Per te che non sei
venuto....a proposito di "Attraverso" Teatro della Torre, 11
settembre 2004. “Uaglio’… e che te sì pers!” . Intanto
l’orgoglio di Giuliana De Sio, direttrice artistica di Settembre al
Borgo (anche per il 2005), che si accomiata, proclamando il successo
della formula sperimentale che ha movimentato la rassegna di quest’anno.
Poi… l’essere attraversati – anzi trapassati da parte a parte - da
cinque mostri sacri con miti sembianze.
Protagonista assoluta di “Attraverso”, progetto
pensato per il Festival della Letteratura di Mantova edizione 2003,
è stata la poesia, centrifugata e filtrata “…attraverso…”
arti vicine e lontane come il teatro e la musica, amplificata nel
suo potere evocativo e arricchita da una veste liturgica.
Erri De Luca, per chi non lo sapesse, è un
poeta viaggiatore (non solo uno scrittore). Si riconosce da quei
solchi millenari che esibisce sul viso, dall’eleganza eduardiana e
dall’atavica rassegnata pazienza dei partenopei, che “s’aizano
ogni matina” e s’inventano la vita. Emigrante? No, uno che
viaggia, e che - lontano da ogni stereotipo: il golfo, il Vesuvio e
il mandolino - t’inchioda alla sedia, citandoti nove nomi di nevi
che coprono altipiani lontani da questo calore! De Luca sul palco è
scalzo, come uno scugnizzo cresciuto. Ricorda come si giocava a
Montediddio negli anni ’50. Ha consumato le scarpe, vagabondando da
Napoli a Roma, da Belgrado alla Russia, dalla Padania a Parigi, per
approdare fino a noi. Considera “…valore riparare un paio di
scarpe…” Ci ha dato i suoi mocassini perché vi camminassimo
dentro per due ore e capire il suo altrove.
In questo andare ci trascina Marco Paolini
(attore, autore e regista capace di sferzare il sonno televisivo
nazionale con i suoi monologhi. Ha il talento di trasformare in
parabola anche l’elenco telefonico! E’ la contro voce e l’ombra del
poeta, emerge dove l’altro si ritrae, in un singolare gioco di
teatro cinese. Grazie alle sue straordinarie virtù d’affabulatore,
il flusso delle emozioni, messo in moto dalle parole ha subito
un’accelerazione brusca ed incontrollata, suscitando un tumulto
fisico, lieve ed ironico.
Nota a parte per i musicisti che non hanno
recitato la parte dei comprimari, smaterializzando la poesia,
sublimandola e facendocela respirare.
Accademico di Santa Cecilia e Direttore
dell’Orchestra di Padova e del Veneto, Mario Brunello è,
soprattutto, musicista fantasioso, espressivo e struggente. Ha
pestato il suo violoncello in tutte le maniere, cavandone una
congerie di suoni inusuali e poco ortodossi per un concertista
classico e di fama internazionale quale egli è.
Il clarinettista Gabriele Mirabassi dalla
musica contemporanea e dal jazz è arrivato a noi come una sorta
d’incantatore di serpenti. Durante la sua performance ci ha fatto
uscire - ondeggiando - dalla cesta delle nostre vite, soprattutto
nell’interpretare la separazione, la partenza, il trapasso.
Uscito dall’Olympia di Parigi e testimone
dell’idiozia discografica italiana, Gianmaria Testa - ex
ferroviere - è salito sul treno di “Attraverso”, conducendone la
tempesta emotiva. La sua voce “straccia budella” si è inerpicata su
note gravide di tensione. In un paio d’episodi – abbandonata la
chitarra – ha interpretato il verso in maniera ossuta, distillando
pura poesia, solo accompagnato da violoncello e clarino.
Beati gli assenti: hanno evitato dieci minuti di
applausi, gli occhi lucidi ed il viaggio “…attraverso…”
l’essere dell’essere.
(Cartellone,
costi ed orari del XXXIV Settembre Al Borgo)
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