Settembrealborgo 2010: Quattro chitarre per Cimarosa
Casertavecchia (CE), 1 settembre 2010
Articolo di Vincenzo Faraldo, foto di A. Santulli
Bella serata di musica mercoledì 1 settembre a Settembre al
borgo: si sono esibiti nella piazza del duomo i migliori chitarristi jazz
campani, riconosciuti anche a livello nazionale, e presentati
dall’Associazione Musicisti Aversani “ Antonio Balsamo”. Il Maestro Pietro
Condorelli ha voluto omaggiare la creatività e l’innovazione musicale del
compositore aversano del Diciottesimo secolo Domenico Cimarosa che, con la
sua “Opera Buffa” ha portato una forte innovazione alla musica del suo
tempo. A supportare le chitarre di Pietro Condorelli, Adriano Guarino, Aldo
Farias e Antonio Onorato c’era una valida sezione ritmica formata da Angelo
Farias al basso elettrico e da Salvatore Tranchini alla batteria.
Il concerto si è aperto con brani di Cimarosa riarrangiati come una suite di
sapore jazz in cui ciascun chitarrista ha potuto esprimere la propria
espressività senza che nessuno prevalesse sull’altro. Dopo un inizio con un
duetto fra due chitarre in stile contrappuntistico, tutti gli altri
strumenti si sono inseriti pian piano, creando momenti in cui la
sperimentazione armonica ed il fraseggio persona le di ciascun chitarrista,
riusciva a dare al pubblico l’idea del divertimento, coinvolgendolo ed
emozionandolo. Al termine di questa prima parte è salito sul palco l’ospite
d’onore ed icona del Jazz Franco Cerri, classe 1926, che ha voluto
testimoniare con le parole di Platone ,prima, l’importanza della musica e
con il suono della sua chitarra, poi, come sia possibile suonare e
divertirsi con leggerezza.
Cerri è certamente , come annunciato da Onorato, il “papà” di tutti i
chitarristi jazz italiani. Ha iniziato la sua carriera nel 1945 con Gorni
Kramer e, nel 1949, già suonava con Django Reinhardt, che lo ha influenzato
agli inizi della sua carriera. Tra le sue innumerevoli ed importanti
collaborazioni ricordiamo quelle con Dizzy Gillespie, Jerry Mulligan e la
cantante Billie Holiday.
Cerri ha imbracciato la sua chitarra ed insieme ai quattro chitarristi ha
iniziato la seconda parte del concerto con il brano in tre quarti Bluesette
di Toots Thielemans, un dolce valzer jazzistico, seguito da esecuzioni di
famosi standards ( Body and soul, All the things you are, Corcovado)
accompagnato, a turno, da ciascun chitarrista ,creando dei duetti in cui
l’interplay dimostrava come, nonostante il calibro dell’ospite, l’ascolto
reciproco e il feeling fossero alla base anche della seconda parte di
quest’emozionante serata.
In chiusura tutti insieme hanno suonato il famoso brano di Duke Ellinghton
“Take the A train” che in origine era un invito a prendere l’ultimo treno
per andare in città ma che, metaforicamente, poteva essere visto come un
invito a salire con loro sui vagoni della musica Jazz.
Questi cinque talenti affermati, supportati da validi compagni, sono
riusciti a dimostrare che, come Cimarosa ha rivoluzionato la musica del suo
tempo rendendola più gioiosa e fruibile, anche il Jazz che spesso viene
ritenuta una musica difficile, può coinvolgere la gente, come hanno
dimostrato alcuni ragazzi che hanno ballato vicino al palco.
comunicato
mercoledì 1 settembre, ore 22.30, Piazza Duomo
"Quattro chitarre per Cimarosa" con Franco Cerri, Pietro Condorelli, Adriano
Guarino, Aldo Farias, Angelo Farias, Antonio Onorato, Salvatore Tranchini
presentato da Associazione Musicisti Aversani “Antonio Balsamo”
Sette tra i più autorevoli nomi della scena musicale jazz - Franco
Cerri, Pietro Condorelli, Adriano Guarino, Aldo Farias, Angelo Farias, Antonio
Onorato, Salvatore Tranchini - nel concerto presentato dall’Associazione
Musicisti Aversani “Antonio Balsamo”, Quattro chitarre per Cimarosa, si
confrontano con la musica di Domenico Cimarosa.
L'improvvisazione jazzistica e l'approccio di Cimarosa all'Opera buffa, hanno
segnato,
nei loro rispettivi secoli, due fondamentali momenti di discontinuità e di forte
innovazione-evoluzione stilistica nella storia universale della Musica. Sia il
jazz sia l'opera cimarosiana hanno contribuito enormemente ad aprire le
frontiere della fruizione della musica "colta" a grandi segmenti sociali che, in
origine, ne erano esclusi.
La produzione e diffusione della musica jazz del Novecento e di quella
operistica settecentesca rappresentano a tutt'oggi due storiche eccellenze di
Terra di Lavoro e più in generale della Campania, innestandosi a perfezione nel
quadro della valorizzazione dell'immane patrimonio artistico e socio-culturale
del territorio della provincia di Caserta.
Consulta:
Settembrealborgo 2010, 40ma edizione