Leuciana Festival XII edizione
Belvedere di S. Leucio (CE), dal 9 al 28 luglio 2010
Sintesi di Pia Di Donato
Dal 9 al 28 luglio si terrà la XII edizione di Leuciana festival
con spettacoli di musica classica musica leggera, balletto e musica etnica.
Giunto alla sua XII edizione, anche quest’anno il Leuciana Festival conferma
il ricco cartellone estivo del Borgo e Belevedere di San Leucio che prevede
venerdì 9 luglio, Kruder & Dorfmeister in Led Show (17,00 €, posto unico)
(nostro articolo)
I viennesi che hanno rivoluzionato il mondo della musica elettronica
arrivano in Italia con il tour mondiale “The Anniversary Session”, due ore
di musica per celebrare il 16esimo anniversario del loro sodalizio
artistico. Posto unico € 17
Giovedì 15 luglio alle 21.30 Eugenio Bennato e Orchestra Popolare
del Sud “Briganti emigranti”. (Posto unico € 15) (nostro articolo)
Un progetto di Nunzio Areni Direzione Artistica di Eugenio Bennato Scena e
regia Bruno Colella Direzione orchestrale Erasmo Petringa.
venerdì 16 luglio, Orchestra e coro del Teatro S. Carlo In "Omaggio al
melodramma italiano" (Ingresso unico € 10) (nostro articolo)
Concerto lirico sinfonico, direttore Roberto Polastri maestro del coro
Salvatore Caputo una produzione Fondazione Teatro di San Carlo. Un programma
spettacolare, unico, affascinante, ricchissimo di brani celebri, dedicato
interamente alla musica italiana, ad alcune delle pagine più belle del
melodramma. Una produzione Fondazione Teatro di San Carlo.
Musiche che hanno segnato anche la Storia del nostro Paese, a partire dal
Risorgimento. La direzione dell’Orchestra è affidata al maestro Roberto
Polastri, mentre il maestro del Coro è Salvatore Caputo. La serata prenderà
il via con la Sinfonia dalla Luisa Miller (un’opera che Giuseppe Verdi
scrisse proprio per il Teatro di San Carlo), quindi Nabucco (Gli arredi
festivi), per poi passare al famosissimo coro delle Zingarelle e Matadori de
La Traviata.
Non mancheranno le arie più suggestive del Macbeth e del Trovatore e le
sinfonie dei Vespri siciliani e della Forza del Destino. Un omaggio a Pietro
Mascagni e alla sua suggestiva corale Gli aranci olezzano da Cavalleria
Rusticana. Chiuderà la serata il Va’ pensiero dal Nabucco di Giuseppe Verdi.
Domenica 18 luglio alle 21.30 Ismael Ivo “La sagra della Primavera”
Posto unico € 10
Ismael Ivo, uno dei coreografi più interessanti delle scena internazionale
ha costruito, nel corso di un lungo processo di selezione e lavoro, la sua
personale versione della Sagra della Primavera con 14 danzatori residenti in
Campania. Una creazione Campania Teatro Festival Italia, produzione Napoli
Teatro Festival Italia, in collaborazione con Fondazione Paestum, Leuciana
Festival.
Prima Parte
Don Chisciotte Musica: L. Minkus Coreografia: M. Petipa
Interpreti: Giovanna Spalice, Alessio Carbone, Corpo di ballo del Teatro di
San Carlo
Lago Dei Cigni (Passo a due dal II Atto) Musica: P. I. Cajkovskij
Coreografia: M. Bourne Costumi: L. Brotherston
Interpreti: Domenico Luciano e Dominic Walsh
...21 Passi Distante Da Te... Musica: L. Einaudi Coreografia: E. Tucci
(Prima Assoluta) Costumi: G. Giustino
Interpreti: Elisabetta Magliulo, Luigi Ferrone, Marisa Cerbino, Giordana
Maura, Ottavia Cocozza
Carmen Musica: G. Bizet Coreografia: A. Amodio
Interpreti: Anbeta Toromani, Alessandro Macario
Medea Musica: G. S. Mayr Coreografia: D. Walsh (Prima Assoluta) Costumi: G.
Giustino Interpreti: Corona Paone, Roberta De Intinis, Alessandra Veronetti
Who Cares Musica: G. Gershwin Coreografia: G. Balanchine
Interpreti: Eleonora Abbagnato, Alessio Carbone
Seconda Parte
Spectre De La Rose Musica: C. M. von Weber Coreografia: D. Walsh
Costumi: G.Giustino
Interpreti: Roberta de Intinis e Domenico Luciano
Giselle - Ek ( passo a due dal 1° atto)Musica: A. Adam Coreografia: M. Ek
Interpreti: Alessandra Veronetti, Alessandro Macario,
Marcello Pepe
La Morte E La Fanciulla Musica: F. Schubert
Coreografia e costumi: R. North Interpreti:
Corona Paone, Edmondo Tucci, Elisabetta Magliulo
Tango Musica: A. Piazzolla Coreografia: R. Fascilla
Interpreti: Giovanna Spalice, Domenico Luciano
Bach - Suite Musica: J. S. Bach Coreografia: A. Celentano
Interpreti: Anbeta Toromani, Alessandro Macario
L’arlesienne Musica: G. Bizet Coreografia: R. Petit
Interpreti: Eleonora Abbagnato, Alessio
Lunedì 19 luglio alle 21.30 Corpo di ballo Teatro di San Carlo étoile
ospiti Eleonora Abbagnato e Alessio Carbone “Galà di Danza”
Primi ballerini ospiti Alessandro Macario, Anbeta Toromani, Dominic Walsh,
Domenico Luciano Una produzione Fondazione Teatro di San Carlo. Posto unico
€ 10
mercoledì 21 luglio, Notte di tango con milonga. Posto unico €
10
ore 23.45 Otango “Cinc’otango” Ideazione e direzione Olivier Tilkin &
Sabrina Gentile Patti Cinque coppie di ballerini tra le migliori esistenti
in Argentina, cinque musicisti virtuosi, cinque età d’oro del tango e cinque
stili differenti... tutto questo è Cinc’otango!
Ore 01.00, Milonga Leuciana (Ingresso unico milonga € 10)
venerdi 23 luglio, Mario Biondi in concerto "Spazio tempo" (I settore 57,50 €, II
settore 46,00 €, III settore 34,50 €)
La voce black della musica italiana presenta il suo ultimo album, già doppio
disco di platino con oltre 150.000 copie vendute
sabato 24 e domenica 25 luglio,Compagnia Rafael Amargo “Rosso” Uno
spettacolo ideato da Nunzio Areni con Rafael Amargo e con Lola Greco
(Ingresso unico € 10) (nostro articolo)
Musiche Antonio Sinagra, Giovanni Sollima, Corrado Sfogli, Livio Gianola,
Nunzio Areni. Lo spettacolo esplora le simbologie del rosso in quadri di
musica, danza e video scenografie che rievocano personaggi, luoghi, miti e
leggende mediterranee in generale e meridionali in particolare. Posto unico
€ 10
lunedì 26 luglio, Cristiano De Andrè in concerto "De Andrè canta De
Andrè" (I settore 34,50 €, II settore 28,75 €)
Il ricordo senza tempo di un padre e di un poeta che ha lasciato la sua
impronta indelebile sulla storia della canzone italiana
mercoledì 28 luglio, Gotan Project in "Tango 3.0" + Milonga de Amor (I settore
46€, II settore
36,80 €, III settore 28,75 €)
per gruppi a partire da 20 persone è possibile acquistare il biglietto di 3°
settore ad € 25 (senza i diritti di prevendita). Nel terzo settore sarà
allestita una pedana per ballerini di tango
E’ forse un destino che questa musica e la sensuale danza ad esso connessa
abbia bisogno di una robusta iniezione di creatività per sopravvivere dopo
la magia donatale dal bandoneon di Astori Piazzolla. I Gotan Project hanno
rivitalizzato con successo il tango con iniezioni di elettronica e il nuovo
show TANGO 3.0 è il nuovo confine che tracciano e che solo loro saranno
forse in grado di superare.
Spettacoli fuori cartellone
Lunedì 5 Luglio 2010 ore 21.30, Arabesque Dance Company
in “Thalassa”. Posto Unico €1.00
L’Arabesque Dance Company dal 2009 offre l’opportunità ai coreografi
emergenti di sperimentare la loro creatività e fornisce ai giovani danzatori
spazi di crescita e formazione.
Sotto la Direzione Artistica di Annamaria Di Maio presenta “Thalassa”,
balletto che mette in scena il rapporto empatico e sanguigno che lega
indissolubilmente l’uomo al mare.
La regia di Arturo Cannistrà trasporta immediatamente il pubblico nel
vortice di un’onda mediterranea dove i ballerini raccolgono le energie in
attesa di iniziare il racconto della propria interiorità. Le coreografie
dello stesso Cannistrà e di Daniela Porciello trasformano i corpi dei
giovani danzatori in simboli astrali, vele che si spiegano sospinte da note
intense ed eteree, flutti che s’infrangono e si ritirano verso un orizzonte
inafferrabile.
I diversi quadri sono scanditi dalla voce recitante di Enrico Vagnini.
Lunedì 12 Luglio 2010 ore 21.30, “DIOTIMA– L’Alt(r)o Teatro” presenta “Manfred” di George Gordon Byron, Robert
Schumann nella traduzione di Carmelo Bene.
Adattamento e Regia: Giovanni Gallo
Interpreti: Giovanni Gallo, Francesca Gammella, Saverio Gallo, Riccardo de Dato,
Elio Amedeo Fosso.
Musiche E Voci Fuori Campo: Elaborazione di Donato Cutolo e Roberto Vito
Danzatrici: Francesca Gammella, Mariarosaria Iadevaia, Teresa Ieranò, Emanuela
Lutzu, Francesca Senneca.
Coreografie: Francesca Gammella, Francesca Senneca
Video: Giovanni Gallo.
Scenografie: Giuseppe Zarbo.
Costumi: “Mani di Fata”-Caserta-.
Tecnico Luci: Salvatore Lerro.
Tecnico Audio: Roberto Vito
Scheda culturale con note del regista
In ambito europeo Manfred è sicuramente, di Lord Byron, una delle opere più
lette ed apprezzate. Quest’opera, rappresentazione disperata del Romanticismo
inglese, personifica, in modo eccellente, la figura del fatal hero.
Manfred è eroe d’origine faustiana - mezzo scienziato, mezzo mago - divorato da
un senso di colpa tale da togliere il respiro a qualsiasi altro pensiero. La
causa scatenante del suo tormento non è tanto l’incesto con la sorella Astarte,
quanto l’averle spezzato il cuore e l’averle distrutto la vita in mille
frammenti che rispecchiano, impietosamente, la sua indicibile colpa -Il mio
cuore spezzo il suo cuore, il suo fissò il mio ed appassì- Ossessionato da
questioni filosofiche, alla ricerca di una formula che gli dia l’oblio per
dimenticare tutto il male causato all’unica persona che lui abbia mai amato,
egli gravita in una sfera d’azione densa di mitologia e simbolismo. Il poema si
apre con l’eroe che rimugina sulla sua vita e parla a sé stesso, facendo
riferimento ad un compito da portare a termine. Egli parla del sonno in termini
tristi: esso non da pace né riposo ma, anzi, è “un flusso perpetuo di pensiero,
al quale è impossibile resistere”. Prosegue mettendo in luce le zone d’ombra del
suo carattere, quelle a causa delle quali, pur egli avendo le stesse forme e lo
stesso aspetto di qualsiasi essere umano, a lui la gioia è negata, perché “la
sofferenza è conoscenza”. Per di più egli detiene la “verità fatale”, per cui:
“l’albero della conoscenza non è quello della vita”. Manfred, così, appare, fin
da subito, come un personaggio tormentato e malinconico, il cui dolore è così
forte che ha perso la paura nei confronti di ogni cosa. Se ha studiato la
scienza e la filosofia - le armi migliori per non temere nulla ed anzi, ottenere
quella saggezza dagli umani tanto ambita -, queste non l’aiutano a colmare il
vuoto che dilaga nel suo cuore. L’unica cosa che gli resta da fare è riesumare
le divinità dell’universo e, per questo, le invita al suo cospetto. Gli chiedono
cosa desideri e lui risponde: l’oblio… di tutto ciò che in lui risiede, di quel
peso che porta con sé e che non potrà mai alleggerire, per aver amato una donna
a tal punto da distruggerla. Le divinità gli rispondono che l’oblio proprio non
possono darglielo e gli offrono qualsiasi altra cosa; ma Manfred le sfida, nella
sua richiesta risponde che non desidera altro che quello, senza mai piegarsi nei
toni. ”L’uomo è in grado di danneggiare sè stesso, senza aver bisogno di far
ricorso all’aiuto del Male”.
Ed è proprio la forza e l’indifferenza con cui Manfred affronta le forze
trascendentali che lo circondano, a renderlo affascinante e al tempo stesso
inquietante. Con provocante sdegno egli resiste alle tentazioni e agli insulti
di streghe, demoni e divinità; allo stesso modo rifiuta l’aiuto dell’abate che
cerca di redimerlo dalla perdizione interiore.
Il dramma consiste in una serie di tentativi falliti di procacciarsi l’oblio, a
causa dei quali l’eroe esaspera ogni suo gesto, fino a giungere all’atto finale.
Byron metteva in scena, come se fosse su un palcoscenico, i propri sogni e
desideri più nascosti. Non possiamo, per esempio, dimenticare il dolore che
dilaniava Byron per aver reso la vita della sua amante sorellastra Augusta un
incubo: così come si erano follemente amati, con altrettanta intensa spietatezza
lui l’aveva abbandonata, costringendola a lasciare la loro casa, appena poco
tempo dopo che lei aveva partorito la loro figlia. Il comportamento di Lord
Byron era inoltre apparso così drastico ed estremo da portare molti a pensare
che fosse matto o addirittura malato, e questo gli rendeva sempre più una
cattiva fama. Così, se Manfred incarna in modo sublime gli aspetti più oscuri
del suo creatore, Astarte - l’eroina del poema - diventa un ulteriore espediente
narrativo. Con ogni probabilità rappresenta Augusta, sorellastra ed amante dello
scrittore, in un incrocio frenetico tra il piano della realtà e quella
dell’invenzione. Su Astarte e Manfred, Byron scarica tutto il suo bisogno di
sensazioni forti, allo stato brado, la sua forza quasi masochistica ed
autolesionista, impaziente, di “cancellare le macchie” di un passato troppo
vergognoso e rovinoso per poter stagnare nelle celle asfittiche della mente.
Tutto il resto del poema è poesia pura, intrisa di emozioni laceranti e di
squarci di cielo. Figure benigne e maligne si avvicendano attorno all’eroe, lo
tirano al di qua del burrone verso cui lui vuol lasciarsi andare e poi vi
rinunciano, poiché egli è troppo forte e deciso a seguire i suoi passi. Le
parole si snodano, una dopo l’altra, come intreccio di suono e di colori, senza
mai giungere alla fine, aprendo il varco a congetture su quello che sarà
l’epilogo del poema e coinvolgendo lo spettatore nella trama di odori, misti a
pensieri, che attanaglia la figura di Manfred strozzandogli la vita.
Ovviamente non aggiungeremo altro, perché significherebbe rovinare un ascolto
appassionante, che va gustato in ogni suo dettaglio ed esplorato in tutti gli
angoli nascosti. Ma quello che possiamo fare è consigliare vivamente la visione
di questo che è un capolavoro della letteratura gotica, con pochi altri che lo
superano in bellezza.
La particolare interpretazione, poi, tenderà ad una comunicazione non
massificante, articolandosi, attraverso i suoni vocali e musicali, come una
metafora che si rivolge all’individualità di ogni spettatore. La potenza
comunicativa della metafora sfora il muro dei luoghi comuni, della falsa e prona
comunicazione uguale per tutti e si propone, nello spettacolo, come forza del
significante che colpisce l’immaginazione, la fantasia, i sentimenti dello
spettatore. L’invito è quello di seguire l’Opera con lo stato d’animo di chi
legge una coinvolgente e sconvolgente poesia.