In una manifestazione incentrata sull’importanza del dialogo fra le diverse
culture e le differenti esperienze religiose, con lo sguardo sempre rivolto
alla situazione in Terra Santa, come è il Premio Capua Follaro d’Oro 2006, non
poteva mancare, ovviamente, un momento dedicato ad una delle figure più
importanti e belle, non solo del cristianesimo, ma dell’intera storia umana
qual’è San Francesco d’Assisi. Non a caso mercoledì 22, a partire dalle
18,30 a Palazzo Fazio a Capua, nel corso degli appuntamenti che stanno facendo
da cornice alla serata conclusiva della manifestazione, che si terrà il
prossimo 1° Dicembre con l’assegnazione del Premio a Padre Michele
Piccirillo, si parlerà del frate che tanto ha fatto per la pace, per il
dialogo, per il rispetto reciproco in un’ottica particolare: quella del suo
ruolo nella storia dell’arte teatrale. L’appuntamento di mercoledì, organizzato
come a solito dai promotori del “Follaro d’Oro”, l’Associazione “Capuanova” e
la libreria Uthòpia in collaborazione con la Seconda Università degli Studi di
Napoli e l’associazione Kaosteatro, sarà “scisso” in due momenti specifici. Si
partirà con il convegno- dibattito intitolato “la figura di San Francesco nel
teatro”, a cui parteciperanno la professoressa Maria Luisa Chirico docente di
Storia del Teatro Antico presso la Facoltà di Lettere della S.U.N., ed il
regista Angelo Callipo. Al termine dell’incontro, spazio al teatro, con la
messa in scena di “Animalanima”, con Amalia Gravante, Grazia Liguori, Roberto
Solofra, Michele Tarallo per la regia dello stesso Callipo.
Sabato 25 Novembre, ore 18:30, Capua, Museo provinciale campano
Inaugurazione della personale “Surrender” di Livio Marino Atellano
La mostra, che sarà visitabile fino al prossimo 31 dicembre, sarà
accompagnata da un Catalogo, in distribuzione gratuita, con testi di Anna
Cochetti, Giuseppe Limone e Domenico Papa. Quella di Livio Marino Atellano è
una personale che già dal titolo lascia trasparire la sfiducia, la disperazione
che si è impadronita dell’artista dopo anni di attività portata avanti sempre
in bilico fra la denuncia sociale e l’introspezione ironica dei molti mali del
mondo: primo fra tutti la guerra. Si parla sia della guerra quella vera, ma
anche di quella che decontestualizzata diventano le guerre di tutti i giorni
contro la sopraffazione, la prepotenza, la violenza gratuita, la negazione
della dignità umana, la mortificazione del diverso. “Surrender” è infatti un
atto di rassegnazione dolorosa, consapevole ed, in fondo, ineludibile che
l’artista compie e suggerisce agli altri di fare, quasi come fosse una pausa,
un momento di ripensamento prima del baratro. “Arrendersi” per non arrivare
alla distruzione totale, al nulla. In particolare nello scenario mediorientale
quasi un suggerimento di pace rivolto ai più deboli, a quelli più esposti, a
quelli che hanno sopportato i lutti più amari, al popolo che non muore solo
grazie alla prolificità delle sue donne paragonabile in qualche modo alla
voglia di procreare che risulta così evidente nelle “madri” del Museo Campano.
Per Livio Marino Atellano la pace fra palestinesi ed israeliani, presi
naturalmente a simbolo di un concetto estensibile all’universo, può nascere da
un atto unilaterale di resa di quelli che sono riconosciuti da tutti come
vittime. Un atto quasi materno di protezione della prole per sottrarla ad un
destino troppo spesso crudele e senza scampo. Alla “resa” si contrappone una
spirale di violenza sempre più cruenta ed incontrollabile. Vittime e carnefici
che si aggrovigliano nell’identico destino di morte. Forse a questo punto è
meglio “Arrendersi”. In mostra fra le madri, quasi a voler sollecitare un
dialogo, ma forse è meglio dire a richiedere il loro consenso, le installazioni
“La resa”, composta da cinque sculture in terracotta, “Le Gabbie” composta da
una serie di autoritratti dell’artista in terracotta rinchiusi in piccole
gabbie di ferro, una scultura in terracotta dal titolo “L’Attesa” ed una serie
di gabbie multiple comprendente ognuna sei autoritratti in terracotta
disseminate lungo il percorso. Completano la mostra un nucleo di delicatissimi
acquerelli che richiamano il precedente lavoro dell’artista incentrato sulle “città-vesuvio”.
Naturalmente queste città sono quelle della Palestina.
Nel corso della serata inaugurale ci saranno gli interventi musicali del "Muse
String Quartet" con Rossella Marino e Sebastiana Buonarrivo (violini),
Stefania Delle Femmine (viola) e Norma Ciervo (violoncello).
Domenica 26, alle 17:30 presso la Chiesa di Sant’Eligio prenderà il via
la maratona di lettura che coinvolgerà decine di appassionati e che sarà
incentrata su testi biblici dell’Antico Testamento e su brani di e sul
poverello Patrono d’Italia. La serata, organizzata dall’associazione
“Capuanova” e dalla libreria “Uthopia”, la cui regia è affidata ad Annamaria
Cembalo e che sarà inframezzata dalle musiche del maestro Gianluca Barberis e
dai canti di Francesco Antinolfi e Daniela D’Angea, e che è stata resa
possibile grazie alla preziosa collaborazione di monsignor Domenico Di Salvio,
è intitolata “Mano nella mano con Francesco lungo i sentieri di Dio”.
Cinquantasette brani, alcuni dei quali saranno dedicati all’alter ego femminile
di Francesco: Santa Chiara, e che sono tutti legati dal filo conduttore della
lode a Dio, quale mezzo per arrivare alla Salvezza, alla fratellanza fra i
Popoli e fra le Nazioni. Non a caso dopo la prima parte dedicata alle letture
vetero-testamentarie, il secondo ciclo si aprirà con quel vero e proprio inno
che è “Il cantico delle Creature” per poi proseguire con testi che narrano
della visita al Sultano, della Regola Francescana e concludere con la Strofa
del Perdono e nuovamente con “Fratello Sole e Sorella Luna”. Un vero e proprio
excursus nella straordinaria vita, nelle opere e negli scritti francescani che
si annuncia particolarmente suggestivo, considerato anche il fatto che numerosi
testi saranno recitati, o cantati.
Mercoledì 29 Novembre, ore 19:30 a Palazzo Fazio a Capua,
Messa in scena della trasposizione teatrale del “Custode dell’Acqua” il
romanzo che due anni or sono vinse il Premio Super Campiello. La lettura
drammatizzata di questa opera fatta da Maurizio Panici ed interpretata da
Maurizio Donadoni è intitolata “Gerusalemme oh cara” e come al solito vedrà
padre Matteo alle prese con intrighi internazionali e situazioni scomode,
mentre sullo sfondo vi è il conflitto israelo-palestinese. Il custode
dell’acqua è ambientato in Gerusalemme e Padre Matteo, un notissimo
archeologo francescano, si trova coinvolto casualmente in una complessa
vicenda che vede protagonisti i servizi segreti israeliani, un ricchissimo
uomo d'affari e un gruppo di giovani idealisti. Matteo viene incaricato dal
Custode di Terra Santa, convinto fautore dell'idea di trasformare
Gerusalemme in una città di pace sotto l'egida delle varie religioni, di
vigilare per la riuscita del progetto. In realtà la morte misteriosa di
Padre Luca, un altro archeologo francescano, rivela a Matteo che sono in
gioco altri interessi e che sono in molti, forse troppi, a interessarsi del
collare di Carlino, il cane di padre Luca. Padre Matteo, scrive una lettera
al Custode della Terra Santa per spiegare il motivo che lo ha indotto a
schiaffeggiare un grasso soldato ebreo intento a mangiare degli spaghetti al
sugo. La narrazione inizia, dunque, in forma epistolare: dalla lettera
subito emerge che il sacerdote, appassionato lettore di libri polizieschi, è
suo malgrado implicato in una misteriosa storia di spionaggio, ove
s'incrociano servizi segreti israeliani ed arabi, terroristi, giovani
idealisti, un ricco sceicco di origine argentina, donne affascinanti e,
addirittura, il collare di un cane. In Israele, Matteo ha una missione da
compiere: deve vigilare sulla riuscita dell'ambizioso progetto del Custode
della Terra Santa, consistente nel trasformare Gerusalemme in una capitale
della pace, in quanto emblema delle tre grandi religioni monoteiste:
islamismo, ebraismo e cristianesimo. Perseguendo tale intento, il frate
rimane coinvolto in una pericolosa indagine: deve scoprire il motivo della
morte di Padre Luca, suo confratello, della scomparsa di Carlino, cane del
frate, e studiare un misterioso documento che potrebbe cambiare la storia
dell'intera umanità.
Con questo lavoro, Scaglia affronta con coraggio temi complessi e delicati,
trasportando il lettore nei luoghi meno noti della Terra Santa; in una dura
realtà di guerra ed odio, che contrappone in modo violento uomini
appartenenti a religioni diverse e conviventi forzati su un unico
territorio.
Consegna a Padre Michele Piccirillo
del Premio Capua "Follaro d'Oro 2006"
Premio Capua “Follaro d’Oro 2006”:
Infoline: Cooperativa Capuanova e-mail: coopcapuanova@libero.it
Libreria Uthòpia, telefax: 0823622944, e-mail: uthopialibreria@libero.it |
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