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22 luglio 2006, Teano Jazz. Questa sera il palco è insolitamente vuoto. Il
pianoforte è dislocato in un angolo: chiaramente non per essere suonato oggi.
Sulla scena soltanto due casse spia, un tavolinetto sul quale è poggiato un
vaso con una bella composizione floreale ed uno sgabello.
Solo un piccolo prologo. Ad Angelo Agnisola il compito di presentare i
vincitori del Teano Jazz Factory, i Sonamundi, premiati dal Presidente della
Provincia di Caserta De Francicis.
Poi, ad un tratto, sul loggione del museo archeologico cala il silenzio in
attesa che entrino gli attesi protagonisti della serata.
Una Gibson L5 della metà degli anni '50, una di quelle chitarre davvero
preziose, portata quasi fosse una reliquia, nelle mani di Tuck Andress, senza
alcun dubbio uno dei maggiori esponenti del fingerstyle, e la voce di Patricia
Cathcart, meglio nota come Patty, sono i protagonisti di questa magica
performance.
Si inizia con un brano noto, “Summertime”, quasi a volere abituare l’orecchio
del pubblico, ma è già qui che si comprende lo spessore degli artisti.
Voce suadente e armoniosa quella di Patty, che ammalia gli ascoltatori
estasiati con melodie cantate con assoluta padronanza, mentre Tuck fa vibrare
le corde della sua chitarra con incredibile maestria. Chi non lo conosce rimane
incredulo di come la musica venga tutta e soltanto da quell’unica chitarra,
eppure è davvero così. Egli la suona con l’ausilio della pedaliera per dare
all’occorrenza un’ulteriore sfumatura nell’attacco dei singoli accordi, ma
davvero lascia il pubblico di stucco sulla velocità con cui —con eccezionale
scioltezza— arpeggia e “slappa” le corde, emana armonici, accordi quasi
impossibili da riprodurre su una chitarra.
Le sue mani letteralmente volano sulle corde rilasciando un accompagnamento,
una melodia, una occasionale percussione. Tutto insieme al servizio della voce
incantevole e vellutata della moglie, con la quale il connubio è difatti
sublime.
Già al termine del primo brano scoppia istintivo un applauso intenso, ma il
bello deve ancora venire. Si susseguono “Learning How to Fly”, “I can’t help
falling in love”, “You ain’t seen nothing yet”, “Better than anything”, “Cantador”,
“Hold Me tight and don’t let go (contenuto nell’ultimo CD)”, “early morning
music box”.
Poi Patty si mette in disparte e lascia Tuck a suonare da solo “Europa” con
indescrivibile bravura. Seguono poi “Comfort me”, “Everything gonna be alright”.
La cantante coinvolge il pubblico a cantare sotto la sua direzione “Time after
time”. Il duo conclude la scaletta con il brano “Thank you”.
Tuck & Patty, nonostante l’età (sono ai massimi livelli da almeno un
trentennio), rimangono davvero dei punti di riferimento, delle stelle del
firmamento jazz a livello mondiale.
Un’ occasione irrinunciabile, anche per chi non si sente un appassionato di
jazz, di andarli a vedere dal vivo. Provare per credere.
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foto di Sergio Feola
La premiazione dei Sonamundi
foto di M. Amato
© Casertamusica
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