Le terrecotte di Beatrice Squeglia

Caserta – Aprile 2004 

Articolo e foto di Lorenzo Di Donato


Tre anni fa, nel chiudere un ampio servizio sull’artista casertana Beatrice Squeglia, pittrice e scultrice, riportammo la sua dichiarazione rilasciataci durante un franco e sereno incontro: ”Oggi sono pronta per mostrare alla critica ed al pubblico, che mi è stato sempre affettuosamente accanto, quanto ho lavorato in questi anni. Nonostante tutto!”.

E Beatrice Squeglia è artista di parola e si ripresenta oggi al pubblico con nuovi interessi e nuove problematiche concretizzatesi in una suggestiva produzione artistico artigianale o, se si preferisce, di artigianato artistico costituita da una serie di splendide formelle di terracotta ispirate da quelle romaniche del Battistero di Parma.

Le formelle di terracotta incassate nella base del Battistero di Parma sono opera di uno scalpellino, il cui nome é ancora oggi sconosciuto, allievo dell’architetto e scultore italiano Benedetto Antelami (1150 ca. - 1230 ca.), che nella costruzione e decorazione di questo Battistero, il suo capolavoro, giunse a una perfetta sintesi tra scultura e architettura. Alla base del Battistero l’Antelami volle da questo scalpellino una serie di formelle ispirate dai Bestiari, opere didattiche molto diffuse nel Medioevo. I Bestiari proponevano insegnamenti religiosi e morali attraverso la descrizione delle caratteristiche di animali reali o immaginari. Il pellicano, p. es., è assunto a emblema del Cristo o dell'Eucaristia perché nutre con le sue carni i figli affamati sacrificando la sua vita per loro; il leone rappresenta la potenza della Chiesa che distrugge il paganesimo; il pappagallo è il prete che ripete come un pappagallo ciò che Dio gli dice; e così via. Questi soggetti cari alla cultura popolare ed alla morale cristiana dell’epoca sono stati spesso usati dagli artisti romanici e gotici nell’edilizia religiosa, come possono vedersi anche sulla facciata del Duomo di Casertavecchia.

Dalle formelle dell’allievo dell’Antelami più vicine al suo senso estetico ed alle sue valenze artistiche, rivisitate e fatte proprie in una visione moderna, Beatrice Squeglia ha tratto ispirazione per una serie di formelle di terracotta di terra rossa capaci di ornare ed ingentilire portali, giardini e dimore.

Quasi volesse ritornare alle origini della sua affermazione artistica -segnata dalla realizzazione della decorazione con bassorilievi dell’ingresso dei Magazzini UPIM di Caserta ancora leggibili e godibili ma abbisognevoli di restauro- la Squeglia ha voluto nuovamente affondare le mani nella materia, consegnare ad essa i suoi sudori, le sue passioni, i suoi sogni ed i suoi pensieri per renderla, alfine, messaggera del suo mondo poetico in una composizione di grande equilibrio di segni e di volumi, pur realizzata in singoli pannelli di senso compiuto.

E così animali reali o fantastici -valgano come esempio il cavallo al galoppo, l’aquila, la folaga sull’acqua per i primi; il cavallo marino, il grifo ed il leongrifo per i secondi- mascheroni e madonne hanno preso forma e movimento capaci di farli uscire dal ristretto volume delle formelle.

Beatrice Squeglia ha trovato nel signor Salvatore Merola -che ha l’Antica Fornace “Merola Salvatore” a Casapulla, in via Fornaci, 6 - chi potesse non solo darle assistenza con materiale e validi artigiani per la realizzazione delle formelle ma anche occuparsi della loro commercializzazione, affinché esse possano adornare giardini, androni, muri di cinta e architravi ed impreziosire ed ingentilire dimore con la loro valenza artistica ed artigianale.

Il Battistero di Parma

Folaga sull'acqua

Cavallo al galoppo

Cavallo marino

Aquila

Grifo

Leongrifo

Madonna

Le formelle in esposizione

Mascheroni

 

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