Caserta Film Lab: eventi
Caserta, Dal 21 Gennaio 2014
Comunicato stampa
Si è costituita l’associazione culturale Caserta Film
Lab, che sotto la presidenza del dott. Mauro Alifano e la direzione
artistica di Francesco Massarelli, intende proseguire quel progetto di
diffusione della cultura cinematografica già sviluppato negli ultimi anni
con la storica associazione Cineclub Vittoria Filmhouse. Negli intenti della
neonata associazione c’è un maggiore radicamento nel tessuto cittadino ed
una più fitta collaborazione con la rete di operatori culturali del
territorio.
Tra le principali attività dell’associazione il classico cineforum, con
incontri ed approfondimenti in sala, che quest’anno trova ospitalità al
martedì presso il Multicinema Duel, Via Borsellino, Caserta
Martedi 21 gennaio alle 18 e alle 21,
‘Il Passato’ del regista iraniano Ashgar Fahradi, già Premio Oscar per il
film ‘Una separazione’. Palma d'oro a Cannes 2013 per la migliore
interpretazione femminile a Berenice Bejo (già protagonista di ‘The artist’),
nomination ai Golden Globe e candidato all’Oscar 2014 come miglior film
straniero, ‘Il Passato’ è una storia intima e intimista, interamente girata
in Francia, che mette al bando la rimozione dei sentimenti e delle emozioni.
Non si può guardare al futuro senza accettare il proprio passato sembra
voler dire agli spettatori Farhadi che, attraverso il protagonista del film,
invita a prendere atto dei nostri trascorsi per poter guardare avanti con
serenità e fiducia. Asghar Farhadi si è fatto conoscere in Occidente grazie
all'Orso d'argento vinto al Festival di Berlino con About Elly. Ora con Il
Passato offre un'ulteriore conferma delle proprie doti di scrittura oltre
che di regia. A introdurre il film sarà il direttore artistico
dell’associazione Caserta Film Lab, Francesco Massarelli.
LA TRAMA
Dopo quattro anni di separazione, Ahmad arriva a Parigi da Teheran su
richiesta di Maria, la moglie francese, per espletare le formalità del loro
divorzio. Durante il suo breve soggiorno, Ahmad scopre il rapporto
conflittuale che Maria ha con sua figlia, Lucia. Gli sforzi di Ahmad per
cercare di migliorare questo rapporto sveleranno un segreto del passato. Il
trailer
http://www.youtube.com/watch?v=-f0B9vAzRm4
Martedì 28 gennaio, ore 18.00 - 21.00, Un
Castello in Italia’, lungometraggio di Valeria Bruni Tedeschi
Valeria Bruni Tedeschi torna sul grande schermo nella duplice veste di
attrice e regista con ‘Un Castello in Italia’, film corale sulla storia di
una famiglia borghese che tra ansie, desideri e delusioni si ritrova a fare
i conti con il riscatto di una proprietà abbandonata in Italia negli anni
Settanta. Una commedia radical chic, come l’ha definita qualche critico, ma
anche velatamente autobiografica nella parte in cui la protagonista racconta
del fratello morto di Aids. Una donna, la Louise interpretata dalla stessa
Bruni Tedeschi, chiamata a confrontarsi con i dolori del passato e le paure
del futuro ma che non abbandona le speranze come rivela una delle sequenze
finali del film.
LA TRAMA
Negli anni Settanta una famiglia di borghesi, industriali italiani, è
costretta dalle minacce delle Brigate Rosse ad abbandonare il loro castello
sulle rive del Po per trasferirsi in Francia a Parigi. La freddezza dei
rapporti familiari di quegli anni accompagna la crescita di Louise (Valeria
Bruni Tedeschi), da sempre insofferente per le decisioni di un padre e di
una madre impegnati a salvaguardare le loro carriere di imprenditore e
artista. Dopo decenni di segreti familiari che emergono inaspettati e
momenti di forte apprensione per la malattia che colpisce il fratello
Ludovic (Filippo Timi), Louise farà i conti con i fantasmi del passato
quando dovrà rientrare in Italia per la vendita del castello. L'incontro con
Nathan (Louis Garrell) e la nascita del loro amore le permetteranno di
riprendersi in mano i propri sogni e sperare in un futuro migliore
4 Febbraio, ore 21, Daniele Gaglianone presenta "La mia classe"
(nostro articolo)
Il regista marchigiano Daniele
Gaglianone e l’attore Valerio Mastandrea ospiti del Duel Village di Caserta
martedì 4 febbraio nell’ambito di una puntata speciale del Cineforum
promossa in collaborazione con l’associazione Caserta Film Lab e con il
Centro sociale ex Canapificio. Sul grande schermo il docu-film ‘La mia
classe’ - che verrà proiettato alle ore 18 e alle ore 21 - un esempio
riuscito di sperimentazione linguistica, un film sull’immigrazione che
esalta i valori della solidarietà e dell’integrazione sociale e affronta
temi di particolare rilievo quali il lavoro e la scuola, utilizzando toni a
volte toccanti, a volte anche molto divertenti. Per la sua particolare
struttura, ‘La mia classe’ offre anche la possibilità di analizzare il
lavoro di un regista sul set e di esplorare il sottile confine tra realtà e
finzione che esiste in opere di alto valore sociale e civile come questa. Il
film si muove infatti su due livelli: l’unico attore è Mastandrea, gli
altri, 17 immigrati provenienti da 13 Paesi diversi, sono studenti autentici
(incontrati dal regista nei vari corsi di italiano sparsi nella Capitale),
ognuno con i propri problemi e le proprie aspettative. Gaglianone ha deciso
di puntare tutto su questo doppio registro quasi ci volesse ricordare da un
lato l'impotenza del cinema nell'affrontare e risolvere problematiche che lo
superano e dall'altro la necessità, per chi il cinema lo fa, di non
sottrarsi mai alla realtà per rifugiarsi in un mondo in cui l'autoreferenzialità
rischia di fagocitare tutto. Il film di Gaglianone offre infatti molti
spunti di riflessione sulla situazione dei migranti nel nostro Paese. ‘Avere
un permesso di soggiorno e poterlo rinnovare alla scadenza è di vitale
importanza per i migranti che vivono in Italia – spiegano i rappresentanti
del centro sociale ex Canapificio di Caserta - l’esperienza vissuta da
Gaglianone nel realizzare il film ce lo insegna. Quando a uno degli attori
del cast viene comunicata l’impossibilità di poter rinnovare il permesso di
soggiorno, l’intera troupe si trova di fronte ad un bivio: con¬ti¬nuare a
far lavorare quel ragazzo o abban¬do¬nare tutto. L’attuale legge
sull’immigrazione non favorisce infatti la regolarità di chi vive e lavora
da anni nel nostro Paese, gettando da un giorno all’altro una persona nel
baratro dell’irregolarità. Dieci anni di lotta al fianco del Movimento dei
Migranti e Rifugiati di Caserta ci hanno insegnato che a partire dal
permesso di soggiorno si può costruire un percorso di inclusione sociale. E’
il primo requisito che tutti i migranti cercano e che vogliono mantenere per
poter vivere una vita degna di essere chiamata tale. Le continue tragedie
dei morti in mare evidenziano che non vi sono possibilità di entrare
regolarmente in Italia né per gli immigrati né per i rifugiati. Così accade
che in molti, loro malgrado, si ritrovino in una situazione di irregolarità
all’ingresso in Italia e anche chi per anni ha avuto un regolare permesso di
soggiorno, possa perderlo a causa del mancato rinnovo di un contratto di
lavoro. Le difficoltà di ottenere e mantenere un permesso di soggiorno
rendono un immigrato ricattabile, costringendolo ad accettare 10-12 ore di
lavoro al giorno per meno di 25 euro, o ad affittare casa fatiscenti senza
contratto e senza sicurezza. Sul nostro territorio abbiamo visto proprio gli
effetti negativi di una politica propagandistica dell’immigrazione
completamente sbagliata, lontana dalle esigenze e dai problemi reali dei
migranti e dei rifugiati che vivono in provincia di Caserta soprattutto
nell’area di Castel Volturno. Bisogna avere il coraggio di riformare le
leggi in materia di immigrazione abolendo la Bossi-Fini riparando ai
gravissimi errori fatti fino ad ora, ripensando al sistema di ingressi
regolari, alla possibilità di regolarizzare chi vive, ama, lavora in Italia
e dare la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia. Magari la sottile
denuncia di un film come questo servirà a far riflettere e pretendere un
cambiamento’. In sala martedì anche l’aiuto regista Davide Zurolo e due dei
giovani protagonisti. Gaglianone, Mastandrea e tutto il cast incontreranno
il pubblico alle ore 19.45 al termine della prima proiezione. Seguirà, dopo
la proiezione delle 21, nel foyer del cinema una festa con degustazioni
etniche organizzata da Caserta Film Lab e centro sociale ex Canapificio.25 Febbraio, ore 18.00 - 21.00, La gabbia
dorata di Diego Quemada-Dìez
Opera prima del regista messicano Diego Quemada-Díez, pellicola selezionata
in concorso al Festival di Cannes 2013 e vincitrice di due premi nella
sezione “Un Certain Regard” (A Certain Talent Prize e Premio Gillo
Pontecorvo) nonché eletta Miglior film al Giffoni Film Festival 2013.
Il quindicenne Chauk è un indiano Tzetzal che vive nel sud del Messico, non
parla spagnolo e non ha alcun documento. Il sedicenne Juan, che invece vive
in Guatemala, non ha alcuna ragione per rimanere nella sua terra dopo
l'omicidio di suo fratello e fugge con Sara e Samuel. Chauk e i tre ragazzi
si incontrano su un treno merci che attraversa il Messico per dirigersi a
nord e, nonostante le loro differenze, scoprono il valore della fraternità e
della poesia.
"La gabbia dorata" non è un film a tesi, anche se la posizione del regista è
chiara sia nella denuncia dello sfruttamento dei popoli “chiamati” negli
Stati Uniti e poi lasciati senza documenti e quindi illegali «nella gabbia
d’oro che non smette mai di essere una prigione». Sempre snaturati, in
patria ma anche all’estero. Questo sorprendente esordio di Diego
Quemada-Díez è, invece, un lucido e spietato teorema sul valore del viaggio
come rito di passaggio, pieno di dolore e ingiustizia e di aspetti virtuosi
come l’amicizia e la solidarietà.
Martedì 11,"Venere in pelliccia" di Roman Polanski. Con Emmanuelle
Seigner e Mathieu Amalric. Durata 96'
Proiezione ore 18.00 Versione doppiata
Proiezione ore 21.00 Versione originale con sottotitoli italiani
La versione originale del film, che proporremo alle ore 21.00, ci è sembrata
un atto dovuto verso la straordinaria interpretazione degli interpreti e un
regalo che abbiamo inteso fare al nostro pubblico, che avrà modo di
assistere ad una proiezione davvero speciale ed esclusiva.
Thomas è un regista teatrale che sta cercando l'attrice giusta per il ruolo
di Vanda nel suo adattamento per le scene del romanzo «Venere in pelliccia»
di Leopold Von Sacher-Masoch. Arriva in teatro fuori tempo massimo Vanda,
un'attricetta apparentemente del tutto inadatta al ruolo se non per
l'omonimia. La donna riesce a convincerlo all'audizione e, improvisamente,
Thomas viene attratto dalla trasformazione a cui assiste. Dopo poche battute
si accorge che nessun'altra può aderire come lei al personaggio. Ha così
inizio un sottile e ambiguo gioco a due.
Dopo il quartetto di Carnage Roman Polanski torna con un duo ad affrontare
un testo teatrale; se infatti di base all'origine c'è il libro omonimo
datato 1870 il film è l'adattamento per lo schermo di uno spettacolo di
David Ives. La scena iniziale si preoccupa di segnalarci questa origine con
un camera-car in piano sequenza che, mentre si anuncia un temporale, ci
conduce da un viale alberato a un teatro alla cui insegna manca una lettera.
All'interno troviamo le scene, ormai inutili, di un musical belga ispirato a
Ombre rosse che non avrà repliche. Tutto il cinema di Polanski si nutre
dell'ambiguità del vivere e del degrado che spesso si nasconde dietro
apparenze di rispettabilità. Su questa scena in cui le identità di uno
spettacolo da farsi e di uno che non si farà più si mescolano
inestricabilmente, agiscono un uomo e una donna. Entrambi entrano ed escono
da parti assegnate o scelte a schermi e scudo delle loro identità più
profonde. Non smarrendo mai il fil rouge della commedia, Polanski vi annoda
sviluppi di dramma esistenziale. Il teatro e il cinema (che ne espande a
livello universalle la visibilità) sin dalle loro reciproche origini si sono
interrogati sul gioco della seduzione. Polanski non ha mai smesso di
indagarne i processi e la sua filmografia ne costituisce la migliore
testimonianza. In questa occasione, avvalendosi di due attori come Seigner e
Amalric, riesce ad evidenziare luci ed ombre di un gioco che si rivela
perverso non tanto sul piano del banale incontro tra sadismo e masochismo.
In Venere in pelliccia si va oltre, si mettono a nudo non i corpi ma le
anime con il loro lato oscuro, con le verità non dette, con i ruoli che
uomini e donne si trovano a recitare in quel copione non scritto che
chiamiamo vita.
Martedi 18 febbraio, ore 18 e 21, ‘Miss Violence’ di Alexandros
Avranas
Premiato all’ultima Mostra di Venezia con il Leone d’Argento per la regia e
la Coppa Volpi per l’interpretazione maschile a Themis Panou, ‘Miss Violence’
, opera seconda del regista greco Alexandros Avranas, porta sullo schermo i
segreti e lati oscuri di una famiglia, apparentemente normale, all’interno
della quale si celano in realtà disagio, stranezze e violenza, soprattutto
psicologica. Ad Alexandros Avranas il merito di aver saputo narrare con le
immagini lo smarrimento umano per poi svelarne gradualmente il senso di
oppressione. Inevitabile la chiave di lettura sociologica soprattutto nelle
scene che rimandano alla crisi economica della Grecia.
LA TRAMA
Nel giorno del suo compleanno l’undicenne Angeliki cade dal balcone e muore
sul selciato sottostante con il sorriso dipinto in volto. Mentre la polizia
e i servizi sociali cercano di capire le ragioni di questo apparente
suicidio, la famiglia di Angeliki si convince che la morte della ragazzina
sia l’esito di un tragico incidente.
martedì 11 marzo alle ore 18 e alle ore 21, ‘Still Life’ di Uberto
Pasolini
Un film che commuove come una poesia di Cesare Pavese, che emoziona come una
canzone di Fabrizio De Andrè, che riflette le immagini di una vita,
apparentemente ordinaria, ma che inquadratura dopo inquadratura si rivela
tutt’altro che comune grazie all’interpretazione intensa di un personaggio
speciale. La pellicola, ambientata a Londra e diretta e da un regista
italiano (celebre per aver prodotto il fortunato ‘Full Monty’), si è
aggiudicata il premio Orizzonti per la regia all’ultimo Festival del Cinema
di Venezia. E’ la storia di John May, un funzionario comunale che deve
rintracciare i parenti di persone morte in solitudine. Un compito che svolge
con diligenza, sensibilità e grande onestà morale almeno fino a quando la
crisi economica, che incombe anche in Gran Bretagna, non gli farà perdere
l’amato lavoro. A introdurre il film il direttore artistico di Caserta Film
Lab, Francesco Massarelli.
La Trama
Diligente, meticoloso e premuroso, il solitario John May è un impiegato del
Comune incaricato di trovare il parente più prossimo di coloro che sono
morti in solitudine. Quando il reparto viene ridimensionato a causa della
crisi economica, John dedica tutti i suoi sforzi al suo ultimo caso, che lo
porterà a compiere un viaggio liberatorio e gli permetterà di iniziare ad
aprirsi alla vita.
Giovedì 13 marzo, ore 21.15, L'Arte della felicità di Alessandro Rak,
Evento speciale a Settimana Internazionale della Critica - Venezia 70
Ospite in sala il regista Alessandro Rak. Dalle 20.30 buffet di cucina
napoletana offerto da Caserta Film Lab e Duel Village
L'arte della felicita'
Sergio guida un taxi bianco in una Napoli che trabocca mestizia e
immondizia. Sotto una pioggia battente conduce i suoi clienti per la città
cercando di elaborare la morte di suo fratello, partito dieci anni prima per
il Tibet e mai più tornato. Una cantante pop, un riciclatore di frammenti di
vita, uno speaker radiofonico, un vecchio zio, si avvicendano sui suoi
sedili recando, ciascuno a suo modo, una traccia del fratello amato.
Ostinato a non scendere più e a perdersi dentro una corsa senza fine, Sergio
è travolto dai ricordi e dalla musica prodotta in coppia con Alfredo, che
nel buddismo e nei suoi fondamenti aveva trovato la forza di affrontare la
malattia. Quelle note che credeva sepolte e deposte per sempre, tornano
prepotenti e chiedono una cassa armonica in cui risuonare ed esprimere il
suo essere sonoro. Mettendo mano al pianoforte, Sergio sentirà di nuovo
Alfredo, accordando il passato col presente e realizzandosi nel sentimento.
martedì 18 marzo, Molière in bicicletta (Alceste à bicyclette)
diretto da Philippe Le Guay (regista de Le donne del sesto piano).
È un’ottima commedia francese sceneggiata dallo stesso Le Guay e da Fabrice
Luchini, ed interpretata da Luchini, Lambert Wilson e Maya Sansa. È stato
candidato nella sezione "World Cinema Now" al Palm Springs International
Film Festival del 2014. Gauthier Valence è un attore cinematografico e
televisivo di successo che è intenzionato a mettere in scena la commedia in
cinque atti Il misantropo di Molière. Perciò viaggia fino all'Isola di Ré
per cercare di convincere il suo amico l’attore Serge Tanneur, grande
talento del teatro ritiratosi tre anni prima al culmine della sua carriera,
che vive come eremita in una vecchia casa fatiscente che ha ereditato, a
tornare in scena nella sua commedia. Narcisi ed egoisti, decidono di fare a
turno la parte di Alceste, il protagonista innamorato di Celimene e amico di
vecchia data di Filinte. Alternando il ruolo di Alceste con quello di
Filinte e ripetendo fino allo sfinimento la scena uno dell'atto primo, Serge
e Gauthier arrivano al termine della 'recita' e a un passo dal capirsi. Ma
l'incontro con Francesca, una bella italiana divorziata, sconvolgerà il loro
equilibrio, scompaginando testo e vita. Come l'Alceste di Molière, Serge
Tanneur si è congedato dalla mondanità e dai riflettori, ripiegando nella
solitudine e nella lamentela, da cui lo scuote Gauthier Valence. Scorbutico,
geloso e crudelmente sincero, il personaggio di Fabrice/Luchini trova in
Lambert/Wilson un'antagonista all'altezza. Nato dall'ossessione di Fabrice
Luchini per il commediografo francese, Molière in bicicletta è una commedia
che mette in crisi, ridicolizzandoli, gli automatismi su cui la società
(dello spettacolo) si fonda. Ottimo esempio di cinema intertestuale, dove
cinema, teatro e televisione si intersecano magnificamente e dialogano in un
perfetto incastro narrativo. In armonia con il tema e sulla scia delle varie
iniziative volte alla promozione dell'uso della bici, Caserta FilmLab, che
da sempre sostiene Casertainbici nell'ambito del progetto “S…muoviamo
Caserta” con anche la partecipazione di Fondazione con il sud, per
l’occasione, sosterrà la proiezione di un breve e simpatico video sui
vantaggi apportati dall'uso della bici; inoltre sarà possibile sottoscrivere
o rinnovare la tessera FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta
onlus) e chiedere ulteriori informazioni circa le attività e le convenzioni
dell'associazione ciclistica. Per concludere in dolcezza, Caserta FilmLab
offrirà le classiche zeppole di san Giuseppe. Prosegue così il connubio
cinema e cucina che è ormai diventato un tratto peculiare dell’associazione
che, con passione e grande spirito, esalta i buoni sapori della cucina
legandoli al miglior cinema di qualità.
Domenica 23 marzo ore 10.30 La grande bellezza di Paolo Sorrentino
con Toni Servillo, Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Carlo Buccirosso, Iaia
Forte, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Anna Della Rosa, Giovanna Vignola,
Roberto Herlitzka, Massimo De Francovich, Giusi Merli, Giorgio Pasotti,
Massimo Popolizio, Isabella Ferrari, Franco Graziosi, Sonia Gessner, Luca
Marinelli, Dario Cantarelli, Ivan Franek, Anita Kravos, Luciano Virgilio,
Vernon Dobtcheff, Serena Grandi, Lillo Petrolo
INGRESSO: Soci Caserta Film Lab euro 3,50 - Non soci euro 5,50
Miglior film straniero Oscar 2014
Miglior film ai Golden Globe
Miglior film all'European Film Awards 2013
Miglior attore protagonista all'European Film Awards 2013
Migliore film ai Bafta 2014
Ideato e scritto dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello, il film è
ambientato e interamente girato a Roma.
Dame dell’alta società, parvenu, politici, criminali d’alto bordo,
giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali
veri o presunti tessono trame di rapporti inconsistenti, fagocitati in una
babilonia disperata che si agita nei palazzi antichi, le ville sterminate,
le terrazze più belle della città. Ci sono dentro tutti. E non ci fanno una
bella figura. Jep Gambardella, 65 anni, scrittore e giornalista, dolente e
disincantato, gli occhi perennemente annacquati di gin tonic, assiste a
questa sfilata di un’umanità vacua e disfatta, potente e deprimente. Tutta
la fatica della vita, travestita da capzioso, distratto divertimento.
Un’atonia morale da far venire le vertigini. E lì dietro, Roma, in estate.
Bellissima e indifferente. Come una diva morta.
Martedì 25 marzo Pulce non c’e’ di Giuseppe Bonito
La pellicola si inserisce nel filone "Italia opera prima e seconda". Si
tratta infatti, del primo lungometraggio di Giuseppe Bonito con Pippo
Delbono, Marina Massironi, Francesca Di Benedetto, Ludovica Falda, Piera
Degli Esposti. Musiche di Niccolò Fabi e Mokadelic.
La pellicola ha vinto il premio come Miglior film nella sezione Alice nella
città al Festival Internazionale del Film di Roma 2012. L’associazione è
lieta di ospitare la prima presentazione ufficiale del film dopo due
settimane di programmazione al Cinema Sacher di Roma. E’ come si suol dire
un film “di stomaco”, di denuncia perché si rivolge soprattutto
all’incapacità, l’indifferenza e l’inadeguatezza delle istituzioni di fronte
ad una situazione di disagio, una disabilità più diffusa di quanto si pensi
e che il più delle volte pesa interamente ed esclusivamente sulle famiglie.
Pulce non c’è è tratto dall’omonimo romanzo dell’esordiente Gaia Rayneri che
ha collaborato alla stesura della sceneggiatura e questo conferisce un
surplus realistico al film che non va a interferire con la poesia delle
immagini. Cos’è l’autismo? L'Autismo rientra tra i Disturbi Generalizzati
dello Sviluppo (DGS) caratterizzati da disturbi dell'interazione sociale,
dalla compromissione della comunicazione verbale e non verbale e da un
repertorio di attività ed interessi bizzarri, limitati e stereotipati. Una
malattia troppo spesso ignorata o travisata da chi non ci ha mai avuto a che
fare. Margherita Camurati (Ludovica Falda) ha nove anni ma non è una bambina
come le altre. Pulce, come la chiamano tutti, è autistica, beve solo
tamarindo e ascolta musica classica. Entrare nel suo mondo non è facile ma
la famiglia ha fatto di tutto per farla sentire normale e garantirle
un'esistenza tranquilla, costruendo un universo in cui comunicare per
immagini è più facile che farlo con le parole. A lei si dedicano mamma Anita
(Marina Massironi), papà Gualtiero (Pippo Delbono), nonna Carmen (Piera
Degli Esposti) e, soprattutto, la sorella Giovanna (Francesca Di Benedetto),
di qualche anno più grande. Finché un giorno la serenità della casa è
sconvolta dal non ritorno di Pulce, prelevata a scuola dalle autorità e
condotta in una comunità. Sulla famiglia si abbatte la scure della più
pesante delle accuse: Gualtiero è sospettato di aver abusato di Pulce e la
giustizia deve a tutti i costi fare il suo percorso, con il rischio di aver
preso un abbaglio che difficilmente potrà ridonare ai Camurati il clima di
serenità che si respirava prima. L’autismo e la disabilità visti attraverso
gli occhi di una bambina, Giovanna, testimone privilegiato di una storia
dolorosa e autentica perché realmente accaduta nella Torino contemporanea,
ed è forse anche per questo che il regista non si lascia andare a facili
pietismi e scontato sentimentalismo. Caserta FilmLab cerca sempre,
attraverso le immagini, di dare spiegazioni, di aprire agli spettatori
scenari di vita quotidiana e non, ma che grazie al cinema riescono ad
interrogare, anche quando le risposte non ci sono, o non sono così facili,
l’importante è aprire le mille porte della realtà. Realtà che spesso sono
legate proprio al nostro territorio, come in questo caso, da qui il grande
rapporto che Caserta FilmLab ribadisce costantemente con l’ambiente
circostante. Ed è per questo che alle 21 il direttore artistico Francesco
Massarelli intervisterà e modererà il dibattito con il regista Giuseppe
Bonito e prima della proiezione il pubblico incontrerà il dott. Giovanni
Caputo, il dott. Paolo Maietta e i terapisti Tma che operano presso la
piscina comunale “F.Dennerlein” gestita dall’Assonuoto Club dove si svolgono
attività sportive con i bambini autistici. Terapia Multisistemica in Acqua (TMA)
è una terapia sviluppata in ambiente naturale con un modello teorico di
riferimento e una metodologia strutturata attraverso fasi, che utilizza
inoltre metodiche cognitive, comportamentali, relazionali e senso-motorie. E
siamo orgogliosi che questa terapia abbia visto i natali a Casera e pian
piano si stia diffondendo in tantissime parti d’Italia e, speriamo, non solo
La tessera darà diritto ad una riduzione sul prezzo del biglietto della
rassegna del martedì (3,50 euro) e su tutti gli spettacoli del Duel Village del
mercoledì (4,50 euro) con esenzione dal pagamento del parcheggio. La tessera
darà inoltre diritto a sconti e promozioni in tutti gli spazi culturali e i
locali convenzionati*. Il costo della tessera è di euro 15,00 - Per i ragazzi in
età tra i 16 e 25 anni il costo è di soli euro 5,00
*Biglietto ridotto presso Teatro Civico 14 e Bottega del Teatro
*Sconto del 10% presso i seguenti locali: Jarmusch Club - Mallè - Anche no -
Harpos - Ristorante vegetariano Terra - Manouche Bistrot - Tequila - Antico
cortile - Ex-Libris Palazzo Lanza
*Speciali promozioni presso Associazione Artemisia (corso di cucina) e Aquazone
Urban Sp