Teano Jazz Festival 2008: Brasilian All Stars featuring Eddie Gomez
Teano (CE), 3 Luglio 2008
Articolo e foto di Gero Mannella
Traendo spunto dai 50 anni trascorsi da quella "Chega de Saudade", che
diede nuova linfa alla bossa nova e gettò il ponte verso il jazz,
amplificando l'interesse di varie generazioni di jazzman (da Stan Getz a Joe
Henderson, da Tom Harrell a Terence Blanchard) il Teano Jazz chiama alla
ribalta della terza serata il quintetto di Duduka Da Fonseca, per un omaggio
ad Antonio Carlos Jobim.
Ospite d'eccezione il vecchio Eddie Gomez, bassista, compositore ed
innovatore che ha tracciato un solco profondo nella storia della musica
afroamericana, a partire dai suoi esordi con Paul Bley al trio con Bill
Evans, alla esperienza degli Steps Ahead con Michael Brecker e Peter Erskine
fino a a quella con i Manhattan Jazz Quintet, ed alla partnership con tanti
musicisti di primo piano del panorama newyorkese.
E' lui che apre le danze in trio con Helio Alvez al piano e Da Fonseca con
"Don Pascual", sovrapponendo all'esordio in sordina un incisivo refraim di
basso. Con "Passarim" subentra il flicorno ovattato di Claudio Roditi, e
subito dopo si completa l'organico con l'arrivo della cantante Maucha Adnet
e del chitarrista Toninho Horta nel celebrato "Chega de Saudade", melodia di
Jobim, testo del poeta Vinicius de Moraes.
E' proprio il timbro caldo-roco della voce di Maucha Adnet, che ripercorre
canzoni che sono ormai patrimonio unesco dell'umanità, ad intensificare il
feeling col pubblico ed a scaldare la serata. Si spazia dai suoi duetti con
la tromba di Roditi a quelli con la chitarra di Horta, alla frenesia
politimbrica della banda al completo in "Surf Board", scivolando sulla
malinconia (saudade, appunto) di "Broken Kiss", di cui si rimarca
l'interludio alla chitarra in stile bossa-jazz.
Il connubio tra le due culture musicali è solido, con il tecnico Alvez e il
fantasioso Roditi a girarla più in chiave bop, mentre la Adnet e l'Horta
s'adagiano sull'ortodossia jobimiana.
La ritmica di Gomez e Da Fonseca di rado assurge alla ribalta: giusto un
asolo in "Proseca". Ma va bene così: è la serata di Jobim e delle sue note
sublimate dall'impasto di colori che l'idioma portoghese porta in eredità.
La sequenza finale è una serie di cavalli di battaglia: "Desafinado", "Agua
de Marzo" e "Garota de Ipanema", quest'ultima in modalità
acustico-confidenziale, complice il collasso della non impeccabile
amplificazione.
Poi gli applausi.
Consulta: Teano
Jazz Festival 2008: XVI edizione