Tre anni fa, nel chiudere un ampio servizio sull’artista casertana
Beatrice Squeglia, pittrice e scultrice, riportammo la sua
dichiarazione rilasciataci durante un franco e sereno incontro: ”Oggi
sono pronta per mostrare alla critica ed al pubblico, che mi è
stato sempre affettuosamente accanto, quanto ho lavorato in questi
anni. Nonostante tutto!”. E Beatrice Squeglia è artista di parola e si ripresenta oggi al
pubblico con nuovi interessi e nuove problematiche concretizzatesi
in una suggestiva produzione artistico artigianale o, se si
preferisce, di artigianato artistico costituita da una serie di
splendide formelle di terracotta ispirate da quelle romaniche del
Battistero di Parma.
Le formelle di terracotta incassate nella base del Battistero di
Parma sono opera di uno scalpellino, il cui nome é ancora oggi
sconosciuto, allievo dell’architetto e scultore italiano Benedetto
Antelami (1150 ca. - 1230 ca.), che nella costruzione e decorazione
di questo Battistero, il suo capolavoro, giunse a una perfetta
sintesi tra scultura e architettura. Alla base del Battistero l’Antelami
volle da questo scalpellino una serie di formelle ispirate dai
Bestiari, opere didattiche molto diffuse nel Medioevo. I Bestiari
proponevano insegnamenti religiosi e morali attraverso la
descrizione delle caratteristiche di animali reali o immaginari. Il
pellicano, p. es., è assunto a emblema del Cristo o dell'Eucaristia
perché nutre con le sue carni i figli affamati sacrificando la sua
vita per loro; il leone rappresenta la potenza della Chiesa che
distrugge il paganesimo; il pappagallo è il prete che ripete come
un pappagallo ciò che Dio gli dice; e così via. Questi soggetti
cari alla cultura popolare ed alla morale cristiana dell’epoca
sono stati spesso usati dagli artisti romanici e gotici nell’edilizia
religiosa, come possono vedersi anche sulla facciata del Duomo di
Casertavecchia.
Dalle formelle dell’allievo dell’Antelami più vicine al suo
senso estetico ed alle sue valenze artistiche, rivisitate e fatte
proprie in una visione moderna, Beatrice Squeglia ha tratto
ispirazione per una serie di formelle di terracotta di terra rossa
capaci di ornare ed ingentilire portali, giardini e dimore.
Quasi volesse ritornare alle origini della sua affermazione
artistica -segnata dalla realizzazione della decorazione con
bassorilievi dell’ingresso dei Magazzini UPIM di Caserta ancora
leggibili e godibili ma abbisognevoli di restauro- la Squeglia ha
voluto nuovamente affondare le mani nella materia, consegnare ad
essa i suoi sudori, le sue passioni, i suoi sogni ed i suoi pensieri
per renderla, alfine, messaggera del suo mondo poetico in una
composizione di grande equilibrio di segni e di volumi, pur
realizzata in singoli pannelli di senso compiuto.
E così animali reali o fantastici -valgano come esempio il
cavallo al galoppo, l’aquila, la folaga sull’acqua per i primi;
il cavallo marino, il grifo ed il leongrifo per i secondi-
mascheroni e madonne hanno preso forma e movimento capaci di farli
uscire dal ristretto volume delle formelle.
Beatrice Squeglia ha trovato nel signor Salvatore Merola -che ha
l’Antica Fornace “Merola Salvatore” a Casapulla, in via
Fornaci, 6 - chi potesse non solo darle assistenza con materiale e
validi artigiani per la realizzazione delle formelle ma anche
occuparsi della loro commercializzazione, affinché esse possano
adornare giardini, androni, muri di cinta e architravi ed
impreziosire ed ingentilire dimore con la loro valenza artistica ed
artigianale.
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