Recensione di "Ancient and traditional songs and other"

Santa Maria Capua Vetere (CE), 30 dicembre 2009

Comunicato stampa

Un articolo di critica, seppure quello meno sbilanciato e distruttivo verso tutti i fronti, rischierebbe in alcuni casi di smentirsi nel recensire lo stesso spettacolo di qualche tempo prima. Caso schivato in quest'occasione.
Si scrive Lello Petrarca, Enrico Del Gaudio & Banderumorose (intestazione artistica che cela delle personalità eccellenti), per "I magnifici sette", rassegna curata dal M° Nunzio Areni. E qui si scrive di una tipologia di spettacolo che, a nostro giudizio, non va procurandosi nè lezi, nè strategie di compiacimento sul palco. Nel senso che si avverte, dal primo istante del concerto eseguito al Teatro Garibaldi mercoledì 30 dicembre, quella materia musicale palpabile, essenziale, si può osare a definirla geniale.
Per chi non abbia gradito i quasi ottanta minuti di musica, si rimanda alla relatività del gusto musicale, ma non a quella della valenza artistica. Il sestetto partenopeo - casertano, già molto in vista al Teatro dei Serici per una data del Leuciana Festival lo scorso luglio, ha ripresentato al pubblico "Ancient & traditional songs and other", iter eclettico tra suggestioni varie, figlie di repertori regionali tradizionali, brani anonimi tramandati attraverso i secoli, composizioni rinascimentali e barocche. L'apposizione geniale è la contaminazione apportata ai "semi" musicali: partenza dalla veste originaria dei brani, sfociamento nella rielaborazione jazz, richiami pop, assoli a secco o in accompagnamento. Trame che incontrano timing esecutivo, groove (i complimenti ad Enrico Del Gaudio, batteria e percussioni, sono doverosi), vastità di vedute stilistiche e melodiche, interplay senza crepe. I crediti riportano sei nomi che meritano attenzione, non trattandosi di sei principianti: Lello Petrarca al pianoforte, Enrico Del Gaudio alla batteria e percussioni, Giulio Martino ai sax tenore e soprano, Leonardo Massa al violoncello, Aldo Vigorito al contrabbasso, con ospite d'eccezione Pino De Vittorio, tenore della Pietà dei Turchini (si di lui si è scritto, a ragione, essere tra "i canzonieri più colti del momento"). Nel pratico, il percorso punta ai brani già suonati ai Serici, con De Vittorio succube di una raucedine compromettente: scaletta giocoforza da rivedere, alcuni momenti impegnativi da bypassare, ma il tenore non lesina impegno ed immedesimazioni sceniche da cornice.
Del Gaudio entra sul palco ed avvia il groove in solo, incalzante (peccato per le luci, che in sala al suo ingresso erano ancora accese e saranno spente solo qualche attimo dopo per una distrazione dei responsabili di palco). Lello Petrarca si sovrappone introducendo la splendida "In a silent way" di Joe Zawinul, spalla a spalla con Giulio Martino. A seguire ottime estrazioni dal patrimonio musicale tradizionale, "Canto dei carrettieri", "Lamento d'amuri", prima dell'omaggio a Martucci, rivisitato ancora in chiave jazz. Gli agganci con il Barocco interessano due composizioni di Henry Purcell, "Well humour" (godibile e leggero il tema eseguito da Martino) e "Music for a while".
Le sessions a cinque restano incredibili e reggerebbero davvero il confronto con il meglio che c'è tra le mani di altre produzioni, magari anche più facoltose. Depennato, purtroppo, il "Lamento di Marinetta", tra i brani più belli cantati da De Vittorio nel progetto. Tra gli altri brani, "Sona battenti", dello stesso tenore, e la Tarantella del Gargano. Il pubblico ha applaudito ovunque si potesse. I virtuosismi di Massa e Vigorito (suo l'intro a solo sul "Canto dei carrettieri") ai due archi maggiori sono assolutamente da ascoltare dal vivo.
Nunzio Areni ha potuto contare su un esperimento musicale, e più in generale culturale, non riscontrabile in tutti i circuiti, vuoi per l'originalità delle scelte operate, vuoi per l'orgoglio che la scuola di musicisti napoletani non ci sottrae mai. Se si apriranno portali di diversi altri teatri, queste poche parole sarebbero confermate per quello che riflettono, l'aver assistito ad un prodotto musicale eccezionale

Consulta: Rassegna "I Magnifici sette"

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