Teano Jazz: Tuck & Patty

Teano (CE) - 22 Luglio 2006

Di Massimo Amato - foto di Sergio Feola, Massimo Amato


22 luglio 2006, Teano Jazz. Questa sera il palco è insolitamente vuoto. Il pianoforte è dislocato in un angolo: chiaramente non per essere suonato oggi. Sulla scena soltanto due casse spia, un tavolinetto sul quale è poggiato un vaso con una bella composizione floreale ed uno sgabello.
Solo un piccolo prologo. Ad Angelo Agnisola il compito di presentare i vincitori del Teano Jazz Factory, i Sonamundi, premiati dal Presidente della Provincia di Caserta De Francicis.
Poi, ad un tratto, sul loggione del museo archeologico cala il silenzio in attesa che entrino gli attesi protagonisti della serata.
Una Gibson L5 della metà degli anni '50, una di quelle chitarre davvero preziose, portata quasi fosse una reliquia, nelle mani di Tuck Andress, senza alcun dubbio uno dei maggiori esponenti del fingerstyle, e la voce di Patricia Cathcart, meglio nota come Patty, sono i protagonisti di questa magica performance.
Si inizia con un brano noto, “Summertime”, quasi a volere abituare l’orecchio del pubblico, ma è già qui che si comprende lo spessore degli artisti.
Voce suadente e armoniosa quella di Patty, che ammalia gli ascoltatori estasiati con melodie cantate con assoluta padronanza, mentre Tuck fa vibrare le corde della sua chitarra con incredibile maestria. Chi non lo conosce rimane incredulo di come la musica venga tutta e soltanto da quell’unica chitarra, eppure è davvero così. Egli la suona con l’ausilio della pedaliera per dare all’occorrenza un’ulteriore sfumatura nell’attacco dei singoli accordi, ma davvero lascia il pubblico di stucco sulla velocità con cui —con eccezionale scioltezza— arpeggia e “slappa” le corde, emana armonici, accordi quasi impossibili da riprodurre su una chitarra.
Le sue mani letteralmente volano sulle corde rilasciando un accompagnamento, una melodia, una occasionale percussione. Tutto insieme al servizio della voce incantevole e vellutata della moglie, con la quale il connubio è difatti sublime.
Già al termine del primo brano scoppia istintivo un applauso intenso, ma il bello deve ancora venire. Si susseguono “Learning How to Fly”, “I can’t help falling in love”, “You ain’t seen nothing yet”, “Better than anything”, “Cantador”, “Hold Me tight and don’t let go (contenuto nell’ultimo CD)”, “early morning music box”.
Poi Patty si mette in disparte e lascia Tuck a suonare da solo “Europa” con indescrivibile bravura. Seguono poi “Comfort me”, “Everything gonna be alright”. La cantante coinvolge il pubblico a cantare sotto la sua direzione “Time after time”. Il duo conclude la scaletta con il brano “Thank you”.
Tuck & Patty, nonostante l’età (sono ai massimi livelli da almeno un trentennio), rimangono davvero dei punti di riferimento, delle stelle del firmamento jazz a livello mondiale.
Un’ occasione irrinunciabile, anche per chi non si sente un appassionato di jazz, di andarli a vedere dal vivo. Provare per credere.

 

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foto di Sergio Feola

 

La premiazione dei Sonamundi

foto di M. Amato

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