Sonate e Cantate di Domenico Scarlatti per la "Festa della musica"

Caserta - 21 Giugno 2007

Articolo di Salvio Visconti

 


Giovedì 21 giugno, serata del solstizio d’estate, serata del giorno più lungo dell’anno, la prima serata d’Estate. Una data che segna da sempre nel Tempo dell’Uomo l’aprirsi di un nuovo ciclo, di una nuova stagione, ricca di speranza e di nuove aspettative. Una serata di festa per tutti i Popoli di tutti i Tempi e di tutti i Luoghi, una serata densa di tutti quei significati allegorici, carichi di misticismo e sacralità, che le differenze culturali e le tradizioni hanno saputo lasciarci in eredità. Una serata da ricordare anche in questo Tempo ormai disincantato rispetto agli inganni delle anticherie… E magari, l’occasione per potersi lasciar incantare almeno un po’ dall’illusione di ingannare il Tempo, dall’illusione di poter sfuggire al Tempo con un salto di circa tre secoli nel tempo di un paio d’ore… Memoria, forse il senso più vero della ricorrenza…

Giovedì 21 giugno, una serata sicuramente particolare per dare l’avvio alla XIV edizione del festival di musica medievale, rinascimentale e barocca ormai noto a tutti i casertani col nome così meravigliosamente allusivo de “Il Trionfo del Tempo e del Disinganno”. Una serata particolare poiché l’evento si apre nel mezzo della settimana, ma soprattutto perché con il 21 giugno ricorre la Festa Europea della Musica, evento forse un po’ trascurato a Caserta, e che fortunatamente il Maestro Pietro Di Lorenzo ha tenuto a ricordare. Dunque, la promessa fatta in occasione del Venerdì Santo viene rispettato, ed il certosino lavoro estetico di ricerca ed esecuzione di suoni e luoghi di altri tempi riprende il suo ciclo in questa nuova stagione che ci saluterà nuovamente il 31 luglio.

Nel battesimo di questa XIV edizione, la serata inaugurale è stata pensata con l’intento di riportare il ricordo di due grandi personalità di un tempo passato.
La prima figura è quella, pur sempre casertana, di Francesco Daniele, già Accademico della Crusca, personaggio conteso dalle realtà culturali della sua epoca, eppure, ironicamente, dimenticato proprio dalla “sua” città oltre che dalla letteratura specialistica. Dunque, la cornice, il “suo” palazzo, nel centro di San Clemente, ove è stata allestita una mostra onde rendere fruibili i frutti dello studio svolto dall’Associazione Culturale per rivalutare tale personalità.
La seconda figura, anzichenò, è quella pur sempre italiana di Domenico Scarlatti, una fra le colonne portanti del baldacchino musicale barocco, eppure, ironicamente, così poco attentamente considerato dal mondo musicale in confronto alle figure di Bach ed Handel. Nota curiosa, i tre musicisti nacquero come per coincidenza nel 1685, data dunque ricorrente negli annali del barocco… Il programma della serata dunque, monotematico, ci ha offerto l’occasione di ri-scoprire tutti i colori dello “scarlatto”, tutte le sfumature che hanno contraddistinto questo musicista definito dal Maestro Di Lorenzo “come un Goya musicale in anticipo di circa 50 anni sui tempi”. E in effetti, non è azzardo parlare di Domenico Scarlatti come del “più grande ‘impressionista’ musicale” stante la vastissima tavolozza sonora caratterizzante le sue numerose composizioni. In particolare, il brillante Trivisano ed il citato Di Lorenzo hanno voluto ripercorrere alcune delle 555 sonate, per clavicembalo solo, del compositore, così differenti le une dall’altre, concepite assolutamente al di fuori di purchessia schema sintattico riferibile alla canonica forma-sonata, ideate insomma come “pezzi” a sé stanti, o tuttalpiù in una coppia di movimenti assolutamente indipendenti sia espressivamente che formalmente, legate non foss’altro che dalla penna di Scarlatti che ne decise l’esecuzione intesa come parte di una sonata in due movimenti o come “impressione” autonoma. Dunque, una raccolta eterogenea al cui ascolto non si può che rimanere sorpresi, oserei dire disorientati, merito anche degli esecutori. Lo spazio musicale è stato aperto altresì ad una sonata per clavicembalo e flauto, che ha visto calcare la scena alla graziosa Anastasia Cecere, ricordata Madonnina del Presepe Vivente di Vaccheria e musicista spesso presente in ambito casertano. Nel corso del terzo movimento della sonata, un delizioso imprevisto ci ha permesso di ascoltare al buio i musicisti, che hanno proseguito l’esecuzione degli spartiti a memoria. Quindi, tornata la luce, la sonata ha ripreso il suo corso concludendosi con gli applausi del pubblico. Ultima giammai ultima, la soprano Elena Polito, che ha interpretato con la solita bravura alcune cantate.

 

Consulta: Il Trionfo del Tempo e del Disinganno XIV edizione

 

 

 
 

 

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