Settembre al Borgo 2007: ARTIFICIO 23 e Roberto De Simone
Casertavecchia (CE) - 13 Settembre 2007
Articolo di Arianna Quarantotto, foto di Massimo Amato e Pia Di Donato
(Articolo di Arianna Quarantotto, foto di Massimo Amato e Pia Di Donato)
Caserta Vecchia, 13 settembre. ….appesi a un filo! Nel vero senso della
parola. Corpi leggeri, snodati, danzanti, penzoloni: su una luna di legno,
sospesa nel vuoto, si dondola un acrobata cullato dal vento mentre sul muro
della Torre si rincorrono, a mo’ di uomo ragno, altri due artisti. Sotto le
stelle i riflettori si accendono ad illuminare ora un balletto, ora
un’arrampicata verso il cielo.
Una voce simpatica, dall’accento franco-americano, racconta una storia strana,
quella di un uomo rapito dagli alieni e condotto sul pianeta dei
Tralfamadoriani. Qui scopre un mondo straordinario popolato da omini verdi a
forma di stura-lavandini che vivono, senza un prima o un dopo, in un mondo a 4
dimensioni, dove presente, passato e futuro si annullano e la vita è apprezzata
per quello che è.
Ispirato al romanzo di Kurt Vonnegut, “Mattatoio 5”, lo spettacolo, creato da
Leonardo Pischedda, è anch’esso allegorica rappresentazione di un viaggio nel
tempo e nello spazio che si annullano per dar vita all’emozione che si
trasforma in paura, batticuore, quando, con il naso all’insù e senza fiato,
accompagniamo, con occhi sgranati, Ramon Kelvink Junior, mentre avanza, con
passo felpato, lungo un filo sospeso nel vuoto. E’ il filo che lo conduce alla
vita, quella quarta dimensione vissuta nella sua pienezza e anche nella sua
bizzarìa e stravaganza: quella stessa che accomuna eccentrici ballerini, con
code e capelli colorati, che volteggiano annodando e snodando i loro corpi. Uno
strano pubblico, gli Afro Jungle Jeegs, sembra osservare lo spettacolo
acrobatico dal palco comunemente riservato agli attori: ben presto ne diviene
parte integrante con piroette, capriole, balli esasperati. Tutti cadono,
perfettamente, nella vita che li accoglie nel suo grembo, nel tempo che non si
presta ad avvertimenti o a spiegazioni, congelati nel “sempre” che non conosce
la morte perché semplicemente “è”!
(Articolo e foto di Giorgio Ruberti)
Casertavecchia, 13 settembre. Un nuovo progetto di Roberto De Simone è
andato in scena al Duomo nell’ambito della penultima giornata di questa
edizione del Settembre al Borgo. Ed è stato un vero successo. Di pubblico,
rimasto fino a tarda serata ad assistere e a applaudire ai due spettacoli in
programma, e di critica, almeno per quel che ci riguarda.
Compositore, scrittore, (etno)musicologo, ecc., De Simone è uno dei più
poliedrici artisti dell’attuale panorama musicale nazionale (e non). E pure
questa volta l’ha dimostrato, convincendo anche i più scettici nei riguardi
delle sue innovative e coraggiose iniziative artistiche. Da un po’ di tempo a
questa parte si sta impegnando in un personale quanto interessante progetto di
riavvicinamento al pubblico — nel senso più generale del termine, non solo
quello normalmente frequentatore di un Massimo — della cosiddetta musica
“colta”. A tal fine l’abbiamo visto — e continuiamo a vederlo, a quanto pare —
riprendere e reinterpretare grandi classici della musica colta, e dopo Mozart
(ricordate la prima mondiale di Là ci darem la mano, tenutasi proprio a Caserta
lo scorso inverno al Teatro di Corte della Reggia nell’ambito del progetto
“Grande Reggia”?), dopo un’attualissima regia della Cavalleria rusticana di
Mascagni (con le scene dell’omonimo film muto, di inizio Novecento, proiettate
sul palcoscenico del San Carlo contemporaneamente alla recita dell’opera), è
stata la volta di Stravinsky con l’Histoire du soldat. La favola del soldato
che ritorna a casa dopo la guerra è stata completamente rivista nelle parti
recitate — mentre la parte musicale, perfettamente eseguita dall’orchestra
diretta dal maestro Renato Piemontesi è rimasta immutata —, dove la lingua
originaria è stata sostituita da un napoletano assolutamente quotidiano che ha
fatto da sfondo a contenuti attualizzati. Il risultato è stato, ovviamente,
quello di un maggior coinvolgimento del pubblico, finalmente “toccato” da
vicino pur assistendo ad un’opera “colta” creata un secolo fà.
La funzione dei cent’anni, che ha interessato la seconda parte della serata, è
consistita in una contaminazione di sacro e profano — anche questa
assolutamente attuale, e con una connotazione critica nei confronti della
nostra società neanche troppo velata: a brani sacri come l’Ave Maria di
Schubert o quella di Gounod, che fungevano da ritornello, interpretati dalla
voce incredibilmente “popolare” di Mauriello, sono stati alternati canti di
guerra e canzoni politiche e patriottiche, come l’inno di Mameli, Bandiera
rossa, Giovinezza, Va pensiero, eseguite, di contro, da un tradizionale coro
teatrale di sole voci maschili. Il messaggio è apparso chiaro ed estremamente
attuale, visti i tempi di guerre, spesso a “sfondo” — o presunto tale —
religioso.
Comunicato
ore 21.30 - Teatro della Torre: ARTIFICIO 23 in “La Caduta Perfetta”
Performance di teatro fisico, acrobatico e musicale con Afro Jungle Jeegs,
Michela Lucenti e Balletto Civile, Daniel Gulko, Ramon Kelvink Jr. Messa in scena e coordinamento Leonardo Pischedda
Un progetto di spettacolo-performance a cui partecipano artisti provenienti da
discipline differenti del teatro di strada, del circo contemporaneo, della
danza e altro ancora. Un lancio verso la caduta perfetta che coinvolge il
castello, o quel che ne rimane, rimandando al tema dell’assedio, di un gruppo
di persone che tenta di arginare una invasione fino al cedimento delle mura e
alle cadute fantastiche che ne derivano.
ore 22.00 – Duomo:
“Histoire du Soldat”
con Biagio Abenante, Ciro Damiano, Paolo Romano, Alessandro Caricchia, Marco
Caricchia, Carlo Damasco, Ernesto Lama, Matteo Mauriello.
“La Funzione del Centenario”
con Giovanni Mauriello, Cristian Riganelli, Biagio Abenante, Paolo Romano,
Alessandro Caricchia, Marco Caricchia, Ernesto Lama, Matteo Mauriello.
un progetto di Roberto De Simone, direttore Renato Piemontese, regista
collaboratore Mariano Bauduin, progetto visivo Gennaro Vallifuoco
La manifestazione si articola in due parti, la prima presenta una nuova
versione de L’Histoire du soldat di Igor Stravinskj, dove il ruolo del
Narratore è affidato a un gruppo di tre rapper napoletani che riscrivono il
testo con i loro modelli linguistici fatti di frasi monche, sincopati
letterari, allusioni a una cultura della guerra e della resistenza epica,
mentre quello del Diavolo è sostenuto dall’attore Ciro Damiano.
Nella seconda parte, invece, si eseguirà in prima assoluta La funzione del
centenario di Roberto De Simone, una cantata affidata a 31 musicisti, 14
coristi e la voce di Giovanni Mauriello. La cantata è articolata come
un’imponente parata bandistica, costruita come sintesi del vasto patrimonio
orale e delle funzioni sacre campane.
Piazza Duomo ore 21,00
Trickster Teatro in “Rapsodia per giganti” ovverosia volteggi per trampolieri
tra mito e fiaba
Borgo dalle ore 21,00
Antoine Le Menestrel in “L’Aimant”
Piazzetta Belvedere ore 21,30
Atmo in “Le stagioni dell’amore – il mito di Proserpina”
ore 21,30 Chiesa dell’Annunziata, Cinema
“Don Chisciotte” di Maurizio Scaparro (Italia 1983), con Pino Micol, Peppe
Barra, Comediants
Consulta: Cartellone - Il PROGRAMMA di Settembre al Borgo 2007