato. Non penso nemmeno che gli sia stata commissionata vista la contemporanea presenza sulla scena musicale di musicisti del calibro di Paisiello e Cimarosa.


Pia. Di cosa parla questa opera?
Peppe. Il soggetto è mitologico come è tipico dell’epoca. Ferdinando è visto come Giove e così via, si inneggia alle virtù, alla fertilità della terra. Anzi a tal proposito, visto il soggetto “pagano”, nella pagina successiva c’è un’altra frase “L’autore si protesta di rigettare da Cattolico ciò che scrive da Poeta”: insomma meglio tenersi buoni tutti… Sempre nel testo ho trovato una “canzonetta da cantarsi dagli abitatori di S. Leucio nel tempo del lavoro” che recita così:
Se da nulla Eterno nume
L’uom creasti a te simile
E lui desti immenso lume
Gran saper, forma gentile
Nel bell’orto del godere
Nel giardin d’ogni piacere…


Pia. Immagino: mentre lavori invece di fischiettare, te ne esci con “immenso lume etc..”. Tempi duri…
Peppe. Si, ma ricordiamo che l’utopia di Ferdinando ha degli elementi di assoluta novità rispetto alle idee del tempo. Ma non è questo l’argomento del nostro “viaggio”, sta per iniziare un’epoca più interessante con l’800 che illustreremo nella prossima puntata

 

Il frontespizio dell'opera  “Il tempio di Ferdinando”, scritta in occasione della promulgazione del codice di S. Leucio nel 1789

 

La "riserva"

 

 

 

 

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