Blues: 5 a 4 per i Juke Joint

...le tre auto parcheggiate all'entrata non promettono niente di buono

di Antonio Avalle

Giovedi 18 Ottobre 2001. Stasera  intorno alle 21 e mezza ci siamo riuniti in quattro per lasciarci andare ad una vibrante serata di musica Blues. Partiamo da Caserta per cercare il Cellar Pub a Brusciano, dove dovrebbe inaugurarsi una rassegna di eventi dedicati al Blues. Avvolti dal mantello della notte seguiamo le indicazioni sull'asse mediano per Pomigliano e finalmente dopo quasi un'oretta di searching blues ci perdiamo tra le piantagioni di pomidoro e cipolle di Brusciano. Dopo aver attraversato il centro storico immerso tra circoli ricreativi e piccoli bar ci troviamo al crocicchio di via Cucca (una rivisitazione della Highway '61) la strada che porta al Cellar Pub. Credendo nell'ennesima informazione presa da un elegante signorotto della zona scoviamo la Blues house "The Cellar Pub", che ospiterà la sera stessa e per i prossimi giovedì il miglior blues partenopeo. Le tre auto parcheggiate all'entrata non promettono niente di buono. Finalmente entriamo nel pub...una frastornante musica latino americana ci accoglie, ma tra i tavoli neanche un anima viva! Forse abbiamo sbagliato posto? E' il primo pensiero che ci balza alla mente! In lontananza notiamo la strumentazione dei Juke Joint pronta all'uso. Si aspetta un po' nella speranza che arrivi un bel pullman di giapponesi, ma niente da fare l'appariscente struttura del Cellar Pub è deserta! Così Guido Migliaro (chitarra, dobro, armonica, voce), Enzo Di Domenico (chitarra), Umberto Sirigatti (basso), Peppe Miele (batteria, washboard, percussioni, voce) illuminati da una grande maturità professionale premiano la nostra tenacia o meglio la nostra fede per il blues dedicandoci ben 4 brani! Quattro stupendi quadretti...uno per ogni spettatore presente! La tristezza per un attimo ci abbandona e l'autorevole suono dei Juke Joint prende il sopravvento con "Stoney pony Blues" di Charley Patton, "Sporting life blues" di Browie McGhee, "Kind Hearted Woman Blues" di Robert Johnson dedicata alla nostra amica Maria e l'ultima "Honky Tonk blues". Si decide anche per un bis e si sperimenta un brano mai provato "Black, Brown and White" di Big Bill Broonzy c'è lo zampino della calda voce di Mario Insenga (ospite d'eccezione) doppiata nel ritornello da quella profonda di Guido. La mancata serata monumentale alla fine è finita 5 a 4 per la Juke Joint, che con l'arrivo di Mario Insenga è passata addirittura in superiorità numerica.

La Juke Joint suonerà il prossimo 26 ottobre nel tempio del Blues di Roma il Big Mama.

Questa esperienza insieme ad altre (purtroppo) dimostra come diventa sempre più difficile costruire un tessuto articolato del movimento blues cercando e creando situazioni adatte e consone per l'ascolto e la diffusione della musica blues, oramai si è sull'orlo di una autentica crisi di sensibilità.

Pongo a voi il dilemma...perchè?...un invito a scrivermi: a.avalle@tin.it

P.S. Nei seguenti articoli arretrati troverete una recensione della Juke Joint blues band per soddisfare eventualmente la vostra curiosità!

Il ritratto di J. L. Hooker realizzato a matita da Guido Migliaro, del gruppo Juke Joint. 

 

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