Lascia perdere, Johnny
Caserta - 29 Novembre 2007
Articolo di Francesco Massarelli, foto di Diva Di Fabio
Ci sono cose che nascono a tavolino ed altre che nascono a tavola. Ci sono cose fatte con la razionalità ed altre fatte col cuore. Lascia perdere, Johnny è un film nato a tavola con un bicchiere di vino nella mano e realizzato con il cuore da quel grande artista che risponde al nome di Fabrizio Bentivoglio. Proprio per questo motivo il film anche se per qualche verso può apparire imperfetto, ha sicuramente tutti i pregi di un'opera sentita ed autentica. Era il lontano 1992 quando tra Fabrizio Bentivoglio e la Piccola Orchestra Avion Travel nasceva un sodalizio artistico che si sarebbe rapidamente trasformato in una grande amicizia. Fausto Mesolella talentuoso chitarrista del gruppo iniziava così a raccontare con l'ironia che da sempre lo accompagna le vicessitudini sue e di tanti che come lui sognavano di sfondare nel difficile mondo della musica. A distanza di anni proprio da quei racconti è nato Lascia perdere, Johnny. Il film inizialmente scoppiettante, con un'istrionico Toni Servillo nei panni di un bidello-trombettista, capace di strappare la risata ad ogni frase e con un Peppe Servillo, dall'insolita capigliatura, nel ruolo a lui congeniale di un "romantico crooner", prosegue incamminandosi lentamente sempre più sui binari di una malinconica esplorazione di una galleria di personaggi dalla toccante umanità. Tutti bravissimi gli interpreti, ma una menzione speciale spetta di diritto al debuttante Antimo Merolillo, diciasettenne di Vitulazio che, mentre continua ancora a sognare il successo come chitarrista, ora si gode con sorprendente maturità e compostezza le lodi che gli arrivano sincere da tutti coloro che lo hanno visto all'opera come attore. Lina Sastri è invece meravigliosa nei panni della madre amorevole. La ricostruzione di quel periodo storico (siamo nel 1976) è perfetta e il lavoro di Ortensia De Francesco nei costumi e di Giancarlo Basili nella scenografia è davvero eccellente. Alcune scene sono indimenticabili, un sorriso amaro ti aiuta a nascondere quella lacrima che è pronta a venire giù. Il film ti resta attaccato sulla pelle e avresti voglia di parlarne per ore, le emozioni sono tante e soprattutto per una volta sei felice di vedere un milanese raccontare con tanto amore la tua Caserta. Fin qui l'analisi del film, ma la serata di ieri ci ha regalato molto altro. L'Ente Provinciale per il Turismo (nella cui sede si è tenuta anche una conferenza stampa), cogliendo l'enorme significato che la pellicola può assumere per il rilancio culturale della nostra terra, di cui ultimamente sembra si riesca a parlare solo per la drammatica emergenza rifiuti, ha voluto organizzare un'anteprima del film, che ha avuto il sapore di una bellissima festa per la nostra provincia e per tutto il cinema italiano di qualità. Ospite di eccezione è stato ovviamente Fabrizio Bentivoglio, che dopo aver presentato il film al Torino Film Festival, ha voluto tenere a battesimo proprio qui da noi il suo esordio alla regia. Il film è stato proiettato in contemporanea al Cinema Vittoria di Casagiove e al Cinema San Marco di Caserta e gli ospiti hanno salutato gli spettatori a Casagiove prima del film e a Caserta al termine della proiezione. E' stata questa l'ennesima dimostrazione che il Cinema, quello vero, quello che ancora fa battere il cuore degli appassionati, dalle nostre parti ha ancora una sola casa, il Cinema Vittoria. Al San Marco, una platea meno numerosa ed una sala decisamente fredda sotto ogni punto di vista hanno creato un rapporto meno immediato tra spettatori ed ospiti. Al Vittoria invece abbiamo vissuto un clima di intensa e calorosa partecipazione con tanti ospiti intervenuti a portarci il loro personale ricordo di quei giorni in cui si girava il film. Divertenti come sempre gli aneddoti di Fausto Mesolella, ma la dichiarazione che personalmente più mi ha colpito è stata quella di Valeria Licursi, responsabile della Fandango, che pur non negando un'iniziale diffidenza nel venire a girare a Caserta, ha poi speso parole bellissime sulla nostra città e sull'accoglienza ricevuta dalla nostra gente. Fabrizio Bentivoglio è apparso visibilmente emozionato e ha mostrato una loquacità che non sempre gli appartiene. Successivamente, giù dal palco, ha continuato a manifestare quella cordialità e soddisfazione, che da suo storico fan, mi piace sottolineare. Sul palco del Vittoria hanno portato il loro saluto anche Ortensia De Francesco, l'attrice Daria D'Antonio e Filippo Gravino, co-sceneggiatore del film e anch'egli nostro conterraneo. Lascia perdere, Johnny è il film che consigliamo a tutti quanti ancora non l'hanno visto. A Fabrizio invece chiediamo di non lasciare mai perdere e di regalarci ancora altri piccoli gioielli nati dal cuore.
Consulta:
Anteprima del film “Lascia perdere,
Johnny !” di Fabrizio Bentivoglio