“…e un coro d’angeli cantò…”
Casertavecchia, 23 Dicembre, intervista a Michele Casella, Giada Nobile e Claudia Koll
Di Rossella Barsali con la partecipazione straordinaria di Pia Di Donato
…e noi ci bagnammo! L’antispettacolo-evento dello scorso 23 dicembre,
consumatosi nel Duomo di Casertavecchia (leggi
articolo), non poteva restare scevro
d’intervista! Così, armate di “buona volontà” ed un pizzico di cinismo, come
si conviene in questi casi, avviciniamo il buon Michele Casella,
regista, voce narrante e ideatore del lavoro, e, per i più, colui che è
riuscito a portare a Caserta una bellezza cinematografica e televisiva come
Claudia Koll. La capo-redattrice non si trattiene…..
Domanda: E’ normale a Natale realizzare lavori con i canti di Natale:
perché una cosa così scontata?
Michele Casella: In realtà i canti di Natale, così noti, nascono da
episodi del Vangelo e difatti ogni canto è preceduto da una lettura di un
evento del Vangelo , quello di Luca, il più ricco di particolari; l’idea è
quella di inscenare la Parola, il Verbo, musicandolo.
D.: In che si
differenzia il tuo spettacolo rispetto ad altri tradizionali?
M.C.: Sostanzialmente è uno spettacolo-messaggio: culturale e religioso,
un gioco di parole con le parole. Nella seconda parte, ho scelto 3 personaggi
che secondo me hanno reso grande il secolo scorso, cioè Gandhi, Madre Teresa e
Papa Giovanni Paolo II, e con l’aiuto di Claudia(ndr. Koll) citiamo frasi degli
stessi che diventano un Vangelo attuale. E’ il linguaggio teologico che diviene
terreno, è di nuovo l’importanza della Parola. Per questo, ho scelto come teatro
il Duomo, senza scenografia, e tutti i personaggi in scena (eccetto me!) sono
vestiti con colori chiari, il rosa delle Muse (ndr: il quartetto d’archi) ed il
bianco di Claudia e Giada (ndr: Nobile, la cantante)….
D.: Ovvio che il tuo percorso spirituale segni le tue scelte
lavorative, prima il musical su Madre Teresa, poi “…e un coro…”: ma i tuoi
progetti futuri?
M.C.: Tutta l’arte richiede un investimento delle proprie scelte
intellettive, interiori ed emotive. Il musical è uno “sfondapubblico”, la
gente esce soddisfatta…Speriamo si comprenda il filo di seta tessuto fra
eleganza e misura di stasera…! Sto testimoniando, come raccomandava papa
Giovanni Paolo II nel ’99 nella sua “Lettera agli artisti”, il bello del
Vangelo, misurandomi anche con me stesso: perché non basta avere una dizione
perfetta, è necessario allargare gli orizzonti! Quindi sto progettando un
monologo, per il futuro, qualcosa di diverso e dal musical e dalla lettura
del Vangelo. Sperando che Caserta dia un po’ più di spazio alle giovani
promesse…….
Lasciamo Casella e attendiamo che la Koll (raccolta in
preghiera) sia disponibile ad incontrarci, confrontandoci con le ipotetiche
domande da farle, quando ci introducono nella stanza-camerino di Giada Nobile,
che immaginavo diversa, più compassata…Ed invece ci accoglie una ragazza alta e
briosa, indaffarata fra truccatrici e plissè, disinvolta e, come diciamo dalle
nostre parti, franca di cerimonie.
D.: Abituati a cantautori politicizzati, a generi specifici e quant’altro,
ci stupisce la scelta di un repertorio religioso, che ha un naturale pubblico
ristretto: perché tale scelta, lei così giovane?
Giada Nobile: Ehi, piano, non è come sembra! Il fatto che abbia cantato
per papa Giovanni Paolo II non significa che sia esclusivamente una cantante di
inni sacri! Ho studiato con Nora Orlandi (ndr: quella dei 4+4), di una severità
militaresca, guai a non essere puntuale! Poi mi sono fatta la mia gavetta, ho
matrici jazz e blues, sentirete che versioni di Astro del ciel et similia. Ho un
repertorio laico anch’io, sapete!...
Imperterrite ma contrite, ribattiamo:
Scelta spirituale anche la Sua, quella della partecipazione di stasera?
G.N.: Io sono diversa da Michele e diversa da Claudia: è una sfida che ho
accettato, per raggiungere non solo il grande pubblico, ma anche i cuori più
duri….
Finalmente Koll! Attorniata da amici, tutti con espressione mite
in volto, appare lei, in tunica monacale candida, soffusa di pallore e ascetica
leggiadria. La capo-redattrice si chiude in un silenzio che immagino mistico e
mi accorgo essere mist..serioso, e mi tocca intervistarla da sola! Dunque…
D.: Come abbiamo poc’anzi chiesto a Casella, non è scontata la scelta di
uno spettacolo di cori natalizi per l’antivigilia di Natale?
Claudia Koll: Parlare di Dio, con la Parola di Dio non è mai scontato! Il
messaggio d’amore e pace che trasmette “...e un coro d’angeli...” è fondamentale
in un’epoca come la nostra, afflitta da tanti problemi e dalla privazione della
Bellezza. Vede quanti giovani qui intorno a me? Ognuno è chiamato a scegliere
fra tante proposte che arrivano da più parti, e la televisione è una di queste
fonti. Purtroppo, il livello degli spettacoli è sempre più estraneo alla Parola
di Dio, e la mia missione è cercare di portare questo messaggio ovunque, e a
chiunque… Soprattutto ai giovani ed alle giovani, perché non ripetano gli errori
da me commessi in passato, dovuti a scelte economiche sbagliate…Bisogna
interrogarsi su ciò che piace fare, sui propri interessi… ( e, trasognata, passa
la parola ad una giovane donna presente, che interviene spiegandoci i suoi
interessi di studio e di lavoro).
D.: Lei ha parlato di Bellezza, di
estensione del messaggio d’amore ovunque e a chiunque: c’è un qualche
riferimento alla sua esperienza compiuta in Africa, con Michele Casella al
fianco?
C. K.: L’Africa è Bellezza, i bimbi africani sono belli e la Natura in
Africa è spettacolare. Certo, il riferimento c’è e il lavoro con i giovani è
importante proprio per gettare le basi di un mondo di pace…
D.: Come
concilia la miseria e povertà vissuta in Africa con l’estetica teatrale, la
realtà sublimata nella sua rappresentazione?
C. K.: …lo vedrete più tardi…
Il tutto guardando l’invisibile alle mie spalle. E lo abbiamo visto, più tardi,
in una chiesa fredda ed austera, in una notte senza stelle.