Luoghi musicali: Gianmaria Testa
Caserta, 17 aprile 2012
Articoli di Massimo Pieri e Rossella Barsali, foto di Luisa Dresia e Barbara Barsali
La Grazia Lieve Di Un Pugno di Massimo Pieri
La musica, la musica… Come si può esplorare quest’arte così eterea ed impalpabile, la cui fruizione è talmente cambiata nel tempo da non sembrare più umana? Come abbiamo fatto a disimparare l’ascolto, consumando le armonie in maniera così futile e compulsiva? Come abbiamo potuto smaterializzare le canzoni oltre i limiti fisici, se un lettore mp3 ha lo stesso peso, sia che né contenga un milione, sia che né contenga uno sola? Oggi scarichiamo musica dalla rete con disinvoltura bulimica o la ascoltiamo dal PC con attitudine talmente mediocre da danneggiare inesorabilmente la qualità delle emozioni ch’è in grado di veicolare. Non è forse questo un modo per opprimere il nostro essere umani? Ecco allora una delle chiavi perdute per restare tali… la musica dal vivo! Ci vuole un coraggio da leoni per allestire una rassegna come “Luoghi Musicali” e agli uomini del Black Cat certamente non manca la risolutezza. Specie quando tutto è concepito con malcelata contrapposizione all’altro cartellone, “Non Luoghi Musicali” (a cura del Centro Commerciale Campania). Eppure l’esperimento è riuscito: fugato il rischio di essere trasformati in codici a barre; tornati nelle sedi naturali; in ascolto della musica e lasciarsene attraversare; sentir vibrare gli uomini che suonano e cantano a un passo da noi. Ecco un modo per restare “sapiens”.
Quella intraprendenza ha pur sempre trovato terreno fertile nei campioni che, in una serata uggiosa di metà aprile, hanno calcato il palco del Black Cat. In primis Riccardo Ceres, interprete non più solo della scena musicale cittadina, che - accompagnato da Fabio Tommasone al piano - ha dato vita ad un set breve, ma denso e rappresentativo della sua scrittura ricca di qualità letterarie e musicali. Poi è toccato al protagonista principale della serata, Gianmaria Testa, uomo e artista dal solido profilo e dalla sensibilità non comune. L’ex ferroviere piemontese ha aperto il cuore alle emozioni con una precisione da fuoriclasse, interpretando – al meglio dei dieci round – una parte del suo sconfinato canzoniere. Ripiegato sulle chitarre, come un pugile prima di sferrare l’attacco, ha dapprima danzato sul ring con agile gioco di gambe, ha schivato qualche colpo pericoloso del fonico e poi ha centrato al mento un centinaio di presenti, scuotendone i pensieri. Nel silenzio surreale di questo immaginario quadrato sono state ripagate tutte le aspettative riposte nelle canzoni più note, da “Le Mongolfiere” a “Un Aeroplano a Vela”, da "Nient’altro che Fiori” al più recente “Nuovo”. Ma le vere sorprese sono venute dagli episodi meno frequentati. Ecco allora la tenace vitalità di “Dentro la Tasca di un Qualunque Mattino”, il sorprendente sirtaki di “Sei la Conchiglia” e lo smarrimento consapevole di “Lasciami Andare” (quest’ultima interpretata con vero furore agonistico). Quanti incontri avrà disputato Gianmaria Testa nella sua carriera? La voce profonda e ghiaiosa sembra quasi la conseguenza di un naso rotto più volte, tuttavia la scrittura corrosiva è quella di uno che si è stufato di incassare ganci e jab. Tutto sembra fuorché un tipo avverso a tirare pugni, con grazia, ma pur sempre pugni, precisi ed efficaci. Uno nota di merito va ai musicisti che lo hanno accompagnato: Nicola Negrini, dinamico e puntuale, al contrabbasso; Giancarlo Bianchetti, scintillante e mai scontato, alle chitarre.
Un concerto distillato di emozioni che non si è consumato in maniera frenetica e convulsa. Tutt’altro. Ci sono voluti due bis prima di rimanere definitivamente al tappeto. Mentre l’arbitro “mi conta”, ricordo a me stesso che non ho neanche uno dei suoi dischi. Con gli occhi tumefatti faccio capire al mio secondo che non posso continuare il match, ma ogni volta che sarà possibile voglio incrociare ancora i guantoni con Gianmaria Testa. Dal vivo, la musica.
Backstage... di Rossella Barsali
Vado a conoscerlo, me lo merito, mi sono detta. GM Testa ci accoglie
rasserenato, ha già dato. Il tono di voce resta pacato e fondo, canta anche
parlando.
–Bello, ri- suonare a Caserta?-
-Sì…ci ritornerei, ho amici, qui…Fausto Mesolella, ad esempio: un amico
fraterno, da farci un viaggio insieme, oltre che musica…- (penso ai viaggi
in treno… taccio!)
-Solo per gli amici musicisti, o anche per il pubblico?- incalzo. Per me, la
relazione artista/pubblico conta.
Un sorriso, poi – Ma, guarda; per me il pubblico è fatto di persone, io
suono per le persone singole, una per una…Non mi riesce di considerarle un
tutt’uno, lascio loro la libertà dell’individualità…che è poi la stessa
libertà che mi prendo io…- Incrocio di sguardi, non gli devo sembrare
convinta…- Mi interessa suonare: anche se può capitare una critica negativa,
il piacere provato durante la musica fatta insieme ad amici come Nicola (nda
Negrini) e Giancarlo (nda Bianchetti) compensa tutto il resto!!-Allora mi
levo una curiosità:- Quale delle tue canzoni non hai eseguito e avresti
invece voluto?-
Lui:- Manacore, ad esempio…e Ventimila leghe sotto il mare, che non c’entra
nulla con Jules Verne, ma è diretta proprio alla Lega…anche se sarebbe come-
sorriso sotto i baffi, bonario e sornione – sparare sulla Croce Rossa..!!!-
Brevi risate, poi io:-Ma allora è vero che le tue canzoni sono
autobiografiche…!!- Accenno di assenso, ci gira un po’ intorno:- Raccontano
le cose, quelle che capitano…anche quelle che mi capitano…sì, molto di più
quelle che mi capitano…-
Mi auguro che ricapiti, allora. Qui, da noi