Giovedi 18 Ottobre 2001. Stasera intorno alle 21
e mezza ci siamo riuniti in quattro per lasciarci andare ad una vibrante
serata di musica Blues. Partiamo da Caserta per cercare il Cellar Pub
a Brusciano, dove dovrebbe inaugurarsi una rassegna di eventi dedicati al
Blues. Avvolti dal mantello della notte seguiamo le indicazioni sull'asse
mediano per Pomigliano e finalmente dopo quasi un'oretta di searching
blues ci perdiamo tra le piantagioni di pomidoro e cipolle di Brusciano.
Dopo aver attraversato il centro storico immerso tra circoli ricreativi e
piccoli bar ci troviamo al crocicchio di via Cucca (una rivisitazione
della Highway '61) la strada che porta al Cellar Pub. Credendo
nell'ennesima informazione presa da un elegante signorotto della zona
scoviamo la Blues house "The Cellar Pub", che ospiterà la sera
stessa e per i prossimi giovedì il miglior blues partenopeo. Le tre auto
parcheggiate all'entrata non promettono niente di buono. Finalmente
entriamo nel pub...una frastornante musica latino americana ci accoglie,
ma tra i tavoli neanche un anima viva! Forse abbiamo sbagliato posto? E'
il primo pensiero che ci balza alla mente! In lontananza notiamo la
strumentazione dei Juke Joint pronta all'uso. Si aspetta un po' nella
speranza che arrivi un bel pullman di giapponesi, ma niente da fare
l'appariscente struttura del Cellar Pub è deserta! Così Guido
Migliaro (chitarra, dobro, armonica, voce), Enzo Di Domenico
(chitarra), Umberto Sirigatti (basso), Peppe Miele
(batteria, washboard, percussioni, voce) illuminati da una grande
maturità professionale premiano la nostra tenacia o meglio la nostra fede
per il blues dedicandoci ben 4 brani! Quattro stupendi quadretti...uno
per ogni spettatore presente! La tristezza per un attimo ci abbandona
e l'autorevole suono dei Juke Joint prende il sopravvento con
"Stoney pony Blues" di Charley Patton, "Sporting life
blues" di Browie McGhee, "Kind Hearted Woman Blues" di
Robert Johnson dedicata alla nostra amica Maria e l'ultima "Honky
Tonk blues". Si decide anche per un bis e si sperimenta un brano mai
provato "Black, Brown and White" di Big Bill Broonzy c'è lo
zampino della calda voce di Mario Insenga (ospite d'eccezione) doppiata
nel ritornello da quella profonda di Guido. La mancata serata monumentale
alla fine è finita 5 a 4 per la Juke Joint, che con l'arrivo di Mario
Insenga è passata addirittura in superiorità numerica.
La Juke Joint suonerà il prossimo 26 ottobre nel
tempio del Blues di Roma il Big Mama.
Questa esperienza insieme ad altre (purtroppo) dimostra
come diventa sempre più difficile costruire un tessuto articolato del
movimento blues cercando e creando situazioni adatte e consone per
l'ascolto e la diffusione della musica blues, oramai si è sull'orlo di
una autentica crisi di sensibilità.
Pongo a voi il dilemma...perchè?...un invito a
scrivermi: a.avalle@tin.it
P.S. Nei seguenti articoli arretrati troverete una recensione della Juke Joint
blues band per soddisfare eventualmente la vostra curiosità!
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Il
ritratto di J. L. Hooker realizzato a matita da Guido Migliaro, del gruppo
Juke Joint.
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