Queste
sono ricette antiche, di
quando, a Caserta, via Mazzini si chiamava via Municipio, e piazza
Dante era per tutti piazza Margherita. Le
famiglie più tradizionali e le poche pasticcerie, non così
sfavillanti come quelle di oggi, ma sempre pulite ed accoglienti, si
preparavano per tempo per le feste natalizie. La pasta dei dolci
natalizi viene infatti approntata intorno o poco oltre la metà di
novembre e conservata fino a dopo la metà di dicembre: deve avere
il tempo di “maturare”, diceva mio nonno.
L’aria
di festa iniziava quando, per l’Immacolata, un breve trillo di
piffero annunciava, fuori della porta di casa, l’arrivo degli
zampognari che venivano a prendere le prenotazioni per la novena e
lasciavano in regalo, a chi si prenotava, una o due “cucchiarelle”,
cucchiai intagliati nel legno e di cui qualche esemplare, omai
deformato ed annerito dall’uso, gira ancora per le vecchie case di
Caserta. Era il segnale che bisognava “mettere mano” al Presepe
perché di lì ad una settimana sarebbe iniziata la novena al
Bambinello e non ci si poteva far cogliere dagli zampognari col
Presepe in costruzione: “pare brutto”, si diceva. Infine,
quando prima tenue, poi sempre più intenso si diffondeva per le
strade il profumo delle spezie che caratterizzano i dolci natalizi:
un profumo esotico, caldo, inconfondibile. Allora, sapevi che era
Natale...
22
Ottobre 2000
Le ricette le trovi su:
Il Natale A Casa Mia C’era una signorina, vecchierella
vecchierella, che qualche pomeriggio veniva nella pasticceria di mio
nonno. Salutava mia nonna e si sedeva tranquilla su una delle sedie
dal sedile di paglia viennese. Tirava fuori, da una borsa di stoffa,
filo e navetta e cominciava a lavorare, con le piccole dita veloci,
una stellina a “frivolité”, tipo di merletto molto delicato
detto anche “chiacchierino”...
C’era silenzio; di avventori a quell’ora meno del solito. La
nonna dietro al banco quasi spariva, minuta com’era, nascosta dai
grossi barattoli di vetro, in fila sul marmo bianco.
Poi, quando come per incanto erano fiorite due o tre eteree
stelline, la signorina riponeva filo e navetta e porgeva le stelline
a mia nonna ricevendone, in cambio, un pasticcino ed un bicchierino
di rosolio, oppure, nel periodo natalizio, qualche ciambella di “sapienza”
e, soddisfatta, con svelti passettini andava via. Buon Natale a
tutti voi. Caserta, Dicembre 2003 |
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