Autunno musicale: eventi-anteprima
Pietravairano e Teano (CE), 17 e 18 ottobre 2009
Comunicato stampa
Continuano gli eventi straordinari in attesa della presentazione
dell’Autunno Musicale 2009.
Dopo il concerto di Venerdì 2 ottobre tenutosi con grande successo presso il
Palazzo Fazio di Capua – in programma un nuovo lavoro di Flavio Emilio
Scogna, favorevolmente accolto dal pubblico accorso numeroso - gli eventi di
anteprima dell’Autunno Musicale, anticipando alcuni temi della Rassegna,
itinerano nel territorio dell’alto casertano dove sabato 17 ottobre
alle ore 19.30 presso la Chiesa di S. Eraclio di Pietravairano il Quartetto
Terpsycordes proporrà un programma dedicato a Haydn & Mendelssohn.
Domenica 18 ottobre alle ore 19.30 presso il Duomo di Teano l’Autunno
Musicale propone l’evento clou delle anteprime della Rassegna.
"Le Sette Parole di Cristo sulla Croce" di Franz Joseph Haydn eseguite dal
Quartetto Terpsycordes e commentate dal SE Monsignor Arturo Aiello Vescovo
di Calvi e Teano.
Un grande appuntamento musicale – spirituale che anticipa uno dei temi
ricorrenti dell’Autunno Musicale, “Il Suono & il Sacro” , itinerari dal
Gregoriano alla contemporaneità nelle basiliche Romaniche di Terra di
Lavoro.
La composizione de Le Sette ultime Parole di Cristo sulla Croce venne
commissionata nel 1785 a Franz Joseph Haydn dal vescovo di Cadice
(Andalusia, Spagna) come lavoro orchestrale da eseguirsi nel contesto della
Settimana Santa. Il risultato furono «Sette sonate con un'introduzione ed al
fine un terremoto», che vennero eseguite probabilmente il venerdì santo del
1786 nella chiesa sotterranea di Santa Cueva. Haydn commenterà più tardi
quell'evento:
«Era tradizione eseguire, nella cattedrale di Cadice, durante il periodo
quaresimale, un oratorio. I muri, le finestre e le colonne della chiesa
venivano coperte di drappi neri e solo un grande lampadario centrale
illuminava il buio più profondo. A mezzogiorno tutte le porte venivano
chiuse e la musica prendeva inizio. Dopo un preludio appropriato, il vescovo
saliva all'ambone e pronunciava una delle sette parole, commentandola. Al
termine del sermone scendeva dalla sede e raggiungeva l'altare, prostrandosi
dinanzi al crocifisso. La musica veniva suonata successivamente – in queste
pause - e così via per tutte le sette parole. La mia composizione si innesta
conformemente in questa pratica».
L’esecuzione dell'opera ebbe un tale successo da convincere Haydn, in
seguito, a predisporre altre stesure strumentali: una in forma di grande
oratorio per soli, coro ed orchestra; una per pianoforte solo; infine, una
versione per quartetto d'archi, nella quale ogni numero è preceduto dalle
parole di Cristo nella versione latina. La musica delle sonate delinea lo
stato d’animo di Gesù, del buon ladrone, di Maria e Giovanni, dei
crocifissori: «Ciascun frammento di testo ha ricevuto nella musica
strumentale un trattamento tale da commuovere anche l‘ascoltatore più
inesperto nelle profondità della sua anima». Colpisce l’uso frequentissimo
delle note ribattute, quasi a sottolineare i colpi ricevuti, lo stillare
delle lacrime, sudore e sangue, il continuo pulsare del dolore. Dominata da
tale profondo afflato emotivo, peraltro unito all'assoluta perfezione
formale dell'impianto quartettistico, l'opera risulta a tutt'oggi uno dei
massimi capolavori del genere.
Da quanto si è appena detto, le opere che compongono la successione dei
brani, individuano un cammino autonomo rispetto alla simbologia musicale di
Haydn: in questo caso il poetico è contrapposto al simbolico, per essere
espressione più diretta di uno stato d’animo che diviene consapevolezza.
Qui la poesia è il contrappunto vocale di un dolore immediato, patito e
generato in parola.
Il buio, le ombre dei non più vivi confuse a quelle dei morti viventi, il
vento furioso come l’odio fra i popoli; detronizzate le stelle, i bagliori
dei bombardamenti su desolate distese chiazzate di sangue, illuminano a
tratti una terra resa sterile dai simboli (idolatrie) che l’uomo è obbligato
a consumare senza saziarsene mai.
Ed il percorso letterario non è anche un percorso cronologico ma mischia i
secoli in una vertigine di pathos che scuote il nostro spirito (se ancora
abbiamo qualcosa di umano!) rendendoci nuovamente, acutamente presenti al
Dolore dell’esistere. Mentre Cristo invoca il Padre, consola la Madre,
annuncia il Paradiso senza potersi sottrarre allo strazio della carne, le
voci poetiche qui riportate si uniscono in un unico drammatico canto
doloroso: il pianto di ogni umano che brancola nel buio, le lacrime di chi,
da Cristo ha imparato “il selvaggio dolore di essere uomini”
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Autunno Musicale 2009: anteprima
a Capua