L’idea delle “Giornate Italoamericane” è nata con l’allestimento dello
spettacolo “Santa Maria d’America”, prodotto nel 2004 da Teatri Uniti e da
Onorevole Teatro Casertano. Scritto da Andrea Renzi, Tony Laudadio ed Enrico
Ianniello, a partire dalle suggestioni originate dal lavoro realizzato da
Francesco Durante nei due volumi “Italoamericana” (pubblicati da Mondadori), la
messa in scena ripropone l’incredibile avventura vissuta da milioni di nostri
connazionali costretti ad emigrare negli Stati Uniti. L’interesse per questa
tematica, supportato dal gradimento dimostrato dal pubblico, ha spinto Otc,
l’anno scorso, a dedicare tre giornate, sempre al teatro Garibaldi, al
fenomeno… per non dimenticare come eravamo! L’edizione di quest’anno continua
ad affrontare il tema dell’emigrazione, percorrendo a ritroso la storia, sino
agli anni in cui il popolo migrante era, per l’appunto, quello italiano,
imbarcato, stivato e carico di aspettative. Il 3 aprile, alle 21, Marco
D’Amore, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Francesco Paglino, Andrea Renzi e
Luciano Saltarelli proporranno “Santa Maria d’America”, un’avventura teatrale
musicata da Federico Odling. Il 4 aprile, invece, sarà dato ampio spazio
al tema dell’immigrazione: capovolgendo il punto di vista, cambia
inequivocabilmente la prospettiva. Il popolo italiano si fa ospite del mondo.
Tappa importante di questa giornata sarà, alle 20, l’incontro dal titolo “Il
mondo abita qui”: diverse etnie a confronto accomunate dalla scelta dell’Italia
come meta d’approdo. Qualche ora prima, alle 16, i ragazzi del “Laboratorio
Teatrale Permanente” saranno impegnati in “Sono uno scrittore di verità”,
performance tratta dall’omonimo racconto di John Fante, curata da Antonio
Marfella. La rassegna si concluderà con la proiezione di un cortometraggio dal
titolo “Jamal”, scritto e diretto da Luisella Ratiglia, e con la messa in scena
di “Via”, un progetto di Fabrizio Saccomanno e Stefano De Santis, con lo stesso
Saccomanno in scena insieme con Cristina Mileti. Le “Giornate Italoamericane”
sono organizzate dalla cooperativa teatrale “Onorevole Teatro Casertano”,
diretta da Tony Laudadio e da Enrico Ianniello e animata da Roberta Puglisi,
Serena Chiaraviglio e Giuliano D’Amore. Il progetto è realizzato con il
patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Caserta, della Città di
Santa Maria Capua Vetere, con il sostegno della Fondazione Banco di Napoli e in
collaborazione con l’associazione “Nero e non solo”.
L’ingresso è gratuito (*). Per informazioni: 0823841516.
Programma
3 aprile 2007, ore 21. 00, “Santa Maria d'America” (*), Tratto da
“Italoamericana” di Francesco Durante, Regia di Andrea Renzi, Con Marco
D’Amore, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Francesco Paglino, Andrea Renzi,
Luciano Saltarelli. Musica di Federico Odling. Una produzione Teatri Uniti/
Onorevole Teatro Casertano (nostro
articolo)
(*) Biglietto: 10 euro (ridotto per studenti: 5 euro)
4 aprile 2007,
ore 16.00-19.00, “Sono “uno scrittore di verità”
Performance tratta dall’omonimo racconto di John Fante con il “Laboratorio
Teatrale Permanente” del Teatro Garibaldi a cura Antonio Marfella
ore 20:00, “Jamal”, Cortometraggio Scritto e diretto da Luisella Ratiglia,
Prodotto dalla Provincia di Roma e da “Frame by Frame”. Produttore esecutivo:
Mariano Provenzano. Attori: Maya Sansa e Hedy Krissane
ore 20:15, “Il mondo abita qui”, Incontro multietnico
ore 21:00, “Via”, Ideazione e progetto di Fabrizio Saccomanno e Stefano De
Santis, Drammaturgia e regia di Fabrizio Saccomanno, Con Fabrizio Saccomanno e
Cristina Mileti. Una produzione Cantieri Teatrali Koreja
Approfondimenti
“Santa Maria d’America”, Di Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi,
Con Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi, Marco D’amore, Francesco
Paglino, Luciano Saltarelli. Musiche originali di Federico Odling
Esecuzione: Francesco Capacosta, tromba Federico Odling, pianoforte
Vittorio Ricciardi, ottavino, flicorno Rosario Tramontano, basso tuba
Suono: Daghi Rondanini. Luci: Cesare Accetta. Costumi: Ortensia De Francesco.
Scene: Lino Fiorito. Regia: Andrea Renzi. Produzione: Teatri Uniti/ Onorevole
Teatro Casertano
Dobbiamo allo splendido libro di Francesco Durante “Italoamericana” lo spunto
per questa nuova avventura teatrale. La sua antologia di storia e letteratura
degli Italiani negli Stati Uniti ci ha mostrato per la prima volta di quale
ricchezza sia costituita l’esperienza migratoria nel suo complesso. Abbiamo
avuto accesso a canovacci inediti, espressione delle forme di spettacolo dei
nostri connazionali rappresentate in quell’epicentro degli incontri tra culture
che è stato l’East Side di New York: vaudeville, macchiette, canzoni, duetti
comici, monologhi musicati (su tutti quelli memorabili del trasformista
Farfariello/Migliaccio). Da questo insieme di materiali sorprendenti abbiamo
mosso i primi passi immaginando la tragicomica vicenda dei fratelli Pizzetta,
famiglia d’arte originaria di una fantomatica Santa Maria, musicisti e attori
più per necessità che per vocazione. Sono dei cafoni meridionali analfabeti,
estranei sia all’italiano che all’americano, la cui identità è espressa solo da
un dialetto corrotto da poco inglese storpiato; lottano per la sopravvivenza
esibendosi sui miseri palcoscenici della Bowery. Li cogliamo in una lunga notte
trascorsa a teatro dove in seguito a una serie di fiaschi stordenti e irreali
sono sul punto di farla finita con l’arte e con l’America. Ma l’apparizione
dello spettro del padre Don Ciccio Pizzetta li rimette in gioco, dall’aldilà il
maestro di banda gli consegna il testo di una canzone di sicuro successo
miracolosamente strappata al futuro: Nel Blu dipinto di Blu. Manca solo un
piccolo dettaglio: la melodia! Si riaccendono le speranze, è la notte della
grande occasione in cui si scatena una vertiginosa ridda di interferenze
fantastiche, dopo Don Ciccio appaiono dal passato e dal futuro, come attratti
dal fascino di quella misteriosa canzone, celebri e inquietanti figure che li
gettano nel panico, trascorrendo da Lorenzo Da Ponte a Mike Bongiorno. E’ la
lunga notte delle decisioni, tutta in bilico tra successo e fallimento, tra il
tornare in Italia e il diventare Americani, tra la nuova musica e il vecchio
repertorio tradizionale. In un visionario gioco di teatro nel teatro si stacca
tra le tante storie di vinti, di sradicati, storie di migrazione
sostanzialmente rimosse dalla memoria del nostro paese, una vicenda migratoria
immaginaria che si proietta, su un piano fantastico, dai ruggenti anni venti
agli anni cinquanta, gli anni in cui la cultura americana impone
definitivamente il suo modello. Solo in questo surreale american dream i
fratelli Pizzetta potrebbero essere finalmente protagonisti, potrebbero volare.
Persi nella curva del tempo i temi della società dello spettacolo nel suo
stadio nascente irradiano una luce seducente e maligna fino ai nostri giorni.
“Jamal”, Durata: 5 minuti
Regia: Luisella Ratiglia. Cast: Maya Sansa e Hedy Krissane. Sceneggiatura:
Luisella Ratiglia. Fotografia: Ivan Casalgrande. Montaggio: Pierpaolo Adami.
Costumi: Antonella Buono. Musica: Orchestra di Piazza Vittorio. Produttore
esecutivo: Mariano Provengano. Prodotto dalla Provincia di Roma e dalla “Frame
by Frame”
“Jamal”: una italiana e un arabo si incontrano in un bar. Lei è allarmata dal
suo sguardo, lui scruta con attenzione i gesti: quando, fuori dal locale,
l'uomo la insegue, nella mente della donna prende forma una minaccia dettata
dal pregiudizio. Prodotto dalla Provincia di Roma, Jamal è un cortometraggio
che in pochi minuti racconta la difficoltà ad accettare la diversità, a non
riconoscere se stessi nell'altro. L’autrice, Luisella Ratiglia, dopo la laurea
in Teatro e Spettacolo presso l'università La Sapienza di Roma, ha lavorato a
numerosi programmi Rai e Sky in qualità di regista/autore. Ha scritto diversi
cortometraggi, ma “Jamal” è il primo di cui firma anche la regia. Sta
lavorando, adesso, a due importanti progetti legati all'immigrazione. Il primo
progetto prevede la realizzazione di un documentario, il secondo è la
lavorazione di una sceneggiatura per un lungometraggio che racconta la vita di
un immigrato in Italia e la racconta dal suo punto di vista. |
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