Giovani scrittori a Settembre al Borgo
Casertavecchia (CE) - 9 Settembre 2018
Articolo e foto di Maria Pia Dell'Omo
"Il sud non è magia - Libri al Borgo" è la novità che ha proposto il
rinomato festival, giunto alla sua 46°edizione.
La sezione, curata da
Luigi Ferraiuolo, ha promosso eventi letterari tesi alla
scoperta del Mezzogiorno odierno, con lo scopo di porre le basi per una
nuova etica civica.
In questo cartellone si inserisce l'appuntamento "La
nouvelle vague degli scrittori casertani", incontro dedicato
all'approfondimento delle nuove e magmatiche energie che si agitano nella
città di Caserta, che negli ultimi anni sta rivivendo un vero e proprio
fermento letterario.
Particolare successo tra i giovani è riscosso da una
serie di eventi dedicati alla poesia.
Invitati a parlarne, tre dei fautori di questa "nouvelle vague": Maria Pia Dell'Omo, Antonio Di Lorenzo e Francesca Saladino. I tre, poeti e performer, oltre al percorso individuale artistico propongono iniziative culturali al territorio casertano, collaborando spesso tra loro.
A discorrere con i giovani, due autori definiti "tutor": il fiorentino
Maurizio Chinaglia e la casertana Anna Ruotolo.
A moderare l'incontro, Donato Riello, ideatore del fortunato
"Il ritrovo del lettore" che ha raccolto intorno a sé gli appassionati di
letteratura.
Tutti sono stati invitati ad esprimersi sulla propria concezione
personale di poesia.
Anna Ruotolo si è ricollegata al tema della rassegna, il
Sud e la magia, portando come esempio l’ermetismo magico di Alfonso Gatto, e
parlando del rapporto del poeta meridionale con il territorio d’appartenenza.
“La poesia ha bisogno di essere condivisa, prima che profondamente intesa.
Dall’ascolto poi nasce il bisogno. Il Sud ha in sé qualcosa di magico, è il
posto giusto dove far accadere i miracoli. Ma anche per i miracoli bisogna
lavorare e farsi trovare pronti. Fare rete è diventare forti”.
Per Saladino
la poesia è un mezzo di confessione, in prima istanza, e di incontro col
lettore, poi.
“Fare poesia oggi è più semplice perché non mancano le
occasioni di cimentarsi, come invece poteva essere molti anni fa”, aggiunge
riferendosi alla sua esperienza poetica.
Riello non ha atteso a fare domande
su ciò che più incuriosiva il pubblico: il poetry slam, arte in cui si cimentano
i giovani ospiti, ciascuno con riscontri positivi.
Per Antonio Di Lorenzo, finalista del campionato regionale di quest’anno, lo
slam è una esperienza aggiuntiva alla sua poetica: i tuoi testi non nascono per
stupire, quanto per rispondere ad una esigenza interiore: “La grandezza e la
sofferenza della poesia stanno nel fatto che si provi qualcosa da codificare in
un'altra forma e, come dice Knausgård, scrivere è distruggere”.
Per
Dell’Omo, invece, la priorità è l’impegno civile della figura del poeta: “Nella
mia ricerca, l’esperienza poetica parte da un percorso intimistico, ma poi
indaga nella corporeità il teatro dell’umano e passa necessariamente attraverso
la peformance. Da qui, la scoperta del ruolo del poeta, del suo essere arto
della società e coacervo delle pulsioni comuni, degli atti di bellezza,
ribellione e rivoluzione, per cui diventa imprescindibile il suo impegno
sociale”.
Con queste parole spiega il suo impegno sul territorio attraverso
azioni poetiche, reading aperti, eventi culturali, alla ricerca di un senso di
comunione con l’altro.
Alla domanda di Riello se si possa educare il pubblico
ad una forma di sperimentalismo che è richiesto dalle forme contemporanee come
quella slam, Di Lorenzo risponde: “Una delle criticità da risolvere è
l'aspettativa di chi viene credendo di assistere a delle letture “classiche”.
Avendo partecipato a slam esteri ho notato che lì la sperimentazione è a dei
livelli che dovemmo augurarci di raggiungere, ma sono convinto che stiamo
facendo un grande percorso di educazione, data la partecipazione alle occasioni
che proponiamo. Lo scopo è quindi quello di educare a qualsiasi sperimentazione,
senza preconcetti”.
Conclude Chinaglia, per cui il buon approdo di uno
scrittore sta nel trovare il coraggio di raccontarsi per donare:
“È stato
bello trovare una realtà di giovani poeti così vivi e pieni di iniziative. Sono
rimasto particolarmente colpito dal loro modo di voler comunicare la loro arte
attraverso un contatto diretto con il pubblico, in totale controtendenza con
quello che la società contemporanea ci offre.”
L’incontro si è concluso nella
gremita Chiesa dell’Annunziata con i saluti di Ferraiuolo, che ha dichiarato:
“Un simile fermento rappresenta un seme che, sbocciando, potrà fare da sistema
nella comunità e sarà una grande risorsa non solo per il territorio, ma anche
per chi lo contempla dall’esterno”.
Consulta: 46° Settembre al Borgo