Settembrealborgo 2010: "Šostakovič il folle santo" con Tony Laudadio

Casertavecchia (CE), 1 settembre 2010

Articolo e foto di Pia Di Donato

Un irriconoscibile Tony Laudadio entra in scena con passo malfermo, tipico delle persone anziane e malate. La voce ha timbri alterni. Se è Šostakovič che parla, il tono è sommesso, incerto, spesso terrorizzato, mentre è dura e sprezzante quella di Stali o degli ottusi funzionari di partito.

Il lungo monologo a momenti sembra il "botta e risposta" di un interrogatorio, altre volte è un dar voce al fluire dei pensieri.
Si sente il dramma di un artista che vorrebbe solo essere tale, senza essere asservito o controllato dal potere. Un artista che ana la propria patria e perciò non riesce a ribellarsi al Partito
C'è un intercalare agghiacciante che Šostakovič ogni tanto ripete cominciando con un tono sommesso e infine gridandolo: ricorda tutti quelli che non ci sono più, parenti e amici scomparsi per le malattie (curate male) o per le purghe, i processi, le epurazioni.
Eppure lui sopravvive... sopravvive? è chiuso in casa, dorme spesso vestito, ha la valigia pronta, telefona ogni tanto ad amici e parenti per salutarli un'ultima volta (nel caso anche lui venga.. fatto sparire)...

A far da contrasto a questo grigiore, a queste telebre, c'è la sua musica - che compone di getto e per lunghe ore- ricca, originale, a volte ironica (cosa che manda in bestia il.. Partito)

E mentre il sole tramonta quasi alle spalle dell'attore/musicista (ricordiamo che Laudadio è anche tale) si avvia al tramonto anche la vita di Šostakovič, che lascia a noi le sue stupende composizioni.

Ancora una volta Laudadio ci ha sorpreso con la sua originalità e profondità, frutto, come sempre, di un serio lavoro di studio su biografie ed epistolari

comunicato

mercoledì 1 settembre, ore 19.00, Terrazza, €10,00
"Šostakovič il folle santo" con Tony Laudadio, drammaturgia di Antonio Ianniello, Francesco Saponaro, regia e spazio scenico di Francesco Saponaro
una produzione Teatri Uniti

Creazione teatrale ispirata alla vita e all’opera del compositore russo Dmitrij Šostakovič. Melologo in cui si fondono vita privata, musica e riflessioni sul rapporto cruciale tra artista e potere. Un’accalorata confessione, ricostruita a partire da un ampio epistolario e da alcune prestigiose biografie, da cui emerge un complesso mondo interiore venato di malinconica ironia che rimanda ai racconti della letteratura russa.
Figura tra le più rappresentative e profetiche del Novecento, Šostakovič subisce la crudeltà di uno stato repressivo che tenta con la ferocia e con l’inganno di espropriare e manipolare la cultura. Infaticabile compositore, schivo, introverso, segretamente tormentato dai fantasmi della persecuzione politica, vive i suoi giorni all’ombra del tiranno. La sua eccellente complessità di compositore regala al futuro l’esempio di una musica toccante e universale che fonde, nonostante tutto, ironia e tragedia, tormento e gioia.

Consulta: Settembrealborgo 2010, 40ma edizione

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